Quando preoccuarsi per il prurito

Si sveglia una mattina, improvvisamente. Sta grattandosi un braccio, quasi senza accorgersi. «Mi avrà punto una zanzara stanotte» pensa subito Laura. Dopo qualche minuto, finito il dormiveglia, realizza che siamo in inverno. E di zanzare non c’è nemmeno l’ombra. Perché allora il prurito?

Che sia localizzato e di breve durata come quello causato dalla puntura di una zanzara o più persistente, diffuso e di origine meno chiara, il prurito è uno dei fastidi più difficili da sopportare.

Un fastidio, peraltro, che spesso è drammaticamente esasperato dall’unico mezzo che si ha portata di mano per contrastarlo: lo sfregamento ripetuto.

Spesso è soltanto un sintomo fastidioso. Ma in alcuni casi è meglio rivolgersi a un medico: se, infatti, è probabilmente la condizione dermatologica più comune, è pur vero che può essere anche il campanello d’allarme di patologie che non riguardano la pelle e che è bene approfondire. È necessario consultare il medico anche nel caso sia persistente e localizzato a livello oculare, in quanto il prurito agli occhi potrebbe essere il sintomo di una congiuntivite allergica o di infezioni come la blefarite.

Non sempre è un problema circoscritto

Il prurito ha origine da alcuni neuroni localizzati sotto la superficie della pelle che presentano specifici recettori.

Nella maggior parte dei casi il prurito è una fastidiosa sensazione, ma lieve o innocua e confinata alla cute. È caratterizzata da formicolio o pizzicore e induce a grattarsi (in alcuni casi fino a causare lesioni da grattamento). Può essere alleviata ricorrendo a una crema idratante e lenitiva oppure a rimedi topici più specifici, in relazione alla causa scatenante (per esempio, una pomata antistaminica o a base di corticosteroidi in caso di punture di insetto o dopo contatto con piante urticanti o altre sostanze irritanti).

In genere, in queste situazioni l’origine del prurito è nota (o facilmente individuabile), il sintomo localizzato in un’area circoscritta e la sua durata limitata nel tempo.
Quando queste condizioni non sono rispettate e un prurito, apparentemente ingiustificato, più o meno intenso, si manifesta in modo diffuso e persistente (in questo caso si parla di prurito cronico), è necessario rivolgersi al medico di famiglia ed, eventualmente, al dermatologo per approfondire la situazione e verificare che all’origine del sintomo cutaneo non vi siano, in realtà, malattie sistemiche di diversa natura.

Prurito diffuso: cause dermatologiche

Ho prurito quando sudo: cosa posso fare? Come posso alleviare il prurito da stress? Quali sono le cause del prurito invernale? C'è un legame tra i detersivi per la lavatrice e la dermatite atopica? Queste sono solo alcune delle domande che vengono poste al medico di famiglia o al dermatologo dai soggetti che soffrono, in maniera episodica o cronica, di prurito.

Il prurito è infatti una sensazione cutanea molto frequente, che tutti sperimentano in più occasioni nel corso della vita per le ragioni più diverse.

Nella maggior parte dei casi, si tratta di un fenomeno di intensità lieve o moderata, legato a cause del tutto innocue e transitorie. Altre volte, invece, il bisogno irresistibile di grattarsi può essere la spia di malattie più serie, da diagnosticare e trattare in modo specifico.
A livello cutaneo dietro il prurito ci possono essere diverse cause, tra cui per esempio l’uso di prodotti per la detersione aggressivi in soggetti con pelli particolarmente sensibili. Inoltre, molto spesso il prurito si manifesta in caso di dermatosi oppure di dermatiti, infiammazioni della pelle caratterizzate anche da alterazioni della sua superficie, come arrossamento e gonfiore. Possono avere cause diverse e spesso determinano prurito solo in punti circoscritti, ma ci sono casi in cui il sintomo è diffuso a gran parte della superficie corporea. Possiamo citare la dermatite irritativa da contatto o la dermatite allergica da contatto, che causano sintomi simili (come per esempio prurito alle mani), ma hanno alla base meccanismi differenti. Nel primo caso si tratta di una reazione infiammatoria, mentre nel secondo il contatto con una determinata sostanza provoca una reazione immunitaria anomala. A scatenare l’allergia sono soprattutto metalli, ma anche alcuni farmaci e additivi di medicamenti, vegetali, detersivi, detergenti. I sintomi (arrossamento, gonfiore, piccole vescicole, desquamazione della pelle e prurito) cominciano inizialmente nelle sedi di esposizione alla sostanza in causa, ma poi possono estendersi ad altre parti del corpo. Ulteriori possibili cause di prurito sono rappresentate dall’assunzione di alimenti che promuovono la liberazione di istamina o che ne sono ricchi (per esempio, il vino, la birra, il pesce, le nocciole, le fragole, i coloranti aggiunti ai cibi industriali ecc.). In aggiunta, stress e stati d’ansia possono essere, se non fonti primarie, quantomeno serie aggravanti di prurito circoscritto o diffuso.

Particolarmente pruriginosa è poi la dermatite atopica, o eczema atopico, una malattia infiammatoria della pelle non contagiosa ma cronica, che colpisce soprattutto i bambini e può essere associata a malattie allergiche. È caratterizzata dall’alternanza di fasi acute (riacutizzazioni o esacerbazioni), in cui si manifesta eczema in aree più o meno estese della pelle (che appare rossa ed essudante) a fasi di remissione in cui la cute è ispessita, ruvida e secca.

Nel neonato interessa soprattutto guance, fronte e mento, mentre nel bambino le pieghe di braccia e gambe (in particolare a livello di gomiti e ginocchia), piedi, mani, collo e tronco. Altra malattia infiammatoria cutanea pruriginosa è la dermatite seborroica, caratterizzata da squame giallastre ed untuose, che compaiono però specialmente su aree localizzate, come il volto e soprattutto il cuoio capelluto.

Ma c'è anche il lichen simplex, un'infiammazione cronica causata dalla dermatite atopica o da altri fattori quali ansia e stress emotivo, per effetto dello sfregamento e/o del grattamento continui con i quali si prova ad alleviare il prurito. L'infiammazione provocata dal grattamento genera a sua volta altro prurito, innescando un circolo vizioso che in genere non viene interrotto dalla scomparsa della causa scatenante comportando, nel contempo, altri disturbi come secchezza della pelle, desquamazione o comparsa di chiazze di colore scuro.

Occorre poi menzionare anche la psoriasi, una malattia infiammatoria cronica che colpisce la pelle e che può interessare aree localizzate non troppo grandi, come gomiti, ginocchia, cuoio capelluto, a volte anche le unghie, ma che può anche arrivare a coinvolgere tutto il corpo. La forma più diffusa, nota come psoriasi a placche, è caratterizzata da chiazze rossastre, rotondeggianti, chiaramente delimitate ai bordi e ricoperte di squame sovrapposte bianco-argentee: tali chiazze possono essere pruriginose, in modo più o meno intenso a seconda della reazione individuale.

Impossibile, infine, non citare l’orticaria, un’eruzione cutanea così chiamata perché le manifestazioni sulla pelle sono simili a quelle che compaiono quando si viene a contatto con la pianta dell’ortica: lesioni cutanee in rilievo, i pomfi, associate a un prurito intenso. Essa può essere acuta e rappresentare generalmente la conseguenza di una reazione allergica dovuta all’assunzione di alcuni cibi o farmaci, ma può anche seguire a punture di insetti, irritazione da contatto, eccessiva esposizione solare (in questo caso si parla di eritema solare), basse temperature (il cosiddetto eritema da freddo) o situazioni particolari di stress (fisico o mentale). Esiste anche una forma cronica che non è sintomo di reazione allergica ma è generalmente una malattia (detta orticaria cronica spontanea) di origine autoimmune.

Prurito diffuso: può essere dovuto anche a infezioni e parassiti

A determinare la comparsa di prurito possono essere anche alcune infezioni, micosi causate da funghi come la Candida albicans o alcune infestazioni da parassiti.

Tra le prime, possiamo ricordare l’infezione causata dall’Herpes virus di tipo 3 (o varicella-zoster). Quando il virus incontra per la prima volta l’organismo umano, scatena la varicella, annoverata tra le principali malattie contagiose dell’infanzia. Dopo un’incubazione di circa 2-3 settimane, la malattia esordisce solitamente con febbre, malessere generale, mal di testa, stanchezza e un’eruzione cutanea caratterizzata da piccole macchie, o meglio papule, rosa pruriginose su tutto il corpo, che evolvono in vescicole e poi, in 4-5 giorni, si seccano e lasciano delle piccole croste. Lo sfogo si forma a ondate successive e dura anche per 10 giorni.


Il varicella-zoster può poi riattivarsi
, anche a distanza di molti anni dal primo incontro con l’organismo, scatenando una patologia diversa, chiamata Herpes zoster o fuoco di Sant'Antonio: quando il virus si riattiva, si diffonde lungo alcune fibre nervose fino a un’area cutanea circoscritta, a livello della quale si accusano bruciore, dolore, prurito con dolore e fitte, associate rapidamente alla comparsa di bolle pruriginose piene di liquido che, di solito nell’arco di alcuni giorni, si seccano e lasciano delle croste destinate a cadere.

Tra le malattie della pelle provocate da parassiti, invece, possiamo ricordare l'infestazione da pidocchi, piccoli insetti senza ali che possono infestare capo, peli pubici e biancheria da letto e la scabbia, causata da un minuscolo acaro simile a un ragnetto. L'insetto in questione è il Sarcoptes scabiei, che riesce a invadere gli strati più superficiali dell’epidermide, formando gallerie che possono apparire come un rilievo sinuoso di un paio di millimetri, presente in particolare a livello degli spazi interdigitali delle mani e ai polsi. Il prurito è il sintomo per eccellenza e, se inizialmente interessa solo la zona colpita (soprattutto gli spazi tra le dita, i gomiti, le ascelle, i genitali, i capezzoli, le pieghe sottomammarie e sotto i glutei), poi diventa generalizzato e colpisce tutto il corpo, escluso il viso. L’acaro diventa particolarmente attivo quando le temperature superano i 20-25 gradi: ciò fa sì che all’innalzarsi delle temperature - e quindi soprattutto di notte - il prurito si faccia più intenso per via del calore di lenzuola e coperte.

Ci sono, infine, le infezioni micotiche, causate da organismi microscopici detti miceti (o funghi). La più nota e diffusa è senz'altro la tinea (o tigna), un'infezione provocata da dermatofiti di varie specie, che proliferano causando caratteristiche lesioni a forma di anello e prurito. Le manifestazioni cutanee della tigna possono interessare varie parti del corpo, come per esempio il viso e la barba (tinea faciei), il tronco (tinea corporis) e le unghie (tinea ungueum), mentre il loro trattamento può prevedere, a seconda dei casi, l'utilizzo di creme o l'assunzione di farmaci per via orale.

Prurito diffuso: le principali cause non cutanee

Se il prurito è diffuso a tutto il corpo e non è collegato a manifestazioni esterne, può essere la spia di un problema di origine endogena.

Per esempio, oltre a essere causato da livelli eccessivi di acido urico nel sangue, il prurito è anche uno dei sintomi principali della colestasi, condizione di riduzione o arresto del flusso di bile che, a sua volta, può essere dovuta a problemi al fegato, al pancreas o ai dotti biliari. Si avverte prurito probabilmente perché i prodotti biliari si accumulano a livello cutaneo. A questo sintomo si associa in genere ittero (colorazione giallognola della pelle, delle mucose e delle sclere, legata all'aumento della bilirubina nel sangue).

Prurito diffuso può associarsi anche a insufficienza renale, quale diretta conseguenza dell’accumulo nel sangue di sostanze tossiche normalmente eliminate dal rene attraverso le urine.

Tra le altre condizioni che possono determinare prurito più o meno diffuso ricordiamo:

    Inoltre, il prurito (soprattutto dopo il bagno o la doccia) è uno dei sintomi della policitemia vera, una neoplasia di origine genetica che causa un'eccessiva produzione di cellule ematiche (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine). La sua insorgenza si accompagna a sintomi quali debolezza, sudorazione notturna e arrossamento e bruciore a mani e piedi, mentre la diagnosi viene effettuata mediante dei semplici esami del sangue (emocromo)

    Infine, nel caso in cui il prurito interessi la zona anale, a causarlo potrebbero essere un disturbo di natura intestinale, come per esempio la stitichezza.

    • l’anemia sideropenica (dovuta a carenza di ferro);
    • il diabete mellito (che spesso si associa a obesità);
    • l’ipertiroidismo e l’ipotiroidismo (cioè rispettivamente un eccessivo o un ridotto lavoro della tiroide);
    • alcune forme tumorali (per esempio alcuni linfomi);
    • alcune patologie neurologiche, a carico del sistema nervoso centrale o di quello periferico, oppure malattie neurodegenerative, come la sclerosi multipla;
    • stati di stress o ansia oppure disturbi psichici (in questo caso di parla di prurito psicogeno);
    • malattie epatiche, come epatopatie con stasi biliare, cirrosi epatica, neoplasie, epatite cronica (anche se in pochi casi) ecc.;
    • malattie renali, come insufficienza renale cronica, emodialisi ecc..

    Prurito intimo: le principali cause non cutanee

    Anche se malattie dermatologiche come la dermatite e la psoriasi possono coinvolgere anche l'area genitale, spesso non sono queste le cause del prurito intimo, che può essere associato a cambiamenti ormonali (per esempio quelli tipici della menopausa) o a infezioni, come quella da Candida albicans.

    In altri casi, il fastidio può essere causato da una sensazione di prurito nella zona anale o perianale. Non sempre si tratta di un disturbo di origine cutanea, come per esempio nei casi in cui a provocare il prurito anale sono le emorroidi o, soprattutto nei bambini, un'infestazione da ossiuri (parassitosi causata da una specie di elminti o vermi).

    Prurito intimo: rimedi e cure

    A seconda della causa del prurito intimo, i rimedi sono diversi. Se compare prurito intimo dopo un rapporto, potrebbe trattarsi di un'allergia al lattice contenuto nei contraccettivi: in questo caso è necessario utilizzare prodotti che ne siano privi. Se invece si manifestano contemporaneamente bruciore e prurito intimo, la causa potrebbe essere una candidosi, che deve essere curata con farmaci antimicotici. A scatenare il prurito intimo può essere infine anche lo stress, che rende l'organismo più suscettibile a infezioni, anche vaginali.

    Prurito in gravidanza

    Molte donne soffrono di prurito intimo in gravidanza. Le cause possono essere diverse: per esempio, il prurito intimo in gravidanza può essere una conseguenza della maggiore sensibilità di cute e mucose tipica della dolce attesa. In altri casi a provocarlo sono infezioni vaginali, come la candidosi o l'herpes vaginale, che devono essere trattate in modo appropriato e in tempi brevi in quanto possono essere dannose per la salute del feto.

    I primi passi per risalire alla causa

    Di fronte a un prurito diffuso può essere opportuno rivolgersi al medico di base per una visita iniziale che possa aiutare nella comprensione del sintomo e/o orientare verso altri specialisti. A questo scopo, il medico farà un attento esame obiettivo e raccoglierà, attraverso l’anamnesi, preziose informazioni sulla storia clinica e sullo stile di vita.

    Per facilitare la diagnosi è importante saper indicare al medico quando è comparso e da quanto tempo è presente il prurito, se è costante o se insorge o peggiora in determinati momenti della giornata (dopo i pasti, di notte, quando si è in ambienti caldi o freddi, a contatto con l’acqua ecc.).

    È utile anche indicare se compare durante specifiche attività professionali, domestiche o ludiche, magari intraprese di recente, e se può essere collegato all’uso di indumenti in materiali o colori particolari (lana grezza, fibre sintetiche, tessuti di colore blu o nero ecc.) o di oggetti contenti sostanze potenzialmente allergizzanti (per esempio, lattice, nichel, cromo o mercurio).

    Inoltre, vanno segnalati con precisione tutti i farmaci che si stanno assumendo, compresi quelli acquistati senza ricetta (come blandi sonniferi, lassativi, antinfiammatori, ecc.), gli integratori alimentari, i prodotti fitoterapici e le preparazioni erboristiche (olii essenziali, tisane, creme ecc.), nonché eventuali alimenti inconsueti introdotti da poco nella dieta (tofu, seitan, alghe marine, miso ecc.).

    Nell’elenco dei sospettati, vanno inseriti anche i prodotti per l’igiene personale e domestica e i cosmetici, comprese le tinte per capelli.

    Importanti verifiche

    Se, dopo questa prima analisi e gli eventuali test allergologici cutanei ritenuti opportuni, la causa del prurito resta ancora sfuggente sarà necessario procedere a ulteriori indagini generali e specifiche alla ricerca di possibili patologie sistemiche non ancora diagnosticate.

    Va sottolineato che nella maggior parte dei casi un prurito diffuso apparentemente immotivato è legato alla “banale” destabilizzazione della barriera idrolipidica che naturalmente protegge l’epidermide e alla disidratazione che ne consegue. Si parla di xerosi, eccessiva secchezza della pelle (condizione particolarmente frequente per esempio negli anziani). In altri casi invece il prurito persiste ed è localizzato. Vediamo cosa fare per alleviare il disagio nei due diversi casi.

    Cosa fare?
    Prurito diffuso apparentemente immotivato È sufficiente assicurare alla pelle una
    detersione delicata e l’applicazione regolare di creme di buona qualità che assicurino un’adeguata idratazione 
    Prurito persistente e localizzato È utile impiegare delle creme a base di sostanze emollienti, lipidi
    lamellari (naturalmente presenti nella cute), che sono in grado di
    ricostituire la barriera cutanea dando sollievo dal prurito. La presenza di provitamina B5 può favorire l’elasticità e il processo di rigenerazione della pelle, rendendo la cute più resistente

    In generale, si può trarre giovamento anche dal trattamento locale con polveri aspersorie, di talco mentolato o di farmaci antipruriginosi, spesso a base di antistaminici. Esistono anche farmaci a base di cortisone ad uso locale, disponibili sotto forma di creme, pomate o stick, ma in genere sono da impiegare solo nei casi di prurito su piccole aree cutanee, mentre in caso di sintomo diffuso è bene evitarli, se non sotto stretto controllo medico, perché potrebbero avere più effetti collaterali che benefici. Sarà infatti il medico, una volta individuata la causa del prurito, a indicare la terapia più opportuna o strategie di prevenzione: generalmente curando o comunque controllando la patologia a monte sarà possibile risolvere anche il sintomo pruriginoso.

    Prurito: rimedi efficaci

    Il prurito può essere trattato in modo diverso a seconda della causa, della localizzazione e dell'intensità con cui si presenta. Per esempio, nel caso si manifestino pelle secca e prurito, rimedi naturali come un semplice impacco fresco può alleviare il fastidio, ma è bene interpellare il medico perché potrebbero essere sintomi di una dermatite da contatto o atopica. Per quanto riguarda i rimedi farmacologici, può essere prescritta una crema al cortisone per un prurito particolarmente intenso e duraturo, soprattutto se di origine irritativa o allergica, una crema di capsaicina in caso di prurito localizzato di origine neurologica e/o creme che contengono mentolo e/o canfora per attenuare il fastidio.

    Dossier

    Hai altre curiosità sul prurito? Consulta il nostro dossier con tutti gli approfondimenti.

    Quiz

    Scopri quanto ne sai sul prurito con i seguenti quiz:

    Quale di queste malattie della pelle non provoca prurito?

    Il prurito da stress esiste davvero?

    La pelle secca può causare prurito?

    Sai cosa fare in caso di prurito?

    Sai tutto sul prurito?

    Articoli correlati

    Pubblicità

    Gli articoli più letti

    I servizi per te
    Farmaci a domicilio
    Prenota una visita