Antimicotici

Che cosa sono gli antimicotici

Il gruppo dei farmaci antimicotici (o antifungini) comprende tutte quelle molecole capaci di inibire in modo selettivo lo sviluppo dei funghi (o miceti) patogeni.

Per questo vengono utilizzati per trattare le micosi, cioè infezioni causate da funghi e lieviti che possono proliferare in diverse aree del corpo, ad esempio fra le dita dei piedi o sulle unghiee della mano.

Alcuni funghi (i cosiddetti dermatofiti) sono ad esempio particolarmente attratti dalla cheratina contenuta nei tessuti duri e idrorepellenti che formano pelle, le unghie e il cuoio capelluto e possono causare micosi cutanee, onicomicosi o micosi del cuoio capelluto.

Per questo gli antimicotici possono ad esempio essere utilizzati per trattare la tigna, il piede d'atleta (una micosi così chiamata perché spesso colpisce chi pratica sport), la candidosi e alcune forme gravi di forfora.

Le micosi non sono però patologie ad esclusivo appannaggio della dermatologia e possono riguardare anche altri tessuti e organi.

Le infezioni micotiche sistemiche possono ad esempio colpire i polmoni, oppure il cervello; è questo il caso della meningite micotica, in cui un fungo riesce ad infettare le membrane che circondano cervello e midollo spinale.

La rilevanza di questa classe farmaceutica è di particolare attualità in considerazione dell’allarmante crescita delle infezioni fungine registrata negli ultimi anni.

Questo fenomeno è dovuto essenzialmente all’aumentata sopravvivenza di pazienti affetti da condizioni di immunodeficienza (malati di AIDS, soggetti sottoposti a terapie antitumorali, trapiantati sottoposti a terapie antirigetto).

Infatti un sistema immunitario compromesso, come può essere quello di una persona con AIDS o sottoposta a un trattamento chemioterapico aggressivo, oppure che sta assumendo farmaci come i corticosteroidi o gli immunosoppressori, è particolarmente esposto al rischio di infezioni da funghi.

L’aumento di incidenza delle micosi riguarda infatti principalmente infezioni determinate da funghi di per sé non pericolosi – spesso appartenenti alla normale flora microbica dell'organismo – che diventano però patogeni se in presenza di una compromissione delle difese immunitarie (perciò detti opportunisti).

In questi casi, la disponibilità di farmaci antimicotici efficaci è fondamentale, in quanto le micosi opportuniste tendono a diffondersi rapidamente all’interno dell’organismo interessando più organi (micosi sistemiche), e sono difficilmente controllabili.

Tra le micosi sistemiche più comunemente associate a immunodepressione ci sono quelle causate dai funghi Candida albicans (candidiasi sistemica) e Aspergillus fumigatus (aspergillosi polmonare).

Per saperne di più sulle micosi leggi questa scheda.

Come funzionano

Come gli antibiotici, anche gli antimicotici agiscono danneggiando selettivamente le strutture o i processi cellulari dell’agente patogeno.

I possibili risultati della loro azione sono due. Nel caso di alcuni antimicotici le cellule del fungo muoiono; la medicina può ad esempio ucciderle scatendo la fuoriuscita del contenuto cellulare.

Altri, come l'acido undecilenico e il sertaconazolo, possono invece impedire alle cellule del fungo di crescere o riprodursi.

Nel caso delle infezioni fungine, tuttavia, la maggiore difficoltà che si incontra nello sviluppo di farmaci che siano al contempo efficaci e specifici è rappresentata dal fatto che, a differenza dei batteri, i funghi sono costituiti da cellule analoghe a quelle degli organismi animali (cellule eucariote).

La presenza nelle cellule fungine di caratteri strutturali e funzionali simili a quelli delle cellule umane rende più arduo il compito di trovare molecole che siano tossiche per le cellule dell'agente infettivo e non per quelle dell’organismo infettato.

Quali sono

Attualmente esistono diversi gruppi di farmaci antimicotici, classificati in base alla struttura chimica, al meccanismo d'azione oppure all'uso clinico.

In quest'ultima classificazione sono differenziati a seconda che vengano impiegati localmente nella cura delle micosi superficiali (cutanee) o per via sistemica nella cura delle micosi degli organi interni.

Anche tra gli antimicotici, come tra gli antibiotici e gli antivirali, si distinguono inoltre molecole di origine naturale, come quelle prodotte da batteri del genere Streptomyces e da funghi del genere Penicillium (i più noti sono amfotericina B, griseofulvina, nistatina) e molecole non naturali di sintesi, come gli azoli (cosi detti da un componente della loro struttura chimica che definisce la desinenza dei loro nomi: clotrimazolo, bifonazolo, ketoconazolo, miconazolo).

Fra gli antimicotici più utilizzati sono inclusi i già citati clotrimazolo, miconazolo, ketoconazolo e amfotericina B, l'econazolo, il fluconazolo e la terbinafina, che a seconda dei casi possono essere prescritti da soli o in combinazione.

Più in particolare, le infezioni sistemiche vengono in genere trattate con amfotericina B (o con le sue formulazioni lipidiche), derivati dell'azolo, flucitosina ed echinocandine. Data la possibile tossicità dell'amfotericina, queste ultime, insieme a triazoli meno tossici, prendono spesso il suo posto nella terapia di molte micosi invasive.

Fra le possibili formulazioni acquistabili in farmacia – alcune delle quali possono essere acquistate senza ricetta, come gli integratori – sono inclusi sia prodotti ad uso topico (da applicare direttamente sulla cute, sulle unghie o sui capelli, ad esempio creme, spray e shampoo per l'igiene dei capelli), sia formulazioni orali (capsule, pillole o soluzioni), prodotti da inserire in vagina per trattare infezioni come le candidosi vaginali e soluzioni da iniettare in vena.

La soluzione più adatta dipende dal tipo di micosi con cui si ha a che fare. Il modo migliore per non incorrere in errori è seguire le indicazioni fornite dal medico e dal farmacista.

Gli effetti collaterali degli antimicotici

I possibili effetti collaterali dei trattamenti con antimicotici variano a seconda del tipo di prodotto e dal principio attivo utilizzati. In particolare vediamo quali sono gli effetti collaterali che possono essere causati da antimicotici topici e orali:

Antimicotici topici Prurito e una sensazione di lieve bruciore e arrossamenti che impongono di interrompere il trattamento e di rivolgersi al medico
Antimicotici orali Senso di malessere generale, dolori alla pancia, diarrea, flatulenza, mal di testa, indigestione, rash cutanei

In genere questi disturbi sono lievi e di breve durata, ma non mancano nemmeno gli antimicotici che possono scatenare gravi reazioni allergiche (con gonfiore al volto, al collo o alla lingua e difficoltà a respirare) o una reazione cutanea intensa che richiede di rivolgersi immediatamente al medico.

Inoltre è bene ricordare che gli antimicotici possono influenzare i risultati dei test di laboratorio, alterando ad esempio i livelli di colesterolo.

Per quanto riguarda invece il fegato, fortunatamente i danni epatici sono un effetto collaterale raro degli antimicotici orali.

È però bene sospendere l'assunzione dei farmaci e rivolgersi al medico in caso di perdita dell'appetito, vomito, sensazione di malessere prolungata, ittero, urine scure, feci pallide o stanchezza o debolezza insolite.

Infine, la somministrazione di antimicotici in vena – in particolare di amfotericina B – può causare perdita dell'appetito, sensazione di malessere, vomito, diarrea, dolore alla parte superiore dello stomaco, febbre, brividi, dolori muscolari e articolari, anemia e rash cutanei, alterazione dei livelli ematici di elettroliti e, più raramente, irregolarità del battito cardiaco, variazioni della pressione sanguigna e alterazioni del funzionamento del fegato.

Avvertenze e controindicazioni

Quando ci si affida ad antimicotici ad uso topico (ad esempio in forma di crema) è bene evitare il contatto con gli occhi e con le mucose (ad esempio l'interno della bocca o del naso), a meno che non siano specificamente pensati per la somministrazione a livello di questi tessuti.

Inoltre non bisogna dimenticare che come molti altri farmaci anche gli antimicotici possono avere delle controindicazioni.

Prima di tutto è importante ricordare che potrebbero non essere adatti ai bambini. Anche in questo caso è bene non improvvisare e basarsi sui consigli ricevuti dal pediatra e sulle indicazioni riportate nel foglietto illustrativo del singolo prodotto.

Inoltre piccole quantità di alcuni farmaci possono passare nel latte materno e quindi al bambino che se ne nutre. Per questo anche le donne che allattano al seno possono assumere antimicotici solo dopo essersi assicurate che non siano controindicati.

In molti casi fra le controindicazioni potrebbe essere inclusa anche la gravidanza, ma non mancano le situazioni in cui una donna incinta si ritrova alle prese con una candida vaginale; in questi casi il medico potrebbe dare il via libera all'uso di creme antimicotiche o di altri prodotti per uso vaginale.

Inoltre prima di assumere un farmaco antimicotico è importante tenere in considerazione gli eventuali problemi di salute di cui si soffre (allergie incluse) e gli altri farmaci assunti.

In particolare, alcuni antimicotici da assumere per via orale potrebbero essere controindicati nel caso in cui si soffra di problemi cardiaci, epatici o renali, e in alcune circostanze potrebbero indurre crisi ipoglicemiche in chi soffre di diabete. Per questo prima di assumerli è bene consultarsi con il proprio medico.

Altre formulazioni, come le creme antimicotiche da applicare sui genitali o i prodotti per uso vaginale, potrebbero danneggiare i preservativi e i diaframmi, riducendo la loro efficacia contraccettiva durante un eventuale rapporto sessuale.

Alcuni principi attivi possono invece interferire con i contraccettivi ormonali a base di estrogeni e progestinici. Di conseguenza il loro utilizzo potrebbe causare emorragie inattese; in genere l'efficacia contraccettiva non diminuisce, ma in caso di dubbi è bene chiedere consiglio al proprio medico.

Inoltre tutti gli antimicotici da assumere per via orale interagiscono con gli estrogeni, e alcuni principi attivi possono interferire con il metabolismo delle benzodiazepine, gli antidepressivi triciclici, la ciclosporina e il tacrolimus, la cimetidina, l'idroclorotiazide, la fenitoina, la teofillina, la zidovudina e l'antibiotico rifampicina.

Per quanto riguarda, invece, la dieta, sembra che nella maggior parte dei casi né specifici alimenti né un consumo moderato di alcolici interferiscano con l'azione di questi farmaci.

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