Eritema

Reazione della pelle molto comune, l’eritema si riconosce dal caratteristico arrossamento, talvolta associato a un lieve gonfiore, che scompare quando si fa pressione sull’area cutanea interessata.

L’eritema è probabilmente il disturbo cutaneo più comune al mondo, quantomeno nelle persone con pelle chiara. Tant’è che tutti, almeno una volta nella vita, lo sperimentano in forma più o meno severa per le ragioni più diverse.

Di certo, in estate, all’origine della maggioranza degli eritemi comuni c’è l’eccessiva esposizione al sole senza aver provveduto a proteggere l’epidermide con una crema solare in grado di schermare in modo efficace dai raggi ultravioletti (UvB e UvA): questo provoca i caratteristici arrossamenti accompagnati poi da desquamazione della pelle e dolore al tatto.

Tuttavia, i fattori interni ed esterni all’organismo, fisici o psicologici, che possono scatenare la tipica reazione infiammatoria cutanea, in tutte le possibili declinazioni, sono davvero molti e non sempre possono essere evitati.

Comune, invece, è la cura dell’eritema, basata su creme lenitive, rinfrescanti e protettive dell’equilibrio dell’epidermide e, soltanto nei casi di infiammazione più severa e resistente, su farmaci contenenti corticosteroidi oppure principi attivi di altro tipo, in relazione alla natura del disturbo presente.

Che cos’è

A dire il vero, il termine eritema è molto generico e non è molto utilizzato in dermatologia, in quanto non permette di comprendere immediatamente l’origine della reazione cutanea che lo caratterizza, consistente in un arrossamento più o meno intenso, marcato ed esteso dell’epidermide, in genere associato a bruciore e/o prurito di grado variabile e, talvolta, a un lieve gonfiore.

L’arrossamento tipico dell’eritema è dovuto a un fenomeno di vasodilatazione superficiale in grado di aumentare transitoriamente l’afflusso di sangue nella zona interessata, che può così assumere tonalità rosso-vivo, quando la vasodilatazione interessa principalmente piccoli vasi arteriosi, oppure rosso-bluastro, quando a rigonfiarsi sono i capillari venosi.

In entrambi i casi, la semplice pressione di un dito sull’epidermide, comprimendo i vasi sanguigni e “allontanando” il sangue, è sufficiente a far sparire il rossore, che ricompare però non appena si solleva il polpastrello.

A seconda della causa che l’ha provocato, l’eritema può limitarsi alle manifestazioni descritte oppure essere accompagnato da bollicine traslucide ripiene di fluido (papule) o pustole (piccoli rigonfiamenti generalmente contenenti pus), ispessimento cutaneo o desquamazione della pelle più o meno significativi (tipici, per esempio, di alcune micosi e della dermatite atopica, ma anche della dermatite seborroica), oppure assumere un aspetto cosiddetto pulverulento, che sembra cioè ricoperto di polvere (come avviene nel caso delle colonizzazioni da Candida, che possono interessare la cute oppure le mucose orali e genitali).

È un eritema anche l’arrossamento pruriginoso che si manifesta durante malattie esantematiche infantili come la varicella, il morbillo e la rosolia: in questi casi, è sormontato prima dalle classiche papule o poi dalle fastidiose crosticine.

Ciascuna di queste reazioni della pelle può dunque avere diverse caratteristiche e cause, che andrebbero indagate con attenzione per poter poi stabilire quale potrebbe essere la cura più appropriata per rimediare al processo infiammatorio e a quanto vi sottostà.

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Possibili cause di eritema

Le possibili cause di eritema sono innumerevoli e non sempre facili da individuare con precisione. Quelle più comuni e più immediatamente riconoscibili comprendono:

Agenti esterni di tipo chimico Detersivi irritanti, acidi, alcali, candeggina, olio minerale, solventi, resine sintetiche o di piante, ustioni superficiali, prodotti cosmetici che causano reazioni allergiche ecc.
Agenti esterni di tipo fisico
Raggi Uv, freddo intenso, radioterapia, indumenti di materiali particolari che non rispettano le esigenze della pelle ecc.
Sostanze fotosensibilizzanti Profumi, acidi della frutta, oli essenziali ecc.
Micosi cutanee, infezioni virali locali o sistemiche Herpes simplex o malattie esantematiche

Inoltre, a causare un eritema possono essere anche farmaci topici o sistemici, per azione irritante/sensibilizzante diretta o mediata dall’esposizione solare.

L’eritema può, poi, comparire per ragioni di tipo più “soggettivo” come la presenza di ipersensibilità o allergie nei confronti di sostanze generalmente innocue per la maggioranza delle persone (per esempio, nel contesto di un eczema allergico o irritativo) oppure come conseguenza di una reazione emotiva intensa a una circostanza specifica che innesca una reazione vasomotoria caratteristica.

Anche deficit nutrizionali legati a una dieta non equilibrata (in particolare, carenze vitaminiche), allergie o intolleranze verso specifici alimenti e disordini endocrini possono facilitare l’insorgenza di eritema, senza contare che più di una patologia ha tra i suoi effetti secondari anche la comparsa di eritemi e macchie cutanee.

Diagnosi

Come accennato, riconoscere l’eritema è semplice, in virtù del suo aspetto assolutamente caratteristico, ma emettere una diagnosi precisa del disturbo che l’ha determinato o, comunque, stabilirne la modalità d’insorgenza può essere un’impresa non da poco.

A guidare nell’indagine sono soprattutto:

- la localizzazione (mani, piedi, caviglie, polsi, labbra e cavo orale, spalle, viso, area genitale, pieghe corporee ecc.)

- la forma (tondeggiante, irregolare, ben definita ecc.) e l’estensione delle macchie arrossate

- l’esposizione recente ad agenti esterni a rischio (compresi farmaci assunti per bocca)

- gli eventuali sintomi di contorno (febbre, malessere, dolori articolari ecc.)

- l’età, le caratteristiche e le abitudini di vita della persona interessata.

Per esempio, la comparsa di una o più aree cutanee arrossate in una persona che frequenta abitualmente la piscina o la palestra può dipendere da una micosi; se ad avere eritema alle mani è un infermiere, con ogni probabilità all’origine c’è un’allergia al lattice dei guanti usati in ospedale, mentre se l’arrossamento è comparso dopo un’esposizione al sole, anche moderata, in una persona che sta assumendo antibiotici o farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), la reazione è dovuta all’azione fotosensibilizzante di questi medicinali.

Un forte arrossamento sul sederino di un neonato è molto spesso dovuto a una dermatite irritativa da pannolino, mentre la comparsa di macchie arrossate e desquamate al volto o sulle braccia nei primi anni di vita deve far pensare alla dermatite atopica: tanto la dermatite da pannolino quanto quella atopica richiedono cure specifiche e il contatto costante con un medico.

Per casi in cui sia difficile determinare la causa del problema, inoltre, è consigliabile sottoporsi ad analisi più approfondite, che vanno dai semplici esami del sangue fino a una biopsia; l’opportunità di tali test deve comunque essere valutata attentamente a seguito della raccolta del parere qualificato di un medico.

Indagare attentamente le cause dell’eritema ed emettere una diagnosi precisa dell’eventuale malattia sottostante è importante per individuare la cura migliore sia per il disturbo di base sia per la manifestazione cutanea e, se possibile o necessario, per prevedere contromisure adeguate, tanto per guarire, nell’immediato, quanto per evitare che si ripresenti in futuro (in particolare, in caso di allergie e ipersensibilità specifiche e di infezioni cutanee che possono essere prevenute con semplici accorgimenti pratici).

Complicazioni

Anche se l’eritema non è di per sé un disturbo che possa mettere in pericolo la salute generale, non è il caso di trascurarlo perché i fastidi che possono derivare da una sua cattiva gestione e da una sua evoluzione sfavorevole sono decisamente poco piacevoli.

Per esempio, sfregare la cute arrossata e infiammata può portare a un aumento sostanziale del bruciore, dell’infiammazione e del dolore, nonché alla comparsa di lesioni cutanee a rischio di infezione. Questo rischio aumenta esponenzialmente se sulla zona eritematosa sono già presenti anche papule, pustole o fissurazioni (come spesso accade in caso di dermatiti irritative professionali di una certa rilevanza o di dermatite atopica nei bambini).

Una delle forme più gravi e complicate di eritema, fortunatamente rara, è la sindrome di Stevens-Johnson, contraddistinta dalla comparsa di bolle a livello della bocca, della gola, degli occhi e dell’area genitale e anale, accompagnate da febbre e difficoltà di deglutizione e di visione; può avere esiti anche fatali.

Per evitare che un comune eritema evolva in modo negativo, con tutto ciò che ne consegue in termini di disagio fisico e psicologico e allungamento dei tempi di guarigione, è importante trattare l’area cutanea in modo corretto fin dall’esordio, evitando tanto rimedi popolari quanto cure fantasiose suggerite da amici e parenti e facendo riferimento al medico o al farmacista per avere consigli competenti sui preparati OTC (farmaci cosiddetti “da banco” che non necessitano di ricetta medica) o da prescrizione che possono offrire un reale sollievo, in relazione allo specifico problema presente.

Come curare l’eritema

Il ventaglio estremamente ampio delle possibili cause di eritema fa sì che anche le cure più appropriate nel singolo caso possano differire notevolmente. Tuttavia, le strategie, farmacologiche e non, che possono aiutare ad alleviare i sintomi chiave, come arrossamento, bruciore, irritazione, dolore e sensazione di secchezza cutanea, e a “rinfrescare” l’area interessata, alleviando anche il prurito, sono comuni a gran parte delle forme di eritema, a partire da quello tipico delle scottature solari.

Strategie non farmacologiche

Il primo approccio per placare l’eritema è molto semplice e intuitivo e consiste nell’abbassare la temperatura della zona interessata con impacchi freschi e umidi (spugne morbide imbevute di acqua fresca sono perfette) oppure con una doccia fredda, se si tratta di un eritema diffuso insorto, per esempio, dopo un’eccessiva esposizione al sole.

In entrambi i casi, la cute va toccata il meno possibile e mai sfregata: basterà il freddo a esercitare un’utilissima azione vasocostrittrice e a ridurre bruciore e stimolo al prurito, mentre l’acqua permetterà di idratare l’epidermide tendenzialmente secca e sofferente, a causa dell’alterazione della barriera cutanea superficiale protettiva.

In caso di eritema diffuso, anche un bagno fresco può dare un notevole sollievo, a patto che sia breve (10 minuti al massimo), per non indebolire ulteriormente la cute già fragile. Naturalmente, all’acqua non vanno addizionati detergenti potenzialmente sensibilizzanti, mentre può aiutare l’aggiunta di sostanze lenitive ed emollienti (come amido e avena) o un olio lavante contenente camomilla, calendula ecc.

Usciti dall’acqua, l’ideale per asciugarsi è avvolgersi in un telo molto morbido e attendere che l’umidità residua evapori da sé: questo accorgimento è, fortunatamente, molto facile da adottare in estate, quando il caldo la fa da padrone e asciugarsi in fretta non è un’esigenza molto sentita.

Soprattutto in caso di scottature solari, va ricordato che l’acqua, oltre che messa a contatto con la pelle, va anche bevuta in abbondanza, perché l’idratazione cutanea inizia “da dentro” e un organismo che ha passato molte ore su una spiaggia è sempre a corto di liquidi. Se ne può ottenere in abbondanza anche dalla frutta e dalle verdura, che non devono mai mancare in una corretta alimentazione e che permettono di ottenere anche vitamine, sostanze antiossidanti e sali minerali, tutti elementi indispensabili per l’organismo e ancora più preziosi in caso di eritema da sole.

In particolare, per la salute dell’epidermide esposta ai raggi Uv va ricordato di fare il pieno di vitamina A, contenuta in tutti i frutti rosso-arancio, ma anche di vitamina C e di vitamina E, potenti antiossidanti presenti in moltissimi alimenti, indispensabili per ridurre i danni da fototossicità, contrastare l’invecchiamento cutaneo e favorire la guarigione dell’eritema.

Le vitamine possono essere facilmente assunte attraverso la dieta ma, nel caso in cui se ne riscontrasse una carenza, e sempre dietro il parere del proprio medico, si può facilmente ricorrere a degli integratori alimentari.

Creme lenitive e farmaci specifici

Che si tratti di eritema solare o di altro tipo, per ridurre i sintomi e favorirne la risoluzione è irrinunciabile l’applicazione di creme lenitive, idratanti ed emollienti che permettono di ammorbidire la cute, riducendo notevolmente la sensazione di secchezza, e di idratarla in modo profondo e duraturo, grazie alla presenza di componenti lipidici in grado di ricostituire la barriera superficiale protettiva, primo scudo all’evaporazione.

Per trarre i massimi benefici da questo tipo di preparati è importante scegliere prodotti di elevata qualità, contenenti sostanze dalle note proprietà umettanti e ricostitutive dell’epidermide (come glicerina, pantenolo, glicina) e lipidi il più possibile simili a quelli naturalmente presenti nell’epidermide (ceramidi).

Un valore aggiunto è rappresentato dai probiotici che, aggiunti alla crema, offrono un apprezzabile supporto alla ricostituzione della barriera cutanea e al ripristino dell’equilibrio dermoepidermico. Molto utili per le loro proprietà idratanti, rinfrescanti e riparatrici sono anche i gel all’aloe a elevata percentuale di estratto (90-100%).

Quando l’eritema è molto accentuato e legato a una componente infiammatoria significativa, come nel caso della dermatite atopica o di eczemi irritativi/allergici severi, può essere necessario aggiungere a questi rimedi “di fondo” anche un trattamento con farmaci specifici, generalmente a base di corticosteroidi.

I corticosteroidi devono essere prescritti dal medico e utilizzati secondo i tempi e i modi da lui indicati, ricordando che sia la loro applicazione locale sulla cute sia l’assunzione per bocca hanno un effetto fotosensibilizzante, che aumenta il rischio di eritemi e scottature in caso di esposizione solare. Se li si utilizza in estate, è bene parlarne con il proprio medico e comunque prevedere sempre l’applicazione di una crema solare a elevato indice di protezione (SPF 30-50) per tutta la durata del trattamento e per alcuni giorni dopo la sua interruzione.

Nel caso in cui l’eritema provochi fastidio o dolore insopportabile, il medico curante può anche prescrivere dei farmaci antidolorifici, per delle terapie sistemiche oppure per una applicazione topica.

Come prevenire l’eritema solare

Avere un eritema può essere un’esperienza decisamente spiacevole, che si può protrarre anche per diversi giorni. Oltre a curarlo, è quindi importante imparare a prevenirlo in tutti i casi in cui è possibile.

Di tutte le forme di eritema, quello solare è il più semplice da evitare e farlo è doveroso anche per tutelarsi da problemi alle cellule e ai tessuti cutanei ben più seri, come il melanoma. Per eritema solare, ovviamente, si intende anche quello derivante dall’esposizione a macchinari che simulano le radiazioni emesse dalla luce solare, come le lampade abbronzanti.

Le regole fondamentali da rispettare per evitare danni in caso di esposizione al sole comprendono:

- identificare il proprio fototipo e utilizzare sempre una protezione solare corrispondente, ripetendo l’applicazione almeno ogni 2-3 ore, anche se si sta all’ombra o se il cielo è nuvoloso;

- evitare l’esposizione nelle ore più calde della giornata (dalle 11.00 alle 15.00)

- utilizzare creme solari ad alto indice di protezione, con filtri UvA e UvB fotostabili

- proteggere sempre i bambini con prodotti adeguati (cioè con fattore di protezione SPF 50 o schermo totale) ed esporli al sole con moderazione fino ai tre anni

- applicare i prodotti schermanti con maggior frequenza se si pratica attività sportiva o se si tende a sudare molto e ripetere l’applicazione della crema solare dopo ogni bagno o doccia

- non applicare sulla pelle prodotti fotosensibilizzanti, come profumi, cosmetici o creme non specifiche, prima di esporsi al sole

- evitare l’esposizione solare se si stanno assumendo farmaci come antibiotici, antinfiammatori, iperico e cortisonici

- a fine giornata, applicare sempre una crema idratante ed emolliente di ottima qualità, e curare l’igiene e la pulizia della zona interessata con un prodotto adatto al proprio tipo di pelle

- evitare di usare preparati “autoabbronzanti” o stimolatori della produzione di melanina quando ci si espone al sole (eventualmente, farlo nelle settimane precedenti per “preparare la pelle”)

Inoltre, è bene ricordare che l’aumento della produzione di melanina è una reazione difensiva della pelle all’insulto dei raggi Uv e che l’abbronzatura, più che segno di salute, è indicativa di “sofferenza” cutanea; pertanto, la prevenzione dell’eritema dovrebbe passare anche attraverso una riduzione dell’abbronzatura, se si è soliti sottoporvisi in maniera eccessiva, e in generale attraverso una maggiore sicurezza durante l’esposizione ai raggi solari.

Quando consultare il medico

Quando compare un eritema localizzato ma severo, con papule, vescicole o pustole a rischio di infezione, oppure esteso su una superficie superiore a quella di una mano e/o sono presenti altri sintomi significativi come febbre, malessere generale, inappetenza e forte spossatezza, va sempre interpellato il medico per approfondire la situazione e impostare il trattamento del caso.

Anche una scottatura solare importante ed estesa dovrebbe essere sempre sottoposta alla valutazione medica, soprattutto se a esserne interessato è un bambino o un anziano e se sono presenti rialzo della temperatura, stanchezza, sonnolenza, confusione mentale (tutti segni di disidratazione e possibile colpo di calore).

Altri eritemi di sicura competenza medica sono quelli a carico delle mucose della bocca e dei genitali: in questi casi, dopo un primo esame da parte del medico di famiglia, può essere necessario che i pazienti si sottopongano a un approfondimento odontostomatologico o dermatologico (a seconda dei casi e della localizzazione delle manifestazioni) eseguito da uno specialista.

È bene poi rivolgersi a degli specialisti, richiedendo una visita dermatologica, ogniqualvolta compaia un eritema in pazienti che si trovano già in una condizione che richieda una certa attenzione, per esempio le donne in gravidanza, o chi soffre di determinate patologie croniche, in particolare al sistema immunitario, in modo da preservare in condizioni di salute e benessere non solo la cute, ma tutto l’organismo.

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