Prurito intimo: ecco i rimedi per mandarlo via

Ecco le misure da adottare per lenirlo e prevenirne la comparsa.

Disturbo femminile molto frequente soprattutto nelle donne in età fertile (ma che non risparmia neanche i bambini e le donne in menopausa), il prurito vulvo-vaginale può avere svariate cause, che vanno indagate e riconosciute correttamente fin dai primi segnali per poter intervenire, di volta in volta, con il rimedio più appropriato per trovare sollievo dal fastidio e prevenirne la ricomparsa. Ecco alcuni importanti aspetti da considerare per orientare l'auto-diagnosi e le principali misure da adottare nella vita quotidiana per assicurarsi il massimo benessere intimo ed evitare complicanze.

Le possibili cause di prurito e bruciore intimo

Chiunque l'abbia sperimentato sa bene che il prurito vaginale causa un intenso e costante disagio fisico e psicologico, creando anche difficoltà nella vita sociale e di relazione, soprattutto quando tende a persistere per più giorni e/o a ripresentarsi spesso durante la giornata.

Il fastidio è molto più frequente di quanto non si possa pensare, anche perché i disturbi vulvo-vaginali e le condizioni che possono determinarlo sono molto numerosi e comuni, anche in donne che prestano la giusta attenzione all'igiene intima e si sottopongono regolarmente a una visita specialistica dal ginecologo.

A favorire l'insorgenza di un fastidioso prurito intimo possono essere:

  • una patologia sistemica come il diabete non compensato (a causa dell'aumento dei livelli di zuccheri nel sangue che promuove disequilibri nella composizione della flora batterica vaginale e secchezza vaginale e cutanea)
  • deficit del sistema immunitario di varia natura e severità
  • alterazioni dei livelli degli ormoni sessuali (in particolare, la diminuzione degli estrogeni) che contribuiscono al trofismo delle mucose della vulva e al mantenimento di secrezioni vaginali che fungono da protezione e ostacolano la proliferazione di microrganismi dannosi
  • le colonizzazioni da parte di funghi e lieviti come la Candida (vera e propria tortura per molte adolescenti e donne in età fertile, soprattutto quando evolve in una forma cronica recidivante difficile da debellare) e altre infezioni batteriche vaginali o determinate da microrganismi di tipo diverso (protozoi), come la tricomoniasi. 

Ulteriori frequenti cause di prurito genitale comprendono:

  • vari tipi di irritazione e infiammazione vaginale (vaginiti), determinate dall'impiego di lavande vaginali che alterano la microflora locale oppure di detergenti intimi troppo aggressivi o ai quali si è sensibili/allergiche
  • l’utilizzo di biancheria intima troppo ruvida (per esempio, di pizzo) e/o che non lascia traspirare la cute dell'area intima (soprattutto, in estate e quando si pratica attività fisica)
  • l’utilizzo di assorbenti esterni e salva-slip in fibre sintetiche, non traspiranti o soggettivamente mal tollerati durante la mestruazione o in altre fasi del ciclo mestruale
  • l’utilizzo di preservativi in lattice, che possono scatenare una forma di allergia da contatto
  • la secchezza vaginale causata per esempio dai cambiamenti ormonali tipici della menopausa, che può essere contrastata con l’utilizzo di specifici prodotti lubrificanti
  • alcune forme di dermatite, che possono manifestarsi nell’area genitale
  • infiammazioni del tratto urinario, come la cistite, che si manifestano con un intenso bruciore alla minzione, che può associarsi a prurito intimo.

Non solo. Prurito, bruciore, irritazione, arrossamento e gonfiore possono comparire in seguito all'applicazione nell'area intima di creme emollienti, preparazioni cosmetiche sensibilizzanti o creme per la depilazione (soprattutto se si è predisposte all'atopia e ad allergie cutanee). Ciò può accadere anche dopo un trattamento locale o sistemico con farmaci antimicotici o antibiotici specifici, necessari per contrastare una colonizzazione fungina (Candida) o un'infezione vaginale batterica, a loro volta rese più probabili dal mantenimento di uno stile di vita sregolato e da un'alimentazione poco sana, ricca di zuccheri e povera vitamine e sostanze antiossidanti.

Qualunque sia la causa scatenante (che, come detto, deve essere sempre accuratamente indagata per impostare terapie mirate, per esempio antibatteriche o antimicotiche, e/o adottare efficaci strategie di prevenzione), il prurito intimo non va mai trascurato perché, oltre a essere difficile da sopportare, può innescare una serie di complicanze successive, soprattutto se gestito in modo inappropriato senza seguire i consigli del proprio medico. Un rischio che è possibile evitare, dal momento che esistono semplici accorgimenti pratici in grado di alleviarlo e di contrastarne l'insorgenza, che dovrebbero sempre essere messi in atto.

Sostenere la flora vaginale e occhio all'alimentazione

Un aspetto fondamentale per la prevenzione del prurito vulvo-vaginale e delle colonizzazioni/infezioni vaginali che possono indurlo è mantenere in equilibrio la flora vaginale, che ha un’importantissima funzione di difesa.

I microrganismi normalmente presenti nella vagina, infatti, aiutano a conservare un corretto pH vaginale (pari a 4,0-4,5 nella donna adulta in età fertile), inibiscono l’adesione e la proliferazione dei batteri patogeni e dei protozoi e contrastano la moltiplicazione eccessiva della Candida (la cui proliferazione è segnalata, oltre che dallo sviluppo di prurito, bruciore, irritazione e arrossamento, anche dalla comparsa di perdite vaginali biancastre, simili a ricotta, non associate a cattivo odore).

Una scarsa igiene intima, così come un eccessivo numero di bidet, contribuiscono ad alterare la microflora endogena e a indebolire le difese immunitarie locali, favorendo l'instaurarsi di vaginite da Candida, vaginosi batterica (segnalata soprattutto dalla comparsa di perdite biancastre fluide e maleodoranti, simili all’odore del pesce avariato), tricomoniasi (caratterizzata, oltre che da un certo prurito, anche da abbondanti secrezioni vaginali verdastro-giallognole) e altre infezioni vaginali.

Per la detersione quotidiana, quindi, è raccomandato usare prodotti appositamente formulati per le zone intime, meglio se con proprietà lenitive (come quelli a base di glicina e pantenolo), a pH acido (4,5-5,0) e caratterizzati da buone proprietà igienizzanti, ma privi di saponi aggressivi, profumi, conservanti o altri additivi che possono causare sensibilizzazione e/o irritazione.

Il lavaggio delle parti intime deve essere effettuato circa due volte al giorno, ma senza eccedere, per non alterare troppo la microflora endogena dell’area genito-urinaria; le manovre devono essere sempre eseguite partendo dalla zona anteriore verso quella posteriore (dalla vagina verso l’ano, e non viceversa), sia durante il lavaggio sia durante l’asciugatura (che deve essere delicata); al termine del lavaggio il detergente deve essere eliminato completamente con un abbondante risciacquo con acqua tiepida o fresca.

Altrettanto importante è anche seguire un'alimentazione sana ed equilibrata, riducendo, in particolare, il consumo zuccheri semplici. Gli innalzamenti eccessivi della glicemia che di norma si verificano dopo i pasti ricchi di carboidrati, oltre a promuovere l'incremento di peso e lo sviluppo di diabete di tipo 2, forniscono alla Candida e ad altri batteri potenzialmente patogeni il nutrimento ideale per moltiplicarsi a scapito dei lattobacilli protettivi che, in condizioni ideali, rappresentano la componente predominante (90% circa) della microflora vaginale.

Per ridurre il rischio di fastidi intimi, quindi, è necessario privilegiare il consumo di frutta e verdura fresche (ricche anche di vitamine e altri composti antiossidanti utili per supportare il sistema immunitario e l'efficienza e il benessere di tutto l'organismo), legumi, pesce, carni bianche, yogurt, fermenti lattici probiotici e latticini in genere (preferendo le versioni contenenti meno grassi) e olio extra-vergine di oliva. Da ricordare anche di bere acqua in abbondanza (ossia almeno 1,5-2 litri al giorno), essenziale per garantire l'idratazione di cute e mucose, comprese quelle vaginali.

I fermenti lattici probiotici sono utili per tutelare il benessere intimo, non soltanto quando li si assume per bocca nel contesto dell'alimentazione quotidiana, ma anche quando li si applica localmente a livello vaginale. In questo secondo caso, i preparati che hanno dimostrato di supportare maggiormente l'equilibrio dell’ecosistema vaginale sono quelli a base di specifici ceppi di lattobacilli, particolarmente utili nella prevenzione delle colonizzazioni da Candida.

Da evitare il più possibile, invece, lo stress fisico e psicoemotivo, che facilita le disbiosi vaginali, l’alterazione della flora batterica endogena e l’instaurarsi della candidosi.

Favorire la traspirazione

Alcune caratteristiche del microambiente intimo sono cruciali per evitare o favorire irritazione, sensibilizzazione, colonizzazioni e infezioni vaginali di vario tipo.

Un elemento chiave è rappresentato dall'umidità che, se in eccesso, indebolisce la barriera cutanea dei genitali esterni e altera fortemente il pH locale.

Per questa ragione è importante evitare tutte quelle situazioni che possono promuovere l'accumulo di umidità a livello della zona genitale; attenzione quindi anche all’abbigliamento: è bene per esempio evitare l'uso di biancheria intima in fibre sintetiche e/o troppo stretta e di pantaloni molto aderenti a livello dell'inguine, come per esempio i jeans. Se si è al mare o si frequenta una piscina, inoltre, non si deve restare a lungo con il costume da bagno umido, ma risciacquarsi bene con acqua dolce e indossare un ricambio asciutto.

Una particolare attenzione all'igiene e all'accumulo di umidità nell'area intima va mantenuta durante il flusso mestruale. In questo caso è consigliabile l’impiego di un assorbente esterno in cotone al 100%, che permettono di asportare l’umidità in eccesso, mantenendo un microclima intimo ottimale per cute e mucose, anche in termini di temperatura e pH vaginale.

Se si preferisce usare un assorbente interno, invece, bisogna ricordare di sostituirlo spesso, preferibilmente ogni 4-6 ore (non superando, comunque, mai le 8 ore) e di alternarli con assorbenti esterni traspiranti almeno durante la notte, per ripristinare un microambiente vaginale più fisiologico. L’uso degli assorbenti interni è sconsigliato se sono già presenti irritazioni o infezioni vaginali o se si ha la tendenza a sperimentarle in modo ricorrente.

Massima attenzione alle infezioni

A causa della conformazione anatomica delle parti intime femminili e della delicatezza dell'equilibrio della mucosa genitourinaria, la donna è particolarmente predisposta alle disbiosi (alterazioni della microflora) e alle infezioni vaginali. Per ridurre questo rischio si possono adottare alcuni semplici accorgimenti pratici e cautele comportamentali.

Per esempio, come già accennato, per scongiurare il facile passaggio di batteri intestinali dall’area anale a quella vaginale è indispensabile detergere e asciugare con movimenti che vanno dalla vulva verso l’ano e mai in senso contrario, ricordando di lavare sempre le parti intime dopo essere state in bagno.

L'ideale è, naturalmente, effettuare un lavaggio con acqua e un detergente intimo delicato, ma se si è fuori casa può essere sufficiente ricorrere a salviettine igienizzanti specifiche per l'area genitale, preferibilmente addizionate di rimedi naturali calmanti, come la camomilla.

Un altro accorgimento importante sul piano igienico, in ambito familiare, consiste nell'evitare l'utilizzo in comune di asciugamani o biancheria intima, che deve essere lavata a temperatura elevata (ossia almeno 60°C) con detersivi disinfettanti e con l’eventuale aggiunta di bicarbonato di sodio, che contribuisce a neutralizzare funghi, batteri e protozoi.

Questa raccomandazione va rispettata soprattutto se in famiglia è presente una persona già interessata da infezioni vaginali o in gravidanza (periodo nel quale eventuali disbiosi e infiammazioni vaginali possono avere un impatto sfavorevole sulla crescita del feto) e se si frequentano abitualmente palestre, piscine, centri termali o altri luoghi potenzialmente a rischio.

Relativamente all'igienizzazione della biancheria, va sottolineato che, in alcuni casi, l'irritazione, l'arrossamento e il prurito a livello dei genitali esterni possono dipendere non da infezioni vaginali, ma da una sensibilizzazione causata dal detersivo usato per il lavaggio di asciugamani e indumenti intimi, soggettivamente mal tollerato. Se non si individuano altre cause all'origine dei sintomi genitali sperimentati, quindi, è consigliabile provare a cambiare il detersivo utilizzato abitualmente, scegliendone uno con diversa composizione e certificato come “ipoallargenico”.

Una delle principali cause di disbiosi e infezioni vaginali è rappresentata dall'attività sessuale. Per ridurre il rischio sia di sviluppare una sintomatologia fastidiosa sia di contrarre malattie a trasmissione sessuale difficili da contrastare e che possono, talvolta, compromettere anche la salute generale, è importante usare sempre il preservativo durante i rapporti sessuali, soprattutto se con partner occasionali e quando il compagno abituale ha sintomi che inducono a sospettare la presenza di un’infezione.

In caso di prurito vaginale associato a perdite inusuali di qualunque tipo, è invece necessario astenersi dal sesso finché non sia stata ottenuta dal medico, dopo un’attenta visita ginecologica, una diagnosi precisa e, nel caso questa sia positiva per infezione vaginale, anche per tutto il periodo della terapia, fino a completa guarigione.

Previous article
Next article

Articoli correlati

Pubblicità

Gli articoli più letti

I servizi per te
Farmaci a domicilio
Prenota una visita