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Prurito intimo in gravidanza: quali le cause?

Una delle più frequenti conseguenze dei cambiamenti ormonali tipici della gravidanza è la comparsa di prurito intimo, che può manifestarsi esternamente a livello della vulva o coinvolgere anche la vagina.
Le cause possono essere molto diverse fra loro. In generale la cute e le mucose durante la gravidanza sono più sensibili e possono essere quindi più soggette a irritazioni, per esempio in seguito all’utilizzo di detergenti troppo aggressivi o al contatto con la biancheria intima a causa delle sostanze chimiche presenti nei detersivi utilizzati per il lavaggio.
In altri casi il prurito intimo, anche in gravidanza, può essere il sintomo di un’infezione vaginale, come per esempio la candidosi, l’herpes vaginale, tricomoniasi e vaginosi. Queste ultime, se contratte durante i 9 mesi di gestazione, sono a rischio per la salute del feto perché aumentano il rischio di una rottura prematura delle membrane e parto prematuro.
La candidosi, invece, pur non esponendo di per sé il feto ad alcun pericolo, deve essere comunque curata facendo attenzione a utilizzare farmaci “consentiti” in gravidanza. È infatti sconsigliata la somministrazione di antimicotici per via orale, ai quali vanno preferiti prodotti topici. In questo modo non si espone il feto a sostanze potenzialmente dannose e si previene la trasmissione dell’infezione durante il parto naturale, che può manifestarsi nel neonato con un’infezione del cavo orale non grave chiamata mughetto.
In caso di herpes vaginale, infine, se l’infezione viene contratta o si riattiva in prossimità del parto, sarà necessario procedere con un taglio cesareo per evitare che il feto entri in contatto con il virus durante il passaggio nel canale del parto.
Oltre a quelle vaginali, in gravidanza aumenta anche il rischio di infezioni delle vie urinarie, che oltre ai classici sintomi (bruciore e dolore alla minzione, necessità di dover urinare frequentemente ecc.), possono manifestarsi anche con prurito vaginale.
Anna Maria Paoletti