Manganese: buono, con cautela

Il manganese è essenziale per il benessere dell’osso e per il metabolismo di grassi e carboidrati.

Il manganese (in sigla Mn, numero atomico 25) è un elemento chimico importante per tutti gli organismi viventi. Nelle piante, un adeguato apporto di manganese attraverso l’acqua o i fertilizzanti è fondamentale per evitare l’ingiallimento o l’imbrunimento delle foglie, fino alla loro caduta (con conseguente rischio di morte dell’intera pianta), nonché per assicurare una ricca fioritura e una buona resa delle coltivazioni.

Negli animali e nell’uomo il manganese svolge, invece, ruoli biologici chiave a vari livelli in quanto regolatore di numerosi enzimi coinvolti a vario titolo nel metabolismo delle proteine, degli zuccheri e del colesterolo. Inoltre, è indispensabile per il corretto sviluppo delle ossa, per la funzionalità del sistema nervoso e per la fertilità e supporta l’attività dei sistemi antiossidanti dell’organismo.

D’altro canto, questo minerale è la chiara dimostrazione di quanto sia importante, quando si parla di nutrizione, tenere sempre ben presente la raccomandazione degli antichi latini “est modus in rebus” (Orazio), vale a dire che esiste una misura in tutte le cose. Se è vero, infatti, che assumere troppo poco manganese può creare problemi di salute su più fronti, altrettanto vero è che neppure eccedere è una buona idea, poiché ci si espone al rischio di danni da tossicità, soprattutto di tipo neurologico.

Ma procediamo con ordine e cerchiamo di capire perché questo elemento è necessario, quanto se ne deve assumere per mantenersi sani ed efficienti e dove trovarlo.

Che cos’è il manganese

Il manganese è un metallo ampiamente distribuito in natura soprattutto nelle rocce e nell’acqua, generalmente sotto forma di composti inorganici con altri elementi, ma anche (in misura minore) nell’aria.

Nell’organismo umano, questo micronutriente è presente in tracce, concentrate soprattutto a livello delle ossa, del fegato, dei reni e del pancreas. In particolare, è stato calcolato che il corpo di un uomo adulto di media statura e peso ne contiene circa 10-40 mg: ben poca cosa, su 60-80 kg di peso complessivo, ma nonostante ciò svolge comunque attività assolutamente necessarie.

Innanzitutto, il manganese partecipa come cofattore all’attività della superossido dismutasi (SOD) presente nei mitocondri delle cellule, uno dei principali enzimi deputati alla detossificazione dell’organismo dai radicali liberi e dalle specie reattive dell’ossigeno (ROS) prodotti principalmente dal metabolismo energetico, ma anche dallo stress associato a malattie infiammatorie e infettive, dall’attività fisica, dall’esposizione ad agenti inquinanti, dall’assunzione di farmaci ecc.

I radicali liberi e i ROS danneggiano pressoché tutti i tessuti dell’organismo, promuovendo patologie infiammatore, cardiovascolari, neurodegenerative e tumori (a causa delle alterazioni inferte al DNA) e accelerando i processi di invecchiamento; appare quindi subito evidente che assicurarsi un adeguato apporto di un microelemento protettivo come il manganese, dalle proprietà antiossidanti analoghe a quelle del selenio, è doveroso e consigliabile.

Il manganese è coinvolto, inoltre, nell’attività di diversi altri enzimi fondamentali, come l’arginasi, la colinesterasi, la fosfoglucomutasi, la piruvato carbossilasi, diverse fosfatasi, peptidasi e glicosiltransferasi.

Attraverso questa variegata e molteplice attività di modulazione enzimatica, il manganese partecipa e risulta necessario per lo sviluppo osseo (il manganese media anche l’assorbimento del calcio), gioca un ruolo importante nel metabolsimo dei carboidrati degli amminoacidi e del colesterolo , nella gluconeogenesi (produzione di glucosio da precursori non carboidrati), nella sintesi del collagene e quindi nel processo di guarigione dalle ferite.

Fonti alimentari

Il manganese si trova in discrete quantità in molti cibi di origine vegetale, come il germe di grano, i cereali integrali (frumento, grano, segale, avena, sorgo, riso, bulgur ecc.) e la crusca, mentre è presente in quantità molto inferiori nelle farine raffinate, dal momento che questo minerale si concentra soprattutto negli strati più esterni dei semi.

Altre buone fonti di manganese sono i legumi (soprattutto la soia), la frutta secca (in particolare, noci e nocciole) e semi di vario tipo (zucca, girasole ecc.), il cui consumo quotidiano si sta notevolmente diffondendo anche in relazione all’elevato contenuto di altre sostanze dall’elevato valore nutritivo e dalle proprietà favorevoli per la salute tipico di questi alimenti (vitamine, acidi grassi omega-3 e omega-6, sali minerali ecc.)

Il regno vegetale fornisce manganese anche attraverso le verdure a foglia verde (spinaci, insalate, radicchio, prezzemolo ecc.) e il tè nero, mentre si ritrova in quantità minori in altri ortaggi.

Il contenuto di manganese è, invece, molto scarso negli alimenti di origine animale: le fonti principali, in questo caso, sono rappresentate dalle ostriche e dal fegato, mentre altri pesci, carni bianche e rosse e latticini incidono ben poco sulla soddisfazione del fabbisogno quotidiano.

Che cosa accade in caso di carenza

Una carenza di manganese può compromettere la tolleranza al glucosio, che si manifesta con una relativa incapacità delle cellule di assorbire e utilizzare in modo efficiente lo zucchero presente nel sangue, con conseguente aumento della glicemia e maggior rischio di sviluppare diabete.

Altri possibili disturbi e alterazioni legate a un insufficiente apporto di manganese comprendono impoverimento delle ossa, debolezza muscolare e tendinea.

Dosi consigliate

Il manganese non deve mai mancare nell’alimentazione quotidiana, né dei bambini né degli adulti, ma eventuali integrazioni nutrizionali di questo elemento, in aggiunta ai cibi, devono essere attuate con una certa cautela e, soprattutto in età pediatrica, sotto controllo medico, dopo averne accertato l’effettiva necessità con qualche esame di laboratorio.

Secondo la Società italiana di nutrizione umana (SINU) i livelli di assunzione quotidiana adeguata per il manganese corrispondono a:

Lattanti 6-12 mesi 0,4 mg/die
Bambini-adolescenti 1-3 anni 0,6 mg/die
4-6 anni 0,8 mg/die
7-10 anni 1,2 mg/die
11-14 anni 1,9 mg/die
Maschi 15-17 anni 2,7 mg/die
Femmine 15-17 anni 2,3 mg/die
Adulti
Maschi > 18 anni 2,7 mg/die
Femmine > 18 anni 2,3 mg/die

Dai 18 anni in poi il dosaggio rimane lo stesso a meno che subentrino patologie che possono ridurne il fabbisogno (principalmente, insufficienza epatica e renale).

Il fabbisogno di manganese può invece aumentare se si assumono integrazioni di calcio e fosforo allo scopo di supportare il metabolismo osseo, poiché questi tre elementi vengono utilizzati insieme. In ogni caso, in nessun momento della vita andrebbe assunto manganese oltre la soglia di sicurezza di circa 11 mg/die.

Intossicazione e tossicità

L’intossicazione da manganese è un evento raro. La tossicità causata da elevati apporti alimentari con la dieta non è mai stata verificata. A esserne interessate sono quasi esclusivamente le persone addette all’estrazione e alla raffinazione di questo minerale, alla produzione di metalli e componenti metallici di vario tipo (in particolare, materiali e oggetti in ferro, acciaio e altre leghe comprendenti molibdeno e alluminio), batterie elettriche e catalizzatori, oppure impiegate nell’industria chimica (il permanganato di potassio è un potente disinfettante usato in ambito medico), negli impianti di riciclaggio del vetro (dove il manganese è usato come decolorante) o nella produzione di fertilizzanti per l’agricoltura.

Un’altra possibile fonte di intossicazione da manganese è di tipo ambientale e legata al consumo di acque che ne contengono quantità eccessive, a causa della composizione delle rocce di falda che attraversano prima di arrivare agli acquedotti ed essere utilizzate dall’uomo. A riguardo va segnalato che, in Italia, il quantitativo massimo di manganese ammesso dalla legge nelle acque potabili è di 50 mg/litro (Dlg n. 31 del 2 Febbraio 2001), contro i 200 mg/litro del sodio e i 250 mg/litro del cloro, in forma di cloruro: se l’acqua di una determinata area geografica ne contiene di più deve essere opportunamente trattata prima dell’uso alimentare.

Sintomi di tossicità da manganese osservati in seguito a eccessiva esposizione professionale o ambientale comprendono perdita di appetito, difficoltà di memorizzazione, mal di testa, deficit neurologici e disturbi del controllo muscolare simili a quelli della malattia di Parkinson(tremori, contratture, difficoltà di movimento ecc.).

È stato osservato, inoltre, che l’esposizione prolungata al manganese, interferendo con l’assorbimento del ferro, può indurre carenza di questo micronutriente e conseguente anemia sideropenica; in persone con funzionalità epatica o renale seriamente compromesse, un persistente eccesso di manganese può causare sintomi simili a quelli della schizofrenia, tremori e ipertensione.

Interazioni del manganese con alimenti, farmaci e integratori

Chi assume integratori contenenti manganese deve sapere che questo micronutriente può interagire con alcuni alimenti, farmaci e supplementi nutrizionali oppure essere influenzato da questi ultimi in termini di assorbimento, metabolismo ed eliminazione.

Relativamente agli alimenti, va ricordato che una dieta povera di grassi può ridurre la capacità dell’organismo di assorbire il manganese, mentre una supplementazione con proteine del latte (ottenuta attraverso un maggior consumo di latticini o integratori proteici specifici) tende a farne aumentare l’assorbimento intestinale.

Anche l’acido fitico, contenuto in molti cibi di origine vegetale (come cereali, frutta secca e legumi) può ridurre leggermente l’assorbimento del manganese, che va quindi assunto almeno 2 ore prima di consumare alimenti ricchi di fitati.

Relativamente ai farmaci alcuni antiacidi, i lassativi e la tetraciclina possono dimuire l’assorbimento del manganese.

Per quel che concerne l’uso di integratori contenenti calcio, ferro e magnesio, va considerato che questi elementi essenziali possono ridurre l’assorbimento del manganese presente negli alimenti, nell’acqua o negli integratori. Anche in questi casi, è consigliabile assumere l’integratore di manganese almeno 2 ore prima di ingerire supplementi o cibi ricchi di questi sostanze.

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