Come contrastare l’astenia

Può essere dovuta a una patologia sottostante, ma anche a una cattiva qualità del sonno o al passaggio verso la bella stagione.

C'è la spossatezza “indicibile”, che impedisce di compiere anche le più banali attività quotidiane: come quella che può colpire chi si ammala di influenza e non riesce nemmeno ad alzarsi dal letto. Ma c'è anche quel senso di fiacca tipico del cambio di stagione o, se si preferisce, del proverbiale “aprile dolce dormire”: nel mezzo, tantissimi significati attribuiti alla parola “astenia”, che, nel linguaggio quotidiano, è spesso usata in modo improprio come sinonimo di stanchezza.

«Dal punto di vista medico, l'astenia è la mancanza di forze. Ma si tratta di un sintomo che si riscontra in talmente tante situazioni differenti al punto di poter dire che non esiste una malattia più o meno grave o un disturbo banale dove l'astenia non sia presente», spiega Claudio Cricelli, medico e presidente della Società italiana di medicina generale (SIMG).

I manuali di medicina clinica ne distinguono due macrotipologie: quella muscolare (nota anche come miastenia) e quella nervosa (detta anche nevrastenia).

In entrambi i casi si parla di una forma di debolezza generalizzata, correlata a fatica cronica e ad un'insufficiente risposta agli stimoli. Tuttavia, se nel primo caso questa condizione è ricondotta alla riduzione o alla perdita della forza muscolare, nel secondo viene associata a una carenza di potassio o magnesio e si accompagna a disturbi della psiche o del sistema nervoso centrale.

«Per il medico inquadrarla è una sfida, perché è uno dei primi segni di malessere, ma può colpire anche chi non deve affrontare un problema di salute».

Questo allora ci autorizza a non allarmarci e a pensare che si tratta di un disturbo transitorio e, come tale, “passerà”? «Assolutamente no: nessun sintomo che si presenti in maniera continuativa va sottovalutato né attribuito genericamente “allo stress”» ammonisce Cricelli.

«Ciò non vale, naturalmente, se la stanchezza è dovuta a un preciso evento: per esempio, aver fatto le ore piccole, trovarsi in un periodo di superlavoro o aver affrontato sforzi fisici. In questi casi non si tratta di astenia, ma di naturale affaticamento, e possiamo quindi permetterci di pensare che passerà solo con il riposo, senza alcuna preoccupazione».

L'astenia (o fatigue) è invece una sensazione soggettiva che può non dare segni esterni né essere misurabile, con una durata superiore a due-tre giorni e che non si accompagni a una malattia nota (influenza con astenia muscolare e dolore, febbre, mal di testa, nausea, inappetenza, debolezza da convalescenza, miastenia, diabete ecc). Come tale, va sempre “ascoltata” e segnalata al medico.

La diagnosi

«Quando il paziente lamenta un periodo prolungato di astenia – spiega Claudio Cricelli – il medico, oltre alla visita medica, per inquadrare il problema raccoglie innanzitutto una serie di dati: età e sesso della persona, durata del problema, stato di gravidanza o menopausa ecc. Inoltre, pone al paziente una serie di domande, indagando per esempio se si tratta di una diminuzione generale delle forze durante tutto il giorno o se la stanchezza si manifesta al risveglio e poi passa oppure alla sera, o ancora se è confinata a particolari giorni della settimana; se la stanchezza c'è ma non impedisce le normali attività quotidiane o, viceversa, le rende impossibili o molto difficoltose; se ci sono stati in precedenza disturbi o malattie, se sono presenti altri sintomi (per esempio diminuzione dell'appetito, febbre, sensazione di caldo o di freddo ecc), se si soffre di intolleranze o allergie, se ci sono problemi di alimentazione. Ancora, l'insonnia prolungata è causa tipica di grande stanchezza, e quindi è indispensabile valutare la qualità del sonno. La raccolta di tutti questi elementi permette al medico di individuare una possibile malattia o escluderla».

Fondamentale anche comprendere lo stato d'animo e il benessere psichico del paziente. «L'astenia, come l'insonnia, spesso è spia di malattie del sistema nervoso anche importanti, un segno precoce di depressione o ansia gravi, o della sindrome del burn out. Se necessario, vengono prescritti esami per approfondire la situazione, ovviamente sulla base delle risposte date dal paziente».

Per esempio, nel caso di una giovane donna che pratica molto sport e segue una dieta vegetariana è utile indagare l'eventualità di una carenza di ferro (anemia) con opportuni test del sangue. Se ci sono disturbi a livello intestinale o cutaneo e perdita di peso, potrebbe essere il caso di prescrivere il test per la celiachia.

L'astenia primaverile: esiste davvero?

«La risposta è controversa» afferma Cricelli. «Nella letteratura c'è una perenne diatriba: lavori recenti sostengono che esiste, così come altri lo negano. In realtà il problema è mal posto. Nel passaggio verso la bella stagione, il nostro organismo – ma anche quello degli animali e delle piante – che durante l'inverno e le più lunghe ore di buio ha diminuito l'attività basale, deve riadattarsi all'allungamento delle ore di luce a disposizione. Una sorta di risveglio dettato dagli ormoni che tengono conto del tempo della luce e del buio e che si riattivano, “riaggiustando” il metabolismo a un nuovo ritmo circadiano».

È chiaro che, quando arriva la primavera, una delle prime risposte naturali di un organismo che è stato un po' "in letargo" è quello di dover ripartire con un passo più accelerato: ciò è indubbio, ma viene percepito in maniera soggettiva. «Ci sono persone che la avvertono con più fatica, quindi non ha senso sostenere che non sia vero: gli insegnanti si trovano di fronte studenti che sbadigliano in classe e i medici di famiglia accolgono più pazienti in cerca di rimedi che li aiutino a contrastare la sonnolenza e il senso di stanchezza proprio della mezza stagione».

La terapia dell’astenia patologica: curare la causa

L'astenia in quanto tale non è una malattia e quindi non ha una cura ad hoc. «Bisogna trovare la causa, eventuali patologie, risolverle e, di conseguenza, passa anche l'astenia», chiarisce Cricelli.

«In generale, l'astenia molto difficilmente è il sintomo iniziale di presentazione di una malattia.» Infatti, nella maggior parte dei casi, più che un "campanello di allarme", questa condizione è uno dei sintomi.

Anzi, per gli specialisti di medicina generale la debolezza generalizzata indotta dall'astenia è uno dei sintomi riscontrati con maggiore frequenza nelle persone con problematiche croniche e negli anziani con abitudini sedentarie.

Nelle parole di Cricelli: «per esempio, ci può essere un quadro ormonale alterato e la mancanza di energia si manifesta quando c'è un funzionamento rallentato della tiroide (ipotiroidismo) o un'insufficienza surrenalica (Morbo di Addison), ma si tratta di un sintomo tardivo. Lo stesso vale per l'anemia, che causa stanchezza quando è diventata consistente. Ci sono anche alcune forme di tumori che si manifestano con una perdita di forza e lo stesso vale per alcune infezioni, oltre che per malattie come la fibromialgia o la sclerosi multipla». Per non parlare, poi, dei disturbi a carico del cuore (come le varie forme di coronaropatia), di cui difficoltà a compiere qualsiasi sforzo e conseguente fatigue sono alcuni degli effetti più evidenti.

Per quanto riguarda, invece, la spiegazione fisiologica delle cause dell'astenia, un'ipotesi è stata avanzata nel 2011, in occasione di un incontro del comitato tecnico-scientifico del già citato SIMG. Secondo questa teoria, l'origine di questa condizione persistente andrebbe ricercata nella riduzione dei livelli di energia prodotta dalle cellule e, in definitiva, in un apporto di macro- e micronutrienti (come proteine, vitamine e sali minerali) inadeguato o eccessivamente ridotto.

Per l'astenia patologica, allora, sono sufficienti gli integratori? «Pensare di curarla con sali minerali e vitamine è un'utopia, così come lo è il tentativo di aumentare l'introito di alcuni nutrienti – il magnesio, il potassio, la vitamina B12, il selenio, gli oligoelementi – attraverso l'aumento del consumo di certi alimenti a scapito di altri, o, ancora, attraverso “tonici” naturali come il ginseng. Ma nessuna di queste sostanze è in grado di risolvere uno stato di affaticamento patologico».

Diamoci una regolata

A volte la “cura” consiste in una revisione generale dello stile di vita: «Gli stili di vita ovviamente non condizionano solo l'astenia, ma la salute in generale. È vero che certe forme di stanchezza cronica possono essere attribuite al fatto che oggi si corre troppo, si accumulano mille impegni, non si stacca mai, il cervello è sovraffaticato, la mente sottoposta a stress. E occorre sottolineare che da tre o quattro decenni stiamo assistendo a una diminuzione costante della quantità del sonno, in particolare tra i giovani che dormono troppo poco, convinti che non sia un problema andare a letto alle tre del mattino e alzarsi alle sette per andare a scuola o all'università. Ma dormire quattro-cinque ore per notte significa andare in debito di sonno con un conseguente aumento dello stress, del nervosismo, della mancanza di attenzione, della vulnerabilità alle malattie e al sovrappeso – con uno stato infiammatorio generale dell'organismo – e naturalmente anche della stanchezza. La mancanza di sonno è infatti una delle cause più frequenti della stanchezza apparentemente inspiegabile, ma che può essere facilmente misurata chiedendo al paziente di tenere un diario del sonno. Dormire non è un hobby o un optional: è fondamentale per la nostra salute fisica e psichica».

Le ore di sonno necessarie per non incorrere in questo disturbo variano a seconda dell’età. Ecco di seguito una tabella riassuntiva.

Età Ore di sonno
6-13 anni 9-11 ore
14-17 anni 8-10 ore
18-25 anni 7-9 ore
26-64 anni 7-9 ore
> 65 anni 7-8 ore

Paradossalmente, però, l'astenia può essere dovuta anche all'eccessiva sedentarietà: l'esercizio fisico regolare – dalla pratica di uno sport alle semplici passeggiate quotidiane – migliora l'energia muscolare e il benessere generale dell'organismo con la produzione di endorfine, contrastando anche il senso di “fiacca” che spesso è conseguenza dello stress.

Il consiglio di aumentare almeno leggermente l'attività fisica è utile anche per contrastare l'astenia negli anziani. Le ragioni sono le stesse, e cioè migliorare l'efficienza dei muscoli e del sistema cardiorespiratorio. Anche in questi casi il problema è spesso legato ai disturbi del sonno, che viene assecondato quando si presenta durante la giornata, e quindi diventa difficoltoso di notte.

Ovviamente, l'assenza di sforzo fisico non deve essere soppiantata da un'attività fisica troppo intensa. Un eccesso in tal senso, infatti, può risultare altrettanto dannoso sia per il corpo, che, affaticato dallo sforzo, diventa più suscettibile al dolore, sia per la mente, che si trova esposta a stress, ansia e repentini cambi di umore.

Non sottovalutare l’alimentazione

L'attenzione va posta anche sull'alimentazione, che purtroppo spesso non è equilibrata: in particolare, non deve mancare una giusta quota di proteine da pesce e carne e abbondante acqua perché la disidratazione è una causa importante di stanchezza e sonnolenza diurna.

Nel caso degli anziani, l'assunzione di vitamine, sali minerali e altri integratori può essere indispensabile, ma deve essere il medico a prescriverli per non incorrere in un “fai da te” inutile e dispendioso.

Fare caso a ciò che mettiamo nel piatto è un consiglio valido a tutte le età, e soprattutto se la stanchezza si manifesta nel pomeriggio; anche se, dopo un pasto troppo ricco, il torpore dovuto alla digestione è normale, perché arriva meno ossigeno al cervello. È importante consumare tre pasti più due spuntini nel corso della giornata e non limitare la colazione a “un caffè al volo” lasciando l'organismo a digiuno dalla cena fino al pranzo del giorno seguente.

No all'alcol e al fumo, che sembra favorire la concentrazione e l'attenzione ma, in realtà, provoca un calo della glicemia quando si è a digiuno e, in generale, affaticabilità muscolare.

Mariateresa Truncellito
Mariateresa Truncellito
Brianzola di nascita, lucana di famiglia, si è formata alla Scuola di giornalismo Rizzoli-Corriere della Sera dopo aver vinto una delle dodici borse di studio dopo la laurea in Scienze Politiche. Giornalista professionista, in oltre vent'anni di lavoro ha scritto per oltre una cinquantina di testate nazionali, cartacee e on line. Ha lavorato per molti anni al desk, in quotidiani e periodici, fino al ruolo di caporedattore per il mensile Top Salute. Oggi è freelance. Scrive per numerose testate, collabora con professionisti del settore della salute, modera conferenze e tavole rotonde, corsi di aggiornamento per giornalisti e presentazioni, collabora con diverse agenzie di comunicazione. Si occupa di molti temi che riguardano le donne, con particolare attenzione alla divulgazione sulla salute e il benessere femminile, la medicina di genere, gli aspetti più delicati e controversi della ginecologia e della fertilità, dai vaccini alla menopausa alle malattie a trasmissione sessuale, grazie ai quali ha vinto numerosi premi giornalistici. Nel tempo libero è una ballerina appassionata di lindy hop, boogie woogie e altri balli swing, attività che non manca mai di consigliare nei suoi articoli di benessere perché consentono di fare movimento divertendosi e socializzando. E sono adatte a tutti e a tutte le età.

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