Reflusso gastroesofageo e fermenti lattici: la soluzione più naturale contro il mal di stomaco

Sensazione di acidità e dolore allo stomaco, bruciore al centro del petto che risale verso la gola, senso di pesantezza gastrica e difficoltà di digestione, eruttazioni, rigurgito acido che può arrivare fino in bocca (soprattutto quando ci si corica o si pratica attività fisica dopo i pasti), difficoltà di deglutizione; talvolta, anche leggera nausea o stimolo al vomito indotto dagli effetti irritanti sulla mucosa dell'eccesso di acido gastrico. Questi sono i sintomi caratteristici della malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE), uno dei disturbi della funzionalità gastrointestinale più diffusi nella popolazione adulta di ogni parte del mondo e in continuo aumento soprattutto nei Paesi occidentali, principalmente a causa di abitudini alimentari scorrette e di uno stile di vita sedentario, che non aiutano una digestione efficiente, e dello stress, che interferisce con la salute di stomaco e intestino attraverso molteplici meccanismi.

Quando si sperimentano ripetutamente sintomi di questo tipo non è il caso di sopportarli troppo a lungo nella speranza che passino da soli, ma è importante rivolgersi al medico per approfondire la situazione con alcuni esami di laboratorio e strumentali e individuare i rimedi più appropriati caso per caso. Quelli tradizionali comprendono cambiamenti nella dieta e nel modo di mangiare, l'aumento dell'attività fisica, la perdita di peso e il ricorso a farmaci antiacidi in grado di ridurre o tamponare la secrezione acida gastrica. 

Accanto a questi interventi in uso da anni, nel contesto della cura della malattia da reflusso gastroesofageo, può essere utile anche l'assunzione di probiotici, ossia prodotti a base di fermenti lattici e altri microrganismi benefici in grado di migliorare l'equilibrio della flora batterica intestinale, con effetti favorevoli anche per il benessere gastrico e per la salute generale dell'organismo. 

Reflusso gastroesofageo: che cos'è

Secondo la definizione della World Gastroenterology Organization (WGO), la malattia da reflusso gastroesofageo corrisponde a «un insieme di sintomi disturbanti in grado di compromettere la qualità di vita e di determinare danni o complicanze derivanti dagli effetti del reflusso del contenuto acido dello stomaco verso l'esofago, l'orofaringe e l'apparato respiratorio».

La MRGE causa problemi soprattutto quando ci si corica poco dopo i pasti, perché la posizione sdraiata facilita la risalita del contenuto dello stomaco verso l'esofago, e durante la notte, quando la valvola che separa lo stomaco dall'esofago (cardias) si rilassa e non riesce a ostacolare il reflusso con sufficiente efficienza. Anche i pasti troppo abbondanti e ricchi di cibi grassi e proteine, facendo gonfiare lo stomaco e rallentando il processo digestivo, allentano la tenuta del cardias e promuovono la MERG.

Un effetto analogo si osserva quando si assumono alimenti o bevande acidi o sostanze che stimolano la secrezione acida gastrica (frutta acerba, cibi piccanti, caffè, alcolici, acqua o bibite gassate, alcuni farmaci ecc.): oltre a favorire l'insorgenza di bruciore e gastrite, l'acido in eccesso irrita il cardias e ne facilita l'apertura durante la prima parte della digestione.

La MRGE può manifestarsi in modo occasionale (per esempio, durante periodi di particolare stress psicofisico o quando si modifica temporaneamente l'alimentazione abituale), oppure in modo cronico, se si mantengono stabilmente abitudini di vita poco sane, se si è fumatori o in condizioni di sovrappeso-obesità. 

Inoltre, tende a essere un disturbo abbastanza comune durante la gravidanza, sia per ragioni di ordine ormonale sia a causa dell'ingombro dovuto alla presenza del feto (specie negli ultimi mesi), mentre è poco frequente tra i bambini, che possono soffrire di un disturbo simile, ma benigno e che si risolve spontaneamente con la crescita, chiamato "rigurgito infantile".

 Oltre ai sintomi caratteristici già citati, derivanti essenzialmente dall'infiammazione acuta della mucosa dell'esofago e della gola causata dall'azione irritante dell'acido gastrico, la presenza della MRGE per un periodo prolungato può causare modificazioni persistenti nella struttura delle pareti dell'esofago, determinando l'insorgenza del cosiddetto "esofago di Barrett", considerato l'anticamera del tumore dell'esofago.

Quando il reflusso è intenso e l'acido gastrico arriva fino alla gola e alla bocca, anche in minime quantità, possono insorgere anche patologie respiratorie come faringite, laringite, tosse cronica o asma bronchiale, che non migliorano con le terapie di norma utilizzate per contrastarle. Talvolta, manifestazioni respiratorie di questo tipo sono il primo segnale che porta il medico a sospettare la presenza della MRGE.

Gli esami per diagnosticare il reflusso gastroesofageo

Per capire se i disturbi della digestione e/o le eventuali patologie respiratorie di cui si soffre dipendono dal reflusso gastroesofageo, il medico analizzerà le modalità e i tempi di insorgenza dei fastidi, la loro correlazione con i pasti, le abitudini alimentari e lo stile di vita della persona interessata, nonché la presenza di altre manifestazioni che potrebbero indirizzare verso una malattia gastrointestinale differente. In aggiunta, potrà prescrivere anche alcuni esami del sangue per avere un quadro più generale dello stato di salute del paziente. 

Se queste prime valutazioni inducono a ritenere plausibile la presenza di MRGE di una certa importanza, il passo successivo sarà la prescrizione per circa 2 settimane di una terapia con inibitori di pompa protonica (PPI, proton pump inhibitors), una classe di farmaci antiacidi efficaci, sicuri e in uso da anni, in grado di ridurre notevolmente la secrezione di acido da parte della mucosa gastrica, contrastando sia i sintomi e le complicanze connessi all'iper-acidità sia il reflusso gastroesofageo. 

Se questo trattamento "test" porta a un apprezzabile miglioramento del disturbo, la diagnosi di MERG può ritenersi sostanzialmente confermata e la terapia consisterà nel continuare ad assumere gli stessi PPI per un periodo di tempo variabile da alcune settimane ad alcuni mesi, in funzione della presenza o meno di alterazioni o lesioni a carico della mucosa dell'esofago (esofagite da reflusso o esofago di Barrett) o dello stomaco (gastrite o ulcera peptica).

In caso di risposta insoddisfacente al test con PPI o se si sospetta che possano essere presenti altre patologie da trattare in modo differente, nonché per avere la certezza assoluta che si tratti di MERG, è fondamentale effettuare un'indagine endoscopica (gastroscopia o gastroduodenoscopia), che permette di visualizzare direttamente la mucosa dell'apparato gastrointestinale, di valutarne il grado di infiammazione e di rilevare anomalie o neoformazioni, da sottoporre a biopsia.

La gastroendoscopia permette di evidenziare anche l'eventuale colonizzazione da parte di Helicobacter pylori, un batterio in grado di sopravvivere e proliferare facilmente nello stomaco nonostante l'elevata acidità dei succhi gastrici, cui bisogna prestare molta attenzione in quanto responsabile di gran parte dei casi di ulcera peptica

Per indagarne la presenza in modo rapido e non invasivo si può effettuare anche l'urea breath test, un esame che consiste nel misurare la quantità di ammoniaca emessa con l'aria espirata, dopo aver ingerito una soluzione con urea marcata (che viene scissa dall'H. pylori presente nello stomaco in ammoniaca e anidride carbonica).

Altri esami utili per caratterizzare meglio la malattia da reflusso gastroesofageo sono la pH-metria (che misura le variazioni di acidità lungo l'esofago) e la manometria (che valuta i movimenti delle pareti dell'esofago).

Fermenti lattici: perché usarli contro il reflusso gastroesofageo

In tutti i casi in cui è presente una MERG che causa sintomi significativi e frequenti, non controllati da comuni rimedi antiacidi e/o gastroprotettori acquistabili senza ricetta o tali da indurre ad assumerli spesso, è necessario intraprendere una terapia con PPI o con altri farmaci antiacidi di analoga potenza prescritti dal medico.

Questi farmaci antiacidi sono, di norma, ben tollerati quando assunti per poche settimane, ma la riduzione dell'acidità gastrica che deriva dalla loro assunzione prolungata comporta una modificazione del pH anche nel primo tratto dell'intestino, che può alterare la composizione e l'abbondanza della flora batterica intestinale

Ciò accade perché il pH è uno dei principali fattori in grado di controllare la crescita dei microrganismi che ospitiamo nell'intestino e ogni sua variazione può favorire la proliferazione di alcune specie batteriche a scapito di altre.

In generale, un pH intestinale meno acido facilita la moltiplicazione di batteri potenzialmente patogeni oppure di batteri non patogeni, ma in grado di causare disturbi della funzionalità gastrointestinale quando presenti in quantità eccessive. In tal caso, compaiono gonfiore e turbolenze intestinali, alterazioni del transito, flatulenza, malessere addominale e diarrea o un cambiamento della consistenza delle feci (produzione di feci molli o non formate).

Per prevenire e alleviare questi disturbi, durante il trattamento della MERG con antiacidi, si possono assumere prodotti probiotici a base di fermenti lattici o altri microrganismi benefici, che permettono di riequilibrare la flora batterica intestinale attraverso diversi meccanismi (normalizzazione del pH, competizione per lo spazio e le sostanze nutritive, protezione della mucosa intestinale, modulazione dell'infiammazione e della risposta immunitaria locale ecc.). 

Inoltre, alcuni batteri probiotici producono naturalmente vitamine (in particolare, la vitamina K e vitamine del gruppo B) e contribuiscono a evitare possibili deficit conseguenti alla diarrea o a un assorbimento inefficiente. In altri casi, mix di vitamine essenziali possono essere aggiunti ai prodotti probiotici per ottimizzare l'azione.

I probiotici sono disponibili sia come integratori alimentari sia come farmaci acquistabili senza ricetta e proposti in varie formulazioni, molto semplici da assumere (capsule, bustine da sciogliere in acqua, flaconcini pronti da bere ecc.). Di norma, vanno presi da una a tre volte al giorno, a seconda dei prodotti, almeno mezz'ora prima o lontano dai pasti.

Secondo alcuni studi, oltre a prevenire e curare le disbiosi intestinali, alcuni fermenti lattici (lattobacilli e bifidobatteri) potrebbero avere un ruolo più diretto anche nel trattamento della MERG.

Alcuni studi condotti nell'uomo hanno infatti confermato che, nella maggioranza dei casi, l'assunzione di probiotici può contribuire a ridurre i sintomi della MRGE, come bruciore, rigurgito, difficoltà di digestione, eruttazioni e nausea. 

Consigli di prevenzione nella vita quotidiana

Per eliminare i sintomi della MERG i farmaci non bastano: è fondamentale anche seguire una dieta bilanciata e adottare alcuni accorgimenti di stile di vita. In particolare:

  • preferire alimenti semplici e facili da digerire (cereali, pesce, carni bianche, frutta e verdura non acide ecc.)
  • evitare cibi e bevande che favoriscono l'acidità e il reflusso (latte, caffè, menta, cioccolato, peperoncino, pepe, zenzero ecc.)
  • ridurre il consumo di grassi, salse, dolci, cibo pronto e/o ricco di condimenti o spezie
  • prevedere 5-6 piccoli pasti e spuntini nell'arco della giornata; evitare di mangiare troppo in un solo pasto, soprattutto a cena
  • fare una passeggiata di almeno 10-15 minuti dopo i pasti, ma evitare gli sforzi fisici eccessivi
  • se si è in sovrappeso, cercare di dimagrire
  • contenere l'assunzione di bevande gassate o eccitanti (tè, caffè, bibite e alcolici)
  • bere lontano dai pasti per non far gonfiare troppo lo stomaco
  • non fumare
  • non indossare abiti o cinture che stringono la vita o l'addome
  • mantenere la testa più in alto del corpo mentre si dorme, ponendo uno spessore di 15-20 cm sotto il materasso, per favorire il deflusso del contenuto dello stomaco verso l'intestino.

Rosanna Feroldi
Rosanna Feroldi
Da adolescente le avevano detto di fare il liceo classico e ha scelto lo scientifico. Alla maturità, le hanno detto di iscriversi Lettere e Filosofia e ha puntato su Biologia. Dopo laurea e tirocinio, al dottorato in elettrofisiologia ha preferito un corso di comunicazione e giornalismo scientifico della Facoltà di Farmacia - Università Statale di Milano. Insomma, non è il tipo che si lascia convincere facilmente. Da lì, è iniziato, più per gioco che per scelta, un percorso professionale che continua con soddisfazione da quasi vent'anni, passando da attività di consulente per la comunicazione su salute e stili di vita sani per il Progetto Città sane - Comune di Milano alla proficua collaborazione con la Fondazione San Raffaele di Milano, dove per 13 anni si è occupata di realizzare il magazine dell'Ospedale San Raffaele destinato ai pazienti e materiale divulgativo distribuito nell'ambito di campagne di sensibilizzazione, nonché di supportare l'attività di ufficio stampa. Contemporaneamente, entusiasta, mai stanca ed esagerando anche un po', ha interagito con numerose realtà editoriali come giornalista scientifica e medical writer, realizzando contenuti per riviste dirette al pubblico, ai medici e ai farmacisti. Il sopravvento del web ha cambiato molte cose, ma non l'ha indotta a desistere. Così, eccola ora alle prese prevalentemente con progetti editoriali online e attività di comunicazione/reportistica medico-scientifica nelle aree cliniche più disparate. A volte, si chiede come abbia fatto, altre come continuerà. The show must go on.

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