La dieta antireflusso

Pasti abbondanti, cibi grassi, fritti, spezie, insaccati, bevande gassate, alcolici e superalcolici: sono tante le attenzioni dietetiche da seguire per chi soffre di malattia del reflusso gastroesofageo

Per chi soffre di malattia del reflusso gastroesofageo, un disturbo caratterizzato da acidità gastrica e risalita di acido dallo stomaco verso l’esofago, esistono ormai numerosi farmaci efficaci e sicuri in grado di tenere sotto controllo i sintomi. In molti casi, è possibile acquistarli in farmacia senza dover presentare ricette mediche. Quelli di prima scelta sono gli inibitori di pompa protonica (IPP), come per esempio l’omeprazolo, che bloccano la produzione di acido cloridrico nello stomaco, alleviando il disturbo. 

Tuttavia, va ricordato che bruciore di stomaco e reflusso gastrico, nella stragrande maggioranza dei casi, non compaiono a causa della presenza di alterazioni anatomiche o funzionali preesistenti a livello della mucosa gastrica o del cardias (la valvola che separa lo stomaco dall'esofago, prevendo la risalita di acido e cibo), ma sono provocati da errori dietetici, scarsa attività fisica, stile di vita inadeguato, condizioni di sovrappeso oppure obesità e stress.

Ciò significa che, se si vuole prevenire e trattare efficacemente la malattia del reflusso gastroesofageo, è necessario rivedere il proprio modo di mangiare e iniziare a prendersi maggior cura di se stessi in senso più generale. Ecco alcuni consigli pratici utili per tutti e a supporto della terapia farmacologica per chi la sta già assumendo.

Evitare le abbuffate

Oltre ai farmaci, da assumere seguendo le indicazioni e i consigli del medico o del farmacista, è molto importante seguire una dieta anti-reflusso gastrico. Non allarmatevi troppo: non si tratta di dover rinunciare a mangiare piatti gustosi e soddisfacenti, ma è necessario soltanto evitare gli alimenti che mettono a più dura prova le capacità digestive e che promuovono una maggiore acidità.

Sono sicuramente da evitare i pasti troppo abbondanti, soprattutto quelli ricchi di cibi grassi o fritti: è una regola universalmente valida, che chi soffre di reflusso gastroesofageo non può proprio permettersi di ignorare, soprattutto la sera.

Infatti, le cene abbondanti sovraccaricano lo stomaco prima di coricarsi e favoriscono le sgradevoli risalite acide e i malesseri durante la notte, quando il cardias si "rilassa" e la posizione orizzontale non aiuta. 

Per limitare i disagi, bisogna cercare di pianificare meglio l’assunzione del cibo nell’arco della giornata, prevedendo almeno 4-5 pasti leggeri e spuntini e privilegiando la colazione e il pranzo rispetto alla cena. 

Idealmente, si dovrebbe attendere almeno 3-4 ore prima di coricarsi dopo aver mangiato: quindi, meglio evitare di cenare troppo tardi. Un’altra buona abitudine per facilitare la digestione dopo cena (o dopo ogni altro pasto) è camminare un po': una passeggiata rilassante di 10-15 minuti può davvero fare la differenza per chi soffre di malattia del reflusso gastroesofageo e aiuta anche a tenere sotto controllo il peso corporeo.

Da evitare, invece, l'attività fisica intensa o gli sforzi dopo aver mangiato perché i movimenti rapidi e la pressione a livello addominale tendono ad allentare la tenuta del cardias e a favorire il reflusso gastrico. Inoltre, l'intensificazione del metabolismo muscolare e il richiamo di sangue a livello periferico distolgono l'organismo dal processo digestivo, rendendolo meno efficiente. Per apportare benefici su tutti i fronti, lo sport va praticato prima o lontano dai pasti.

Alimenti amici e nemici

A prescindere dal fatto di soffrire o meno di reflusso gastrico, l'alimentazione dovrebbe sempre essere varia, bilanciata, ricca di cibi freschi con alto valore nutritivo e tale da garantire un apporto di calorie e sostanze nutrienti commisurato al fabbisogno individuale, tenuto conto dell'età, del sesso, del tipo e dell'intensità di attività fisica praticata, nonché di eventuali esigenze particolari.

Una buona nutrizione è fondamentale per bambini e adulti e per ottenerla non si devono mai escludere a priori determinati cibi o intere categorie di alimenti dalla dieta, a meno che non sussistano allergie, intolleranze o controindicazioni specifiche, che devono comunque essere valutate dal medico e gestite con l'aiuto di un nutrizionista.

In presenza di malattia del reflusso gastroesofageo, tuttavia, è consigliabile privilegiare i cibi che sollecitano meno la secrezione gastrica e fastidiose risalite acide verso l'esofago e limitare fortemente quelli che tendono a promuoverle.

Gli alimenti ideali, che possono essere consumati ogni giorno perché impegnano poco lo stomaco e saziano a lungo, sono:

  • pasta
  • riso
  • cereali
  • patate

Per garantirne la massima digeribilità, devono però essere cotti al punto giusto e abbinati a un condimento leggero: meglio usare piccole quantità di olio extravergine d’oliva “a crudo”, evitando i grassi di origine animale, come burro, lardo o panna.

Il sugo di pomodoro non è proibito (se soggettivamente tollerato), ma non deve contenere cipolla, aglio né spezie piccanti.

Infatti, tra i nemici dichiarati di chi soffre di reflusso ci sono:

  • peperoncino
  • paprika
  • pepe
  • zenzero
  • cannella
  • noce moscata
  • curry
  • cumino.

Queste spezie promuovono la produzione dei succhi gastrici e, in alcune persone più che in altre, tendono ad allentare la tenuta del cardias. Attenzione anche a menta, anice e semi di finocchio.

Aromi innocui per lo stomaco sono:

  • prezzemolo
  • timo
  • salvia
  • basilico
  • origano
  • rosmarino

La liquirizia non soltanto è permessa, ma può addirittura contribuire ad alleviare i sintomi dell'acidità di stomaco e del reflusso gastrico perché l'acido glicirretico che contiene ha una blanda azione antinfiammatoria, favorevole per la mucosa gastrica ed esofagea. Non va, però, assunta sotto forma di caramelle (che contengono zuccheri o dolcificanti artificiali e additivi vari), ma il più possibile al naturale, ossia in tronchetti, bastoncini o preparati per infuso (magari da bere prima di coricarsi). 

Attenzione a non eccedere con il sale: oltre a favorire l’ipertensione, è uno dei principali stimolatori della secrezione acida gastrica. Il consiglio per riuscire a usare meno sale senza accorgersi troppo della differenza di sapidità è ridurre gradualmente le dosi che si impiegano mentre si cucina ed evitare di aggiungerne sui cibi quando sono già in tavola (spesso lo si fa d'istinto, ancora prima ancora di aver assaggiato il piatto).  

Tra i cibi da evitare ci sono anche salsicce alla brace, costine ai ferri e i tagli grassi di carne di manzo o maiale, in qualsiasi modo siano cucinati. 

Pochi salumi e soltanto magri, come bresaola, prosciutto crudo, cotto naturale. A riguardo, va ricordato che anche i salumi non grassi e di migliore qualità contengono molto sale, spezie e additivi che facilitano l'acidità di stomaco. Quando li si mangia, è consigliabile abbinarli a un po' di pane, che contribuisce ad attenuare la loro azione di stimolo della secrezione gastrica.

Per quanto riguarda i formaggi, vanno preferiti quelli freschi o stagionati, a patto che siano leggeri e digeribili, come ricotta, grana, caprino tenero, primosale o mozzarella. 

Pollice verso, invece, per gli erborinati (gorgonzola, roquefort, blue) e i fondenti (fontina, taleggio, brie, tomini), così come per la burrata, i formaggi freschi più cremosi e grassi e per il mascarpone.

Meglio girare al largo dalla cucina etnica, che sia cinese, indiana, magrebina o messicana: troppe spezie e glutammato un po’ ovunque. Via libera a sushi e sashimi, evitando però salsa di soia e wasabi. Anche diverse salse e accompagnamenti della tradizione nazionale, d'altro canto, sono controindicati: dalla maionese alla salsa verde, dalla mostarda senapata alle verdure sottaceto o agrodolci.

Vanno assunti a piccole dosi anche i frutti più acidi (agrumi, ananas, kiwi e alcuni frutti di bosco) e quelli troppo acerbi, consumandoli preferibilmente durante il pranzo, anziché a cena.

La tabella seguente riporta schematicamente gli alimenti permessi e quelli da evitare.

Cibi amici Cibi nemici
Pasta, fette biscottate Prodotti da forno confezionati dolci o salati, con aggiunta di grassi
Riso Piatti pronti, specie se con molto condimento
Cereali Cereali integrali e crusca, se non ben tollerati
Patate (bollite, al forno, al cartoccio) Aglio, cipolla, scalogno
Verdura preferibilmente cotta (biete, carote, zucchine, spinaci, fagiolini ecc.), insalata tenera Verdura acida o difficile da digerire (pomodori acerbi, peperoni, cavoli, verze, broccoli, rape, rapanelli ecc.)
Erbe aromatiche (prezzemolo, basilico, origano, salvia, rosmarino), liquirizia Spezie (peperoncino, paprika, pepe, zenzero, cannella, noce moscata, curry, cumino), menta, anice, semi di finocchio
Formaggi, freschi o stagionati (ricotta, grana, caprino tenero, primosale) Formaggi erborinati (gorgonzola, roquefort, blue) e fondenti (fontina, taleggio, brie, tomini)
Latte scremato o parzialmente scremato, yogurt magro Burro, panna, mascarpone, latticini grassi, gelati, creme
Olio di extra-vergine di oliva altri oli vegetali Lardo, salsa di soia, wasabi, rafano, senape
Salumi magri (bresaola, prosciutto, crudo, cotto naturale) Carne e insaccati grassi (salsicce alla brace, costine ai ferri e i tagli grassi di carne di manzo o maiale)
Pesce e carni bianche (pollo, tacchino, coniglio), cucinati al vapore, alla griglia, al cartoccio, in umido con poco condimento Pesce e carne fritti o in carpione, polpette al sugo, arrosti ripieni, salmì ecc.
Frutta non acida e al giusto grado di maturazione (mele, pere, banane, uva, cachi ecc.) Frutta acerba
Frutti acidi a piccole dosi (arance, mandarini, pompelmo, ananas, kiwi e alcuni frutti di bosco) Cucina etnica speziata e/o piccante (cinese, indiana, magrebina, messicana ecc.)
Acqua naturale a temperatura ambiente, piccole quantità di vino (non più di un bicchiere a pasto) Bibite gassate, caffè, tè e altre bevande contenenti caffeina, succhi di frutta industriali, superalcolici 

Masticare con calma

La buona digestione inizia in bocca e una buona masticazione è indispensabile per prevenire difficoltà digestive, acidità di stomaco e reflusso gastrico. È sufficiente masticare ogni boccone almeno 15-20 volte, con calma, per dare una mano allo stomaco nella digestione.

Così facendo il cibo viene sminuzzato in frammenti più facilmente digeribili dai succhi gastrici e gli enzimi presenti nella saliva iniziano la prima fase della digestione.

Meglio poi rimandare al dopo pranzo le conversazioni troppo concitate e le telefonate incalzanti. Oltre alla ben nota azione sfavorevole dello stress sulla funzionalità dello stomaco, parlare mentre si mangia porta a deglutire molta aria insieme al cibo, favorendo la comparsa di gonfiori di stomaco e conseguente maggiore propensione a eruttazioni e reflusso gastrico.

Una rilassata conversazione post-prandiale, magari mentre si passeggia, è benvenuta, soprattutto se aiuta a fare meno di sigarette e analoghi: il fumo, infatti, è assolutamente da evitare poiché è un potente stimolatore della secrezione gastrica acida e uno dei principali fattori in grado di peggiorare la malattia del reflusso gastroesofageo. 

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