Intestino pigro, ecco come svegliarlo


Contro gonfiori, tensioni addominali e stitichezza aiutano senza dubbio attività fisica e alimentazione. E, quando serve, integratori alimentari a base di fibre e prebiotici.

Avere l'intestino pigro, ovvero un rallentamento delle fasi finali della digestione, è un problema molto comune, che può diventare cronico anche se, spesso, è solo una situazione transitoria.

Viaggi, stress, problemi lavorativi o famigliari, cambiamenti nel regime alimentare e gravidanza possono far comparire improvvisamente costipazione, gonfiori e tensioni addominali, senza che siano da interpretare come i sintomi di una problematica più grave.

Una delle sue forme più comuni è dovuta a una dieta carente in fibre. Una vita meno sedentaria unita a una buona alimentazione può risolvere il problema.

L'importanza di una corretta alimentazione

L’intestino pigro può derivare da un eccessivo riassorbimento dell'acqua a livello del colon. In tal caso le feci, dure e disidratate, si accumulano e fanno fatica a essere evacuate.

L'alimentazione ha un ruolo fondamentale per risolvere questo tipo di problema. Infatti
cibi poveri di sali minerali, di vitamine, di acqua o di fibre procedono con più difficoltà all'interno del colon.

In questa situazione la muscolatura intestinale funziona meno bene, compromettendo l'emissione delle feci e provocando un blocco delle stesse. Anche le pareti del colon ne risentono e si indeboliscono.

Disco verde per vegetali e acqua

Al contrario, frutta, verdura, legumi, cereali e liquidi conferiscono una corretta consistenza alle feci e garantiscono il loro movimento nell'intestino. Infatti essi contengono pectine, che aiutano a formare masse gelatinose, e fibre vegetali ricche di cellulosa, una molecola in grado di assorbire molta acqua.

Inoltre i cibi di origine vegetale favoriscono la buona salute della flora batterica intestinale. Questa produce, a partire dai residui degli alimenti vegetali, una serie di acidi grassi volatili (come l'acido acetico, l'acido propionico, l'acido butirrico e l'acido lattico), tiene sotto controllo i gonfiori addominali e contribuisce allo stimolo alla defecazione.

Nella seguente tabella sono indicati gli alimenti che possono essere consumati in abbondanza e quelli che è invece meglio limitare:

Alimenti da preferire Alimenti da limitare
Pane e pasta integrali Condimenti
Cereali e loro derivati Alimenti proteici
Soia e altri legumi Zuccheri
Verdure (carciofi, carote, cavoli, melanzane, finocchi) Alimenti poveri di fibre (cioccolato, carne, farina raffinata, caffè e alcolici)
Frutta fresca, secca ed essiccata

Un ultimo accorgimento: masticare adeguatamente il cibo e bere in abbondanza. I liquidi possono essere introdotti anche come zuppe, minestre, spremute e tisane, come quella alla malva, pianta ricca di mucillagini.

Rimedi naturali: piante, prebiotici e probiotici

Se, però, anche con una dieta corretta l’intestino tende a non funzionare a dovere, possiamo rivolgerci alla fitoterapia: esistono molteplici piante con proprietà lassative, come il fucus, rabarbaro, il boldo, la frangola, il tarassaco, l'aloe e la senna. Unica precauzione: non utilizzarle durante la gravidanza e l'allattamento.

I tal caso è comunque possibile fare ricorso alle maltodestrine, derivati dell'amido del mais che agiscono sul transito intestinale.

Se, poi, una dieta sbilanciata o una terapia antibiotica hanno alterato la flora batterica intestinale, è bene reintegrarla in modo opportuno. Alcuni alimenti (yogurt classici e da bere e certi formaggi) contengono vari ceppi di Lactobacillus e Bifidobatteri che possono arrivare vivi fin nell'intestino.

Inoltre i microrganismi della flora intestinale possono essere assunti sotto forma di integratori probiotici. I cosiddetti prebiotici, invece, favoriscono la crescita dei batteri intestinali. Si tratta di fibre alimentari solubili, come il polidestrosio, che riequilibra la flora evitando effetti collaterali come il meteorismo.

Silvia Soligon
Silvia Soligon
Romana di adozione, è nata a Milano, dove ha conseguito la laurea in Scienze biologiche e il dottorato di ricerca in Scienze genetiche e biomolecolari. Ha poi continuato a lavorare nell’ambito della ricerca scientifica prima all’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” di Novara, poi all’Università “La Sapienza” di Roma.   Nella capitale ha proseguito il suo percorso formativo con un master in Scienza dell’alimentazione e dietetica applicata. Sempre a Roma si è specializzata nell’ambito del giornalismo e della comunicazione scientifica, conseguendo il master “Le scienze della vita nel giornalismo e nelle politiche istituzionali” dell'Università "La Sapienza".    Iscritta all'Ordine nazionale dei Biologi e all'Ordine dei giornalisti è socia di Unamsi (l’Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione). Dal 2008 collabora con diverse testate giornalistiche e siti web per la produzione di contenuti riguardanti tematiche medico-scientifiche. Musica e cibo sono le sue grandi passioni. Oggi divide il suo tempo tra la scrittura, il lavoro di nutrizionista e i concerti.

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