Stipsi, una risposta dalla natura

Stipsi, costipazione, stitichezza: tre parole per indicare non una malattia ma il sintomo di qualcosa che non va a livello dell’intestino. Vediamo come aiutarlo.

La difficoltà nell'evacuare regolarmente le feci non è una patologia, ma la spia della presenza di un altro disturbo, anche se in alcuni casi la causa prima non è identificabile.

La stipsi può essere occasionale o prolungarsi nel tempo ed è un problema frequente, che predilige le donne (circa tre volte di più colpite degli uomini) e che riguarda anche molti bambini.

In molti casi chi ne è affetto sceglie un trattamento “fai da te” per risolvere il problema: non a caso i lassativi sono tra le medicine più utilizzate.

Quando, però, la stitichezza è di tipo cronico l’automedicazione non è una buona scelta. Agire in modo corretto è importante per contrastare l'aggravamento della situazione, la cronicizzazione e l'insorgenza di eventuali complicazioni, come emorroidi e ragadi anali.

Falsi allarmi e cause passeggere

La cosiddetta stitichezza (o stipsi da propulsione) è dovuta a un rallentamento del transito intestinale, ma esistono anche forme di stipsi da espulsione, in cui l'evacuazione è rara o totalmente assente.

Non mancano nemmeno le forme immaginarie: infatti ben il 10 per cento delle persone che hanno una normale funzionalità intestinale crede di essere stitico soltanto perché non evacua tutti i giorni.

Segnale di una vera e propria condizione di stipsi è, al contrario, un numero di evacuazioni inferiore a tre alla settimana. A questo possono aggiungersi il bisogno di spingere durante la defecazione, una digestione lenta, gonfiore e sensazione di ingombro addominale, facile affaticabilità, malessere generale e irritabilità dell'umore.

Tutto ciò si associa a una scarsa frequenza dei movimenti intestinali e alla riduzione del volume e del peso delle feci.

Anche quando si tratta di stipsi vera e propria le cause e l'entità del problema possono essere molto diverse. Per le forme occasionali i motivi sono, in genere, da ricercare in situazioni che implicano cambiamenti di alimentazione, clima, abitudini.

In questi casi la stipsi scompare da sola quando riprendono le abituali condizioni di vita.

Le forme secondarie e quella primaria

Ben diverso è il caso della stipsi secondaria, che è sintomo della presenza di un'altra malattia.
Può insorgere anche durante la gravidanza, quando le modificazioni nei livelli di ormoni e la presenza di un utero ingombrante che comprime l'intestino possono ostacolare la regolarità intestinale.

In tutti questi casi non è possibile curare il disturbo solo utilizzando i lassativi e il trattamento dipenderà strettamente dalla patologia di cui la stipsi è solo un sintomo.

Non sempre, poi, la causa è ben identificabile. Si parla in questo caso di stipsi primaria.

In ogni caso è importante, ai fini della cura, distinguere fenomeni occasionali da problemi cronici per poter scegliere il trattamento più adeguato.

Fibre e acqua

La prima misura da adottare in caso di difficoltà ad evacuare è quella di aumentare l’assunzione di fibre e di acqua. Insieme aumentano la quantità di fluidi presenti nel colon e la massa delle feci. Questo stimola i movimenti dell'intestino che aiutano la propulsione del materiale di scarto, favorendone il passaggio. Via libera quindi ad acqua, spremute, tisane e verdura, frutta e cereali integrali, legumi in modo da assumere ogni giorno almeno 1,5-2 litri di fluidi e 30 grammi di fibre.

Frutta e movimento

Questo intervento, unito all'aumento dell'attività fisica, è spesso sufficiente a ripristinare un buon funzionamento intestinale. Lo sport fa bene anche per allentare lo stress, talora concausa della stitichezza, e per tonificare la muscolatura addominale.

Quanto alla frutta, è bene ricordare che non andrebbe consumata a fine pasto, ma da sola, magari come spuntino. Preferire kiwi e uva, e anche le classiche mele cotte e prugne cotte o secche.

I rimedi verdi

Tuttavia, se queste misure non bastano, la natura ci viene in aiuto con diversi rimedi, dal più delicato a quello maggiormente potente.

Nella seguente tabella vengono riportati alcuni esempi, con le rispettive indicazioni di utilizzo.

Rimedi naturali Indicazione
Fucus, Cascara, Frangula Stipsi ostinata
Malva, Altea, semi di Psillio e di Lino, glucomannano Stipsi leggera e occasionale, in caso di gravidanza, nei bambini

Vediamoli ora nel dettaglio.

Come anticipato nella tabella, nei casi in cui la stipsi è più ostinata si può fare ricorso a rimedi a base di Fucus, Cascara o Frangula, che contengono principi attivi che agiscono prevalentemente a livello dell'intestino crasso (colon) stimolando le contrazioni della sua muscolatura e favorendone pertanto lo svuotamento.

Tali lassativi sono molto efficaci, e devono essere utilizzati saltuariamente e mai in caso di gravidanza e allattamento o nei bambini sotto i 12 anni di età. Non sono indicati inoltre se sono presenti malattie infiammatorie acute a carico dell'intestino (colite ulcerosa, enterocolite, appendicite, morbo di Crohn) o dolori addominali di origine sconosciuta.

Quando si necessita di uno stimolo più delicato ci si può rivolgere a piante ricche di mucillagini, come Malva, Altea, semi di Psillio e di Lino e glucomannano, in grado di aumentare il volume delle feci proprio come fanno le fibre alimentari. Richiamano e trattengono acqua aumentando il volume fecale.

Sono lassativi ideali in tutti i casi di stipsi leggera e occasionale, in caso di gravidanza e nei bambini o, comunque, in tutti quei casi nei quali i lassativi più energici sono controindicati.

In commercio esistono prodotti già pronti in compresse, che associano diverse piante per una maggiore efficacia.

Un ultimo consiglio: non rimandiamo mai l’evacuazione quando compare lo stimolo. Oltre a predisporre alla stitichezza, questo atteggiamento alla lunga può causare anche altri disturbi, come cefalea, ritenzione idrica e persino cellulite!

Silvia Soligon
Silvia Soligon
Romana di adozione, è nata a Milano, dove ha conseguito la laurea in Scienze biologiche e il dottorato di ricerca in Scienze genetiche e biomolecolari. Ha poi continuato a lavorare nell’ambito della ricerca scientifica prima all’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” di Novara, poi all’Università “La Sapienza” di Roma.   Nella capitale ha proseguito il suo percorso formativo con un master in Scienza dell’alimentazione e dietetica applicata. Sempre a Roma si è specializzata nell’ambito del giornalismo e della comunicazione scientifica, conseguendo il master “Le scienze della vita nel giornalismo e nelle politiche istituzionali” dell'Università "La Sapienza".    Iscritta all'Ordine nazionale dei Biologi e all'Ordine dei giornalisti è socia di Unamsi (l’Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione). Dal 2008 collabora con diverse testate giornalistiche e siti web per la produzione di contenuti riguardanti tematiche medico-scientifiche. Musica e cibo sono le sue grandi passioni. Oggi divide il suo tempo tra la scrittura, il lavoro di nutrizionista e i concerti.

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