Influenza: come comportarsi ai primi sintomi

Dall'influenza si guarisce prima e meglio se ci si cura adeguatamente fin dall'esordio della sintomatologia e se si rispetta un periodo di riposo di alcuni giorni. Ecco che cosa fare per combattere i virus patogeni ed evitare il contagio di altre persone.

Sintomi influenzali: quali sono

Siete alla fine di un pomeriggio di un giorno faticoso, come tanti. Stanchi, stanchissimi. Ma, oggi, anche indolenziti. Con la testa pesante, un inizio di mal di gola e una vaga sensazione di nausea. Mancava giusto il primo starnuto. Eccolo. E un inizio di naso arrossato. Sono i sintomi tipici di una malattia da raffreddamento, con ogni probabilità un'infezione da parte del virus dell'influenza. Inutile illudersi che passi in una notte.

Neanche quest’anno avete provveduto per tempo alla vaccinazione, unica vera arma di prevenzione, e l’influenza è arrivata: quasi impossibile sfuggire, del resto, nei mesi che vanno da novembre a marzo. Tra poche ore la febbre salirà (fino a 38,5-39°C, se siete sfortunati anche a 40°C). I segnali sono chiari e l’evoluzione del quadro clinico prevedibile. Non resta che rassegnarsi, cercando di ricordare che cosa si deve fare per arginare i danni e limitare le sofferenze.

Un'altro tipico sintomo dell'influenza sono i dolori muscolo-scheletrici, ai quali possono aggiungersi, a seconda dei casi:

  • aumento della sudorazione
  • naso chiuso
  • astenia
  • capogiri
  • malessere
  • spossatezza
  • perdita di appetito
  • senso di prostrazione.

Tipici sono anche la cefalea e i brividi di freddo, così come la tosse. Quest’ultima è un sintomo molto frequente e si accompagna alla produzione di catarro. In alcune forme può perdurare anche diversi giorni dopo la scomparsa della febbre.

Nei bambini piccoli, inoltre, un esordio brusco della febbre può causare la comparsa di convulsioni febbrili. Si tratta di un’evenienza che mette in allarme i genitori e che in genere spinge a recarsi in pronto soccorso, ma nella maggior parte dei casi non hanno alcuna conseguenza sulla salute del bambino. Le convulsioni semplici, cioè della durata di 2-3 minuti, infatti non danneggiano il cervello dei bambini e non sono considerate indice di epilessia.

Sintomi che devono invece destare la preoccupazione dei genitori, e quindi richiedere un consulto medico, sono:


Sintomi dell'influenza e cosa fare

Testa pesante, stanchezza, dolori diffusi, e magari tosse, starnuti, raffreddore o brividi. La sintomatologia è inequivocabile: siete stati colpiti dal virus dell'influenza. Curarsi subito permetterà di arrivare prima e meglio alla piena guarigione, mentre qualche accorgimento pratico aiuterà a evitare il contagio di familiari e amici, che ve ne saranno indiscutibilmente grati.

Non desiderate altro che mettervi a letto? Perfetto. Perché in caso di influenza il riposo è la migliore medicina. Permette all’organismo di risparmiare energie e di concentrarsi sull’attività più importante e urgente: combattere i virus dell'influenza con la massima efficienza per guarire presto e bene.

Avevate in programma un incontro di lavoro irrinunciabile, la cena con gli amici, il concerto atteso da mesi, il week-end sulla neve già pagato? Pazienza, sarà per un'altra volta, e nessuno ne farà un dramma perché con la vostra assenza avrete evitato di favorire la trasmissione di una delle malattie infettive più diffuse tra adulti e bambini e particolarmente rischiosa per chi soffre di malattie croniche, in particolare di tipo respiratorio (asma, enfisema, BPCO ecc.) e cardiovascolare (coronaropatie, insufficienza cardiaca ecc.).

Per alcuni giorni (in media da tre a sette) tutto ciò che dovete fare è restare tranquillamente a casa, in un ambiente confortevole, ma non troppo caldo; affaticarvi il meno possibile; mangiare cibi sani e digeribili, ma nutrienti, anche se non avete appetito e cercare di bere il più possibile, ma a piccoli sorsi, in caso di febbre alta, nausea e vomito, per evitare la disidratazione; aumentare l’assunzione di vitamine, attraverso tanta frutta e verdura fresche, spremute e succhi di frutta e/o integratori multivitaminici e di sali minerali.

 

Bere molto. E stare lontani dagli altri per evitare contagi

Come già accennato, quando si ha l'influenza è importante bere molti liquidi, soprattutto se avete la febbre alta e sudate molto, per evitare di andare incontro a stati di disidratazione più o meno significativa, che aumentano la debilitazione e riducono la capacità dell'organismo di contrastare i microrganismi patogeni.

In proposito, va ricordato che a rischiare maggiormente la disidratazione e i suoi effetti sfavorevoli sono soprattutto i bambini più piccoli e gli anziani, che sono anche le due categorie di persone che percepiscono meno lo stimolo della sete e vanno, pertanto, invitate a bere spesso acqua o qualunque altro liquido sia gradito (succhi di frutta, camomilla, tisane, tè leggero, latte, brodi ecc.).

Inoltre, dal momento che qualunque infezione fa sentire un po' deboli e giù di corda, non è una brutta idea farsi coccolare un po’, pur senza esasperare i familiari con continue lamentele e richieste che, dopo un paio di giorni, potrebbero suscitare una certa irritazione più che affetto ed empatia.

Sia per migliorare la respirazione sia per abbassare la concentrazione nell’aria dei virus dell'influenza e ridurre, così, la probabilità di trasmissione ad altre persone, è consigliabile aerare periodicamente la stanza che vi ospita, facendo attenzione a non prendere freddo. Sempre per evitare di sparpagliare troppi microrganismi patogeni nell'ambiente, è importante evitare di gironzolare continuamente per casa aumentando il rischio di contagiare il partner, gli eventuali figli o, peggio, i nonni, che potrebbero andare incontro a fastidi più seri in caso di infezione influenzale.

Anche lavarsi le mani spesso con acqua e sapone o gel disinfettanti, usare biancheria separata in bagno e mettere in lavastoviglie bicchieri, tazze e posate immediatamente dopo l'uso sono buone strategie di prevenzione in ambito familiare, da rispettare durante tutta la durata dell'influenza (o di altre malattie infettive da raffreddamento, anche meno importanti). 

E qualche medicina, per curare i disturbi più fastidiosi

Premesse queste norme comportamentali, passiamo ai rimedi per l'influenza di tipo farmacologico che possono aiutare ad alleviare i disagi maggiori. Febbre e malessere generale in primis, ma anche il rischio di convulsioni nei bambini più piccoli predisposti, in caso di episodi febbrili caratterizzati da bruschi innalzamenti e altrettanto repentine riduzioni della temperatura corporea.

Su questo fronte, se avete più di 16 anni e non soffrite di patologie croniche che impongono l’assunzione di farmaci specifici, per qualche giorno potete affidarvi tranquillamente a un principio attivo della categoria dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).

I FANS, come per esempio ibuprofene, ketoprofene e acido acetilsalicilico, agiscono da antipiretici, antinfiammatori e analgesici, e la loro efficacia e sicurezza sono comprovate da un uso consolidato su decine di milioni di persone in tutto il mondo. Ogni singola assunzione vi permetterà di abbassare rapidamente la temperatura corporea, alleviare i dolori osteomuscolari e il mal di testa e di stare complessivamente meglio.

Alcuni FANS sono indicati anche per l'uso come antipiretici e antidolorifici nei bambini, fin dai primi anni di vita, ma in questo caso è sempre preferibile interpellare il pediatra prima di somministrare il farmaco e ricevere dal medico precise indicazioni sul dosaggio da impiegare (stabilito in base al peso e all'età) e sui tempi della cura (intervallo tra le somministrazioni e giorni totali di terapia).

Sia negli adulti sia nei bambini, prima di assumere antipiretici è bene verificare con l'aiuto di un termometro affidabile la temperatura corporea presente: in generale, se la temperatura è inferiore a 38,0°C, non si dovrebbero usare farmaci per abbassarla perché, entro certi limiti, la febbre è una reazione fisiologica dell'organismo che aiuta a combattere i microrganismi patogeni e favorisce la guarigione. Tuttavia, se il malessere associato all'influenza è notevole o in caso di bambini che tendono ad avere convulsioni, gli antipiretici possono essere impiegati anche in caso di febbre modesta (37,5-38°C).

Una febbre molto elevata (superiore a 39,0-39,5°C), d'altro canto, deve essere sempre guardata con sospetto, soprattutto se non scende dopo 2-3 dosi di antipiretico (opportunamente distanziate nel tempo) e se si associa a uno stato di prostrazione evidente, specie nei bambini e negli anziani. In questi casi, va sempre interpellato il medico per una valutazione competente e per svolgere gli approfondimenti del caso.

La stessa febbre alta deve, invece, indurre a recarsi direttamente al Pronto soccorso se a esserne interessati sono neonati nel primo anno di vita o donne in gravidanza oppure se si associa a:

  • difficoltà respiratorie severe (soprattutto in bambini, anziani e persone con malattie croniche)
  • confusione mentale o rigidità nella parte posteriore del collo (potrebbe trattarsi di meningite).

In tutti questi casi si tratta di situazioni ad alto rischio, che potrebbero richiedere cure intensive e che non è il caso di sottovalutare. 

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Rosanna Feroldi
Rosanna Feroldi
Da adolescente le avevano detto di fare il liceo classico e ha scelto lo scientifico. Alla maturità, le hanno detto di iscriversi Lettere e Filosofia e ha puntato su Biologia. Dopo laurea e tirocinio, al dottorato in elettrofisiologia ha preferito un corso di comunicazione e giornalismo scientifico della Facoltà di Farmacia - Università Statale di Milano. Insomma, non è il tipo che si lascia convincere facilmente. Da lì, è iniziato, più per gioco che per scelta, un percorso professionale che continua con soddisfazione da quasi vent'anni, passando da attività di consulente per la comunicazione su salute e stili di vita sani per il Progetto Città sane - Comune di Milano alla proficua collaborazione con la Fondazione San Raffaele di Milano, dove per 13 anni si è occupata di realizzare il magazine dell'Ospedale San Raffaele destinato ai pazienti e materiale divulgativo distribuito nell'ambito di campagne di sensibilizzazione, nonché di supportare l'attività di ufficio stampa. Contemporaneamente, entusiasta, mai stanca ed esagerando anche un po', ha interagito con numerose realtà editoriali come giornalista scientifica e medical writer, realizzando contenuti per riviste dirette al pubblico, ai medici e ai farmacisti. Il sopravvento del web ha cambiato molte cose, ma non l'ha indotta a desistere. Così, eccola ora alle prese prevalentemente con progetti editoriali online e attività di comunicazione/reportistica medico-scientifica nelle aree cliniche più disparate. A volte, si chiede come abbia fatto, altre come continuerà. The show must go on.

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