Cos'è l'onicomicosi


L’onicomicosi è un’infezione fungina infettiva, che colpisce l'apparato ungueale e può riguardare una o più unghie.
Secondo le statistiche interessa circa il 16% della popolazione compresa tra i 45 e i 60 anni di età, e, nella maggioranza dei casi, si deve alla proliferazione di funghi (o, più precisamente, miceti) quali Epidermophyton, Microsporum e Trichophyton spp., che sopravvivono nutrendosi della cheratina presente nei peli o nelle unghie.
L'infezione può esordire con una piccola macchia, bianca o gialla, sotto la punta di un’unghia delle dita delle mani o dei piedi (spesso si tratta dell'alluce).
Quando la micosi si diffonde in profondità, può succedere che l’unghia perda colore, si ispessisca e sviluppi dei margini frastagliati, causando un problema estetico ma anche provocando dolore.
Riconoscerne subito i sintomi, e curare la micosi intervenendo tempestivamente in modo specifico, dopo aver consultato il medico di famiglia, il podologo o il dermatologo, è il sistema più sicuro per ottenere la guarigione in tempi ragionevoli e per evitare di vederla ritornare dopo qualche mese, o addirittura qualche settimana.
Oltre che abbastanza difficili da contrastare, infatti, le onicomicosi hanno il brutto vizio di affezionarsi alle proprie vittime e di ripresentarsi periodicamente, dopo aver lasciato l’illusione di essersene andate in modo definitivo.
Vediamo nella seguente tabella quali sono le principali caratteristiche delle onicomicosi.
Zone colpite | Unghie dei piedi e delle mani |
Caratteristiche delle lesioni | Alterazioni di diverse parti dell'unghia, che diventa biancastro-giallognola, molle, fragile, con tendenza a sbriciolarsi e/o a sollevarsi dal letto ungueale. |
Sintomi | In genere asintomatica; talvolta provoca lieve bruciore o dolore, se i tessuti di sostegno dell'unghia si infiammano. |
Conosci il problema cosiddetto piede d'atleta? Leggi questo articolo.
I sintomi dell'onicomicosi sono molto simili a quelli delle affezioni ungueali di origine non infettiva (causate, in genere, da traumi, microtraumi e, nei casi più gravi, malattie reumatiche e insufficienze circolatorie periferiche).
Tra i sintomi visibili più comuni è possibile riscontrare:
A seconda della localizzazione del danno prodotto dal micete sull’unghia, si distinguono quattro forme di onicomicosi:
Nel primo caso, l'ispessimento e l'ingiallimento interessano la sola estremità dell'unghia, al di sotto della quale si depositano frammenti di cheratina e detriti. Se non trattata, l'onicomicosi subungueale distale può causare una condizione chiamata onicolisi, a causa della quale un’unghia infetta può anche staccarsi dal letto ungueale.
Nel secondo caso, invece, si osserva una patina biancastra in corrispondenza della lunula (la parte dell'unghia più vicina al tronco del piede), che può essere indice di una condizione di immunodepressione.
Nei restanti due, infine, il danno può interessare la sola superficie dell'unghia, che appare coperta da una squama di colore bianco gesso (onicomicosi superficiale bianca), oppure l'intera lamina ungueale (onicomicosi distrofica totale)
A volte, inoltre, può insorgere dolore e cattivo odore.
Di solito le infezioni fungine delle unghie (anche dette tinea unguium) sono provocate da funghi appartenenti ai gruppi dei dermatofiti, dei lieviti e delle muffe.
I funghi sono organismi microscopici che non hanno bisogno della luce del sole per sopravvivere. In genere vivono in ambienti caldi e umidi, come, per esempio, le piscine e le docce.
Il fattore di rischio principale è l’età. Per i seguenti motivi:
L’onicomicosi inoltre tende a colpire più gli uomini delle donne.
Altri fattori di rischio sono:
Ecco le regole da seguire per ridurre il rischio di contrarre un'onicomicosi:
La prima diagnosi è la valutazione clinica, che consiste nell’esame obiettivo delle unghie da parte del medico.
Per avere la conferma, quest'ultimo può richiedere il test per identificare il fungo, che si esegue raschiando piccole quantità di detriti sotto l'unghia.
I detriti possono essere esaminati al microscopio e poi, a meno che i risultati non siano insoddisfacenti, vengono messi in coltura in laboratorio o sottoposti alla PCR (Polymerase Chain Reaction) per identificare la causa dell'infezione.
Ciò è utile perché alcune malattie, come ad esempio la psoriasi, possono essere scambiate per onicomicosi. Anche alcuni microrganismi, tra cui lieviti e batteri, sono ugualmente in grado di infettare le unghie.
L’onicomicosi può essere difficile da trattare e le recidive sono comuni.
Farmaci per via orale. Per il trattamento dell’onicomicosi, il medico può prescrivere un antimicotico da assumere per via orale.
Questi farmaci sono indicati soprattutto in presenza di:
Di solito, si assumono per un periodo della durata di 6 -12 settimane, ma gli effetti del trattamento non sono apprezzabili fino a quando l’unghia non ricresce completamente.
Ci possono volere quattro mesi o anche più per eliminare un'infezione. Le infezioni ricorrenti sono possibili, soprattutto se si continua a esporre le unghie al caldo e all’umidità.
Anche il tipo di trattamento scelto, ancorché apparentemente efficace nell’immediato, può poi esporre a un maggior rischio di recidive successive, poiché intrinsecamente incapace di neutralizzare tutti i funghi presenti nell’unghia.
È il caso, per esempio, degli smalti medicati che, seppur dotati di una buona attività contro i microrganismi che causano l’onicomicosi, restano confinati sulla superficie della lamina e non arrivano ad agire in modo sufficientemente aggressivo sui funghi nascosti nel letto dell’unghia o nei tessuti che la circondano.
Anche se applicati regolarmente per diversi mesi, quindi, in molti casi possono offrire una soluzione soltanto temporanea al problema.
Unguenti a base di urea al 40% | Si acquistano in farmacia senza ricetta. Di solito sono venduti assieme ad alcuni accessori, vale a dire cerotti impermeabili monouso e un raschietto di plastica. Si applica l’unguento su tutte le parti infette, si copre con il cerotto e dopo 24 si rimuove. L’operazione va ripetuta per due o tre settimane. |
Lacca antifungina | Serve in caso di onicomicosi lieve-moderata. Consiste in uno smalto antimicotico da stendere sulle unghie infette e sulla pelle circostante una volta al giorno. |
Farmaci antimicotici topici | Si tratta di creme, soluzioni cutanee, spray e smalti. A volte sono usati assieme al trattamento con urea o assieme al trattamento orale. |
Chirurgia | Si ricorre all’intervento chirurgico soltanto nei casi più gravi o in quelli estremamente dolorosi. Consiste nella rimozione dell’unghia: quella nuova, che ricresce in circa 12 mesi, sarà libera dall’infezione. |
Altri fattori che promuovono il ritorno delle micosi sono legati alle abitudini di vita.
Per esempio, se si pratica regolarmente sport, dopo una prima micosi della cute o delle unghie del piede è essenziale aumentare l’attenzione all’igiene (lavando e asciugando i piedi con cura e indossando calze pulite dopo ogni allenamento), sostituire le scarpe abituali con un nuovo paio (per evitare reinfezioni) e utilizzare periodicamente polveri antimicotiche a scopo preventivo.
In caso di onicomicosi delle mani, dopo la guarigione dall’episodio iniziale, ci si dovrà impegnare a proteggerle meglio in ambito domestico e professionale, usando sempre guanti in lattice o gomma quando si utilizzano liquidi, soprattutto se contenenti detersivi o altre sostanze irritanti che indeboliscono le difese della pelle e delle unghie.
Nonostante un sincero impegno sul fronte terapeutico, dell’igiene personale e della prevenzione specifica, alcune persone devono rassegnarsi a fare periodicamente i conti con le onicomicosi.
Sono soprattutto coloro che hanno cute e unghie particolarmente predisposte alla colonizzazione da parte di funghi dermatofiti o lieviti (soprattutto, Candida albicans) o coloro che soffrono di malattie croniche che aumentano il rischio di svilupparle (riduzione delle difese immunitarie, psoriasi, diabete ecc.).
In questi casi, la strategia migliore per ridurre le recidive è non scoraggiarsi e curare costantemente, e con particolare attenzione, l’igiene di mani e piedi, eventualmente concordando con il dermatologo anche periodici trattamenti antimicotici preventivi.
Qualora sia presente una patologia predisponente di base, infine, è necessario assicurare un controllo periodico ottimale. Il monitoraggio costante è una premessa fondamentale per rendere meno probabile il ritorno dell’onicomicosi.
Leggi il dossier Onicomicosi.