Vegetarianesimo in caso di sport agonistico e anemia mediterranea

DOMANDA

Sono una ragazza di 18 anni che pratica sport a livello agonistico (pallavolo) con conseguenti allenamenti settimanali. Vorrei chiederle se diventando vegetariana rischierei più di quanto si rischi già contando il fatto che sono portatrice sana di anemia mediterranea.

RISPOSTA DELL'ESPERTO

Risponde: Patrizia Maria Gatti, Specialista in Scienza dell’Alimentazione

La dieta vegetariana è salutare, ma bisogna fare attenzione a eventuali carenze, specie nell’età dell’accrescimento e in gravidanza. Per essere precisi, però, è meglio specificare che esistono svariate “sfumature” della dieta vegetariana. Si va da una dieta ricca di vegetali, ma che non elimina latte e uova (latto-ovo-vegetariana) alle diete vegetariane “strette” che non prevedono alcuna traccia animale e che rifiutano tutto ciò che è prodotto da esseri viventi, persino il miele (dieta vegana). C'è anche chi mangiano soprattutto vegetali e anche il pesce, ma non la carne. E poi esistono le diete vegetariane a base di sola frutta (dieta fruttariana). Se da un lato la dieta vegetariana può essere considerata salutare, grazie al contenuto in fibre vegetali e fitoderivati importanti per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, di alcuni tipi di tumori e anche per prevenire i rischi del sovrappeso, dall'altro lato escludere del tutto gli alimenti di provenienza animale potrebbe portare a carenze di alcuni nutrienti essenziali, come ferro, zinco, acidi grassi omega-3, vitamina B12, vitamina D e calcio. Carenze che, specie nei bambini e negli adolescenti in cui l’accrescimento osseo è in piena attività,e nelle giovani donne in gravidanza, si ripercuoterebbero soprattutto sulla struttura e le funzioni del tessuto nervoso e sulle ossa. Ora, nel suo caso particolare, visto che ha solo 18 anni e pratica un’attività sportiva, va da sé che trovandosi ancora in piena adolescenza qualche rischio nel passare al vegetarianesimo c'è. Per di più lei è portatrice, seppure sana, di un tratto talassemico. Dunque, secondo il mio parere, c'è da prestare molta attenzione fino almeno all'età dei 25 anni e anche oltre se ha intenzione di avere figli. Per questo sconsiglio assolutamente il "fai da te": chieda al suo medico di seguirla passo a passo in questa scelta e consulti un dietologo che possa pianificare una dieta vegetariana personalizzata dopo aver attentamente considerato il suo attuale stato di nutrizione con tutte le misure del caso.

Patrizia Maria Gatti
Specialista in Scienza dell’Alimentazione
Laureata in Medicina e Chirurgia nel 1983 presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Milano si è Specializzata in Scienza dell’alimentazione (indirizzo dietetico) presso il medesimo Ateneo nel 1986. Nel 1994 ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Biochimica e la Specializzazione in Biochimica Clinica (indirizzo diagnostico) nel 1997.

Attualmente lavora come libero professionista: svolge attività privata come medico specialista e come author and medical editor multimedia communication. È autore di numerose pubblicazioni in: ricerca clinica, ricerca scientifica di base, biochimica nutrizionale e delle malattie legate alla nutrizione (diabete, obesità, dislipidemie, aterosclerosi). Ha al suo attivo numerose partecipazioni in qualità di docente e/o di relatore a convegni e corsi di educazione nutrizionale per la popolazione generale e per le scuole e a congressi nazionali e internazionali. Possiede oltre 10 anni di esperienza nella comunicazione multimediale salute, medicina e nutrizione.

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