Io e Sally – Mal di Gola

Mal di Gola

Mal di gola:
quando serve davvero
l'antibiotico?

Batterico o virale?
Questa è una delle domande che a volte ci poniamo di fronte al mal di gola, noto anche come faringite.
Può sembrare un dettaglio, ma la risposta a questo dubbio fa una grande differenza, in particolare per quello che riguarda la terapia.
L’antibiotico è infatti necessario solo ed esclusivamente in caso di infezione batterica, mentre è inutile in presenza di virus.

Il mal di gola provocato da infezioni batteriche rappresenta solo una minoranza di tutti i casi di faringite, ovvero non più del 30%.
In tutte le altre situazioni, la causa del mal di gola è un virus.
Gli agenti virali coinvolti possono essere diversi. I più diffusi sono:

  • adenovirus
  • rinovirus
  • coronavirus stagionali (da non confondere con il tristemente noto coronavirus Sars-Cov2, responsabile della pandemia da COVID-19)
  • virus influenzale
  • enterovirus.

Più rari sono i casi di mal di gola provocati da virus come il citomegalovirus, l’Herpes simplex virus o il virus di Epstein-Barr.

Il mal di gola di origine batterica è invece più diffuso tra i bambini e la probabilità che una faringite sia provocata da batteri, piuttosto che da virus, diminuisce con l’avanzare dell’età.
Quando il mal di gola si manifesta in persone adulte o anziane, quindi, è molto più probabile che l’agente patogeno alla radice del disturbo sia un virus.

I batteri che possono provocare irritazioni alla gola sono diversi ma, nella stragrande maggioranza dei casi, l’agente batterico responsabile è lo streptococco e, in particolare, lo streptococco β-emolitico di gruppo A (SBEGA).

Che lo SBEGA sia il protagonista indiscusso del mal di gola batterico è una fortuna. Questo ha infatti reso possibile sviluppare strumenti di diagnosi specifici per quel batterio.
Un caso analogo si è verificato durante la pandemia da COVID-19, durante la quale sono stati messi a punto kit diagnostici specifici per il virus Sars Cov-2, unico responsabile della malattia che ha tenuto sotto scacco il mondo intero. Se a provocare la pandemia fossero stati più virus (o batteri) contemporaneamente, la soluzione sarebbe stata molto più complessa e difficile da raggiungere.
Così come per il Sars Cov-2, esistono tamponi faringei che in pochi minuti consentono di individuare (o escludere) l’infezione da SBEGA. Si tratta di strumenti diagnostici di uso comune e spesso disponibili in farmacia o negli studi dei pediatri, che quindi possono verificare in tempi brevi la natura del mal di gola sui piccoli pazienti.

Bisogna quindi fare il tampone faringeo ogni volta che fa male la gola?
Certamente no: questi strumenti dovrebbero essere usati consapevolmente, solo in caso di sospetto che l’infezione sia causata da un batterio.
Ma quali sono i sintomi che possono far nascere questo sospetto?
Per prima cosa, sfatiamo il mito che la presenza di placche equivalga al segno distintivo di un’infezione batterica. Se da una parte è vero che lo SBEGA porta alla formazione di placche, dall’altra è importante tenere a mente che queste possono essere provocate anche da alcuni virus.
Alcune caratteristiche del mal di gola associate alla presenza di infezione batterica sono:

  • febbre,
  • presenza di sacche piene di liquido a livello delle tonsille (le placche),
  • assenza di tosse,
  • linfonodi doloranti.

Se notate questi sintomi, è bene rivolgersi al medico, che valuterà la necessità di un tampone specifico.

Il mal di gola batterico viene trattato principalmente con antibiotici, ma è possibile abbinare anche l’uso di anti-infiammatori per ridurre i sintomi e il dolore.
Tra gli anti-infiammatori utili in questi casi vi sono le formulazioni con azione locale (spray e pastiglie da sciogliere in bocca), che funzionano bene sui sintomi, sia in caso di infezione batterica, che virale.

Il consiglio generale per affrontare il mal di gola è quello di usare in prima battuta farmaci anti-infiammatori e sintomatici.
Rivolgetevi al medico in caso di:

  • sintomi che non migliorano o che, anzi, peggiorano,
  • presenza di sintomi che possono essere associati a infezione batterica.

Fonti:

  • Wan EYF, et al. Association of COVID-19 with short- and long-term risk of cardiovascular disease and mortality: a prospective cohort in UK Biobank. Cardiovasc Res . 2023 Jan 19;cvac195.
  • Al-Aly Z, et al. High-dimensional characterization of post-acute sequelae of COVID-19. Nature. 2021 Jun;594(7862):259-264.
  • Espinosa-Gonzalez AB, et al. Orthostatic tachycardia after covid-19. BMJ. 2023 Feb 24;380:e073488.
  • Khunti K, et al. COVID-19, Hyperglycemia, and New-Onset Diabetes.Diabetes Care. 2021 Dec;44(12):2645-2655.

Quest'inverno l'influenza
sarà forte come lo scorso
anno?

Con l’arrivo del freddo e dell’inverno, tendono a ripresentarsi “vecchie conoscenze” tra cui l’influenza. Questa rappresenta spesso un’incognita, perché di anno in anno può cambiare, presentandosi ora più forte, ora più blanda.
Nel caso di sintomi lievi, poi, spesso viene confusa con il raffreddore, perché entrambe le condizioni sono caratterizzate da sintomi simili. Con un po’ di attenzione, però, è possibile individuare di quale malattia si tratta.

A differenza del raffreddore, i disturbi provocati dall’influenza compaiono in modo molto rapido, quasi improvviso. Febbre, tosse, dolori muscolari in tutto il corpo e spossatezza, sono le caratteristiche principali.
Il raffreddore si presenta con sintomi più lievi e che si manifestano gradualmente. La tosse e la febbre possono comparire, ma sono meno comuni, mentre il naso che cola, gli starnuti e il mal di gola rappresentano i disturbi più diffusi.

Fondamentale, inoltre, è ricordare che raffreddore e influenza non sono provocati dagli stessi patogeni.
Il raffreddore, infatti, può essere dovuto a infezioni con varie tipologie di virus, tra cui per esempio rinovirus, virus parainfluenzali e coronavirus stagionali (da non confondere con il tristemente noto coronavirus Sars-Cov2, responsabile della pandemia da COVID-19).
L’influenza, al contrario, è provocata sempre e solo dall’infezione da virus influenzale: ne esistono diverse categorie e sottocategorie, che sono individuate da caratteristiche specifiche.

A causa della loro specifica struttura molecolare, i virus influenzali tendono a mutare. Quello che cambia di anno in anno, però, non sono tanto i sintomi, che si mantengono paragonabili tra i diversi ceppi virali, ma la capacità del virus di infettare gli esseri umani e trasmettersi da persona a persona.
Vi sono anni in cui l’agente virale si dimostra meno efficiente nel colpire e nel diffondersi, ma, in altri casi, può verificarsi la situazione opposta.
Nella storia, infatti, vi sono state vere e proprie pandemie di influenza, nei casi in cui il virus si diffondeva in modo molto veloce.
Ricordiamo per esempio:

  • la Spagnola, nel 1918;
  • l’asiatica, nel 1957;
  • quella di Hong Kong, nel 1968.

La pandemia influenzale più recente risale al 2009.

Ma perché queste differenze tra un virus influenzale e l’altro?
La risposta risiede nelle molecole che si trovano sulla superficie virale: si tratta di due proteine chiamate emoagglutinina (HA) e neuraminidasi (NA).
Sono queste che permettono al virus influenzale di entrare nelle cellule del nostro corpo e che mutano di anno in anno, in base a complessi meccanismi molecolari.
La classificazione dei ceppi influenzali si basa proprio sulle variazioni di HA e NA che avvengono nel tempo.

Che si tratti di raffreddore o influenza, in ogni caso, le precauzioni da seguire e le soluzioni per mitigare i sintomi sono le stesse.
Per le persone senza particolari problemi di salute, il miglior rimedio è il riposo a casa, stare al caldo e bere molta acqua per evitare la disidratazione.
Se necessario, si possono assumere farmaci antipiretici o antinfiammatori per abbassare la temperatura corporea in caso di febbre alta e/o alleviare i dolori.
Si consiglia inoltre di restare a casa da scuola o da lavoro fino alla guarigione che, nella maggior parte dei casi, richiede circa una settimana.
È meglio consultare il medico se l’influenza si manifesta in:

  • persone di età superiore a 65 anni;
  • donne in gravidanza;
  • persone affette da patologie croniche o altre fragilità.

Nel caso dell’influenza, poi, il modo migliore per prevenirla è la vaccinazione. Ogni anno il vaccino viene aggiornato in dipendenza delle tipologie di virus influenzale che hanno maggiore probabilità di arrivare in Europa.
Per la prossima stagione, sono stati individuati quattro ceppi virali (influenza A H1N1, simile alla Spagnola e responsabile di altre due epidemie di influenza molto severe; influenza A H3N2, simile al ceppo della pandemia Hong Kong; influenza B Victoria; influenza B Yamagata) che saranno inclusi nei nuovi vaccini.

Fonti:

  • CDC. Center for Disease Control and prevention. Cold Versus Flu. https://www.cdc.gov/flu/symptoms/coldflu.htm
  • Roxas M, et al. Colds and influenza: a review of diagnosis and conventional, botanical, and nutritional considerations. Altern Med Rev. 2007 Mar;12(1):25-48.
  • EpiCentro. Influenza. https://www.epicentro.iss.it/influenza/influenza

La gola fa male.
Perché?

Dolore, gola gonfia e difficoltà a deglutire. Sono questi i sintomi del mal di gola, anche noto come faringite. Ma perché si verificano?
Sembrerà strano, ma la “colpa” di questi fastidi non è degli agenti patogeni (virus o batteri) che infettano la gola, ma del nostro sistema immunitario.
Scopriamo insieme questo affascinante meccanismo.

Quando un virus, o più raramente un batterio, infetta le vie respiratorie superiori (la gola, appunto), le nostre difese immunitarie si attivano per combattere l’infezione e liberarsi dell’ospite indesiderato.
I protagonisti principali di questa azione di difesa sono i globuli bianchi, cellule del sistema immunitario in grado di riconoscere gli agenti patogeni dannosi.

Quando i globuli bianchi individuano un virus o un batterio potenzialmente dannoso, si attivano: emettono sostanze particolari che fungono da segnale per mettere in atto tutta una serie di meccanismi molecolari nella zona in cui si sta verificando l’infezione.

Queste sostanze, note come citochine, svolgono una duplice azione:

  • determinano la formazione di un ambiente sfavorevole per virus e batteri;
  • richiamano altre cellule del sistema immunitario per potenziare l’attacco.

I processi che abbiamo descritto sono noti come “infiammazione”.

Quando l’infiammazione riguarda la gola, si può osservare:

  • la dilatazione dei capillari, che ha lo scopo di facilitare l’afflusso di sangue nella zona, attraverso cui altri globuli bianchi possono raggiungere il luogo dell’infezione. È questo fenomeno a determinare il gonfiore e, di conseguenza, la difficoltà a deglutire che di solito notiamo quando siamo colpiti dal mal di gola.
    l'appiattimento (reversibile) della mucosa della gola, che porta a scoprire le fibre nervose presenti in questa zona.
  • l'appiattimento (reversibile) della mucosa della gola, che porta a scoprire le fibre nervose presenti in questa zona. Si tratta di cellule responsabili della percezione del dolore e del riflesso della tosse. La conseguenza? Quando queste fibre sono maggiormente esposte agli stimoli esterni, tendiamo a tossire più frequentemente e a provare dolore alla gola.

E i linfonodi?
In alcuni casi, a seconda della gravità dell’infezione, possiamo sentire al tatto un ingrossamento dei linfonodi localizzati a livello del collo, che tendono a essere doloranti.
Stesso discorso per le tonsille: possono gonfiarsi e provocare dolore.
Si tratta, anche in questi casi, della risposta all’infezione: questi organi hanno lo scopo di convogliare le cellule del sistema immunitario nella zona dell’infezione e, in caso di attacco di virus o batteri, svolgono un lavoro extra e quindi aumentano di dimensioni.

Se l’infiammazione della parte bassa della gola (faringe) si propaga, può raggiungere la laringe. Questa rappresenta il primo tratto dell'apparato respiratorio, che scende fino ai polmoni, ed è sede delle corde vocali.
Ecco quindi il motivo della voce bassa o che, in alcuni casi, sparisce del tutto per un breve periodo.

Il mal di gola è un disturbo che tende a risolversi spontaneamente nel giro di qualche giorno, ma i sintomi possono essere davvero fastidiosi.
Per combatterli, esistono diversi prodotti, in forma di caramelle o spray.
Possono essere a base di anti-infiammatori, per ridurre l’infiammazione, il dolore e gli altri sintomi che abbiamo descritto.
Oppure, esistono prodotti a base di estratti naturali, anch’essi in grado di svolgere un’azione:

  • lenitiva contro il dolore e l’infiammazione;
  • protettiva nei confronti delle mucose irritate.

Per scegliere la soluzione più adatta a te, chiedi sempre consiglio al tuo medico o al farmacista.

Fonti:

  • Eccles R. Understanding the symptoms of the common cold and influenza. Lancet Infect Dis. 2005 Nov;5(11):718-25.
  • SIP. Linee Guida Italiane. Gestione della Faringotonsillite in Età Pediatrica
  • Weber R. Pharyngitis. Prim Care. 2014 Mar;41(1):91-8.

Miti e verità
sul mal di gola

Come provare a ridurre una faringite.

Lo chiamiamo mal di gola, ma il termine più corretto sarebbe faringite. Ovvero un’infiammazione della faringe, la cavità che si trova tra la bocca e le fosse nasali, nella parte superiore, e tra la laringe e l’esofago, nella parte inferiore.
La faringite si manifesta per lo più durante i mesi invernali e può colpire sia adulti che bambini.
La causa, nella maggior parte dei casi, è l’infezione delle vie aeree superiori da parte di virus o batteri.
I sintomi sono molto fastidiosi e, per cercare di ridurre il mal di gola, è facile incappare in consigli non esattamente fondati.

  1. Ci sono le placche in gola? Allora bisogna prendere un antibiotico
    Falso.
    Gli antibiotici sono efficaci e devono essere utilizzati solo in caso di infezione batterica. Sono invece inutili nei casi di attacchi virali.
    La presenza di placche, quelle formazioni biancastre che possono comparire a livello di gola e lingua, può essere provocata sia da virus che da batteri.
    Per scegliere il rimedio adatto, quindi, è importante confrontarsi con il proprio medico e individuare per prima cosa l’agente patogeno che ha provocato il disturbo.
    Il medico valuterà tutti i sintomi presenti ed eventualmente prescriverà un tampone, per verificare la presenza di virus o batteri specifici.
    Solo così sarà infatti possibile scegliere la strategia corretta per affrontare il mal di gola.
  2. Durante il mal di gola meglio bere tanto, quindi la cosa migliore è bere almeno tre tazze di tè
    Parzialmente vero.
    Quando si soffre di mal di gola, bere tanto aiuta a idratarsi e a ridurre il senso di dolore e secchezza. Il tè, sia caldo che freddo, rappresenta quindi una buona soluzione per introdurre liquidi e magari coccolarsi un po’ con sapori gradevoli.
    Attenzione però a non esagerare: la teina presente nel tè, così come la caffeina contenuta nel caffè, possono aumentare la disidratazione, peggiorando quindi il fastidio e la sensazione di bocca secca.
    Sempre meglio la più “banale” acqua, che non ha alcuna controindicazione! Oppure un succo di frutta, magari ricco di vitamina C, che supporta la funzione del sistema immunitario e ci aiuta a combattere meglio l’infezione.
    Esistono poi alcune sostanze utili per favorire l’idratazione, tra cui l’acido ialuronico, presente in molti prodotti studiati per il benessere della gola.
  3. I gargarismi con acqua e sale danno sollievo dai sintomi
    Vero.
    Si tratta di un rimedio facilissimo da usare, la cui efficacia è stata provata da diversi punti di vista.
    Il sale agisce richiamando i liquidi all’esterno dai tessuti, riducendo quindi il gonfiore della gola infiammata, e creando una sorta di barriera che impedisce a virus e batteri di rientrare.
    La sua azione antibatterica, inoltre, aiuta l’organismo a combattere l’infezione.
    I gargarismi con acqua e sale sono utili anche contro afte e contro le infiammazioni alla gola provocate da alcuni tipi di allergie.
    Basta mezzo cucchiaino da caffè riempito di sale e sciolto in un bicchiere d’acqua, un paio di volte al giorno.
    Attenzione a sputare il liquido dopo i gargarismi: ingerire troppa acqua e sale può avere alcune controindicazioni, tra cui la disidratazione.
  4. Sciogliere lentamente caramelle in gola dà sollievo
    Vero.
    Masticare caramelle stimola la produzione di saliva, che agisce idratando la gola secca e quindi alleviando in parte il dolore.
    Alcune caramelle, inoltre, contengono sostanze utili proprio a questo scopo, come per esempio limone e miele.
    In caso di sintomi particolarmente fastidiosi, esistono anche pastiglie che contengono anche principi attivi antiinfiammatori, che agiscono direttamente sull’infiammazione, e sostanze con azione emolliente, per ridurre ulteriormente il fastidio.
    Meglio chiedere consiglio al farmacista per individuare il prodotto più adatto.
  5. Quando si ha mal di gola, è importante mangiare cibi freddi.
    Parzialmente vero.
    Da una parte i cibi freddi aiutano a contrastare il dolore e il gonfiore della gola.
    Dall’altra, anche i cibi caldi hanno una loro utilità, favorendo la salivazione e quindi l’idratazione a livello della gola. Inoltre, agiscono come decongestionanti sulle mucose.
    In sostanza, caldo o freddo va bene allo stesso modo: meglio scegliere in base al proprio gusto personale e alle sensazioni che si preferiscono. La cosa importante è che si tratti sempre di alimenti sani.
  6. Se oltre al mal di gola c’è la tosse, allora è raffreddore.
    Falso
    La tosse è uno dei sintomi del mal di gola. Quando la gola si irrita, va a stimolare proprio i nervi che inducono la tosse. Ma questo sintomo può presentarsi anche in altre infezioni, tra cui raffreddore o influenza.
    Quindi non basta la presenza della tosse, da sola, a definire la tipologia di malattia.
    I sintomi di raffreddore e influenza sono molto simili, inclusa la presenza di tosse. In genere, però, i disturbi influenzali compaiono in modo più rapido, mentre quelli del raffreddore sono più lievi.
    Questo in ogni caso può variare da individuo a individuo.
    Ricordiamo poi che gli agenti patogeni che possono attaccare le vie respiratorie e determinare la comparsa di tosse sono davvero molti, tra cui per esempio i virus come il Covid-19, i rinovirus, i virus parainfluenzali. Oppure, i batteri, come lo streptococco.

Il mal di gola
nei bambini

Come gestirlo e come prevenirlo?

Il mal di gola è uno dei disturbi più comuni che possono colpire i bambini durante la stagione fredda.
Una delle prime mosse da fare è capire quale sia la causa. E, in particolare, se si tratta di infezione virale o batterica.
A seconda dell'agente patogeno coinvolto, infatti, le strategie da seguire per aiutare i piccoli saranno diverse.
Nella maggior parte dei casi, il mal di gola è provocato dai virus del raffreddore, come i Rhinovirus, oppure dai virus di influenza o parainfluenza. In alternativa, il mal di gola può essere causato da batteri, tra cui lo Streptococco di gruppo B.
Non è sempre facile capire se si tratti di infezione batterica o virale, perché i sintomi sono molto simili.
Il mal di gola provocato da virus è caratterizzato anche da altre manifestazioni, oltre al dolore alla faringe, come:

Uno strumento che può aiutare il medico nella corretta diagnosi è il test di Centor. Si tratta di un punteggio clinico,
che stima la probabilità che il paziente abbia una faringite provocata da Streptococco.
In particolare, il test di Centor prevede che venga valutata la presenza di:

  • formazione di vescicole cariche di liquido a livello delle tonsille (le famose “placche”)
  • linfonodi ingrossati e dolorosi al tatto
  • febbre (38°C)
  • assenza di tosse.

La presenza di una delle condizioni dell’elenco fa “guadagnare” un punto. Più aumenta il punteggio, più cresce la probabilità che il bambino sia affetto da mal di gola di origine streptococcica. Il punteggio massimo del test di Centor è 4.
Evoluzione del punteggio Centor è il McIsaac, che tiene conto anche dell’età dei bambini, aggiungendo 1 punto se il bambino ha meno di 14 anni (il punteggio massimo quindi può arrivare a 5).
Queste valutazioni, tuttavia, forniscono solo una probabilità e non una certezza che il mal di gola sia provocato da un batterio, piuttosto che da un virus.

La prova del nove, che il medico potrebbe scegliere in casi dubbi, è il tampone faringeo: eseguibile in un quarto d’ora. Il principio con cui funziona è quello di un test rapido per il COVID-19, ma il tampone viene fatto nella gola. Questa tecnica permette di individuare l’agente patogeno responsabile del disturbo.

Una volta riconosciuto il responsabile del mal di gola, si passa alla terapia.
Nel caso di faringite batterica, la soluzione sono gli antibiotici.
S
e invece si tratta di infezione virale, ecco alcuni consigli per facilitare la guarigione dei piccoli:

  1. aiutateli a idratarsi, dando loro spesso acqua e bevande
  2. proponete loro di fare gargarismi con acqua salata (per i più grandicelli)
  3. scegliete cibi semiliquidi o morbidi, se i bambini hanno difficoltà di deglutizione.

Analgesici e antipiretici sono gli strumenti da utilizzare per ridurre il dolore alla gola e la febbre. Ai primi sintomi si può ricorrere anche a soluzioni con ingredienti naturali come spray e sciroppi che creano un film protettivo sulla gola, riducendo il contatto con gli irritanti e alleviando il dolore. Nel caso di dubbi sulla scelta del prodotto più adatto è sempre consigliabile rivolgersi al proprio pediatra o al farmacista di fiducia.

E cosa fare per prevenire?

La prima regola per evitare infezioni, sia batteriche che virali, è senza dubbio quella di lavarsi spesso le mani. Soprattutto se i bambini giocano in compagnia, scambiandosi giocattoli e oggetti vari. Sarebbe meglio, inoltre, evitare il contatto stretto con altri piccoli che hanno raffreddore o mal di gola.

Mal di gola estivo:
quali sono le cause?

Raffreddore e mal di gola non sempre compaiono solo in inverno!
Sally ci aiuta a capire quali sono le cause dei malanni estivi e come evitarli.
Spesso si pensa che il raffreddore compaia solo durante le stagioni fredde. In realtà, sintomi come naso che cola e gola infiammata possono presentarsi anche durante l’estate. Ma quali sono le cause?

  1. Infezioni batteriche o virali. Una delle cause principali del raffreddore, anche durante l’estate, sono batteri o virus. Durante la stagione calda, i virus maggiormente diffusi sono diversi rispetto a quelli in circolazione nei mesi freddi, anche se i sintomi sono simili tra loro: naso che cola, gola irritata e, in qualche caso, una febbre leggera. A volte, l’infezione virale può svilupparsi in concomitanza con altre cause, tra cui in particolare gli sbalzi termici.
  2. Sbalzi termici. Quando arriva il caldo, la tentazione è quella di rifugiarsi in ambienti climatizzati. E più l’aria condizionata è forte, meglio è. Anche se i condizionatori possono offrirci sollievo dall’afa, tuttavia, il lato negativo
    è che espongono il nostro organismo a forti sbalzi termici, quando si passa da un ambiente climatizzato a quello esterno. Quando questo accade, aumenta il rischio di sviluppare disturbi come raucedine e alterazione del normale tono di voce. Un altro possibile effetto indesiderato degli sbalzi termici, soprattutto se si accoppiano a un’elevata sudorazione, è l’insorgenza di faringiti e irritazioni del cavo orale.
  3. Fumo. L’abitudine al tabacco, in qualsiasi stagione, provoca irritazione nelle mucose del cavo orale. Questo espone
    a un rischio più alto di mal di gola o disturbi delle vie respiratorie. Evitare il fumo, anche quello passivo, può aiutarci a migliorare la nostra salute, in tutte le stagioni.
    Un disturbo spesso associato al mal di gola è il russare durante il sonno, fenomeno che si presenta con maggior frequenza nei fumatori.
  4. Aria secca. L’aria condizionata, oltre a esporre il nostro organismo a possibili sbalzi termici, può essere associata
    a una ridotta umidificazione degli ambienti. Il tasso di umidità dovrebbe sempre essere mantenuto intorno al 40%-50%. Se l’aria è troppo secca, oppure se i filtri dei condizionatori non sono adeguatamente puliti, può aumentare il rischio di disturbi come catarro e mal di gola.
  5. Allergia. Sensazione di prurito alle vie respiratorie, bruciore, tosse: sono questi alcuni sintomi tipici di questo disturbo. Le allergie sono dovute a un errore del nostro corpo, che mette in atto una risposta eccessiva contro un agente esterno normalmente non dannoso, ma che invece l’organismo percepisce come pericoloso. Esistono vari tipi di allergie, che si distinguono in base all’agente che provoca la reazione nell’organismo. La presenza di polline o fiori, per esempio, causa la classica febbre da fieno, particolarmente diffusa durante la primavera e l’estate. Ma anche l’allergia agli acari può manifestarsi in tutte le stagioni, inclusa quella estiva. Assicurarsi di tenere lontano l’allergene che provoca il disturbo è fondamentale per evitare la comparsa dei sintomi.
  6. Durante l’estate, e non solo, la presenza di mal di gola ricorrente, raucedine o alterazione del tono della voce potrebbe essere dovuta al reflusso gastroesofageo. Si tratta di un disturbo per cui i succhi gastrici, normalmente contenuti all’interno dello stomaco, fuoriescono nell’esofago, irritando la mucosa e provocando fastidi come appunto tosse o mal di gola. In questo caso, è fondamentale il parere del medico, che vi suggerirà la strategia migliore per risolvere questo disturbo.

Articoli correlati

Pubblicità

Gli articoli più letti

I servizi per te
Farmaci a domicilio
Prenota una visita