Si ritiene che la maggior parte dei casi si verifichi quando i batteri innocui che vivono nell’intestino o sulla pelle penetrano nella vescica attraverso l’uretra, il canale che trasporta l’urina all’esterno del corpo.
Esiste anche un tipo di cistite non batterica, nota come cistite interstiziale, che non è associata a un’infezione evidente della vescica e per cui gli antibiotici non funzionano.

Grafica delle ovaie

 

Cistite non complicata

Questo termine indica l’infezione in una paziente sana, non incinta o in premenopausa, con vie urinarie nella norma dal punto di vista anatomico e funzionale:

  • È il caso di cistite più comune tra le donne non incinte e in salute;
  • È provocata in genere dall’Escherichia coli (in circa il 75–95% dei casi di cistite non complicata).

Cistite complicata

Si definisce cistite complicata l’infezione associata a fattori che aumentano la colonizzazione e diminuiscono l’efficacia della terapia:

  • Comprende i casi di cistite nelle donne in gravidanza e in pazienti immunocompromessi o in età avanzata.
  • È associata a un più alto rischio di inefficacia del trattamento e spesso richiede cure antibiotiche più lunghe.
  • Può verificarsi in seguito a ostruzione, idronefrosi (gonfiore di uno o entrambi i reni dovuto a un accumulo di urina) o calcoli renali.
  • Può anche essere causata da organismi anomali presenti su strumentazione o apparecchiature mediche, come cateteri urinari, utilizzate in pazienti sottoposti a trapianto del rene, in pazienti con funzionalità renale compromessa, oppure dopo prostatectomie o radioterapia.

Prevalenza e incidenza delle IVU e della cistite

  • Le donne hanno una maggiore probabilità di sviluppare un’infezione delle vie urinarie (come la cistite) perché la loro uretra è più corta rispetto a quella degli uomini.
  • Nelle donne, l’incidenza nell’arco della vita è del 50–60%.
  • Circa il 10% delle donne in postmenopausa riferisce di aver avuto una IVU, ad esempio una cistite, nell’anno precedente.
  • Nelle donne la prevalenza della cistite aumenta con l’età.

Segni e sintomi

I sintomi più comuni della cistite e delle IVU sono:

  • Aumento della frequenza della minzione
  • Sensazione di bruciore durante la minzione
  • Maggiore urgenza di urinare, anche subito dopo aver svuotato la vescica
  • Urine maleodoranti
  • Urine torbide o scolorite
  • Sangue nelle urine (ematuria)
  • Febbricola
  • Dolore durante i rapporti sessuali
  • Persistente sensazione di avere la vescica piena
  • Sensazione di pressione a livello della vescica
  • Crampi all’addome o alla schiena
  • Dolore rettale negli uomini

Infezioni renali (pielonefrite)

I batteri possono diffondersi dalle vie urinarie ai reni, il che rappresenta un grave rischio per la salute e richiede un intervento medico urgente. I sintomi delle IVU che interessano le vie urinarie superiori includono:

  • Nausea e vomito
  • Dolore al fianco o alla schiena
  • Brividi
  • Febbre

Sintomi della cistite

Segni e sintomi nei bambini, nelle donne in gravidanza e negli anziani

Cistite nei bambini

  • La febbre è il sintomo più comune di un’infezione delle vie urinarie nei bambini fino a due anni; altri sintomi potrebbero non presentarsi affatto nei bambini molto piccoli, o essere aspecifici.
  • La cistite nei bambini è caratterizzata da sintomi simili a quelli degli adulti, tra cui:
    • irritabilità;
    • mancanza di appetito;
    • vomito;
    • dolore e dolorabilità ai fianchi.

Cistite in gravidanza

  • La batteriuria asintomatica è una condizione comune durante la gravidanza.
  • Tuttavia, nel 30% dei casi, porta a sviluppare una cistite.
  • Le donne in gravidanza con la batteriuria asintomatica presentano un più alto rischio di ritardo di crescita intrauterino e di neonati con basso peso alla nascita.
  • Altri sintomi delle IVU e della cistite in gravidanza sono simili a quelli che insorgono di norma negli adulti.

Cistite negli anziani

  • Il rischio di batteriuria aumenta con l’età.
  • Negli anziani è spesso difficile da diagnosticare perché può essere asintomatica.
  • I sintomi della cistite negli anziani sono simili a quelli che insorgono di norma negli adulti, ma le donne in postmenopausa possono presentare anche sintomi meno specifici, come:
    • Dolore all’addome o alla schiena
    • Brividi
    • Costipazione

Cause

Cause della cistite infettiva

  • Di solito la cistite è causata da un’infezione batterica della vescica o delle vie urinarie.
  • E. coli è il batterio responsabile del 75–95% dei casi di cistite non complicata.
  • I ceppi di E. coli uropatogeni provenienti dall’intestino aderiscono al perineo e alla vagina e li colonizzano, e da qui riescono a diffondersi facilmente alle vie urinarie, causando infiammazione.
  • Una più alta ricettività epiteliale per l’E. coli negli organi urinari e riproduttivi è associata a cistite ricorrente.
  • Tra gli altri patogeni eziologici c’è la famiglia delle Enterobatteriacee come Proteus mirabilis, Klebsiella pneumoniae e Staphylococcus saprophyticus.
  • L’E. coli è la causa più comune della cistite complicata, ma tra gli altri patogeni eziologici ci sono enterobacter, citrobacter, serratia, pseudomonas, enterococchi, stafilococchi e funghi.

Illustrazione delle infezioni della vescica

Cause della cistite non infettiva

  • La cistite interstiziale è una condizione cronica caratterizzata da pressione e dolore alla vescica e dolore pelvico. Benché le cause siano meno chiare, si presume possa essere dovuta a danni al rivestimento della vescica o ai muscoli del pavimento pelvico, malattie autoimmuni (forse in seguito a una cistite), disfunzioni epiteliali che aumentano la permeabilità delle membrane cellulari, o reazioni allergiche
  • La cistite non infettiva può anche essere causata da:
    • Assunzione di farmaci (i farmaci chemioterapici, ad esempio, possono causare infiammazioni alla vescica dovute ai metaboliti che passano attraverso le vie urinarie).
    • Radioterapia alla zona pelvica, che può causare un’infiammazione della vescica.
    • Uso prolungato del catetere, che può rendere le persone più predisposte alle infezioni o al danneggiamento dei tessuti o delle mucose.
    • Ipersensibilità agli agenti chimici contenuti nei bagnoschiuma, negli spermicidi o in altri prodotti per l’igiene, che possono provocare una reazione allergica.
  • La cistite può anche presentarsi come complicazione di altre patologie, come diabete, calcoli renali, problemi alla prostata e cancro.
  • Uno studio condotto su 43.719 pazienti ha rilevato che il 10% delle IVU (tra cui la cistite) si presentava in associazione con l’ipokaliemia.

Fattori di rischio

Perché le donne sono più soggette alla cistite?

Non è chiaro il motivo per cui le donne presentino un più alto rischio di cistite, ma si pensa che ciò sia dovuto alla minore lunghezza dell’uretra e alla sua vicinanza all’ano, che rende più facile il passaggio dei batteri dal colon alla vescica.

Fattori di rischio comuni

Tra i fattori di rischio più comuni associati alla cistite acuta e alle IVU, ci sono:

  • Rapporti sessuali o attività che espongono al passaggio di batteri nelle vie urinarie
  • Scarsa igiene
  • Età avanzata
  • Nelle donne, alterazione dei batteri dell’uretra dovuta all’uso di diaframma o spermicidi
  • Cambiamenti anatomici e fisiologici, per esempio durante la gravidanza
  • Diabete
  • Condizioni mediche che interessano il sistema immunitario
  • Gruppo sanguigno

Rischi associati a cistiti e IVU ricorrenti (>2 episodi in sei mesi)

Gruppo sanguigno

  • Tra le donne con una storia di IVU ricorrenti si riscontra una presenza 3-4 volte maggiore di fenotipi non secernenti del gruppo sanguigno AB0.
  • Gli antigeni del gruppo sanguigno AB0 possono generare una predisposizione alle invasioni batteriche e favorire l’infezione da E. coli.

Anatomia

  • Uno studio caso-controllo ha rilevato che le donne con distanze inferiori tra uretra e ano erano più suscettibili alle IVU.

Alterazioni del biota vaginale

  • I lattobacilli, i principali batteri del biota vaginale, mantengono un pH acido favorevole e combattono le infezioni.
  • Quando la flora vaginale si altera e i lattobacilli si riducono, questi meccanismi di difesa vengono compromessi.

Genetica / storia familiare

  • Alcune persone sono geneticamente predisposte alle infezioni delle vie urinarie; per esempio, il polimorfismo genetico dei recettori dei processi infiammatori a volte può rendere le donne più suscettibili a sviluppare una IVU​​​​​​​.​​​​​​​

Gravidanza

  • La gravidanza è associata a un più alto rischio di IVU (incidenza dell’8%), a causa di un aumento del volume e della compressione della vescica dovuto alla dilatazione dell’utero, a un pH urinario più alto e alla glicosuria (presenza di glucosio nelle urine), che favorisce la crescita dei batteri.

Menopausa

  • La batteriuria (presenza di batteri nelle urine) aumenta con l’età: riguarda il 10–15% delle donne tra i 65 e i 70 anni e il 20–50% delle donne dagli 80 anni in su.
  • L’atrofia vulvovaginale comporta una diminuzione degli estrogeni e della produzione di glicogeno e una minore presenza di lattobacilli (che abbassa il pH vaginale).
  • Il calo dei livelli di estrogeni porta a una riduzione del volume dei muscoli vaginali, che può causare un prolasso dei genitali interni, dell’utero e del pavimento pelvico.

Rapporti sessuali

  • Avere rapporti sessuali frequenti e utilizzare spermicidi aumenta il rischio di IVU ricorrenti.
  • La correlazione tra l’uso di salvaslip e IVU ricorrenti non è dimostrata dagli studi.

Minzione disfunzionale

  • Il cosiddetto svuotamento disfunzionale è stato associato a una maggior ricorrenza di IVU.

Diabete

  • Le persone affette da diabete di tipo 1 e 2 presentano un più alto rischio di batteriuria.
    • Uno studio condotto su 70.000 pazienti con diabete di tipo 2 ha rilevato che all’8,2% era stata diagnosticata una IVU durante il primo anno (al 12,9% delle donne e al 3,9% degli uomini, con un’incidenza che aumenta con l’età).
  • Sebbene concentrazioni di glucosio più elevate nelle persone con diabete possano aumentare il rischio di IVU, le associazioni con questo effetto non sono ancora state confermate.
  • È probabile che le alterazioni del sistema immunitario contribuiscano alla patogenesi delle IVU nelle persone con diabete.
  • La neuropatia può contribuire allo svuotamento disfunzionale: le disfunzioni della vescica interessano il 26–85% delle donne con diabete.

Diagnosi

Quando un operatore sanitario potrebbe sospettare una cistite?

Il medico può sospettare un’infezione delle vie urinarie (IVU) in una donna che presenta le caratteristiche tipiche di una IVU (in assenza di perdite o irritazioni vaginali), tra cui:

  • Disuria: fastidio, dolore, bruciore, formicolio o pizzicore durante la minzione.
  • Aumento della frequenza: minzione più frequente del solito.
  • Urgenza: un intenso bisogno di svuotare la vescica, che può portare all’incontinenza urinaria.
  • Cambiamenti nell’aspetto o nella consistenza delle urine: le urine possono risultare torbide alla vista, o si può notare un cambiamento nel colore o nell’odore.
    • Ematuria: può presentarsi sotto forma di urine dalla colorazione bruno-rossastra o con sangue.
  • Nicturia: minzione più frequente del solito durante la notte.
  • Fastidio/dolore sovrapubico.
  • Le caratteristiche tipiche potrebbero essere assenti, specialmente nelle donne anziane con deterioramento cognitivo. Il medico potrebbe sospettare un’infezione delle vie urinarie se la paziente presenta:
    • Caratteristiche cliniche aspecifiche generalizzate, come delirio, letargia, ridotta capacità di svolgere le attività della vita quotidiana e anoressia
    • Prima di formulare una diagnosi di IVU è necessario escludere fonti di infezione alternative e cause di delirio diverse da un’eventuale IVU
  • In pazienti con febbre, dolore lombare e brividi si dovrebbe sospettare una pielonefrite.

Analisi delle urine

Come confermare una diagnosi di cistite?

  • Tramite un’anamnesi approfondita con una serie di domande su:
    • Insorgenza ed evoluzione delle caratteristiche cliniche;
    • Altri sintomi come perdite vaginali o uretrali, irritazioni o eruzioni cutanee che potrebbero indicare cause diverse dalle IVU;
    • Segnali d’allarme come ematuria, dolori lombari, brividi, nausea, vomito e stato mentale alterato;
    • Storia familiare di patologie del tratto urinario, come la malattia del rene policistico;
    • Possibilità di gravidanza in donne in età fertile (in caso di dubbio può essere effettuato un test di gravidanza);
    • Anamnesi patologica remota, compresi i fattori di rischio per le IVU ricorrenti, come ad esempio malattie neurologiche, diabete mellito e immunosoppressione;
    • Assunzione di farmaci, compresi gli antibiotici recenti.​​​​​​​
  • Analisi di:
    • Parametri vitali (come la temperatura, la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca e respiratoria), per rilevare segni di malattia sistemica o sepsi;
    • Palpazione per controllare la dolorabilità ai fianchi e nella zona sovrapubica e la presenza di masse pelviche o addominali;
    • Altre diagnosi (per esempio pielonefrite, ostruzione o tumore maligno) se la persona presenta un intenso dolore addominale, dolorabilità ai fianchi o una massa pelvica o addominale;
    • Blocco in presenza di catetere urinario in situ;
    • Altre valutazioni sistemiche a seconda della causa sospetta, ad esempio l’esame dei genitali se l’atrofia vulvovaginale o l’herpes simplex rappresentano una possibilità.
  • Verranno prese in considerazione le seguenti informazioni:
    • Se la paziente ha meno di 65 anni e non presenta fattori di rischio per le IVU complicate, le strisce reattive per l’analisi delle urine possono essere utilizzate come ausilio alla diagnosi (questo tipo di test non è affidabile per donne di età superiore ai 65 anni e pazienti con catetere) Se il test risulta positivo ai nitriti o ai leucociti e ai globuli rossi (red blood cells, RBC), è probabile che si tratti di una IVU.
    • Se il precedente trattamento antibiotico è risultato inefficace o se c’è la possibilità di resistenza agli antibiotici​​​​​​​, occorre inviare un campione di urina per la coltura e la sensibilità (i campioni più affidabili sono quelli raccolti al mattino).

Diagnosi differenziale

  • Sintomi urinari associati a febbre e/o dolori lombari, potrebbero essere indice di una pielonefrite.
  • Se si manifestano sintomi urinari ma l’urinocoltura non rileva un’infezione delle vie urinarie (IVU), bisogna considerare condizioni che possono presentare sintomi simili a quelli delle IVU, ad esempio:
    • Altre patologie urologiche o genitourinarie come vaginite atrofica, lichen sclerosus, lichen planus, urolitiasi o cistite interstiziale;
    • Malattie dermatologiche come psoriasi, dermatiti irritanti o da contatto;
    • Spondiloartropatie come l’artrite reattiva o la sindrome di Bechet, infezioni sessualmente trasmissibili (ad esempio clamidia, gonorrea, herpes genitale) oppure altre infezioni come candida, filaria, tubercolosi e schistosomiasi;
    • Traumi dovuti a procedure genitourinarie, rapporti sessuali, abusi sessuali o attività fisica (come il ciclismo);
    • Effetti indesiderati dei farmaci: alcuni farmaci, come la ciclofosfamide, gli oppioidi e la nifedipina, possono provocare disturbi alle vie urinarie;
    • Diagnosi alternative o gravi come la gravidanza ectopica
    • Tumori maligni
      • I tumori ginecologici (per esempio il cancro alle ovaie) possono provocare un aumento persistente dell’urgenza e/o della frequenza urinaria.
      • I tumori urologici possono essere associati a ematuria (visibile o non visibile).

Linee guida per il trattamento

Come curare la cistite (senza prescrizione medica)

Citrato di sodio

  • Nei pazienti con sospetto di cistite, ma senza evidenza di infezione batterica, l’alcalinizzazione con un ciclo di 48 ore a base di citrato di sodio può essere la strategia di prima linea preferita.
  • Uno studio condotto su 205 donne ha dimostrato che un ciclo di 48 ore a base di citrato di sodio ha alleviato i sintomi nell’80% delle pazienti senza batteriuria.
  • Il citrato di sodio alza il pH urinario, incrementando la capacità dei neutrofili di eliminare i batteri.
  • Tuttavia, gli antibiotici possono risultare comunque necessari nei pazienti con batteriuria persistente.

Approcci alternativi

  • Per ridurre il disagio associato alla cistite, si può ricorrere a cure domiciliari come l’applicazione di fasce autoriscaldanti sull’addome o sulla schiena, l’uso di antidolorifici da banco, come l’ibuprofene o il paracetamolo, e i bagni caldi.
  • Ai pazienti si raccomanda di bere molti liquidi.
    • Il succo di mirtillo rosso può avere effetti benefici poiché riduce l’espressione delle proteine dell’E. coli modificando la conformazione delle molecole di superficie, e può quindi indebolire la virulenza dei ceppi batterici di E. coli.
  • È preferibile indossare biancheria di cotone e abbigliamento comodo.
  • Evitare alimenti/bevande che potrebbero peggiorare i sintomi, come cioccolato, bevande contenenti caffeina, bevande acide e a base di agrumi, alimenti con glutammato monosodico.

Come curare la cistite ricorrente

  • Il modo migliore per trattare una cistite ricorrente è evitare le cause scatenanti.
  • La profilassi antibiotica continua a basso dosaggio con trimetoprim, trimetoprim-sulfametossazolo (cotrimossazolo), nitrofurantoina, cefaclor o chinoloni si è dimostrata efficace nel prevenire le IVU; tuttavia, esiste un grave rischio di effetti collaterali.
  • La profilassi antibiotica post-coitale (che prevede l’assunzione di un antibiotico entro due ore dal rapporto) può essere efficace.
  • I prodotti a base di mirtillo rosso (succo o capsule) riducono le recidive della cistite sintomatica; tuttavia, non ci sono dati sulla dose/concentrazione ottimale o sulla durata del trattamento.

Antimicrobici per il trattamento di IVU non complicate

Adulti

  • La cistite viene spesso curata con gli antibiotici; tra gli antibiotici orali di prima linea utilizzati nei pazienti a basso rischio di antibiotico-resistenza, ci sono:
    • Nitrofurantoina: se la velocità di filtrazione glomerulare stimata (estimated glomerular filtration rate, eGFR) è ≥45 mL/minuto.
    • Trimetoprim: se il rischio di resistenza è basso.
  • Quando non si riscontra alcun miglioramento con gli antibiotici di prima scelta dopo 48 ore o se i farmaci di prima scelta non sono ritenuti idonei, si può ricorrere ad antibiotici di seconda scelta, come:
    • Nitrofurantoina: se l’eGFR è ≥45 mL/minuto e non è una prima scelta.
    • Pivmecillina (un tipo di penicillina).
    • Fosfomicina.

Donne in gravidanza

  • Antibiotici di prima scelta:
    • Nitrofurantoina: se l’eGFR è ≥45 mL/minuto
  • Quando non si riscontra alcun miglioramento con gli antibiotici di prima scelta dopo 48 ore o se i farmaci di prima scelta non sono ritenuti idonei, si può ricorrere ad antibiotici di seconda scelta, come:
    • Amoxicillina (solo se i risultati della coltura sono disponibili e suscettibili)†§;
    • Cefalexina;
    • alternative di seconda scelta.

Uomini

  • Antibiotici di prima scelta:
    • Trimetoprim
    • Nitrofurantoina: se l’eGFR è ≥45 mL/minuto†‖
  • Seconda scelta:
    • Riconsiderare le diagnosi alternative di pielonefrite acuta o prostatite acuta, basando la scelta dell’antibiotico sui risultati recenti di coltura e suscettibilità

​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​Controllare eventuali colture delle urine, suscettibilità e prescrizioni precedenti e scegliere gli antibiotici di conseguenza.

† Se l’eGFR è 30-44 mL/minuto, può essere usato con cautela per trattare le IVU inferiori non complicate causate da batteri multiresistenti sospetti o accertati e solo se il beneficio potenziale supera il rischio (BNF, agosto 2018).

‡ È probabile che il rischio di resistenza sia più basso se il farmaco non è stato usato negli ultimi tre mesi, se una precedente urinocoltura suggerisce una suscettibilità (ma non è stato usato) e nei soggetti più giovani in aree in cui i dati epidemiologici locali indicano che la resistenza è bassa. È probabile che il rischio di resistenza sia più elevato in caso di uso recente e nelle persone anziane in strutture residenziali.

§ Evitare in gravidanza: può produrre emolisi neonatale.

La nitrofurantoina non è raccomandata per gli uomini con sospetto coinvolgimento della prostata, perché è improbabile che raggiunga livelli terapeutici nella prostata.

Bambini

Linee guida generali

  • Nei bambini, le IVU come la cistite vengono trattate con antibiotici, la cui scelta dipende dall’età del bambino e dal tipo di batterio che causa l’IVU.
  • I bambini di età inferiore ai tre mesi devono essere visitati da uno specialista pediatrico e possono ricevere antibiotici per via endovenosa.
  • Si raccomanda l’applicazione di fasce autoriscaldanti.
  • I bambini devono bere molta acqua per favorire l’eliminazione dei batteri dalle vie urinarie. Bere molta acqua può anche portare a una riduzione della carica batterica e a un miglioramento del rapporto batteri/neutrofili che favorisce l’eradicazione dei batteri.

Antimicrobici nei bambini

  • Tra gli antibiotici di prima scelta raccomandati per i bambini dai tre mesi in su, ci sono:
    • Trimetoprim: se il rischio di resistenza è basso
    • Nitrofurantoina: se l’eGFR è ≥45 mL/minuto
  • Gli antibiotici di seconda scelta nel caso in cui non si riscontrino miglioramenti con gli antibiotici di prima scelta dopo 48 ore o la prima scelta non sia idonea sono:
    • Nitrofurantoina: se l’eGFR è ≥45 mL/minuto e non è una prima scelta
    • Amoxicillina (solo se i risultati della coltura sono disponibili e suscettibili)
    • Cefalexina

​​​​​​​​​​​​​​Controllare eventuali colture delle urine, suscettibilità e prescrizioni precedenti e scegliere gli antibiotici di conseguenza.

† È probabile che il rischio di resistenza sia più basso se il farmaco non è stato usato negli ultimi tre mesi, se una precedente urinocoltura suggerisce una suscettibilità (ma non è stato usato) e nei soggetti più giovani in aree in cui i dati indicano che la resistenza è bassa. Il rischio di resistenza può essere più elevato in caso di uso recente e nelle persone anziane in strutture residenziali.

​​​​​​​‡ Se l’eGFR è 30-44 mL/minuto, può essere usato con cautela per trattare le IVU inferiori non complicate causate da batteri multiresistenti sospetti o accertati e solo se il beneficio potenziale supera il rischio.

 

Linee guida per il trattamento destinate ai farmacisti

Quando i farmacisti devono indirizzare i pazienti dal medico?

  • I farmacisti devono conoscere i segni e i sintomi comuni della cistite, nonché i sintomi che distinguono i casi non complicati dalla batteriuria asintomatica e dalla cistite complicata.
  • Ci sono circostanze particolari in cui i farmacisti devono sempre indirizzare i pazienti dal medico:
    • Ostruzione cronica
    • Nefrolitiasi
    • Diabete mal controllato
    • Catetere vescicale a permanenza
    • Stent uretrale o tubo nefrostomico a permanenza
    • Insufficienza renale cronica
    • Gravidanza
    • Immunosoppressione (ad esempio in caso di uso cronico di corticosteroidi ad alte dosi, uso di altri immunosoppressori, neutropenia, ecc.)
    • Infezioni delle vie urinarie ricorrenti
    • Pielonefrite
    • Aumento della frequenza o della gravità dei sintomi

Farmaci da banco

  • In presenza di sospetta cistite, i farmacisti possono fornire trattamenti e consigli, suggerendo anche farmaci da banco (in linea con le autorizzazioni dei prodotti). Quando è il caso, si deve valutare la possibilità di richiedere un consulto medico.
  • In caso di sospetta cistite, il farmacista deve tenere in considerazione l’età del paziente, l’anamnesi nota e la gravità dei sintomi.

Illustrazione dell'utero

Prevenzione

Come prevenire la cistite

  • Bere più acqua è una delle raccomandazioni più comuni quando si parla di prevenzione della cistite; tuttavia, mancano evidenze di studi controllati riguardo i benefici di una maggiore assunzione di acqua.
  • Il succo di mirtillo rosso viene spesso consigliato per prevenire le IVU:
    • Da un’analisi su dieci studi randomizzati sono emersi dati che confermano che i preparati a base di mirtillo rosso possono essere efficaci nel ridurre il numero di IVU in un periodo di 12 mesi.
    • Per contro, in un altro studio che confrontava gli effetti del mirtillo rosso con quelli del trimetoprim, il rischio a 6 mesi di sviluppare una IVU era del 60% maggiore in chi consumava mirtillo rosso rispetto a chi assumeva trimetoprim a basso dosaggio.
    • Non ci sono molte informazioni sul dosaggio, ma alcuni dati suggeriscono che un dosaggio giornaliero di 240-300 mL di succo di mirtillo rosso può prevenire del 50% le recidive delle IVU e ridurre la batteriuria.
  • La profilassi antibiotica a basso dosaggio è efficace per prevenire la cistite.
  • Sembrano esserci buone prospettive per la prevenzione delle IVU per mezzo di vaccini, ma a oggi non sono disponibili vaccini efficaci.
  • Le linee guida dell’Associazione Europea di Urologia (European Association of Urology, EAU) del 2018 raccomandano l’immunomodulatore orale lisato batterico OM-89, che potenzia le risposte immunitarie innate e adattive.
    • Uno studio della durata di 6 mesi ha dimostrato che la frequenza delle IVU si è ridotta del 49% nei pazienti con IVU ricorrenti che avevano ricevuto 6 mg di OM-89 al giorno per 3 mesi rispetto al gruppo che aveva assunto placebo (p<0,0001), con una riduzione del ricorso agli antibiotici.
  • Nelle donne in menopausa, la terapia a base di estrogeni stimola la proliferazione di Lactobacillus, abbassando il pH vaginale e quindi prevenendo la colonizzazione da parte di batteri della famiglia delle Enterobacteriaceae.
  • Si raccomanda di evitare l’utilizzo di cateteri in lattice, perché l’E. coli e altri batteri che provocano IVU aderiscono più facilmente a questo tipo di materiale.
  • L’instillazione intravescicale di ceppi di E. coli meno patogeni può prevenire l’infezione da ceppi più virulenti nei pazienti con catetere; tuttavia, sono necessari ulteriori studi.
  • Evitare comportamenti sessuali a rischio, ad esempio un numero elevato di partner sessuali e una protezione inadeguata.
  • Mentre i probiotici vaginali non sono considerati in grado di ridurre le recidive di IVU, il d-mannosio potrebbe essere un agente profilattico promettente.
  • La metenamina ippurata e i glicosaminoglicani intravescicali sembrano ridurre il rischio di IVU ricorrenti; tuttavia, sono necessari ulteriori studi.
  • Per prevenire al meglio le IVU si consiglia una strategia combinata.