Mughetto: cause, sintomi e terapie

Colpisce per lo più bambini o persone con ridotte difese immunitarie e causa placche biancastre a livello della bocca che possono estendersi anche all'esofago o ad altri distretti corporei.

Il mughetto è la manifestazione più nota di un disturbo noto con il nome di candidosi orale. Si tratta di una micosi, ovvero un'infezione provocata da un fungo. Il microrganismo in questione è la Candida albicans che è parte integrante della flora batterica presente nella mucosa orale di molte persone.

Chi colpisce?

Molto comune in neonati e bambini piccoli, può tuttavia colpire anche gli adulti. In particolare, gli anziani con protesi dentarie o coloro che, per varie ragioni, hanno un sistema immunitario compromesso.

Candida: identikit di un fungo

La Candida albicans è un fungo appartenente alla famiglia dei saccaromiceti. Normalmente presente nell'organismo, è in grado di replicarsi e dare luogo a colonie che si trovano a livello della mucosa vaginale, di quella del cavo orale e della porzione terminale dell'intestino. Qui occupa una nicchia bene definita insieme ad altri batteri come i lattobacilli che, tutti insieme, rappresentano la microflora batterica, fondamentale per aiutare il nostro corpo a svolgere alcune funzioni cruciali come la digestione o la protezione contro agenti patogeni esterni.

L'albicans, però, è solo una delle tante specie di Candida presenti nel corpo umano. Tra le più note ci sono, per esempio, la glabrata (responsabile di alcune infezioni urinarie) e la krusei, due specie caratterizzate da elevata resistenza ai principali strumenti di cura dell'albicans. Ma ce n'è anche una "nuova", la Candida auris: una specie isolata in tempi recenti (2009), che ha catalizzato l'interesse della medicina, tra le altre cose, per via della sua resistenza a numerosi farmaci antifungini.

Sintomi: come si presenta il mughetto negli adulti?

Il mughetto, o candidosi acuta pseudomembranosa, è la manifestazione più tipica dell'infezione da Candida.

Descrivendone i sintomi, generalmente, il paziente allude a una "patina bianca" sulla lingua. E, in effetti, la caratteristica principale di questa infezione è la comparsa di placche di colore bianco, lattescenti, puntiformi, a forma di lenticchia che compaiono prevalentemente sul dorso della lingua e meno spesso a livello di palato, gengive, tonsille o verso la parte posteriore della gola. Queste lesioni, se sfregate, possono rompersi, perdendo sangue.

Negli adulti, altri sintomi comprendono:

  • lesioni o rossore localizzati agli angoli della bocca,
  • difficoltà a percepire i sapori,
  • sensazione dal gusto sgradevole in bocca,
  • dolore e gonfiore di lingua e gengive (in alcuni casi può verificarsi la comparsa di stomatite),
  • sensazione di bruciore,
  • difficoltà durante i pasti, sia per quanto riguarda l'ingestione di cibi solidi che liquidi.

Il rischio di sviluppare infezioni da parte di questo fungo aumenta nel caso di individui immunocompromessi. Per esempio, in persone che soffrono di alcuni tipi di tumori o di patologie come l'HIV, le lesioni possono diffondersi ed espandersi fino a raggiungere l'esofago. Questo provoca difficoltà a deglutire (disfagia) e dolore (odinofagia): si ha la sensazione di avere qualcosa bloccato in gola e di conseguenza si ha difficoltà ad alimentarsi. Tra le conseguenze possibili anche ulcere, irritazione e rigonfiamento dell'esofago (esofagite).

In alcuni casi, il fungo può raggiungere anche distretti molto distanti, per esempio arrivando a colpire le articolazioni oppure le unghie dei piedi (causando quel tipo di fenomeno noto con il nome di "piede d'atleta"). Anche i genitali rappresentano una zona che può facilmente essere colpita da questi disturbi. Negli adulti l'infezione orale non è contagiosa.


E nei bambini?

Oltre alle tipiche placche biancastre, quando il mughetto colpisce neonati o bambini piccoli, altri sintomi sono:

  • irritabilità,
  • inappetenza e difficoltà durante il pasto, in rari casi con la comparsa di vomito.

Il bambino può trasmettere l'infezione alla madre attraverso l'allattamento. Il contagio può essere reiterato nel tempo, passando dal neonato alla mamma, sempre durante l'alimentazione del piccolo.

I sintomi che possono colpire la donna, sono:

  • rossore, dolore, prurito a livello dei capezzoli, anche lontano dal momento dell'allattamento,
  • dolore al seno.

Quali sono le cause?

Veniamo ora al cuore del problema: perché un microrganismo normalmente presente nel nostro corpo improvvisamente si trasforma in una minaccia? La causa risiede nel sistema immunitario. Questo, in condizioni normali, "tiene a bada" i diversi batteri e funghi che colonizzano alcune mucose del nostro organismo, impedendo che proliferino in modo incontrollato e che quindi diano luogo a infezioni.

L'utilizzo di alcuni farmaci , un periodo di stress intenso, uno stile di vita poco salutare o un indebolimento delle difese immunitarie, però, possono provocare un alterazione del micro-ambiente e un'eccessiva moltiplicazione di questi funghi, fino a trasformarsi in una vera e propria infezione.

Nel caso dei neonati, il mughetto è dovuto alla presenza di un sistema immunitario ancora non del tutto maturo. Particolarmente a rischio sono i bambini nati prematuri, ma qualsiasi lattante può contrarre l’infezione, anche più di una volta.

Un’altra causa è il ricorso a una terapia con antibiotici ad ampio spettro: questa determina una riduzione della flora batterica orale, consentendo ai funghi presenti, in particolare a quelli appartenenti al genere Candida, di prendere il sopravvento.

Individuare il rischio di mughetto

I principali fattori di rischio per lo sviluppo di infezioni da Candida albicans sono:

  • ridotte difese immunitarie, sia nei bambini sia negli adulti, in seguito a trapianto d'organo o a patologie che determinano compromissione del sistema immunitario, come l'HIV;
  • diabete, a causa dell'eccessivo quantitativo di zuccheri presente nella saliva, che può favorire la proliferazione dei funghi;
  • infezioni genitali;
  • trattamenti con farmaci come antibiotici, prednisone o corticosteroidi inalatori, che alterano il normale equilibrio della flora batterica nell'organismo;
  • presenza di protesi dentarie.

Diagnosi: individuare il mughetto non è difficile

Diagnosticare questo disturbo è abbastanza semplice, come si può evincere dalla descrizione dei suoi sintomi.

Nel caso in cui le lesioni siano limitate alla bocca, il medico curante o il dentista potrà procedere all'esame obiettivo, mediante:

  • l’osservazione del cavo orale per valutare la consistenza delle placche;
  • il prelievo di un piccolo campione dalle lesioni, per procedere a un test di laboratorio: questo prevede la coltura del materiale raccolto al fine di identificare il microrganismo responsabile dell'infezione in atto;
  • la valutazione dello stato di salute complessivo, che può comprendere anche l'esecuzione di altri esami diagnostici, per escludere la presenza di altre patologie.

Nel caso in cui le lesioni si siano diffuse oltre la mucosa del cavo orale, per esempio fino ad arrivare all'esofago, potrebbe essere necessaria una visita specialistica con lo svolgimento di ulteriori esami, come:

  • la biopsia, con prelievo di tessuto e coltura per identificare la causa dell'infezione;
  • l’endoscopia, per esaminare esofago, stomaco e la prima parte dell'intestino, ovvero il duodeno.

Come si cura il mughetto?

Il primo obiettivo della terapia contro le infezioni da Candida è quello di bloccare la diffusione del fungo.

L'approccio terapeutico dipende da:

  • età,
  • stato di salute generale,
  • causa dell'infezione.

Eliminare altre cause concomitanti può evitare che il mughetto si presenti di nuovo.

Nel caso di adulti e bambini sani, affetti da forme lievi, i medici ricorrono ad appositi collutori o risciacqui con soluzioni alcaline. È possibile anche utilizzare farmaci antimicotici: si tratta di terapie topiche che agiscono direttamente sulle lesioni. I principi attivi più utilizzati per debellare il fungo sono il fluconazolo, il miconazolo e l'itraconazolo. Quando, però, l'infezione si estende all'esofago (cioè è in corso un'esofagite), alle ultime due soluzioni è consigliabile preferire il fluconazolo, da assumere per via orale, per un periodo di circa 14-21 giorni.

Se queste non funzionano, si può pensare di utilizzare terapie sistemiche, ovvero che agiscano su tutto l'organismo.

Se il mughetto interessa un bambino allattato al seno, la terapia topica deve essere estesa anche al capezzolo e all'areola della madre. Questo per prevenire che i due continuino a passarsi e ripassarsi l'infezione durante l'allattamento. Altrettanto importante, inoltre, è sterilizzare tettarelle e ciucci prima dell'uso.

In queste circostanze, non è normalmente indicato il ricorso agli antimicotici (a meno che l'infezione non si prolunghi oltre le due settimane), ma si preferisce la somministrazione di un farmaco antibiotico, come la niastatina.

Anche nel caso di adulti con compromissione del sistema immunitario, il trattamento prevede l'utilizzo di farmaci che agiscano contro il fungo, ma in queste situazioni il medico cercherà di agire anche sulla causa che ha provocato la riduzione delle difese immunitarie, per evitare che l'infezione si ripresenti in modo ricorrente.

Quando ci si trova di fronte a infezioni da Candida che sono localizzate in altri distretti del corpo, le strategie terapeutiche possono essere diverse, e devono essere scelte insieme al proprio medico curante che deve fare le sue valutazioni in base alla gravità e alla sede dell'infezione. Per esempio, la Candida a livello vaginale può essere trattata mediante lavanda o doccia vaginale, da eseguire con attenzione e solo dietro consiglio medico.

Di seguito una tabella che riassume l'approccio diagnostico-terapeutico contro il mughetto in base all'età.

Fascia d'età Sintomi Rimedi
Bambini

Placche di colore bianco all'interno del cavo orale
Irritabilità
Inappetenza e difficoltà durante il pasto

Appositi collutori o risciacqui con soluzioni alcaline

Farmaci antimicotici topici

Adulti

Placche di colore bianco all'interno del cavo orale

Lesioni o rossore localizzati agli angoli della bocca

Difficoltà a percepire i sapori

Sensazione dal gusto sgradevole in bocca

Dolore e gonfiore di lingua e gengive (in alcuni casi può verificarsi la comparsa di stomatite)

Sensazione di bruciore

Difficoltà durante i pasti, sia per quanto riguarda l'ingestione di cibi solidi che liquidi.

Farmaci antimicotici per bocca

Prevenire è possibile: cosa fare e cosa evitare

Sono molte le azioni che si possono intraprendere per la prevenzione del mughetto. Lo scopo è proteggere l'equilibrio della flora batterica nell'area che può esserne interessata.

Prendetevi cura della vostra igiene orale:

  • lavate i denti due volte al giorno;
  • curate l'igiene di protesi dentarie, se le indossate;
  • effettuate controlli regolari dal dentista;
  • per i neonati che ancora non hanno messo i dentini, utilizzate uno spazzolino morbido per strofinare delicatamente lingua e gengive;
  • sterilizzate regolarmente ciucci e bottiglie;
  • risciacquatevi la bocca dopo aver assunto farmaci, come per esempio corticosteroidi per l'asma;
  • sottoponetevi a controlli regolari, se soffrite di diabete.

Molto importante, inoltre, è lavarsi sempre accuratamente le mani dopo aver cambiato il pannolino di un neonato.

Da evitare invece:

  • il fumo,
  • portare protesi dentarie per tutta la notte,
  • continuare a indossare una protesi, se questa non calza perfettamente.

Come in molti casi, la prevenzione passa anche dall'alimentazione. Seguire una dieta sana può aiutare a prevenire molti disturbi, tra cui anche il mughetto. Ingerire eccessive quantità di zuccheri, infatti, può favorire la proliferazione del fungo e dovrebbe quindi essere evitata.

Valentina Torchia
Valentina Torchia
Nata il giorno di S. Ambrogio, a Milano, il suo primo regalo è stata una copia de I promessi sposi gentilmente donata dal comune della città meneghina a tutti i nati nel 7 dicembre. Appassionata di scienza, dopo il liceo scientifico prende la laurea magistrale in Biotecnologie Mediche Molecolari e Cellulari, con una tesi su epigenetica e neuroscienze. Si rende conto di essere un topo da biblioteca e non da laboratorio, così unisce alla scienza la sua più grande passione: la scrittura. Dopo un master in Comunicazione e Salute, viene premiata dall'UNAMSI e vince una borsa di studio di un anno all'Assessorato alla Sanità di Regione Lombardia. Da qui in poi, ha approfondito la comunicazione della scienza sotto molteplici forme: dal copywriting al giornalismo scientifico, tra agenzie di comunicazione e riviste online e cartacee. Nel tempo libero, scrive narrativa per bambini e ragazzi. Ha collaborato per alcuni anni con Geronimo Stilton, il famoso gentiltopo giornalista. Ora sta terminando un corso di formazione per autori di produzioni multimediali, a Bologna, presso la scuola Bottega Finzioni. Adora i viaggi, il nomadismo digitale e tutto ciò che riguarda il Giappone.

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