Distorsioni e contusioni si curano così

Quando si pratica sport, i piccoli incidenti sono all'ordine del giorno. Distorsioni e contusioni sono i tipi di infortunio più frequenti e sapere come gestirli è importante per limitare i disagi e arrivare alla guarigione in fretta.

Qualche infortunio di tanto in tanto, se si pratica sport, va messo in conto. Fortunatamente, nella maggioranza dei casi, non si tratta di traumi o lesioni gravi, tali da richiedere l'intervento del medico o il ricorso al Pronto soccorso. Tuttavia, è bene imparare a riconoscere le caratteristiche del danno e valutarne il livello di severità per poter intervenire subito e nel modo giusto.

Gli sport più a rischio

La pratica di qualsiasi attività sportiva comporta inevitabilmente il rischio di traumi di vario genere, la cui natura e conseguenze sono legate a tre fattori principali:

  • le sollecitazioni meccaniche alle quali sono sottoposti articolazioni, legamenti e muscoli
  • il grado di allenamento, fondamentale per la necessaria robustezza e resistenza all’esercizio
  • le caratteristiche dell’impatto responsabile dell’evento lesivo.

Non bisogna dimenticare infatti che, se è vero che una buona parte dei traumi è dovuta a sfortunate fatalità, una quota non trascurabile è causata dall’imperizia del singolo individuo, spesso desideroso di ottenere in tempi rapidi una forma fisica soddisfacente o inconsapevole dei limiti del proprio corpo.

Soprattutto dopo un periodo di inattività, come per esempio al rientro dalle vacanze estive o alla ripresa, in primavera, dell'attività fisica all'aperto dopo mesi di sedentarietà, per evitare incidenti si dovrebbe prevedere un programma di allenamento cauto, caratterizzato da un aumento graduale dell'impegno muscolare e articolare.

Questa regola vale a prescindere dall'età e dalla disciplina praticata. Tuttavia, è noto che alcune tipologie di attività fisica comportano un maggior rischio di contusioni, distorsioni e traumi da usura, soprattutto a carico di specifici distretti corporei.

La corsa, per esempio, espone principalmente al rischio di distorsione alla caviglia (nonché a infiammazioni della pianta del piede e a livello del malleolo), analogamente al calcio, che mette però in pericolo anche più di un legamento del ginocchio ed espone tutta la gamba, durante l'interazione diretta con gli altri giocatori, a un'elevata probabilità di contusioni.

Il polso e il gomito (ma anche il ginocchio e la caviglia) possono essere interessati da distorsioni e infiammazioni di tendini e legamenti nei giocatori di tennis, mentre chi si dedica alla pallavolo o al basket può essere soggetto a danni di vario tipo (infiammazione, lussazione, distorsione, tendinite) a carico delle articolazioni della mano e delle dita.

Questi stessi sport, insieme al sollevamento pesi, alle discipline che implicano lanci (baseball, rugby, lancio del disco o del giavellotto ecc.) e alla ginnastica artistica o con attrezzi, possono essere causa di dolore alla spalla anche molto intenso (generalmente dovuto a infiammazione della cuffia dei rotatori), nonché favorire la lussazione dell'articolazione in seguito a movimenti di rotazione della spalla e del braccio troppo pronunciati (specie se sotto carico) o a cadute maldestre, che spostano la testa dell'omero dal suo alloggiamento naturale, nell'incavo anteriore della scapola.

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Aspetti da considerare in un'ottica di prevenzione

A prescindere dal livello di allenamento e dal grado di forma fisica, alcune persone sono più propense di altre ad andare incontro a traumi da sport.

Per esempio, la distorsione alla caviglia o al ginocchio e la lussazione della spalla sono più frequenti tra chi presenta un'instabilità articolare di base dovuta a lassità dei legamenti costitutiva o conseguente a una pregressa lacerazione non perfettamente compensata. Chi ha più di 45-50 anni e presenta già un certo grado di artrosi, invece, è più esposto a infiammazioni articolari e tendiniti. Tutte situazioni che aumentano anche il rischio di recidive.

In qualunque parte del corpo si manifesti, il dolore di una certa intensità che compare durante o dopo l'attività sportiva deve essere sempre considerato un campanello di allarme. Ecco perché non basta sedarlo, ma occorre individuarne le cause (possibilmente ottenendo una diagnosi precisa dal medico) e impartire una vera e propria educazione allo sportivo dilettante, in un'ottica di prevenzione.

In particolare, chiunque si appresti a praticare una disciplina sportiva dovrebbe essere supportato da istruttori esperti che diano indicazioni su un programma di training personalizzato, sull’esecuzione degli esercizi di stretching, sull’adozione di un regime alimentare che permetta di mantenere un peso idoneo, sulla scelta di calzature appropriate al tipo di attività e al terreno e che garantiscano un buon appoggio ecc.

L’origine dei traumi

La lesione traumatica tipica di contusioni e distorsioni è provocata da uno squilibrio tra forza applicata e resistenza dei tessuti. Nello sport, il più delle volte la causa del trauma è:

  • un carico sproporzionato e/o applicato in modo brusco
  • un carico più modesto, ma ripetuto nel tempo
  • una forza di trazione o compressione eccessiva oppure orientata in una direzione impropria.

Infortuni del primo tipo si verificano, per esempio, nelle situazioni in cui si cerca di sollevare un peso eccessivo o si subisce un colpo violento, ricavandone rispettivamente stiramenti/strappi muscolari, dislocazioni articolari o contusioni.

Traumi del secondo tipo sono detti "da usura" e portano, sia durante la pratica sportiva sia durante l'attività lavorativa, perlopiù a infiammazioni muscolari e/o articolari di una spalla, un braccio, un gomito, un polso, una gamba, un ginocchio o un piede.

Nel terzo caso, simile ma non del tutto sovrapponibile al primo, l’infortunio causa stiramenti/strappi muscolari, la lacerazione di un legamento (o di un gruppo di legamenti) o l'infiammazione/lesione dei tendini dovuti non a un colpo particolarmente forte o a un gesto "estremo", ma a una forza modesta che diventa dannosa perché applicata in modo non fisiologico.

È il caso, per esempio, delle distorsioni alla caviglia conseguenti a una banale storta, presa per mancanza di un corretto appoggio del piede per esempio mentre si cammina con scarpe con un tacco sottile, che sollecita i legamenti in una direzione inadeguata mentre il piede è in pronazione (o più precisamente, in iper-pronazione, ossia piegato lateralmente con la pianta rivolta verso l'interno).

Nella maggioranza dei casi, i traumi da sport sono facilitati dalla presenza di scarsa preparazione atletica, gestualità scorretta o insufficiente tono dei muscoli che devono dirigere i movimenti e garantire la stabilità articolare. In alcuni casi, tra le concause possono esserci un indebolimento da affaticamento, l'esito di pregresse lesioni o, semplicemente, la presenza di strutture muscolo-scheletriche non completamente mature (in particolare, nei bambini e negli adolescenti).

La contusione

La contusione è l’effetto di un impatto meccanico che può lasciare indenne la cute (se quest’ultima è lesa si parla invece di ferita lacero-contusa) e che interessa, invece, i vasi sanguigni dei tessuti sottostanti.

Per questo motivo, la contusione si manifesta con uno stravaso di sangue (ematoma) visibile all'esterno come "ecchimosi" soltanto se sufficientemente superficiale.

L'ematoma, la cui estensione è legata alle caratteristiche del trauma e alla ricchezza della vascolarizzazione della zona interessata, può interessare il tessuto sottocutaneo oppure svilupparsi all’interno di un muscolo o di una articolazione (in quest'ultimo caso, si chiama emartro).

Gli ematomi muscolari e gli emartri sono, generalmente, molto dolorosi e rappresentano un'emergenza medica che giustifica il ricorso al Pronto soccorso.

Ghiaccio e riposo assoluto

La contusione muscolare è più seria se avviene durante la contrazione del muscolo. Il suo trattamento richiede l'interruzione immediata di ogni movimento del muscolo coinvolto e l'applicazione di ghiaccio e di un bendaggio costrittivo, in grado di esercitare una compressione adeguata sulle fibre muscolari e di ridurre la fuoriuscita di sangue dai vasi lesionati. Per alcuni giorni, si dovrà inoltre rispettare il riposo assoluto.

Quando la contusione interessa una caviglia, un ginocchio, una spalla o un gomito, il versamento ematico può raccogliersi all'interno dell'articolazione, anche nell’arco di varie ore. Ne conseguono un graduale aumento del gonfiore e della limitazione dei movimenti, sia attivi sia passivi.

Quando colpisce i tendini, la contusione di solito provoca una tendinite oppure una tenosinovite, come quella che tipicamente insorge al livello del collo del piede a causa dallo stress meccanico imposto dallo scarpone da sci, oppure quella conseguente ai traumi a carico del polso e della base del pollice che si verificano quando si appoggia una mano a terra per contrastare una caduta.

Anche in questi casi, la terapia si basa sul riposo immediato, sull'applicazione di ghiaccio e di bendaggi contenitivi con fasce elastiche, avvolte oltre che sull'articolazione anche su una buona parte dell'arto interessato. Nel caso di contusioni del piede e della caviglia, per esempio, la fasciatura deve spingersi fino a metà polpaccio.

Se non è eccessivamente voluminoso, l’ematoma si riassorbe lentamente, ma spontaneamente. Può essere, in ogni caso, utile l’applicazione di un preparato per uso locale a base di principi attivi naturali che ne facilitano l’assorbimento.

La distorsione

La distorsione è un’evenienza abbastanza frequente nello sport. La tipologia classica è quella che riguarda la caviglia, a seguito di una caduta, di una posizione errata nell’appoggio del piede o di asperità del terreno.

La manifestazione tipica della distorsione è il gonfiore dell’articolazione, che tende a estendersi alle zone circostanti. Il colore della pelle può presentare una o più chiazze di colore rosso-bluastro, se si è sviluppato un ematoma, ma può essere pallido.

Il dolore può essere molto intenso, al punto che anche il semplice sfioramento della parte interessata scatena una forte acutizzazione. Nella distorsione semplice tale sensazione è ben localizzata ed evocata da particolari movimenti.

Se la distorsione è stata accompagnata anche da una sublussazione (spostamento temporaneo dei capi delle ossa che formano l’articolazione dal loro alloggiamento naturale) o da una lesione dei legamenti o dei tendini, il dolore è presente anche a riposo. Nel caso di una severa distorsione alla caviglia, spesso a lesionarsi è il legamento peroneo-astragalico anteriore.

Soprattutto immobilità

L’infiammazione associata alla distorsione di media gravità incomincia a regredire dopo 24-48 ore, ma un presupposto fondamentale della terapia è il riposo assoluto, il cui rispetto può essere facilitato dal bendaggio compressivo o dall'uso di un tutore rigido.

In caso di distorsione alla caviglia, spesso, le persone abituate a una vita dinamica tentano di ricominciare a camminare senza opportuno sostegno, non appena il dolore diminuisce.

Sottovalutare il problema quando il dolore si attenua comporta un rapido aggravamento del quadro locale e un prolungamento inevitabile dei tempi di recupero. Al contrario, l’impiego di una o due stampelle, per alcuni giorni o per 1-2 settimane nei casi più gravi, può essere consigliabile anche in caso di distorsione, e non soltanto di frattura.

Salvo in caso di traumi lievi che raggiungono la guarigione spontanea, le distorsioni devono essere sempre gestite con l'aiuto del medico e/o dell'ortopedico ed è importante seguire tutte le loro indicazioni rispetto ai farmaci da usare per controllare il dolore, al tipo di bendaggio o tutore da usare, ai tempi dell'immobilizzazione e della ripresa graduale del movimento.

In genere, dopo una distorsione di una certa importanza, ricominciare a usare l'articolazione è doloroso e per farlo in modo corretto e fisiologico, anche a supporto del processo di guarigione, è consigliabile seguire un ciclo di fisioterapia. Anche il massaggio può essere utile, ma soltanto quando l'infiammazione e il dolore articolare sono ormai spariti.

I farmaci utili

Sia in caso di distorsione, sia in caso di contusione, i farmaci più utilizzati sono i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), che agiscono togliendo il dolore e "spegnendo" l'infiammazione.

I più utili, in queste circostanze, sono i farmaci antinfiammatori per uso esterno (FANS topici), come per esempio i gel a base di ibuprofene, ketoprofene o diclofenac, che garantiscono un buon livello di assorbimento locale con un rischio pressoché nullo di effetti collaterali sistemici.

Qualche indicazione pratica

Dopo un piccolo trauma, anche apparentemente banale, è sempre opportuna una valutazione accurata dell’area colpita e della sintomatologia. Ogni caso richiede una ricostruzione minuziosa di quanto accaduto, poiché la conoscenza della dinamica del trauma può orientare il medico nella diagnosi e, quindi, nella scelta del trattamento più appropriato.

Con il passare delle ore, l’edema e l'eventuale ecchimosi possono estendersi e il dolore acquistare un carattere diffuso che rende più difficile identificare la sua origine.

Di particolare rilevanza deve essere considerata la presenza di alcuni segni sospetti, quali formicolii (che suggeriscono un probabile stiramento e sofferenza delle fibre nervose), alterazioni dell'aspetto della cute, riduzione o perdita della forza muscolare e dolore riflesso (cioè localizzato in una sede distante e non direttamente interessata dal trauma).

Anche l’impossibilità di ottenere sollievo con il riposo e l'inefficacia dei farmaci antinfiammatori/analgesici devono essere considerati importanti campanelli d'allarme che devono indurre a rivolgersi (o a ritornare) dal medico per una valutazione approfondita e l'esecuzione di esami strumentali, come per esempio:

  • la radiografia, che permette di evidenziare un'eventuale frattura
  • l'ecografia, che rileva, per esempio, la possibile rottura di un tendine, di un menisco o di un legamento.

Infine, solo in casi selezionati il medico può prescrivere una risonanza magnetica come esame di secondo livello e/o in previsione di un intervento chirurgico.

Gli aiuti naturali

Quando il dolore e l’ecchimosi conseguenti a un trauma sportivo o a un piccolo infortunio non sono eccessivi, si può trattare la parte interessata con preparazioni acquistabili in farmacia senza ricetta, già formulate appositamente con estratti di prodotti naturali (quali arnica, escina, bromelina, mentolo o artiglio del diavolo) per trattare piccoli traumi ed ematomi.

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Piercarlo Salari
Piercarlo Salari
Laureato in Medicina e chirurgia nel 1989 e specializzato in pediatria nel 1993 a Milano, dove tuttora esercita in qualità di libero professionista. Dopo un periodo inizialmente dedicato alla ricerca sperimentale e clinica, ha coltivato la passione per l’informazione scientifica, associando alla professione clinica quella di divulgatore e maturando così un’ampia esperienza nel contesto di testate sia cartacee sia online, come autore, consulente o coordinatore. È direttore scientifico di una Casa editrice specializzata in ambito pediatrico e ginecologico e di occupa di formazione professionale coordinando corsi di aggiornamento in ambito medico e farmaceutico. Si interessa di nutrizione, prevenzione dell’obesità, prevenzione (con particolare riguardo alle vaccinazioni) e sicurezza del bambino.

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