Cardiopatia ischemica

Che cosā€™ĆØ

La cardiopatia ischemica ĆØ una condizione patologica del cuore che compare quando cā€™ĆØ unā€™insufficiente apporto di sangue e ossigeno al muscolo cardiaco.

Lā€™aggettivo ā€œischemicaā€ sta infatti a significare che un organo, il cuore in questo caso, non riceve a sufficienza sangue e ossigeno provocando perciĆ² una sofferenza del tessuto interessato.

La cardiomiopatia ischemica ĆØ di fatto la patologia cardiaca piĆ¹ comune e colpisce circa 1 persona su 100, spesso uomini di mezza etĆ .

Cause

Lā€™ischemia miocardiaca ĆØ generalmente dovuta alla presenza di arterie coronarie parzialmente ostruite o irrigidite e ristrette (stenosi). La causa piĆ¹ frequente di cardiopatia ischemica ĆØ la malattia aterosclerotica.

Nellā€™aterosclerosi, i lipidi (prevalentemente colesterolo) e altre sostanze si depositano sulla parete interna delle arterie formando la placche che vanno a ridurre l'elasticitĆ  delle pareti vasali e, a seconda del volume, a comportare un restringimento progressivo del lume vasale fino a occluderlo completamente.

Lā€™ischemia che ne deriva puĆ² anche causare la comparsa di aritmie in seguito allā€™alterazione di conduzione elettrica del cuore, compromettendone a lungo andare la funzionalitĆ .

La placca riduce inoltre lā€™integritĆ  delle cellule endoteliali presenti sulla superficie interna dei vasi favorendo la formazione di trombi, che non solo contribuiscono anchā€™essi allā€™occlusione del vaso ma possono anche staccarsi andando a ostruire vasi di calibro minore.

Tra le cause frequenti di cardiopatia ischemica troviamo inoltre malattie coronariche, dette anche coronaropatie, croniche come lā€™angina cronica stabile o da sforzo e acute come angina instabile, insufficienza cardiaca o ischemia silente. Nel primo caso si tratta di una condizione che non cambia in maniera significativa nel tempo e compare in seguito a esercizio fisico intenso mentre la forma instabile puĆ² insorgere anche a riposo.

Sono infine da considerare anche diversi fattori predisponenti quali ipercolesterolemia, dieta ricca di grassi, ipertensione arteriosa, diabete, stress, obesitĆ , vita sedentaria, fumo, familiaritĆ  e la predisposizione genetica.

Sintomi piĆ¹ comuni

La sindrome coronarica acuta ĆØ una definizione che riunisce tutte le manifestazioni cliniche della cardiomiopatia ischemica.

Nei casi piĆ¹ tipici la cardiomiopatia ischemica si presenta con dolore toracico sotto lo sterno (angina pectoris o dolore anginoso) e senso di pressione al petto.

Il dolore puĆ² diffondersi al braccio sinistro e, talvolta, alla gola con sensazione di soffocamento o alla bocca dello stomaco confondendosi con i sintomi di una comune indigestione e inducendo nausea o vomito. ƈ percepito come una compressione, restringimento o schiacciamento che trova sollievo col il riposo.

Altri sintomi tipici di cardiopatia ischemica che accompagnano il classico dolore sono:

  • sudorazione intensa
  • mancanza di respiro soprattutto durante lā€™attivitĆ  ma anche in posizione sdraiata,
  • affaticamento
  • perdita dei sensi
  • palpitazioni
  • tosse
  • gonfiore generale.

I sintomi in genere durano meno di 20 minuti, possono essere scatenati dall'attivitĆ  fisica e risolversi con la sua interruzione. Anche una forte emozione o un'arrabbiatura intensa puĆ² scatenare la sintomatologia.

Il deficit di irrorazione puĆ² coinvolgere unā€™area piĆ¹ o meno estesa e puĆ² essere un attacco ischemico transitorio o permanente: in questo caso si verificano i danni piĆ¹ gravi.

Complicazioni

Le conseguenze dell'ischemia cardiaca dipendono da diversi fattori:

  • la durata dell'occlusione
  • l'estensione dellā€™area di tessuto cardiaco irrorata dal vaso occluso
  • la possibilitĆ  di formazione di un ā€œcircolo collateraleā€ di vasi vicini che potrebbe garantirne la sopravvivenza anche quando un vaso principale ĆØ occluso.

Quanto piĆ¹ si prolunga la mancanza di ossigenazione al tessuto tanto maggiori sono i danni al tessuto stesso. Si passa quindi da unā€™ischemia transitoria e reversibile (angina) alla morte tissutale (necrosi o infarto).

Tanto piĆ¹ lā€™area coinvolta ĆØ estesa, quanto piĆ¹ sarĆ  grave lā€™ischemia e lā€™infarto.

Essendo seria, la vita quotidiana dei pazienti affetti da questa patologia deve essere commisurata al loro stato fisico al fine di ridurre il rischio di sviluppare complicazioni successive quali scompenso cardiaco, aritmie, talvolta cause di mortalitĆ , e shock cardiogeni.

La prevenzione

Si parla in generale di prevenzione quando si punta ad attuare tutte quelle misure utili per evitare la comparsa di disturbi o patologie in soggetti sani e, in questo caso, il metodo migliore ĆØ quello di evitare le malattie cardiache e cardiovascolari.

Essendo l'aterosclerosi la causa principale della cardiopatia ischemica, si puĆ² prevenire questā€™ultima andando a modificare i fattori di rischio quando possibile.

ƈ perciĆ² importante seguire uno stile di vita sano e in particolare:

  • astensione dal fumo
  • praticare regolare esercizio fisico
  • seguire unā€™alimentazione bilanciata con particolare attenzione nel ridurre lā€™assunzione dei grassi e, soprattutto, di colesterolo privilegiando invece cereali integrali, frutta e verdura, ridurre lā€™apporto di alcolici, mantenere un giusto peso forma e i livelli di colesterolo nella norma.

Anche lā€™ipertensione arteriosa e il diabete sono fattori di rischio per lā€™insorgenza di cardiopatia ischemica e, pertanto, devono essere tenuti sotto controllo anche per questo.

La malattia aterosclerotica inizia in giovane etƠ e progredisce con il passare degli anni. ƈ necessario quindi non solo intervenire precocemente assumendo abitudini di vita che proteggano nel corso degli anni, ma anche estendere un comportamento corretto e consapevole a tutti i componenti della famiglia.

In unā€™ottica di prevenzione per cardiopatia ischemica oltre che una modifica del comportamento a volte ĆØ necessario abbinare anche un intervento farmacologico, in particolare per soggetti ad alto rischio.

Tra i farmaci maggiormente prescritti in questa fase troviamo acido acetilsalicilico a basso dosaggio e antiaggreganti piastrinici per tenere ben fluidificato il sangue e ridurre la possibilitĆ  di formazione di coaguli e, successivamente, di trombosi. Anche beta-bloccanti e ACE-inibitori sono largamente adoperati soprattutto per controllare i livelli di pressione arteriosa normalizzando inoltre la frequenza cardiaca.

Le cure

Per improntare uno schema terapeutico ĆØ innanzitutto fondamentale fare una corretta diagnosi.

Generalmente si parte da una valutazione fisica che puĆ² risultare normale o mostrare chiari segni di ritenzione idrica (gonfiore alle gambe, fegato ingrossato, rumori anomali nei polmoni durante la respirazione, alterato battito cardiaco, elevata pressione della vena del collo che si manifesta con il carattere pulsante chiaramente visibile), segno di unā€™alterata circolazione. A questa prima fase di controllo complessivo si associano test piĆ¹ specifici.

Gli esami strumentali oggi piĆ¹ utilizzati sono:

  • elettrocardiogramma per registrare lā€™attivitĆ  elettrica del cuore ed evidenziare eventuali aritmie o altre anomalie
  • scintigrafia miocardica eseguita in cyclette o tapis roulant per valutare lā€™ischemia da sforzo
  • coronarografia o angiografia coronarica per avere una visione strutturale delle coronarie attraverso lā€™uso di un mezzo di contrasto.

Le cure dipendono dalla manifestazione clinica della cardiopatia ma hanno come obiettivo comune quello di ripristinare il flusso coronarico diretto al cuore.

Se la cardiopatia ischemica si ĆØ giĆ  presentata al posto dei farmaci preventivi adatti per soggetti a rischio (acido acetilsalicilico, beta bloccanti ecc.) si adotta uno schema terapeutico diverso e piĆ¹ ā€œaggressivoā€ con lo scopo di controllare la progressione di malattia ed evitare quanto piĆ¹ possibile la comparsa di nuovi eventi.

In questi casi, la terapia farmacologica standard prevede lā€™uso di calcioantagonisti, betabloccanti e/o antiaggreganti piastrinici a piĆ¹ alte dosi o nitroderivati a seconda del parere del medico che, nel formulare la prescrizione, valuterĆ  lā€™intensitĆ  del disturbo, la presenza di eventuali altre malattie e la risposta individuale al trattamento.

Si tratta in ogni caso di farmaci che vanno assunti con regolaritĆ , ogni giorno, e che non curano la malattia, ma ne prevengono le manifestazioni.

Se la terapia non riesce a tenere sotto controllo l'ischemia ĆØ necessario prendere in considerazione un intervento chirurgico di rivascolarizzazione attraverso l'angioplastica coronarica o il posizionamento di un bypass coronarico. Nel primo caso si va a inserire un palloncino allā€™interno del lume del vaso coronarico solitamente associato a una maglia metallica detta ā€œstentā€.

Il palloncino viene dunque gonfiato in corrispondenza del restringimento presente nellā€™arteria migliorando il flusso sanguigno alle estremitĆ  del corpo e, talvolta, eliminando anche i sintomi e lā€™ischemia.

Lā€™operazione di bypass invece prevede la disposizione di condotti sia venosi che arteriosi in grado di creare una strada alternativa per far passare il flusso ematico mettendo quindi in comunicazione la porzione antecedente e successiva alla stenosi.

Quando consultare il medico

Qualora si verifichino peggioramenti dello stato fisico generale, la sensazione di fare piĆ¹ fatica a svolgere le attivitĆ  quotidiane ed eventuali altri disturbi che possono aggiungersi alla malattia di base ĆØ sempre bene riferirlo al medico.

Per i sintomi cardiaci piĆ¹ specifici e per tutte le problematiche connesse allā€™impiego o allā€™effetto dei farmaci contro lā€™angina si deve sempre far riferimento al cardiologo.

Qualora i sintomi anginosi non scompaiano nel giro di una ventina di minuti o peggiorino, puĆ² essere presente un infarto miocardico.

L'infarto miocardico ĆØ unā€™urgenza cardiologica che richiede un intervento piĆ¹ rapido possibile e, quindi, si deve chiamare direttamente il 118 e rivolgersi subito a un Centro di emergenza cardiologica.

Considerata tuttavia lā€™ampia diffusione di aterosclerosi o in generale di malattie coronariche o cardiache predisponenti la vera e propria cardiomiopatia ischemica, ĆØ importante che in particolare il medico di famiglia monitori periodicamente i suoi assistiti, soprattutto i soggetti ad alto rischio personale o con familiaritĆ  per questa patologia.

Lā€™inizio di una terapia farmacologica, anche in regime preventivo, dovrebbe essere comunque attentamente valutato secondo le reali esigenze in quanto non privo di effetti collaterali. Da consigliare ad ampio raggio ĆØ invece lā€™adozione di uno stile di vita corretto.

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