Aritmie cardiache

Che cosa sono

In medicina, sono definite aritmie cardiache le alterazioni del battito del cuore che possono riguardare la frequenza o il ritmo. Si verificano quando il cuore batte troppo veloce, troppo lento oppure con un ritmo irregolare.

Quando il battito cardiaco ĆØ troppo veloce, cioĆØ superiore a 100 battiti al minuto, si parla di tachicardia, quando ĆØ troppo lento, ossia inferiore a 60 battiti al minuto, si definisce bradicardia.

Esistono diversi tipi di aritmia, a seconda della sede coinvolta e del tipo di anomalia elettrica.

Aritmie ipercinetiche

Un'aritmia di questo tipo puĆ² essere di tipo sopraventricolare o ventricolare.

Aritmie sopraventricolari

  1. Extrasistoli. Sono caratterizzate da una contrazione anticipata del muscolo cardiaco. Il sintomo tipico ĆØ la sensazione del ā€œbattito che mancaā€ o dello ā€œsfarfallio ā€, con brevi episodi di palpitazioni. Di solito non sono pericolose e sono frequenti le forme asintomatiche.
  2. Fibrillazione atriale (AF). ƈ una tachiaritmia molto comune, ne soffre oltre il 5 per cento della popolazione al disopra dei 70 anni e il 10 per cento degli over 80. Consiste in una contrazione molto rapida (fibrillazione) delle pareti atriali, con una frequenza variabile nella trasmissione dellā€™impulso e, di conseguenza, irregolaritĆ  del battito cardiaco. Si divide in parossistica (a regressione spontanea), persistente (quando il ripristino del ritmo sinusale si ottiene con farmaci o cardioversione elettrica), permanente (quando ĆØ ormai resistente a tutte le terapie ed ĆØ diventata cronica). La principale complicazione della fibrillazione atriale ĆØ lā€™ictus, che puĆ² insorgere con pari frequenza anche nella fibrillazione parossistica, per questo un paziente che soffre di AF deve assumere anticoagulanti. Questo tipo di aritmia puĆ² aumentare anche il rischio di scompenso cardiaco.
  3. Flutter atriale. ƈ simile alla fibrillazione atriale, ma in questo caso il segnale, invece di diffondersi in modo caotico attraverso gli atri, si muove come se fosse unā€™onda circolare in maniera veloce e regolare. Fra le tachiaritmie, ĆØ una forma meno frequente della precedente, anche se a volte evolve in fibrillazione atriale. DĆ  gli stessi sintomi e le stesse complicazioni.
  4. Tachicardia reciprocante nodale (TRN). A causarla ĆØ una via lenta di conduzione a livello del nodo atrioventricolare: inizia e finisce allā€™improvviso ed ĆØ di durata variabile. Di solito non ĆØ pericolosa, ĆØ tipica dellā€™etĆ  giovanile, ĆØ diffusa soprattutto tra le ragazze.
  5. Sindrome di Wolff-Parkinson-White. Il segnale elettrico viaggia dagli atri ai ventricoli seguendo un percorso alternativo a quello fisiologico. ƈ una delle forme di aritmia piĆ¹ pericolose.

Aritmie ventricolari

  1. Extrasistoli ventricolari. Aritmie che coinvolgono i ventricoli: si assiste a una contrazione ventricolare prematura. Quando sono singole contrazioni, o in coppia, e non sono associate ad altre cardiopatie, hanno la stessa rilevanza delle extrasistoli sopraventricolari.
  2. Tachicardia ventricolare. Consiste in un battito rapido, ma regolare, dei ventricoli che puĆ² durare da pochi secondi ad alcune ore. Se ĆØ un episodio breve, non comporta problemi. Se invece ĆØ prolungato nel tempo puĆ² essere pericoloso. In alcuni casi evolve in forme piĆ¹ gravi di aritmia, come per esempio la fibrillazione ventricolare.
  3. Fibrillazione ventricolare. Si verifica quando segnali elettrici disorganizzati spingono i ventricoli a fremere e tremare. E di conseguenza non riescono piĆ¹ a pompare il sangue nel corpo. Quando succede, in genere, dopo pochi secondi si perde conoscenza. Se non si interviene tempestivamente con shock elettrico al cuore o defibrillazione, il decesso sopravviene entro pochi minuti.

Aritmie ipocinetiche

  1. Malattia del nodo del seno. Rientra fra le bradiaritmie e in questo caso, la frequenza del battito ĆØ piĆ¹ lenta del normale. Quando ĆØ troppo lenta, il cervello puĆ² non ricevere piĆ¹ una quantitĆ  sufficiente di sangue. I sintomi tipici sono dispnea e astenia per minimi sforzi.
  2. Blocchi atrioventricolari. Si suddividono in blocchi di primo, secondo e terzo grado a seconda della gravitĆ  e del tipo di blocco dellā€™impulso. Nei casi piĆ¹ gravi si possono verificare sincope e arresto cardiaco.

Sintomi

In molti casi, le aritmie non danno segni o sintomi della loro presenza. In tutte le altre circostanze si possono manifestare:

  1. palpitazioni
  2. battito lento
  3. battito irregolare
  4. battito mancante
  5. sfarfallio

Altri sintomi possono essere:

  1. ansia
  2. debolezza
  3. vertigini
  4. stordimento
  5. svenimento
  6. sudorazione eccessiva
  7. respiro corto
  8. dolore toracico

Cause

A causare le aritmie, in genere, ĆØ unā€™attivitĆ  non fisiologica da parte delle cellule cardiache specializzate nel produrre i segnali elettrici.

In altri casi ĆØ il segnale che non ā€œviaggiaā€ come dovrebbe attraverso il cuore.

Sono stati individuati anche alcuni fattori di rischio che favoriscono lā€™insorgenza di aritmia:

  1. fumo di sigaretta
  2. abuso di alcool
  3. uso di droghe quali cocaina o amfetamine
  4. assunzione di caffeina in quantitĆ  eccessiva
  5. assunzione di alcuni farmaci
  6. disturbi digestivi
  7. BPCO.

Anche un forte stress emozionale o un attacco di collera possono indurre unā€™accelerazione del battito cardiaco, un aumento dei valori pressori e il rilascio degli ormoni dello stress. E di conseguenza innescare unā€™aritmia.

Le patologie che possono portare, tra le loro conseguenze, a unā€™aritmia sono:

  1. infarto cardiaco
  2. ipertensione
  3. patologie coronariche
  4. disfunzioni tiroidee
  5. patologie reumatiche del cuore.

In alcune forme di aritmia cā€™ĆØ una dimostrata componente genetica.

Terapie

Non tutte le aritmie richiedono un trattamento farmacologico. Qualora il cardiologo lo ritenga opportuno, i farmaci piĆ¹ utilizzati per la cura delle aritmie sono:


Antiaritmici Sono usati per accelerare o rallentare il battito cardiaco e per convertire il ritmo cardiaco, da anormale, in stabile e normale. I farmaci che rallentano la frequenza cardiaca sono i beta-bloccanti e
alcuni calcio-antagonisti. Per controllare il ritmo cardiaco si usano
invece amiodarone, sotalolo, flecainide, propafenone. Vanno dosati da
uno specialista aritmologo
Anticoagulanti Nella fibrillazione atriale, se non ci sono controindicazioni, sono usati farmaci anticoagulanti, che servono a fluidificare il sangue e quindi a prevenire la formazione di coaguli sanguigni.


Esistono anche trattamenti non farmacologici per alcune aritmie. Ecco le principali procedure chirurgiche, interventi comuni nei reparti di cardiologia di ogni ospedale.

Pacemaker ƈ un piccolo strumento posizionato sotto la pelle del torace e serve a controllare, per mezzo di impulsi elettrici direzionati al cuore, il ritmo cardiaco. Si usa nelle aritmie ipocinetiche
Defibrillatore Si utilizza in caso di aritmie ventricolari che non si risolvono
soltanto con i farmaci. Lā€™apparecchio, poco piĆ¹ grande di un pacemaker, riconosce e risolve le aritmie pericolose con uno shock elettrico.
Cardioversione elettrica Fornisce al cuore una scarica elettrica ed ĆØ utile per fibrillazione o flutter atriale.
Ablazione transcatetere Si tratta di una procedura che permette lo studio elettrofisiologico del cuore e la cura di diversi tipi di aritmie.
L'intervento consiste nell'inserimento di un particolare
elettrocatetere nella cavitĆ  cardiaca attraverso una vena femorale
oppure una vena giugulare interna. In questo modo, ĆØ possibile valutare
le caratteristiche elettriche del cuore ed erogare energia elettrica
(radiofrequenza) dalla punta metallica del catetere. Il riscaldamento
che ne consegue provoca delle piccolissime bruciature a livello
dellā€™area di tessuto cardiaco coinvolta nella genesi dellā€™aritmia.

Prevenzione e diagnosi

Alla luce delle molteplici cause che possono innescare un'alterazione del ritmo cardiaco, la prevenzione passa attraverso una serie di accorgimenti volti a tenere sotto controllo la salute del cuore.

Lā€™alimentazione deve essere il piĆ¹ possibile equilibrata e varia. Va limitato in particolar modo il consumo di bevande alcoliche, dolci e cibi ad alto contenuto di grassi, soprattutto se di origine animale. ƈ inoltre bene praticare in modo costante e regolare attivitĆ  fisica, non fumare ed evitare il piĆ¹ possibile situazioni di stress.

In presenza di fattori di rischio congeniti o di malattie (ipertensione, cardiopatia ischemica) che possono facilitare l'insorgenza di aritmie cardiache, ĆØ essenziale il costante monitoraggio dell'attivitĆ  cardiovascolare. Se la visita medica, comprensiva di anamnesi clinica e auscultazione del cuore, evidenzia problemi nel battito cardiaco possono essere prescritti ulteriori approfondimenti.

Gli esami del sangue possono aiutare a individuare possibili cause: alcune alterazioni degli elettroliti (soprattutto calcio, magnesio e potassio) possono dare origine ad aritmie. Lo stesso accade per la tiroide, dal cui mancato funzionamento puĆ² dipendere il ritmo cardiaco alterato.

Uno degli esami piĆ¹ diffusi e accurati dal punto di vista diagnostico ĆØ l'elettrocardiogramma (ECG). Il tracciato di un ECG ĆØ in grado di individuare con precisione un eventuale disturbo del ritmo cardiaco e permette ai medici di intervenire tempestivamente. Esistono diverse varianti di ECG, in base al tipo di aritmia sospettata e alle esigenze diagnostiche.

L'ECG secondo Holter permette di registrare l'attivitĆ  cardiaca nell'arco di 24/48 ore, allo scopo di evidenziare aritmie passeggere o comunque di breve durata. Se sussiste la necessitĆ  di monitorare l'attivitĆ  cardiaca per tempi piĆ¹ lunghi, ĆØ possibile ricorrere a un piccolo apparecchio impiantabile (loop recorder).

L'ECG sotto sforzo e la scintigrafia miocardica permettono di scoprire ischemie non rilevabili a riposo, che possono dare origine ad aritmie cardiache. Attraverso l'ecocardiogramma, infine, ĆØ possibile misurare il diametro delle camere cardiache e la loro funzionalitĆ .

Alcuni pazienti vittime di sincope possono poi essere sottoposti al tilt test, che consiste nel monitoraggio della pressione e della frequenza cardiaca nel passaggio da una posizione verticale (ortostatica) a una orizzontale.

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