Malattie autoimmuni: l’alimentazione aiuta?

Studi scientifici suggeriscono che l'alimentazione, tenendo a bada l’infiammazione, potrebbe essere un'alleata contro le malattie autoimmuni.


A volte il sistema immunitario fa un po' di confusione e incomincia ad aggredire le cellule del suo stesso corpo: è quello che succede nel caso delle malattie autoimmuni, una classe di disturbi in cui ricadono patologie molto diverse fra loro, dall'artrite reumatoide alla celiachia, passando per la sclerosi multipla, il diabete di tipo 1, la tiroidite di Hashimoto ecc.

Per alcune di queste malattie seguire specifici accorgimenti alimentari è fondamentale per tenere sotto controllo la situazione.

Nel diabete di tipo 1, per esempio, è necessario fare particolare attenzione alla quantità di carboidrati assunti, parametro in base al quale deve essere calibrata la dose di insulina utilizzata.

Nella celiachia la terapia è totalmente basata su una regola alimentare: evitare l'assunzione di glutine, la sostanza che scatena la reazione autoimmune alla base dei sintomi della malattia.

Altre volte, invece, il legame con l'alimentazione è meno chiaro; anche in questi casi, però, sembra che fare attenzione a ciò che si mangia possa essere d'aiuto.

Lotta all'infiammazione

L'infiammazione è il nemico comune che tutti coloro che convivono con una malattia autoimmune possono tentare di combattere anche grazie all'aiuto dell'alimentazione.

Dal punto di vista pratico ciò significa abbandonare alcuni eccessi tipici dei regimi alimentari moderni: quello di grassi, zuccheri, sale, alimenti processati e del cosiddetto fast food.

In questo modo è possibile per esempio combattere l'obesità, che è stata associata a uno stato proinfiammatorio in grado di influenzare diverse malattie autoimmuni.

Anche l'eccesso di sale è stato associato al rilascio di molecole proinfiammatorie e all'attivazione del sistema immunitario, e il suo possibile ruolo come fattore di rischio per le malattie autoimmuni sembra essere sempre più chiaro.

Infine, la flora batterica intestinale sembra coinvolta nella regolazione della risposta immunitaria: l'alimentazione, influenzando la composizione del microbiota intestinale, potrebbe quindi a sua volta avere un effetto sull'attività del sistema immunitario.

In particolare, in modelli sperimentali di malattie autoimmuni l'assunzione di opportuni probiotici (batteri che possono essere assunti per via orale e che arrivano vivi nell'intestino) è stata associata a miglioramenti dei segni clinici della patologia.

Cibi sì e cibi no

Per il momento non è possibile dire l'ultima parola su quali siano i cibi amici e nemici di chi convive con una malattia autoimmune.

In base agli studi condotti fino ad oggi è possibile ipotizzare che un'alimentazione ipocalorica che includa fonti di acidi grassi polinsaturi (in particolare gli omega 3 del pesce e dell'olio di pesce), tè verde, olio di oliva e polifenoli potrebbe esercitare un effetto benefico.

Al contrario, un'alimentazione ricca di grassi o di sale e l'assunzione di grassi trans (presenti per esempio in alcune margarine e in alcuni prodotti da forno) potrebbero avere effetti negativi.

In generale, se si vuole combattere l'infiammazione è bene seguire un'alimentazione prevalentemente a base vegetale, preferendo i cereali nella loro forma integrale e ricordando di mangiare anche legumi.

L'uso del sale può essere ridotto grazie a quello di spezie come lo zenzero e la curcuma, mentre per condire si dovrebbe utilizzare l'olio di oliva, preferibilmente extravergine.

Alimenti amici Alimenti nemici
Alimenti ricchi di grassi polinsaturi Alimenti ricchi di grassi trans
Tè verde Sale
Olio di oliva Alimenti processati
Cereali integrali Cereali raffinati
Legumi Carne

Silvia Soligon
Silvia Soligon
Romana di adozione, è nata a Milano, dove ha conseguito la laurea in Scienze biologiche e il dottorato di ricerca in Scienze genetiche e biomolecolari. Ha poi continuato a lavorare nell’ambito della ricerca scientifica prima all’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” di Novara, poi all’Università “La Sapienza” di Roma.   Nella capitale ha proseguito il suo percorso formativo con un master in Scienza dell’alimentazione e dietetica applicata. Sempre a Roma si è specializzata nell’ambito del giornalismo e della comunicazione scientifica, conseguendo il master “Le scienze della vita nel giornalismo e nelle politiche istituzionali” dell'Università "La Sapienza".    Iscritta all'Ordine nazionale dei Biologi e all'Ordine dei giornalisti è socia di Unamsi (l’Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione). Dal 2008 collabora con diverse testate giornalistiche e siti web per la produzione di contenuti riguardanti tematiche medico-scientifiche. Musica e cibo sono le sue grandi passioni. Oggi divide il suo tempo tra la scrittura, il lavoro di nutrizionista e i concerti.

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