Festa e mal di testa

In vacanza, tra feste e notti in bianco, può succedere. Il mal di testa rappresenta infatti uno dei tipici postumi di una sbornia. Ecco come evitarlo, e come contrastare anche gli altri effetti collaterali dell’ubriacatura.

Sono ancora molti a condurre uno stile di vita (il cosiddetto lifestyle) in cui i momenti di festa e di celebrazione vanno inevitabilmente a braccetto con il consumo di alcol (che sia vino, birra, cocktail o superalcolici fa poca differenza).

Se bere moderatamente una bevanda alcolica può non lasciare strascichi, un drink dietro l’altro può invece determinare uno stato di intossicazione acuta da alcol etilico, quella che normalmente definiamo “sbronza”.

In compagnia, del resto, è facile lasciarsi trasportare dall’entusiasmo. E se si va a letto tardi e magari si è esagerato con gli alcolici, può insorgere mal di testa. Si sa: la stanchezza può scatenare il mal di testa. Se all'affaticamento si aggiungono gli eccessi tipici delle serate di baldoria, gli effetti sull'organismo possono facilmente amplificarsi e, al risveglio, l'emicrania può rovinare i bei ricordi della sera prima.

Dopo una sbronza si rischia di fare i conti, oltre che con il mal di testa e un senso di spossatezza e debolezza, anche con diversi altri effetti collaterali, tra cui:

  • nausea
  • vomito
  • secchezza a bocca e gola
  • difficoltà a dormire
  • irritabilità
  • difficoltà di concentrazione
  • sensibilità alla luce e ai rumori
    -malessere generale.

In inglese tutti questi disturbi vengono descritti con una sola parola: hangover.

C'è chi dice che il tempo sia l'unica cura e che sia necessario sopportare il mal di testa e gli altri postumi dei bagordi finché l'alcol di cui si è abusato non viene completamente smaltito. Ma la saggezza popolare e gli studi riguardo agli effetti degli alcolici su cervello e sistema circolatorio propongono semplici rimedi per tornare al più presto in forma.

Dobbiamo però precisarlo: studi specifici su come porre rimedio alle conseguenze dell’eccesso alcolico non abbondano. Di conseguenza, si è ancora lontani dall’aver trovato la ricetta scientificamente provata ed efficace al cento per cento per risolvere rapidamente i postumi di una sbornia. Ecco, comunque, quello che si può fare per attenuare i fastidi post ubriacatura.

Alcolici: una parola, più nemici

È certo che il primo responsabile del mal di testa post-sbronza sia l'alcol etilico (o etanolo), da cui dipende il grado alcolico della bevanda. Ecco qualche esempio.

Bevanda Grado alcolico (vol. %)
Birra 5
Vino 12
Digestivi 25-30
Superalcolici 35-60
Champagne/spumante 11

Una volta ingerito, l’etanolo viene assorbito per il 20% dallo stomaco e per l’80% dall’intestino, per poi passare nel circolo sanguigno e diffondersi così in tutto l’organismo. Una piccola percentuale (2-10%) viene eliminata attraverso respirazione, traspirazione, feci, urine, lacrime (e latte materno, nel caso di una donna che allatta); il resto viene invece metabolizzato a livello epatico.

L’etanolo viene quindi normalmente smaltito principalmente dal fegato, dove due enzimi, chiamati alcol deidrogenasi e aldeide deidrogenasi, lo convertono prima in acetaldeide e, in seguito, in acido acetico, che viene poi eliminato attraverso le urine.

Tuttavia, se il consumo di alcol è eccessivo il fegato non è in grado di degradarlo tutto e, di conseguenza, l'acetaldeide che sfugge alla conversione in acido acetico (o che si accumula nell’attesa di essere convertita) può causare nausea e mal di testa, anche per diverse ore. Questi effetti scompaiono soltanto una volta che gli ultimi residui vengono eliminati.

All'effetto dell'alcol etilico si aggiunge la formazione di formaldeide a partire dal metanolo, un'altra sostanza presente, seppur in quantità minore, in tutte le bevande alcoliche. Per smaltirlo il fegato utilizza gli stessi enzimi responsabili della degradazione dell'etanolo. Tuttavia, inizialmente la loro attività si concentra preferenzialmente su quest’ultimo e verso il mattino, quando pressoché tutto l'etanolo sarà stato smaltito, il fegato inizierà a trasformare il metanolo in formaldeide, causando, ancora una volta, cefalee.

Infine, anche altre molecole, come l'istamina e la tiramina, abbondanti nel vino rosso e nella birra, contribuiscono all'insorgenza del mal di testa.

Primo passo: bere acqua in abbondanza

Bere molto, ma disidratarsi: sembra un paradosso, ma è questo un tipico effetto dell’eccesso di alcolici. L’alcol, infatti, è un forte diuretico, perché agisce inibendo la produzione di vasopressina, un ormone antidiuretico la cui funzione è quella di mantenere l’equilibrio idrico del nostro corpo spingendo i reni a riassorbire acqua dalle urine. Se questo ormone viene messo momentaneamente fuori gioco, quindi, si finisce per eliminare più acqua del dovuto: si fa più pipì e si avverte maggiormente lo stimolo della sete (questo spiega anche la secchezza percepita a livello di bocca e gola). Quando la forte disidratazione colpisce anche il cervello causa sintomi come il mal di testa e l’irritabilità.

Il primo e più efficace rimedio contro i postumi da sbronza, quindi, è idratare l'organismo bevendo molta acqua. Infatti, bere molto permette di eliminare il metanolo e le tossine in circolo e contrasta la disidratazione causata dall'alcol, che contribuisce all'acuirsi del mal di testa.

Per questo si consiglia di sorseggiare, cioè bere a piccoli sorsi (troppa acqua in un sol colpo può di contro peggiorare il senso di nausea), diversi bicchieri d’acqua a temperatura ambiente già prima di andare a letto, per poi fare lo stesso appena svegli.

Meglio, però, non associare all’acqua l’assunzione di farmaci antidolorifici nella speranza di contrastare il mal di testa: non solo c’è il rischio di una pericolosa interazione tra i medicinali e l’alcol ancora presente nell’organismo, ma alcuni principi attivi possono sovraccaricare il lavoro del fegato, mentre altri possono irritare ulteriormente lo stomaco già messo alla prova dagli alcolici.

Da sfatare anche il mito che una doccia fredda prima di andare a dormire possa far svanire i postumi di una sbornia; anzi può essere controproducente, anche perché l’alcol stesso, nonostante dia una momentanea sensazione di calore, contribuisce ad abbassare la temperatura corporea. Meglio piuttosto una doccia tiepida o fresca, il mattino dopo.

Altri rimedi post sbornia

Concedersi un po’ di riposo è certamente importante per permettere all’organismo di riprendersi, tanto più che l’alcol determina anche un forte calo di zuccheri nel sangue, con conseguente debolezza, e favorisce la perdita di vitamine del gruppo B, la cui carenza favorisce un senso di spossatezza.

L’eccesso di alcolici, poi, irrita lo stomaco stimolando un’eccessiva produzione di succhi gastrici e causando così acidità.

Tutto si può affrontare con una colazione a base di cibi leggeri di facile digestione:

  • pane o fette biscottate (eventualmente con un velo di marmellata) oppure fiocchi di cereali per ristabilire i livelli di zuccheri nel sangue;
  • frutta fresca, intera o sotto forma di succhi di frutta (meglio se ottenuti al momento con centrifughe o estrattori) per fare il pieno di vitamine e minerali.

Può essere utile anche bere una tisana con zenzero e un poco di succo di limone, dall’effetto anti-nausea. I frullati sono un'ottima alternativa; il latte, infatti, fornisce contemporaneamente l’acqua e i sali minerali che vengono persi a causa dell'elevato effetto diuretico dell'alcol. Oltre a contrastare la disidratazione, il latte aiuta anche a riportare i livelli di zuccheri nella norma e a tamponare l’acidità che irrita lo stomaco.

Altri ottimi alimenti sono le uova, che contengono cisteina (un amminoacido utile per l'eliminazione delle tossine) e vitamina B12, le banane, come anche le patate dolci, che aiutano a reintegrare le perdite di potassio (100 grammi di banana forniscono circa 350 mg di potassio), e il gelato, ricco di zuccheri, anch'essi eliminati in grande quantità a causa dell'effetto diuretico degli alcolici. Anche il miele, che contiene fruttosio, aiuta a smaltire meglio l'alcol.

Dato, poi, il noto potere vasodilatatore degli alcolici, responsabile non solo dell'emicrania ma anche dell'arrossamento degli occhi, può essere utile bere del caffè, che ha proprietà vasocostrittrici e toniche. Attenzione però: è un consiglio che vale solo per chi è abituato a consumare questa bevanda senza particolari effetti avversi, perché in alcuni soggetti la caffeina può scatenare mal di testa e in generale ha un effetto diuretico che può peggiorare la disidratazione da alcol.

Da evitare, invece, i cibi acidi, come agrumi e pomodori.

E poi, la prevenzione è sempre l’arma migliore

Non tutti sono soggetti nello stesso modo a emicranie da alcolici. Una particolare attenzione è richiesta a chi già soffre di cefalea a grappolo: in questo caso la probabilità che una bevuta possa scatenare mal di testa è maggiore.

Alcuni studi scientifici hanno addirittura dimostrato che esiste una base genetica all'incapacità di degradare l'alcol in questi soggetti, che coinvolge proprio gli enzimi alcol deidrogenasi.

Non solo: anche i diversi alcolici sono più o meno a rischio di causare mal di testa. Il vino rosso, soprattutto se giovane e vivace, è particolarmente incline a indurre l’emicrania, come lo champagne e altri vini con zuccheri aggiunti.

È poi da tener presente che la velocità di assorbimento dell'alcol è massima a stomaco vuoto, mentre risulta più bassa dopo aver mangiato cibi che impiegano più tempo di altri per essere digeriti, come pane, pasta, riso integrale, ma soprattutto cibi proteici e grassi (come carne e formaggi).

Infine, il ginseng, assunto prima degli alcolici, aiuta il fegato a smaltire le tossine e a metabolizzare l'alcol.

Leggi il dossier MAL DI TESTA

Silvia Soligon
Silvia Soligon
Romana di adozione, è nata a Milano, dove ha conseguito la laurea in Scienze biologiche e il dottorato di ricerca in Scienze genetiche e biomolecolari. Ha poi continuato a lavorare nell’ambito della ricerca scientifica prima all’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” di Novara, poi all’Università “La Sapienza” di Roma.   Nella capitale ha proseguito il suo percorso formativo con un master in Scienza dell’alimentazione e dietetica applicata. Sempre a Roma si è specializzata nell’ambito del giornalismo e della comunicazione scientifica, conseguendo il master “Le scienze della vita nel giornalismo e nelle politiche istituzionali” dell'Università "La Sapienza".    Iscritta all'Ordine nazionale dei Biologi e all'Ordine dei giornalisti è socia di Unamsi (l’Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione). Dal 2008 collabora con diverse testate giornalistiche e siti web per la produzione di contenuti riguardanti tematiche medico-scientifiche. Musica e cibo sono le sue grandi passioni. Oggi divide il suo tempo tra la scrittura, il lavoro di nutrizionista e i concerti.

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