Per rilassarsi, riequilibrare le energie, lenire il mal di schiena e scordare l'insonnia. Dal Giappone, il trattamento che fa bene a chi lo riceve, ma anche a chi lo pratica.
“Shi” significa dito, “atsu” vuol dire pressione. In giapponese, l'ideogramma che lo rappresenta mostra due persone che si sostengono a vicenda.
Le tecniche sono diverse, Namikoshi si concentra sui sintomi, Masunaga lavora invece sui blocchi energetici, individuando le cause dei nostri malesseri. «Il primo approccio con il paziente cerca infatti di valutare lo stato dell'Hara, il centro vitale che si trova sotto l'ombelico» spiega Nunzia Cofone, operatrice Shiatsu a Roma. «Significa che, anche quando la persona dichiara di soffrire di cervicale, non è detto che, invece, il suo dolore al collo non abbia altre cause. Ecco perché il trattamento Shiatsu coinvolgerà tutto il corpo, gambe, braccia, torace».
Via i dolori
Le pressioni esercitate dal trattamento Shiatsu sono in grado di intervenire sul mal di schiena, sul mal di testa, sui dolori cervicali e contribuiscono a regolarizzare la circolazione linfatica e a stabilizzare nei parametri ideali respiro, battito cardiaco e temperatura corporea. Anche chi ha problemi digestivi può trarne beneficio, così come chi soffre di insonnia o di ansia generalizzata.
Ma lo Shiatsu è in grado di alleggerire persino chi soffre di patologie importanti, quali il morbo di Alzheimer o di Parkinson. Nel primo caso, riuscire a rilassarsi aiuta a recuperare il centro di sé, nel secondo favorisce la sicurezza delle proprie capacità motorie. «Una malattia o un trauma fisico modificano spesso la postura della persona – dice Nunzia Cofone – lo Shiatsu aiuta a riequilibrarla. E può essere praticato anche a chi è su sedia a rotelle o ha subito cicli di chemioterapia».
Come ti senti?
Proprio perché coinvolge i centri vitali, il trattamento Shiatsu non andrebbe praticato se si soffre di cardiopatie importanti, se ci sono ulcere, nervi infiammati, flebiti o fratture recenti.
Il primo colloquio conoscitivo tra paziente e operatore è di grande importanza ed è fondamentale mettersi in mani esperte. È possibile, infatti, a seconda dei casi, tralasciare le pressioni dello Shiatsu e lavorare sulle fasce, cioè sul tessuto connettivo.
Per ottenere risultati può essere sufficiente un solo trattamento ma, in genere, sono previsti 4 incontri. «Succede, a volte, – spiega l'operatrice Shiatsu – che il ricevente risponda velocemente al primo trattamento oppure che faccia fatica a lasciarsi andare; in questo caso sono necessarie più sedute».
Per i piccolissimi
Il trattamento Shiatsu può essere praticato anche sui neonati e sui lattanti. In particolare, promuove il ritmo sonno/veglia ed è efficace nel prevenire e contrastare le famigerate colichette gassose dei primi mesi di vita. Senza contare, ma questo vale a tutte le età, che il contatto fisico con mani che si muovono con sapienza è in grado di disinnescare tensioni, stress e ansia.