Vaccino antinfluenzale

Che cos’è a che cosa serve

Il vaccino antinfluenzale stagionale è un preparato contenente alcune proteine di superficie dei virus influenzali più diffusi durante la stagione invernale.

Queste proteine si comportano come “antigeni”, stimolando il sistema immunitario e istruendolo a reagire prontamente in caso di incontro con i virus dell’influenza presenti nell’ambiente.

La sua assunzione permette all’organismo di difendersi con più efficienza dall’infezione, evitando di sviluppare i classici sintomi influenzali (febbre alta, raffreddore, tosse, mal di gola e disturbi gastroenterici nei bambini) o, comunque, di soffrirne in modo molto più lieve di quanto avverrebbe se non ci si fosse vaccinati.

Per essere effettivamente protetti dall’influenza è indispensabile assumere ogni anno il nuovo vaccino stagionale reperibile nelle farmacie, messo a punto sulla base delle informazioni sui ceppi virali circolanti raccolte dal Global influenza surveillance network dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Come va somministrato

Negli adulti e nei bambini già vaccinati una prima volta, è sufficiente una sola dose di vaccino antinfluenzale stagionale per ottenere un adeguato livello di protezione.

Il vaccino va somministrato con un’iniezione nel muscolo deltoide (parte superiore del braccio) negli adulti e nei bambini con più di 9 anni e nella parte antero-laterale della coscia nei bambini più piccoli e nei lattanti.

Chi deve assumerlo

La vaccinazione antinfluenzale è la strategia preventiva più efficace e sicura per proteggersi dall’influenza e, in assenza di controindicazioni specifiche, è consigliata a chiunque a ogni età.

Per alcune categorie di persone esposte a un rischio particolarmente elevato di contrarre l’influenza o di sviluppare complicanze severe in caso di infezione, l’invito alla vaccinazione diventa una raccomandazione esplicita.

In particolare, dovrebbero assumere il vaccino antinfluenzale annuale:

  • Persone con più di 65 anni, soprattutto se ospedalizzate o residenti in case di riposo
  • Bambini di età superiore ai 6 mesi, nati pretermine o di basso peso alla nascita
  • Donne nel II e III trimestre di gravidanza
  • Adulti affetti da malattie croniche o acute ricorrenti a carico dell’apparato respiratorio e cardiocircolatorio; malattie metaboliche, compreso il diabete mellito, malattie renali con insufficienza renale, malattie degli organi ematopoietici ed emoglobinopatie, compromissione delle difese immunitarie, sindromi da malassorbimento intestinale, necessità di sottoporsi a interventi chirurgici.
  • Personale sanitario (medici, infermieri, personale assistenziale eccetera)
  • Personale di assistenza delle case di riposo e familiari di soggetti ad alto rischio
  • Volontari dei servizi sanitari di emergenza
  • Insegnanti scuole d’infanzia e dell’obbligo
  • Addetti di poste e telecomunicazioni
  • Dipendenti di pubblica amministrazione e sicurezza
  • Allevatori e addetti all’attività di allevamento oppure al trasporto di animali vivi
  • Veterinari di enti pubblici e libero-professionisti

Quando vaccinarsi

Il periodo ideale per assumere il vaccino antinfluenzale può variare leggermente di anno in anno, in relazione alle caratteristiche di diffusione dei virus (legate anche alle condizioni metereologiche stagionali).

In generale, comunque, è raccomandato sottoporsi alla vaccinazione influenzale tra l’inizio di novembre e la metà di dicembre per essere pienamente tutelati nel periodo di picco influenzale, che di solito si registra tra Natale e la fine di gennaio, quando i virus dell’influenza sono più diffusi e la probabilità di ammalarsi è particolarmente elevata.

Se ci si ammala lo stesso?

Il vaccino stagionale è un’arma preziosa per prevenire l’influenza, ma non è in grado di proteggere da altri virus non contenuti nel preparato vaccinale, in grado di causare malattie da raffreddamento simil-influenzali.

Anche se si è stati vaccinati, quindi, potrà capitare di avere febbre, raffreddore, tosse e disturbi gastroenterici una o più volte nei mesi compresi tra ottobre e marzo.

Quando accade, per alleviare il disagio, si può ricorrere a farmaci antinfiammatori non steroidei di comprovata efficacia nel ridurre la febbre e i principali sintomi associati alle malattie da raffreddamento (stanchezza, mal di testa, indolenzimento e malessere generalizzato).

Inoltre, in base all'età, sono consigliati rimedi diversi:

Fascia d'età  Rimedi
Adulti Acido acetilsalicilico, disponibile in numerose formulazioni da assumere per bocca, in relazione alle preferenze individuali (compresse e bustine effervescenti, compresse da sciogliere in bocca o da deglutire con po’ di acqua).
Bambini con meno di 12 anni Paracetamolo, raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità, da assumere per bocca o in supposte (opzione quest’ultima da preferire in presenza di nausea o vomito, ma da evitare se c’è diarrea).

Se c’è febbre, oltre ai farmaci, per guarire presto e bene è indispensabile rispettare alcuni giorni di riposo, preferibilmente a letto, e seguire un’alimentazione sana, leggera ma nutriente, ricca di frutta e vitamine che aiutano a sostenere le difese immunitarie dell’organismo.

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