Rosacea

È una dermatosi cronica che quasi sempre interessa esclusivamente la cute del volto.

Un tempo definita “acne rosacea” per la presenza in alcuni casi di lesioni papulo-pustolose simili a quelle dell’acne comune, viene oggi denominata semplicemente “rosacea” perché dall’acne si differenzia sia per il meccanismo patogenetico sia, di conseguenza, per gli aspetti clinici e per il trattamento.
La malattia esordisce tipicamente in età adulta, tra i 30 e i 60 anni, e colpisce con maggiore frequenza le donne.

Cause

L’eziologia della rosacea è tuttora sconosciuta.

Sulla sua origine sono state avanzate diverse ipotesi che chiamano in causa fattori di varia natura: fattori genetici predisponenti, in quanto si osserva più frequentemente in alcune popolazioni (tipicamente tra gli irlandesi e gli inglesi), negli individui di pelle chiara ed è spesso ricorrente nella stessa famiglia; fattori infettivi, in quanto è stata associata talora ad alte concentrazioni di particolari batteri tipici della flora microbica cutanea (come Demodex folliculorum) e talora alla presenza a livello gastrico di Helicobacter pylori; fattori immunologici in quanto le manifestazioni cliniche sembrano essere legate a una eccessiva reattività della cute.

È possibile che a determinare la malattia siano in realtà più fattori concomitanti e che nei diversi individui prevalgano fattori differenti.
La patogenesi della malattia, e cioè il meccanismo che è alla base delle sue manifestazioni cliniche, è comunque di tipo infiammatorio e interessa soprattutto i vasi sanguigni del microcircolo cutaneo superficiale.

Sintomi

I sintomi della malattia sono quasi sempre solo cutanei, localizzati esclusivamente alle aree centrali del viso (mento, naso, fronte, guance), anche se in alcuni casi sono accompagnati da interessamento dei tessuti oculari.
Le manifestazioni dipendono dall’evoluzione della malattia che può configurare quattro differenti aspetti clinici:

  • rosacea eritematosa, caratterizzata da crisi di arrossamento generalizzato (eritema) e dilatazioni visibili dei vasi capillari (teleangectasie) che possono essere scatenate da eventi vari (esposizione al sole, sbalzi di temperatura, stress emotivi, pasti);
  • rosacea edematosa, caratterizzata dalla persistenza dell’arrossamento e delle teleangectasie e da diffuso gonfiore della cute nelle stesse aree;
  • rosacea papulo-pustolosa, caratterizzata dalla comparsa nelle aree arrossate di lesioni che nell’aspetto ricordano le papule e pustole dell’acne comune;
  • rosacea ipertrofica, caratterizzata dalla formazione nelle aree interessate di ispessimenti irregolari, causati da iperplasia del tessuto connettivo e delle ghiandole sebacee, con conseguente deformazione della superfice cutanea.

Nei casi con concomitante coinvolgimento degli occhi vi può essere infiammazione delle congiuntive, della cornea, delle palpebre e della cute perioculare (rosacea oftalmica).

Nei casi con evoluzione ipertrofica deformante l’area più frequentemente colpita è il naso (rinofima), più raramente lo sono il mento, la fronte, le palpebre.
La malattia può manifestarsi con diversa gravità nei singoli individui e non necessariamente evolve da uno stadio all’altro.

In generale, sebbene colpisca più spesso le donne, tende ad assumere le forme cliniche più complicate nel sesso maschile (nel quale, per esempio, la forma ipertrofica con rinofima compare in modo pressoché esclusivo).

Rimanendo sconosciuta la causa della rosacea, sono invece ben noti alcuni fattori che in singoli individui possono agire come scatenanti o aggravanti: esposizione al sole, lavaggio con acqua troppo calda o troppo fredda, applicazione di creme a base oleosa, applicazione di cortisonici, assunzione di cibi piccanti o di alcolici, stress emotivi.

Trattamento

Essendo la rosacea una malattia cronica, per la quale non esiste al momento una cura risolutiva, il suo trattamento è finalizzato al controllo e all’attenuazione dei sintomi ed è pertanto diverso a seconda della forma clinica.

In generale si avvale di farmaci ad uso topico (metronidazolo, acido azelaico) e nei casi più gravi anche di antibiotici per via orale (appartenenti alle famiglie dei macrolidi e delle tetracicline) e di un derivato della vitamina A (isotretinoina).

Nelle forme ipertrofiche può essere indicato il ricorso a trattamenti di correzione chirurgica con laser dermatologico o luce pulsata.
Tra i rimedi naturali finora considerati buoni risultati ha dato nelle forme moderate l’uso topico di estratti di Chrysanthellum indicum.

Altri fitoterapici e altre molecole di sintesi sono attualmente in fase di studio.

Qualsiasi trattamento, sia locale sia sistemico, va intrapreso solamente sulla base di una prescrizione medica.

Regola fondamentale nella gestione della rosacea è, ovviamente, evitare l’esposizione ai fattori che risultano avere effetto scatenante o aggravante dei sintomi.

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