Pertosse

Che cos’è

La pertosse è un’infezione respiratoria che si manifesta con violenti attacchi di tosse secca, forte e non controllabile dalla volontà, che si concludono con una sonora inspirazione, assimilata a versi animali, da cui la definizione volgare di “tosse asinina, canina o abbaiante”.

Cause

La pertosse è causata dalla Bordetella pertussis, un bacillo presente in tutto il mondo (50 milioni sono i casi che si verificano ogni anno e 350 mila i decessi) che colpisce preferenzialmente l’uomo, anche se dotato della capacità di insediarsi in animali come le scimmie e i topi.

La pertosse, che è costantemente presente e ha uno scarso legame con la stagionalità, è una delle malattie più contagiose: si trasmette con le goccioline di saliva che restano sospese nell’aria. Su 100 individui non protetti ed esposti al contagio oltre 90 si ammalano.

È importante sottolineare che l’andamento complessivo della pertosse è caratterizzato da picchi di riaccensione che tendono a ripetersi ciclicamente ogni 3-5 anni.

Sintomi comuni

Trascorso il periodo di incubazione, di 10-14 giorni, l’andamento della pertosse è caratterizzato da una fase iniziale (catarrale) con febbricola, starnuti, raucedine e tosse notturna, a cui fa seguito un periodo di 2-3 settimane (parossistico) di episodi di tosse secca (5-15 colpi violenti e ravvicinati che terminano con un “urlo inspiratorio” e l’eventuale emissione di minima quantità di muco) e una fase di graduale recupero (convalescenza).

La tosse convulsiva può ostacolare sia la respirazione sia l'alimentazione.

Complicazioni

Le complicazioni sono più gravi nel primo anno di vita: sovrainfezioni batteriche (otite, polmonite, bronchite), crisi convulsive ed encefalite.

I colpi di tosse possono anche determinare emorragie sottocongiuntivali ed epistassi (sangue dal naso).

La pericolosità della pertosse è tutt’altro che trascurabile: una proporzione variabile di soggetti da uno su 1.000 a uno su 10.000 può andare incontro a complicanze fatali e anche in un Paese come l’Italia, in cui la qualità dell’assistenza sanitaria può considerarsi buona, muoiono ogni anno 4-10 bambini per questa malattia.

Le cure

La cura si basa su antibiotici quali eritromicina (se somministrato prima del periodo parossistico concorre a ridurre la contagiosità e talvolta anche l’entità dei sintomi), e di farmaci sintomatici (sedativi della tosse, antispasmodici, antinfiammatori, in base alle necessità specifiche).

Il vaccino antipertosse, che esiste ormai da qualche decennio, viene oggi prodotto mediante ingegneria genetica ed è ben tollerato.

È disponibile da solo o associato al vaccino anti-difterico-tetanico ed è consigliabile a tutti i lattanti, che sono i soggetti più a rischio di complicazioni della malattia. Ecco con quali tempistiche deve essere somministrato.

1° dose 2° dose 3° dose
3 mesi 5 mesi 11 mesi

Quando consultare il medico

Essendo una malattia contagiosa, il medico deve essere consultato ai primi sintomi sospetti. La conferma della diagnosi si basa sulla dimostrazione della presenza del batterio mediante coltura delle secrezioni nasofaringee.

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