Dolore lombare: come curarlo

Il dolore lombare è un problema molto frequente. Ecco come affrontarlo e come comportarsi per evitare che ritorni.

Colpisce almeno una volta nella vita ben l'80% della popolazione, indistintamente uomini e donne, soprattutto nella fascia d'età compresa tra i 40 e i 50 anni, ed è una delle cause più comuni di assenza dal lavoro: stiamo parlando del dolore lombare, o lombalgia.

Più che una malattia vera e propria, è il sintomo di problemi che possono avere cause molto diverse fra loro, ma con una caratteristica in comune: provocano dolore nella parte bassa della schiena.

Nei casi più seri il dolore limita significativamente le attività quotidiane ed è associato a rigidità e difficoltà di movimento.

Le sue cause possono essere molte, dalla tensione muscolare alla presenza di una lesione o di problemi ai dischi intervertebrali; per questo, a seconda dei casi, per curarlo e far sì che non ritorni può essere necessario un approccio diverso.

Purtroppo, però, a volte non è possibile farlo scomparire del tutto; in questi casi agire sulle proprie abitudini diventa fondamentale non solo per prevenire la riacutizzazione del dolore, ma anche per convivere con la presenza di fastidi costanti.

I diversi tipi di dolore lombare

Il mal di schiena che colpisce la parte bassa della colonna vertebrale può essere distinto in diverse tipologie in base alla sua durata.

Quando persiste per meno di 4 settimane si parla di lombalgia acuta. Spesso questo tipo di problema si risolve da sé, ma a volte può essere necessario l'intervento di un esperto.

Un dolore che dura da 4 a 12 settimane viene invece definito subacuto. Infine, quando i fastidi tormentano per più di 12 settimane si è autorizzati a parlare di lombalgia cronica.

Un altro tipo di classificazione del dolore lombare è basata sulla sua origine e distingue la lombalgia vertebrale (quella in cui i fastidi originano dalle vertebre) dalla lombalgia extravertebrale.

Le cause del dolore alla parte bassa della schiena

In genere il dolore lombare è più frequente nei soggetti:

  • con età superiore a 30 anni
  • in sovrappeso o che non praticano attività fisica
  • la cui professione obbliga ad alzare pesi, effettuare piegamenti o torsioni o che sottopone il corpo a vibrazioni
  • che fumano.

Inoltre, la lombalgia colpisce le donne gravidanza e in caso di stress o depressione.

A seconda che le lombalgie siano vertebrali o extravertebrali il dolore può essere innescato da diverse cause:

Tipo di lombalgia Cause
Vertebrale

Trauma o infezione 

Fusione dell'ultima vertebra lombare con la prima vertebra dell'osso sacro

Mancata fusione di una parte di una vertebra

Spondilolistesi (cioè lo scivolamento di una vertebra sopra all'altra)

Extravertebrale

Problemi al tessuto nervoso o alle meningi

Disturbi gastrointestinali

Disturbi urologici

Disturbi ginecologici (come fibromi uterini o cisti ovariche)

Disturbi vascolari (in particolare, da un aneurisma dell'aorta addominale)

Nel caso delle lombalgie vertebrali, i difetti di fusione e la spondilolistesi sono problemi congeniti, mentre i traumi e le infezioni vengono considerati cause acquisiste. 

Altre possibili cause del dolore lombare sono:

  • sindromi da raffreddamento o stati febbrili o influenzali
  • spasmi della muscolatura
  • stiramenti dei muscoli o dei legamenti della schiena
  • ernia al disco
  • scoliosi o cifosi (che non ha conseguenze solo a livello cervicale)
  • il cosiddetto colpo della strega o un episodio di sciatica (o meglio sciatalgia, in cui il dolore deriva dalla compressione e dall'infiammazione del nervo sciatico)
  • fratture della colonna vertebrale (anche associate all'osteoporosi)
  • stenosi vertebrale (cioè un restringimento del canale vertebrale)
  • problemi alle articolazioni (artrosi o artriti)
  • fibromialgia
  • endometriosi
  • interventi chirurgici
  • in casi più rari, una patologia tumorale.

I sintomi associati alla lombalgia possono essere dolori sordi o acuti, lievi oppure talmente intensi da rendere impossibili i movimenti e possono estendersi anche alla gamba, arrivando a volte anche fino al piede. A volte possono essere associati a sensazioni di pizzicore o di bruciore, oppure a debolezza agli arti inferiori.

Per una diagnosi adeguata può essere sufficiente una visita dal medico di base. Non mancano però i casi in cui potrebbero essere necessarie analisi più approfondite, come radiografie, Tac, risonanza magnetica o esami del sangue.

Il trattamento del dolore lombare acuto

L'approccio migliore al trattamento del dolore lombare varia da paziente a paziente. Per cercare di fare chiarezza sul tema l'American College of Physicians ha recentemente messo a punto delle linee guida basate su tre raccomandazioni pratiche.

La prima riguarda le forme di dolore lombare acuto e subacuto che tendono a migliorare da sole, che possono essere innanzitutto affrontate con un approccio non farmacologico basato sull'applicazione topica di calore o il ricorso a massaggi, agopuntura o manipolazioni spinali.

Gli effetti collaterali di trattamenti di questo tipo sono rari e non gravi. Il trattamento con il calore, per esempio, può essere al massimo associato ad arrossamenti cutanei, mentre i massaggi e le manipolazioni spinali possono causare un po' di indolenzimento muscolare. Purtroppo, però, sembra che agopuntura e manipolazioni spinali abbiano solo un lieve effetto reale sul dolore.

Sempre in caso di dolore acuto e subacuto, è anche possibile ricorrere all'uso di alcuni medicinali, in particolare farmaci antinfiammatori non steroidei (i cosiddetti Fans) oppure miorilassanti. Entrambi possono aiutare ad alleviare l'intensità del dolore; inoltre i Fans possono anche ridurre le difficoltà funzionali. L'American College of Physicians sconsiglia, invece, l'assunzione di farmaci steroidei.

Fra i fattori da tenere in considerazione nella scelta della terapia farmacologica sono inclusi i possibili effetti collaterali: mentre l'uso troppo prolungato dei Fans può essere associato a disturbi a livello gastrointestinale e renale, i miorilassanti possono agire sul sistema nervoso causando, in particolare, sedazione.

Infine, l'American College of Physicians ricorda che il dolore lombare acuto tende a risolversi sia presenza sia in assenza di lombosciatalgia e che per curarlo non è necessario il riposo assoluto; anzi, se possibile è bene rimanere attivi.

Che fare in caso di dolore lombare cronico?

La seconda raccomandazione dell'American College of Physicians riguarda i casi di dolore lombare cronico. Chi ne soffre dovrebbe prima di tutto tentare un approccio di tipo non farmacologico, associato a un minor rischio di effetti collaterali (al massimo qualche indolenzimento muscolare).

Dal punto di vista pratico ciò significa affrontare il mal di schiena con l'esercizio (soprattutto con lo stretching e l'allenamento di forza), una rieducazione multidisciplinare, l'agopuntura e la riduzione dello stress con la mindfulness. Tutti questi approcci sembrano aiutare a ridurre sia il dolore sia, almeno in parte, i problemi funzionali. È però importante che qualsiasi terapia fisica sia effettuata da personale specializzato, in modo da ricavarne i maggiori benefici possibili.

Inoltre, anche se le prove dell'efficacia di questi approcci sono meno convincenti, è possibile tentare di trattare il dolore lombare cronico anche con:

  • tai chi
  • yoga
  • esercizi sul controllo motorio
  • rilassamento progressivo
  • biofeedback elettromiografico
  • laserterapia a basso livello
  • condizionamento operante
  • terapia cognitivo-comportamentale o manipolazioni spinali.

Gli ultrasuoni, la stimolazione elettrica nervosa transcutanea (Tens) e il metodo Kinesio Taping non sembrano, invece, efficaci.

Infine, la terza raccomandazione dell'American College of Physicians riguarda i pazienti che convivono con un dolore lombare cronico che non migliora con un approccio non farmacologico. In questo caso gli esperti raccomandano di passare all'assunzione di medicinali, tentando prima di tutto il trattamento con i Fans.

Per quanto riguarda il recupero della funzionalità, purtroppo questi farmaci non sono stati associati a grandi benefici, ma possono aiutare a ridurre il dolore. Da questo punto di vista i diversi principi attivi sembrano essere equivalenti, ma i cosiddetti inibitori selettivi della Cox-2 sembrano essere associati a un rischio inferiore di reazioni avverse.

Il ricorso agli oppiacei dovrebbe essere invece preso in considerazione solo nei casi in cui gli altri farmaci disponibili per il trattamento del dolore lombare cronico non siano risultati efficaci e solo dopo un'attenta valutazione del rapporto tra i rischi e i benefici derivanti dalla loro assunzione.

Alcuni oppiacei possono avere infatti un effetto narcotizzante ed essere associati al rischio di abuso. Inoltre questa classe di farmaci può scatenare nausea, vomito, capogiri, stitichezza, secchezza delle fauci e sonnolenza anche quando vengono assunti a breve termine.

Lo stile di vita per proteggere la zona lombare

Quando si ha a che fare con il mal di schiena anche seguire qualche piccolo accorgimento nella vita di tutti i giorni può aiutare a sentirsi meglio.

Di notte potrebbe essere utile dormire sul fianco con un cuscino fra le gambe. Chi dorme in posizione supina potrebbe invece provare sollievo posizionandolo sotto alle gambe all'altezza del ginocchio.

Di giorno è meglio non rimanere fermi nel letto; anzi, in assenza di gravi problemi che richiedono il riposo assoluto, già uno o due giorni dopo la comparsa del dolore si dovrebbe cercare di rimettersi in movimento, iniziando con una leggera attività aerobica (camminare, pedalare o nuotare).

L'attività fisica è importante anche per prevenire la ricomparsa del dolore. Da questo punto di vista gli esercizi più adatti sono quelli che aiutano a migliorare la postura, a rinforzare i muscoli della schiena, ad aumentare la flessibilità e a evitare le cadute.

Infine, anche sollevare pesi correttamente (piegando le ginocchia anziché flettendo il busto), evitare di stare a lungo in piedi, non utilizzare tacchi troppo alti, mantenere una postura corretta anche da seduti, non fumare e, se necessario, perdere peso sono tutti piccoli trucchi che aiutano a ridurre il rischio di ritrovarsi alle prese con un dolore alla parte bassa della schiena.

Silvia Soligon
Silvia Soligon
Romana di adozione, è nata a Milano, dove ha conseguito la laurea in Scienze biologiche e il dottorato di ricerca in Scienze genetiche e biomolecolari. Ha poi continuato a lavorare nell’ambito della ricerca scientifica prima all’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” di Novara, poi all’Università “La Sapienza” di Roma.   Nella capitale ha proseguito il suo percorso formativo con un master in Scienza dell’alimentazione e dietetica applicata. Sempre a Roma si è specializzata nell’ambito del giornalismo e della comunicazione scientifica, conseguendo il master “Le scienze della vita nel giornalismo e nelle politiche istituzionali” dell'Università "La Sapienza".    Iscritta all'Ordine nazionale dei Biologi e all'Ordine dei giornalisti è socia di Unamsi (l’Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione). Dal 2008 collabora con diverse testate giornalistiche e siti web per la produzione di contenuti riguardanti tematiche medico-scientifiche. Musica e cibo sono le sue grandi passioni. Oggi divide il suo tempo tra la scrittura, il lavoro di nutrizionista e i concerti.

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