Difterite: sintomi e cause


La difterite colpisce prevalentemente i bambini ed è altamente contagiosa, ma può essere prevenuta grazie alla vaccinazione.
La difterite è una malattia infettiva di origine batterica, che colpisce le vie respiratorie, per lo più le mucose di naso e gola.
Grazie copertura vaccinale, In Italia l'incidenza si è abbassata fortemente e oggi non si verificano casi dal 1996.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, nel 2013 si sono verificati nel mondo un totale di 4.680 casi. Anche se non si tratta di un'epidemia, certamente è un fenomeno che non deve essere ignorato.
La difterite colpisce prevalentemente i bambini, a volte con conseguenze e complicazioni anche gravi, che in alcuni casi possono portare alla morte.
La difterite è provocata da diversi ceppi batterici appartenenti alla specie Corynebacterium diphtheriae (gravis, mitis, intermedius e belfanti) che possono essere distinti sia per la forma, sia dal punto di vista chimico. Tutti, a eccezione di C. diphtheriae belfanti, possono produrre la tossina difterica. Si tratta di una sostanza rilasciata dall'agente infettivo non appena riesce a entrare nel nostro organismo. La sua azione è quella di attaccare, danneggiare o addirittura distruggere, organi e tessuti.
I batteri si moltiplicano nei pressi o direttamente sulla superficie delle mucose di gola, faringe e laringe. Le zone del corpo colpite possono però variare a seconda del batterio responsabile dell'infezione, che può colpire la gola, il naso e talvolta le tonsille, oppure, soprattutto nelle zone tropicali, può provocare ulcere della pelle. Più raramente, l’infezione coinvolge la vagina o la congiuntiva.
Oltre a C. diphtheriae, altre due specie batteriche possono produrre questa pericolosa tossina: Corynebacterium ulcerans e Corynebacterium pseudotuberculosis. Le infezioni umane da C. ulcerans si associano alla comparsa di lesioni cutanee e sono generalmente provocate dal contatto con animali infetti, sia da compagnia sia da allevamento, e dal consumo di latte crudo. Le infezioni umane causate da C. pseudotuberculosis sono invece molto rare e associate a esposizione professionale.
Il contagio avviene di solito attraverso il contatto diretto con una persona infetta.
La trasmissione della malattia può avvenire principalmente attraverso due vie:
Chi è stato infettato dal batterio, ma non segue alcuna terapia, può infettare altre persone fino a un massimo di 6 settimane, anche se non mostra alcun sintomo evidente. I pazienti che hanno ricevuto un adeguato trattamento con antibiotici, invece, sono infettivi per un periodo limitato: meno di 4 giorni.
Per quanto la malattia possa colpire a qualsiasi età, la difterite riguarda essenzialmente i bambini non vaccinati. Nei Paesi con clima temperato, questa patologia si diffonde durante i mesi invernali.
Il periodo di incubazione che segue l'infezione può durare da 2 a 7 giorni.
Quando il batterio colpisce le vie aeree, si possono manifestare sintomi come:
In alcune persone, la difterite provoca solo un fastidio leggero, se non addirittura l'assenza di sintomi rilevanti. In questi casi, la patologia potrebbe anche essere confusa con altre meno gravi, come per esempio l'influenza, e quindi non trattata adeguatamente, aumentando il pericolo di diffusione della malattia.
La difterite cutanea si verifica quando la tossina difterica colpisce la pelle e provoca sintomi come:
Si tratta di sintomi che si osservano in zone limitate della cute, simili a quelli provocati anche da altre infezioni batteriche.
Questa variante della patologie difterica è comune per lo più nelle zone a clima tropicale. Tuttavia, si può verificare anche alle nostre latitudini, tra persone che vivono in condizioni di scarsa igiene e in ambienti molto affollati.
Nonostante la difterite possa colpire la pelle, questa malattia non deve essere confusa con le altre malattie esantematiche tipiche dell'infanzia, come il morbillo o la varicella.
Generalmente la malattia ha un decorso benigno, ma in alcuni casi possono manifestarsi complicazioni anche gravi.
Se il paziente non è sottoposto a una cura, il primo rischio, più immediato, è quello di soffocamento: le membrane che compaiono su gola e tonsille a causa della proliferazione del batterio, infatti, possono ostruire parzialmente o del tutto il flusso d'aria attraverso le vie respiratorie.
La patologia può inoltre evolvere andando a coinvolgere diversi altri organi, come cuore e reni.
In particolare, a livello cardiaco, possono verificarsi complicanze come:
La tossina difterica può anche agire sul sistema nervoso, provocando la paralisi dei nervi spinali, con conseguenze molto gravi sull'intero organismo.
Il sospetto di difterite nasce quando il medico osserva la presenza della tipica membrana grigiastra sulle tonsille e in gola. La diagnosi deve essere confermata con analisi di laboratorio del materiale prelevato grazie a un tampone.
Nel caso di sospetta difterite cutanea, il medico può prelevare il materiale dalle lesioni infette per effettuare analisi di laboratorio che permettono di identificare il tipo di batterio con cui si ha a che fare.
La risposta è sì.
Quando la diagnosi di difterite è certa, il medico può prescrivere una terapia, che si basa sulla somministrazione di:
Nel caso in cui sia accertata la diagnosi di difterite, inoltre, è importante che il paziente venga messo in condizione di isolamento. Dato che questa è una patologia altamente contagiosa, è fondamentale evitare che si possano contagiare altre persone, per scongiurare il rischio che si vada incontro a un'epidemia.
Per questo motivo spesso il trattamento avviene in ospedale, dove il paziente viene ricoverato e può essere isolato con maggiore facilità.
A volte gli antibiotici vengono prescritti anche alle persone entrate in contatto con il paziente infetto. Inoltre, chi ha a che fare con una persona affetta da difterite dovrebbe prestare particolarmente attenzione all'igiene, lavandosi le mani spesso ed evitando il contatto diretto.
Si tratta di una patologia piuttosto debilitante, quindi, una volta raggiunta la guarigione, è importante per il paziente un periodo di convalescenza dedicato al riposo e al recupero della forma fisica perduta.
Non è detto che chi ha contratto la difterite non la sviluppi nuovamente, nel corso della vita, dal momento che l’immunità acquisita in seguito all’infezione potrebbe non essersi sviluppata in modo totale. Si consiglia quindi, in ogni caso, di sottoporsi al vaccino.
La prevenzione è la migliore strategia per mantenere una buona salute. E questo vale soprattutto quando si parla di una malattia infettiva altamente contagiosa come la difterite.
Per fortuna, esiste la possibilità di vaccinarsi contro questa e altre patologie pericolose per bambini e adulti. In particolare, il vaccino che protegge dalla difterite è il cosiddetto esavalente, che conferisce l’immunità anche contro:
Il Ministero della salute consiglia il vaccino contro la difterite a:
tutti i bambini nel primo anno di vita
tutti gli adulti non vaccinati
i viaggiatori che si recano nelle zone dove la malattia è endemica.
Il vaccino contro la difterite è costituito da un siero a base di tossina difterica non attiva, quindi non in grado di provocare la malattia, ma che stimola il sistema immunitario, favorendo la produzione di anticorpi protettivi.
Il ciclo di base della procedura di vaccinazione è costituito da tre dosi, da praticare al terzo, quinto e dodicesimo mese di vita del bambino. Successivamente vengono eseguite due dosi di richiamo, all’età di 6 e 14 anni. A ciclo ultimato, il vaccino antidifterico conferisce una protezione pressoché totale. Per conservare una buona immunità, tuttavia, si possono fare ulteriori richiami ogni dieci anni.