DOMANDA
Ho un ragazzino di 11 anni che gioca a basket. La società sportiva propone due allenamenti settimanali dalle ore 15 alle 16.30. Posto che torna da scuola verso le 13.45, che tipo di alimentazione suggerirebbe per questi due pranzi: pasta al pomodoro e una fetta di crostata va bene? Ritiene che cambiare il suo regime alimentare, anche solo per due volte la settimana, possa interferire con la sua crescita?
RISPOSTA DELL'ESPERTO
Risponde: Patrizia Maria Gatti, Specialista in Scienza dell’Alimentazione
Alimentarsi in maniera corretta è importante per tutti, tanto più per chi pratica delle attività sportive e ancora di più nel caso particolare dei ragazzi. Bisogna anche tenere conto che i fabbisogni, di energia e nutrienti, variano da uno sport all’altro in funzione dell’intensità e della durata degli esercizi praticati, dell’età, del sesso, del peso, dell’altezza, del clima e secondo la fase di allenamento o di gara. Posto che il ragazzo sia normopeso ecco alcune indicazioni pratiche generali. Latte, yogurt e latticini freschi non devono mai mancare e lo stesso vale per la frutta e gli ortaggi che vanno consumati tutti i giorni. La prima colazione è fondamentale (latte, yogurt, frutta, cereali) il pranzo dovrebbe allontanarsi dall’allenamento intenso o dalla gara di almeno di 3 o 4 ore. Nel suo caso per i due giorni di allenamento va bene quanto ha proposto: pasta col pomodoro e una piccola porzione di dolce. Sono necessari uno spuntino a metà mattina ma anche una merenda subito dopo l’allenamento intenso o la gara. La sera un buon pasto, con carne o pesce, verdure, pane. Le alternative per gli spuntini e la merenda possono essere: frutta fresca di stagione, dolci da forno, succhi di frutta, biscotti secchi, yogurt alla frutta, fette biscottate con miele o marmellata e gelato alla frutta. Le quantità vanno sempre adeguate al peso, e l’acqua non deve mai mancare. In caso di attività molto intensa e se poco prima della partita il ragazzo avverte una forte sensazione di fame può mangiare un paio di fette biscottate o di biscotti secchi o anche un quadratino di cioccolato fondente. Ma tutto dipende molto dalle condizioni basali di suo figlio e comunque sarebbe meglio rivolgersi al medico sportivo della squadra di basket che, visitando il ragazzo, potrà dargli consigli dietetici personalizzati.
Patrizia Maria Gatti
Specialista in Scienza dell’Alimentazione
Laureata in Medicina e Chirurgia nel 1983 presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Milano si è Specializzata in Scienza dell’alimentazione (indirizzo dietetico) presso il medesimo Ateneo nel 1986. Nel 1994 ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Biochimica e la Specializzazione in Biochimica Clinica (indirizzo diagnostico) nel 1997.
Attualmente lavora come libero professionista: svolge attività privata come medico specialista e come author and medical editor multimedia communication. È autore di numerose pubblicazioni in: ricerca clinica, ricerca scientifica di base, biochimica nutrizionale e delle malattie legate alla nutrizione (diabete, obesità, dislipidemie, aterosclerosi). Ha al suo attivo numerose partecipazioni in qualità di docente e/o di relatore a convegni e corsi di educazione nutrizionale per la popolazione generale e per le scuole e a congressi nazionali e internazionali. Possiede oltre 10 anni di esperienza nella comunicazione multimediale salute, medicina e nutrizione.