Acne, quelle tracce da cancellare

L’acne è ormai un ricordo? Si potrebbe, addirittura, dimenticare di averne sofferto se non ci fossero, a ricordarcelo, vistosi segni del suo passaggio sul viso. Ecco come porvi rimedio.

L’acne può andarsene così come è venuta. Oppure, e purtroppo accade spesso, lasciare segni e profonde ferite del suo passaggio: cicatrici e vistose macchie scure distribuite su fronte, guance, mento e collo. 

Fitti buchetti che oggi, per fortuna, è possibile attenuare grazie a una serie di moderni trattamenti in grado di migliorare l’aspetto della cute. Anche se sarebbe utile intervenire anche sul piano della prevenzione prima che ciò accada con semplici accorgimenti come non schiacciare i brufoli, detergere la pelle tutti i giorni, trattare sin da subito l’acne ed evitare invece il fai da te.

Naturalmente, sarà il dermatologo a stabilire il trattamento più adeguato al tipo di cicatrice: più il viso è rimasto segnato dall’acne, più sarà profondo e incisivo il trattamento da utilizzare. 

Inoltre, il processo di correzione deve essere graduale e ben pianificato, meglio se durante la stagione fredda; e può richiedere la combinazione di varie metodiche per ottenere il miglior beneficio estetico possibile e tornare ad avere una pelle liscia. 

I tipi di cicatrici e i possibili trattamenti

La possibilità di cancellare le cicatrici acneiche dipende molto dalle loro caratteristiche. In generale più sono superficiali, più sarà facile eliminarle. 

Nella maggior parte dei casi le cicatrici post-acneiche vanno in profondità. Se invece sono superficiali possono apparire simili a macchie per via del colore più scuro (iperpigmentazione) che assume la cute. Esistono anche cicatrici ipertrofiche o cheloidee, per fortuna più rare, che hanno un aspetto in rilievo con un colorito roseo.

Anche le dimensioni delle cicatrici sono molto varie, di solito vanno da pochi millimetri a uno o due centimetri.

In generale è possibile migliorare l’aspetto della cute livellando i rilievi delle cicatrici ipertrofiche e abbassando i bordi di quelle depresse oppure sollevandone il fondo. Sono diverse le tecniche di dermatologia estetica che possono essere utilizzate per eliminare le cicatrici. La scelta del trattamento più valido va fatta valutando il singolo caso dopo un’attenta visita dermatologica.

Per promuovere il rinnovamento cutaneo si può intervenire, per esempio, con peeling superficiali o con la radiofrequenza. In presenza di cicatrici poco profonde si possono effettuare anche peeling specifici per favorire una rigenerazione della cute. Il trattamento delle cicatrici che consente di ottenere risultati migliori è però senza dubbio il laser, abitualmente usato sia per le cicatrici superficiali sia per quelle profonde. Se le cicatrici sono molto visibili e scavate non sempre si possono cancellare, ma grazie all’azione del laser si riesce a migliorarne notevolmente l’aspetto. 

Scopriamo insieme le caratteristiche dei principali trattamenti disponibili.

Trattamento Effetto
Resurfacing Leviga e livella la superficie cutanea
Microdermoabrasione Rimuove le cellule morte e stimola la rigenerazione cellulare
Laser resurfacing frazionale ablativo Favorisce la produzione di nuove cellule epidermiche, collagene ed elastina
Micropeeling Elimina comedoni (punti bianchi e punti neri) e microcisti
Filling Elimina gli avvallamenti lasciati dalla cicatrice
Camouflage correttivo Rende meno visibili i pori dilatati e le cicatrici

Resurfacing, per attenuare le imperfezioni

Il termine resurfacing indica tutte quelle tecniche che levigano e livellano la superficie cutanea. La più datata, e oggi poco utilizzata, è la dermoabrasione meccanica, che consiste nel levigare la pelle con una piccola fresa. La dermoabrasione è un vero e proprio intervento di chirurgia estetica che rimuove lo strato superficiale dell’epidermide. L’intervento, a seconda delle aree del corpo da trattare, si può eseguire in anestesia locale o generale. Se le lesioni sono numerose bisogna effettuarlo su una vasta area o su tutto il volto, a esclusione degli occhi naturalmente. Come si può intuire è una metodica aggressiva, per questo motivo nel tempo è stata sostituita dalla microdermoabrasione.

La microdermoabrasione

La microdermoabrasione è un trattamento che utilizza cristalli di ossido di alluminio per rimuovere le cellule morte e stimolare la formazione di quelle nuove. Viene eseguita in ambito ambulatoriale mediante l'impiego di uno strumento che convoglia le particelle abrasive direttamente sulla pelle, in modo tale che agiscano dove necessario, per poi aspirarle subito dopo, insieme alle cellule morte che sono state rimosse dall'azione dei cristalli.

Prima di sottoporsi a una seduta di microdermoabrasione bisogna evitare di esporre la pelle al sole, di fare la ceretta nelle aree da trattare nonché di utilizzare prodotti per l’esfoliazione della cute. Dopo questo trattamento di pulizia profonda è invece utile applicare una maschera lenitiva e idratare bene la pelle. La rimozione degli strati superficiali della cute provoca un aumento del “turnover” cellulare e quindi stimola la riparazione e la rigenerazione cellulare, migliorando l’aspetto della superficie cutanea, che risulterà più liscia, luminosa e compatta. Veloce e non invasiva, questa tecnica è consigliata per le cicatrici piccole e superficiali e richiede più sedute. In genere per ottenere risultati apprezzabili sono necessarie dalle cinque alle dieci sedute, da fare a distanza di circa una o due settimane l'una dall'altra. In genere la microdermoabrasione è una procedura delicata e indolore, che non provoca grossi effetti collaterali. Tuttavia talvolta si possono manifestare piccoli sanguinamenti, arrossamento, irritazione e pelle sensibile.

Sotto il raggio del laser

Nei casi più gravi gli esiti cicatriziali dell’acne somigliano a piccoli crateri che ricordano il paesaggio lunare, composto di depressioni e avvallamenti. Se le cicatrici sono più profonde ed evidenti, la procedura più indicata è il laser resurfacing frazionale ablativo. I migliori risultati si ottengono con quello ad anidride carbonica (CO2): durante la prima seduta si asporta lo strato cutaneo superficiale, nelle successive il laser stimola la produzione di collagene, migliorando la “texture” della pelle. 

In particolare, il trattamento laser ad anidride carbonica frazionale agisce tramite la cosiddetta fototermolisi selettiva: la luce si trasforma in calore che va a creare un danneggiamento controllato solo dei tessuti colpiti dalla specifica lunghezza d'onda del raggio laser. Questo tipo di laser agisce quindi su aree di cute molto ristrette, lasciando invece intatti i tessuti circostanti. In questo modo si favorisce il processo di guarigione grazie alla produzione di nuove cellule epidermiche, collagene ed elastina.

Dopo l'intervento nella zona trattata compare un’area arrossata (eritema), che di solito regredisce in pochi giorni. Per alleviare questo disagio si consiglia di utilizzare una crema lenitiva da applicare sulla cute dopo il trattamento. Il trattamento con laser CO2 frazionato è sconsigliato ai fototipi scuri poiché potrebbe causare la formazione di macchie cutanee. Allo stesso tempo è controindicato in caso di Herpes simplex, assunzione di cortisone, malattie autoimmuni, radioterapia, gravidanza e allattamento. 

Piuttosto diffuso anche il laser ad erbium, utile, però, per le cicatrici post-acneiche di piccola entità.

Dal micropeeling…

Per diversi anni, i segni da brufoli e pustole sono stati affrontati con i peeling chimici profondi, utilizzando vari composti, dall’acido glicolico al tricloroacetico, al fenolo. Effettuare un peeling chimico significa sostanzialmente praticare un'esfoliazione chimica della pelle, favorendo quindi il turnover cellulare. I peeling chimici profondi sono in grado di raggiungere gli strati più profondi della pelle, arrivando fino al derma, dove creano necrosi (ovvero morte cellulare) e infiammazione. Il peeling non solo elimina efficacemente le cicatrici dell’acne (a seconda della loro profondità), ma è anche utilizzato in medicina estetica per eliminare rughe e sfumare le macchie della pelle conseguenza dell’invecchiamento cutaneo. Ma esistono anche peeling meno aggressivi: la nuova frontiera, adesso, è rappresentata dal micropeeling, che prevede l’uso di una lozione con acido glicolico e acido salicilico a bassa concentrazione da frizionare sulle zone del viso interessate. Così facendo la pelle inizia a esfoliare e, continuando il trattamento per alcuni mesi, si ottiene l’eliminazione dei comedoni (punti bianchi e punti neri) e di eventuali microcisti. Se l’acne è più grave e le cicatrici sono più profonde, si può optare per il micropeeling combinato con l’acido retinoico, lo stesso contenuto nella pillola antiacne. In pratica, una volta alla settimana si applica la lozione con acido retinoico, un derivato della vitamina A che stimola crescita di pelle sana. 

… alla fotodinamica

I risultati sono più evidenti quando i micropeeling sono abbinati alla terapia fotodinamica, moderna forma di cura a base di acido delta-amino-levulinico (Ala) e luce led. 

L’Ala viene applicato sulla zona dell’inestetismo e l’area viene coperta con una pellicola occlusiva per un paio d’ore prima di procedere con l’irradiamento del laser rosso a diodo. 

Questo trattamento risulta particolarmente efficace anche in fase di acne attiva.

Un filling per le cicatrici

Si chiama riempimento, ed è una tecnica che consiste in microiniezioni cutanee di sostanze “filler”, ovvero che riempiono, come collagene e acido ialuronico, che sollevano il fondo delle cicatrici molto profonde (esattamente come si fa con le rughe). Le iniezioni di queste sostanze provocano infatti una distensione del tessuto sottocutaneo che porta alla sparizione di eventuali avvallamenti lasciati dalla cicatrice. Il risultato è soddisfacente, ma di breve durata: queste sostanze, infatti, vengono riassorbite in 6-8 mesi.

Il camouflage correttivo

Le cicatrici lasciate dall’acne possono essere infine nascoste con il camouflage correttivo. Questo trattamento ha un importante ruolo psicologico perché consente di mimetizzare l'inestetismo migliorando l'autostima. Il trucco non peggiora l’acne, a patto però che si scelgano prodotti adatti per questo tipo di pelle che produce una quantità eccessiva di sebo e tende a essere infettata dai batteri. Con i giusti trucchi è possibile rendere meno visibili i pori dilatati e le cicatrici. Il make-up anti-imperfezioni cutanee prevede in particolare l’utilizzo di primer, fondotinta opaco, fissante e illuminanti.

Previous article
Next article

Articoli correlati

Pubblicità

Gli articoli più letti

I servizi per te
Farmaci a domicilio
Prenota una visita