Fotopsie


Le fotopsie sono alterazioni della percezione visiva, che possono manifestarsi a livello di uno o di entrambi gli occhi e sono molto variabili da persona a persona. Non sono generalmente una condizione a sé stante, ma rappresentano il sintomo di un altro disturbo.
Le anomalie nella visione tipiche delle fotopsie sono:
Generalmente le fotopsie si manifestano quando si sta osservando uno sfondo a tinta unita, come un muro bianco o un cielo sgombro da nuvole: all’inizio possono essere confusi con granelli di polvere o con dei piccoli insetti (alcune fotopsie sono comunemente chiamate mosche volanti); a differenza di questi ultimi, tuttavia, sono di solito piuttosto statici, e sembra che si muovano solo quando si cambia l’orientamento dello sguardo.
Così come il tipo di distorsione visiva (puntini, luci, scintille, oggetti luminosi ecc.), anche la durata delle fotopsie è molto variabile: alcune durano pochi secondi (come quelle che provano alcune persone a seguito della stimolazione meccanica generata dallo sfregamento degli occhi, o a seguito dell’esposizione a stimoli luminosi molto intensi); altre sono più durature e ricorrenti, e in tal caso possono essere molto fastidiose perché vanno a interferire con le normali attività della vita quotidiana, come la guida di un veicolo o la lettura.
Sono diverse le patologie che interessano l’occhio e che possono causare fotopsie. Tra queste le più comuni sono:
Altri disturbi che possono causare fotopsie sono:
In alcuni casi, infine, le fotopsie sono effetti collaterali transitori di interventi di chirurgia refrattiva, che sono molto utilizzati, a livello corneale, nel trattamento dei difetti della vista più comuni, quali miopia, ipermetropia, presbiopia e astigmatismo.
Il trattamento delle fotopsie non è univoco; come abbiamo visto, infatti, la maggior parte delle volte la fotopsia è il sintomo di una condizione preesistente. Per questo motivo il primo passo è senza dubbio quello di rivolgersi a un oculista per poter identificare, attraverso una visita specialistica, le cause delle alterazioni della visione. Per rilevare eventuali patologie oculari presenti, durante la visita oculistica il medico eseguirà uno scrupoloso esame della retina e del corpo vitreo.
Una volta identificata la causa scatenante, si potrà scegliere l’approccio terapeutico più indicato. Analizziamo le tecniche utilizzate per il trattamento dei disturbi che più comunemente causano fotopsie.
In caso di distacco vitreo posteriore non è di solito necessario alcun trattamento specifico. Questo disturbo non rappresenta infatti una minaccia per la salute oculare, e i sintomi (comprese le fotopsie) tendono ad attenuarsi gradualmente nell’arco di pochi mesi. Per scongiurare il rischio di complicazioni legate a questa condizione, è però bene eseguire dei controlli periodici; nei rari casi in cui le fotopsie causate dal distacco vitreo posteriore persistono può essere efficace una vitrectomia (l’intervento chirurgico che prevede il taglio e la rimozione del corpo vitreo). È sempre bene, tuttavia, discutere con il vostro medico rischi e benefici di questa tipologia di intervento.
Se è avvenuto un distacco della retina, invece, bisogna effettuare uno dei seguenti interventi correttivi, volti a riattaccare la retina alla parete oculare posteriore e “sigillare” i fori e le rotture retiniche che hanno causato il distacco:
Situazione ancora diversa per quanto riguarda la degenerazione maculare, che può essere di due tipi:
La degenerazione maculare secca ha di solito un decorso piuttosto lento e non prevede un trattamento specifico, ma la qualità di vita è garantita dall’utilizzo di specifici ausili visivi; la degenerazione umida ha invece un decorso molto più veloce (i sintomi possono peggiorare nel giro di pochi giorni o settimane) e può essere curata con iniezioni regolari – di solito ogni 1-2 mesi di farmaci anti-VEGF (inibitori della formazione di nuovi vasi sanguigni), e/o grazie alla terapia fotodinamica, nella quale una luce viene puntata sul fondo oculare per eliminare i vasi sanguigni in eccesso.
Prevenire le fotopsie, o meglio le patologie e i disturbi che le causano, non è sempre possibile, anche perché nella maggior parte dei casi (come per esempio nelle fotopsie generate dal distacco posteriore del vitreo) queste condizioni sono legate al progredire dell’età. Tuttavia, in alcuni casi, adottare alcune accortezze o cambiamenti dello stile di vita può essere utile per attenuare l’intensità dei sintomi e per rallentare il progredire dei disturbi. È il caso ad esempio della degenerazione maculare, per la quale valgono questi consigli:
In ogni caso, è bene sottoporsi a una visita diagnostica non appena si avvertono dei sintomi riconducibili alle fotopsie, come la visione di lampi luminosi, che possono essere dovuti a piccole lacerazioni: in questo modo sarà infatti possibile scongiurare l’insorgenza di danni oculari ben più gravi, come il distacco della retina.