Dispepsia: ecco come affrontarla

È un disturbo molto comune, noto anche come cattiva digestione: è causato da stress, da un’alimentazione scorretta o da uno stile di vita non equilibrato.

Stress, arrabbiature e nervi a fior di pelle. Ma anche un'alimentazione sbagliata e una vita sedentaria. Sono queste le cause di un disturbo sempre più diffuso nella nostra società: la dispepsia. Nota anche, più comunemente, come cattiva digestione.

Quel bruciore fastidioso durante i pasti

I disturbi legati alla dispepsia si manifestano per lo più durante e dopo i pasti.
Si tratta di:

  • dolore o bruciore allo stomaco
  • sensazione di pesantezza e gonfiore
  • crampi con eruttazione di aria
  • nausea o vomito.

In alcuni casi, possono verificarsi anche:

  • alito cattivo
  • disturbi intestinali, come stitichezza o diarrea
  • sonnolenza
  • calo dell'attenzione e della concentrazione
  • irritabilità.

Perché si manifesta?

La dispepsia è spesso una spia di una cattiva digestione e, anche quando la cattiva digestione non è la causa scatenante, cibi elaborati o che richiedono una digestione impegnativa aggravano i sintomi della dispepsia.

Si tratta di un fenomeno che può essere correlato ad altre malattie (cause organiche), come per esempio l’infezione da Helicobacter pylori, oppure, quando nessuna causa organica è identificabile, viene definita dispepsia funzionale.

Nella maggior parte dei casi, la dispepsia è funzionale e si presenta sporadicamente. Ma, se associata a un cattivo stile di vita, può trasformarsi in un disturbo cronico.

Tra le cause alla base di una dispepsia funzionale vi è un'eccessiva sensibilità delle pareti dello stomaco ai succhi gastrici e una ridotta mobilità dello stomaco, che ritarda il suo svuotamento nell'intestino e diminuisce la capacità di accomodare il cibo che arriva dall’esofago.

Queste anomalie della funzionalità gastrica possono essere favorite da:

  • pasti abbondanti e irregolari (per esempio, saltare il pasto a mezzogiorno e recuperare la sera con un'abbuffata)
  • elevato consumo di cibi ricchi di grassi o fritti
  • l'abitudine a mangiare in fretta, masticando poco e inghiottendo anche una discreta quantità di aria
  • consumare quantità eccessive di caffè
  • condurre una vita sedentaria
  • il fumo di sigaretta.

Evitare pasti abbondanti

Nel caso in cui i disturbi digestivi non siano legati ad altre malattie, la principale soluzione è quella di cambiare il proprio stile di vita. Per prima cosa, aumentando l'attività fisica, che favorisce la motilità dell'apparato gastrointestinale, e seguendo una dieta più sana.

Anche mangiare troppo, tutto in una volta, è un'abitudine nemica del benessere digestivo. Soprattutto alla sera. Meglio ripartire i pasti durante l'intero arco della giornata, consumando il cibo in modo regolare, senza mai saltare pranzo o cena e senza ritardarli eccessivamente.

Una buona abitudine è anche quella di concedersi un piccolo spuntino, a metà mattina e/o pomeriggio: lo scopo è tamponare l'acidità di stomaco, che potrebbe aumentare con un digiuno prolungato, ed evitare di arrivare troppo affamati al pasto.

Mangiare lentamente

Una masticazione lenta permette al cibo di essere digerito con più facilità e quindi di passare meno tempo all'interno dello stomaco, riducendone lo sforzo.

Inoltre, è bene riservare ai pasti il tempo necessario, evitando situazioni emotivamente sgradevoli che possono essere fonte di ansia e nervosismo, e, una volta finito di mangiare, trovare il tempo anche per una breve passeggiata, che può favorire il processo digestivo e allentare lo stress.

Cibi sì e cibi no

In caso di dispepsia, o per cercare di prevenirla, è meglio evitare o almeno ridurre la frequenza del consumo di:

  • caffè e bevande che contengano caffeina
  • bevande gassate
  • cibi eccessivamente speziati o piccanti
  • consumo eccessivo di alimenti a base di carne, che stimola la produzione di succhi gastrici e quindi favorisce la comparsa di acidità
  • insaccati e formaggi piccanti o fermentati
  • pietanze fritte o con un elevato contenuto di grassi, perché alterano il tempo di svuotamento dello stomaco, rendendo la digestione più lunga e difficoltosa
  • bevande alcoliche.

Per migliorare la dispepsia, sì a:

  • pane ben cotto, crakcers e fette biscottate
  • ricette semplici, condite con olio d'oliva
  • frutta e verdura di stagione

In farmacia

I sintomi della dispepsia possono essere alleviati anche con alcuni farmaci. Inibitori di pompa protonica e antiacidi riducono l’acidità gastrica e sono utili a contrastare i sintomi quando questi sono prevalentemente dovuti a un’eccessiva sensibilità dello stomaco all’acido. Gli inibitori di pompa hanno una lunga durata d’azione (basta un’assunzione al giorno), ma per essere realmente efficaci andrebbero assunti per più giorni e soprattutto almeno mezz’ora prima di un pasto, altrimenti i benefici possono essere scarsi.

Gli antiacidi invece agiscono molto rapidamente, possono essere presi dopo un pasto o alla comparsa dei primi sintomi, ma il loro effetto si esaurisce in qualche ora. Se invece i sintomi sono dovuti principalmente da una difficoltà dello stomaco a svuotarsi, chi soffre di dispepsia troverà maggior beneficio da farmaci procinetici, che accelerano lo svuotamento gastrico. È opportuno considerare l’assunzione di farmaci procinetici anche nel caso in cui gli inibitori della pompa protonica o gli antiacidi non diano i risultati sperati. In commercio esistono anche formulazioni che combinano procinetici e antiacidi, agendo così su entrambe le cause principali della dispepsia funzionale.

Rosanna Feroldi
Rosanna Feroldi
Da adolescente le avevano detto di fare il liceo classico e ha scelto lo scientifico. Alla maturità, le hanno detto di iscriversi Lettere e Filosofia e ha puntato su Biologia. Dopo laurea e tirocinio, al dottorato in elettrofisiologia ha preferito un corso di comunicazione e giornalismo scientifico della Facoltà di Farmacia - Università Statale di Milano. Insomma, non è il tipo che si lascia convincere facilmente. Da lì, è iniziato, più per gioco che per scelta, un percorso professionale che continua con soddisfazione da quasi vent'anni, passando da attività di consulente per la comunicazione su salute e stili di vita sani per il Progetto Città sane - Comune di Milano alla proficua collaborazione con la Fondazione San Raffaele di Milano, dove per 13 anni si è occupata di realizzare il magazine dell'Ospedale San Raffaele destinato ai pazienti e materiale divulgativo distribuito nell'ambito di campagne di sensibilizzazione, nonché di supportare l'attività di ufficio stampa. Contemporaneamente, entusiasta, mai stanca ed esagerando anche un po', ha interagito con numerose realtà editoriali come giornalista scientifica e medical writer, realizzando contenuti per riviste dirette al pubblico, ai medici e ai farmacisti. Il sopravvento del web ha cambiato molte cose, ma non l'ha indotta a desistere. Così, eccola ora alle prese prevalentemente con progetti editoriali online e attività di comunicazione/reportistica medico-scientifica nelle aree cliniche più disparate. A volte, si chiede come abbia fatto, altre come continuerà. The show must go on.

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