"Cervicalgia da troppe ore al computer"
Sono un ragazzo di 38 anni e da 4 anni ormai soffro di una cervicalgia cronica dovuta a postura prolungata al PC. A tutt'oggi ho dolori al collo, contratture ai trapezi e sono limitato in tutti i movimenti del collo (rotazione destra e sinistra, flessione ed estensione). Ho contattato molti specialisti senza risolvere il problema (ortopedico, fisiatra, neurochirurgo, gnatologo, neurologo, reumatologo, chinesiologo il quale ha migliorato la mia postura generale). È possibile che ci siano calcificazioni muscolo-legamentose o tendinee? La risonanza magnetica permette di vederle o ci vuole un esame più specifico? Eventualmente come si può intervenire qualore ci fossero?
Risponde: Boccalandro Elena - Terapista della Riabilitazione, Dottore in Osteopatia
La limitazione dei movimenti può essere provocata da una componente traumatica o degenerativa di origine articolare o di origine muscolo-legamentosa. Nel primo caso per accertare la diagnosi è sufficiente una radiografia. Nel secondo caso e necessaria o un'ecografia o una risonanza. In ogni caso l'attività fisica intensa senza la giusta preparazione, errori posturali, movimenti sbagliati che si ripetono nel tempo (troppe ore davanti al computer), una vita eccessivamente sedentaria in cui si trascorrono lunghi periodi nella stessa posizione senza dare la possibilità ai muscoli di allungarsi e distendersi, sono tutti atteggiamenti che possono provocare delle tensioni muscolari importanti con l'attivazione di quelli che vengono definiti "trigger point" ossia punti grilletto poiché è da qui che hanno origine quelle contratture importanti molto spesso estese a un ampia zona del corpo. I muscoli nel tempo tendono a irrigidirsi e perdono elasticità. Per questo motivo è certamente consigliabile introdurre tra le nostre consuetudini non solo uno sport, ma anche esercizi di allungamento. L'attività fisica affiancata allo stretching permette all'apparato muscolo-scheletrico di mantenere attive tutte quelle strategie che gli garantiscono la piena mobilità. Solo in questo modo il corpo può evitare quei compensi che alla lunga lo fanno degenerare nella sua globalità.