Alimentazione giusta per chi soffre di beta microcitemia

DOMANDA

Ho 62 anni e sono beta microcitemico. I miei esami del sangue mostrano sempre globuli più piccoli, ma in numero più elevato. Riesco a fare jogging leggero, ma sono molto soggetto a lividi. Seguo un'alimentazione variata, non fumo e bevo 1 bicchiere al giorno e per 3/4 giorni la settimana mangio solo frutta, verdura cereali e lugumi gli altri giorni un pasto con pesce uova, yogurt, pollo. Volevo sapere se con l'alimetazione posso "irrobustire" i miei globuli rossi e migliorare il valore dell'emoglobina che risulta sempre di un poco sotto il limite inferiore: ho visto studi sulle fragole e vorresi sapere se ci sono altri alimenti che possono fare al caso mio.

RISPOSTA DELL'ESPERTO

Risponde: Patrizia Maria Gatti, Specialista in Scienza dell’Alimentazione

Per la beta microcitemia si consiglia una dieta sana ed equilibrata, con alimenti che aiutino non solo a introdurre più ferro, ma ad assorbirlo meglio, come quelli ricchi di vitamina C (ananas, kiwi, ciliegie, fragole, agrumi, succo di uva, ribes, pomodori, peperoni, asparagi, spinaci giovani crudi conditi con limone, radicchio trevigiano, lattuga fresca, cavolfiori, patate novelle, asparagi). Per il ferro sono ottimi i legumi e anche i cereali. Il pesce e le uova vanno benissimo, ma sono le carni rosse magre che contengono la più elevata quantità di ferro biodisponibile (pronto per l’assorbimento) come per esempio la carne di cavallo, il filetto di manzo o le frattaglie (fegato). Sono invece da evitare il tè, il caffè, lo zucchero raffinato, il sale e il fumo, perché rallentano l’assorbimento del ferro. Data la sua età e dato che pratica attività fisica, direi che si sta nutrendo abbastanza correttamente. Tuttavia, la sua dieta non è del tutto equilibrata e manca sicuramente di carni rosse, questo non significa che lei debba per forza mangiare carne ogni giorno, ma almeno un paio di volte a settimana, sarebbe meglio (per esempio carpaccio di carne rossa cruda condito con olio, limone e rucola o carciofi crudi). Il mio consiglio è, comunque, di non forzerei troppo l’attività fisica: meglio evitare di andare in debito di ossigeno.

Patrizia Maria Gatti
Specialista in Scienza dell’Alimentazione
Laureata in Medicina e Chirurgia nel 1983 presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Milano si è Specializzata in Scienza dell’alimentazione (indirizzo dietetico) presso il medesimo Ateneo nel 1986. Nel 1994 ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Biochimica e la Specializzazione in Biochimica Clinica (indirizzo diagnostico) nel 1997.

Attualmente lavora come libero professionista: svolge attività privata come medico specialista e come author and medical editor multimedia communication. È autore di numerose pubblicazioni in: ricerca clinica, ricerca scientifica di base, biochimica nutrizionale e delle malattie legate alla nutrizione (diabete, obesità, dislipidemie, aterosclerosi). Ha al suo attivo numerose partecipazioni in qualità di docente e/o di relatore a convegni e corsi di educazione nutrizionale per la popolazione generale e per le scuole e a congressi nazionali e internazionali. Possiede oltre 10 anni di esperienza nella comunicazione multimediale salute, medicina e nutrizione.

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