Pap-test
Pap test e piaghetta
Questa mattina sono stata a fare un controllo ginecologico e ho fatto il pap test. Il ginecologo mi ha detto che ho una piaghetta. Io e mio marito stiamo tentando di avere un figlio. Che cosa comporta questo problema? Che cosa possiamo fare?
A volte i ginecologi usano parole che fanno impressione. In realtà le parole sono come frecce, entrano dentro, e talora entrano molto. Di per se quando un ginecologo dice che c'è una piaghetta (ma che brutta parola!) intende dire che c'è una piccola lesione sul collo dell'utero, senza significato clinico se non ci sono sintomi particolari. I quali potrebbero essere, per esempio, piccoli sanguinamenti dopo i rapporti; e in questo caso la situazione va indagata. Se la coppia cerca un figlio la lesione non interferisce con questo desiderio.
Pap test
Pap test positivo con lesioni intraepiteliali di alto grado. Posso saperne di più e quali rischi corro? Sto per prenotare colposcopia e biopsia su consiglio del medico.
Le lesioni virali di alto grado nel Pap-test implicano la necessità di una colposcopia, di una eventuale biopsia e, se del caso in relazione con il risultato dell'esame istologico, anche un piccolo intervento di conizzazione con ANSA diatermica. Ma sarà il Collega colposcopista ad indicare i comportamenti. In quanto ai rischi che si corrono, questi dipendono dalla estensione e profondità della lesione, dal grading istologico, dalla ulteriore necessità o meno di fare interventi. Solitamente queste lesioni sono correlate ad una infezione da HPV (Human papilloma virus)
Pap test e isterectomia
Dopo un'isterectomia dovuta a sarcoma uterino a basso grado è necessario effettuare, oltre a tutti gli esami di follow up, anche il pap test?
Il follow-up del sarcoma uterino implica una serie di controlli strumentali frequenti nei primi due-tre anni (ogni 3-6 mesi) e poi eventualmente ogni anno. Agli esami strumentali, si può aggiungere anche una citologia vaginale, ma non è fondamentale, essendo il sarcoma un tumore muscolare che può riprendere a distanza dalla cupola vaginale. IL follow-up va proseguito a lungo poiché le recidive possono essere di lungo periodo.
Pap test in gravidanza e distacco del piatto placentare
Sono all'ottava settimana di gravidanza e martedì della settimana scorsa ho eseguito il Pap test, prenotato da tempo come esame preventivo, informando ovviamente del mio stato l'ostetrica che l'ha eseguito. Il giorno dopo ho iniziato ad avere perdite scure che sono aumentate di giorno in giorno fino al lunedì successivo quando, con l'urina, ho notato perdite più rosse accompagnati da dolori tipo mestruali. Al controllo ecografico si vede e si sente il battito del feto ma si nota un lieve distacco: è possibile sia stato provocato dal pap test? Dopo tre giorni di riposo e terapia ho ancora alcune perdite scure, può essere normale? E se la gravidanza procede potrebbe essere a rischio fino al nono mese?
Dubito che il Pap test possa provocare un distacco più o meno lieve. Purtroppo il fenomeno del distacco del piatto placentare è molto frequente in questo periodo della gravidanza e quasi sempre si risolve spontaneamente, senza alcuna conseguenza futura, semplicemente usando alcune precauzioni, come ad esempio il riposo per alcuni giorni.
Pap-test senza aver avuto rapporti sessuali
Non ho avuto mai rapporti sessuali completi, ho però usato spesso gli assorbenti intimi, mi chiedo se secondo lei posso fare il Pap-test.
Il Pap-test può essere eseguito anche nella donna vergine, pur con particolari accorgimenti, che possono implicare l’uso di appositi speculum, oppure la sua esecuzione alla cieca o con apposite pipette.
Distrofia al pap test dopo trattamenti oncologici
Nel 2010 sono stata operata per carcinoma mammario infiltrante. Hanno eseguito una quadrantectomia, chemio e radioterapia; un anno di herceptin e ora cura con tamoxifene e decapeptyl. Dall'ultimo Pap test (negativo) risulta una distrofia. Quali sono le conseguenze se non venisse curata? Può essere dovuta alle cure ormonali e quindi alla menopausa indotta?
La distrofia ritrovata al Pap test in questa situazione è certamente correlata alla storia clinica, che ha portato a una menopausa indotta. Non ha nessun significato clinico negativo e di per sé non può evolvere verso forme di malignità. Si tratta semplicemente di una condizione in cui la mucosa vaginale non viene più nutrita dagli ormoni sessuali femminili. Se insorgono disturbi, quali secchezza vaginale e dolori ai rapporti, si possono usare lubrificanti vaginali, facilmente reperibili in commercio.
Anomalie al Pap-test eseguito dopo un rapporto
Ho eseguito il Pap-test - senza sapere di sbagliare - in presenza di un'infiammazione e due giorni dopo aver avuto un rapporto sessuale che a causa dell'infiammazione, era stato un po' doloroso e forse traumatico. Il Pap-test riporta la sigla AGC-anomalie delle cellule ghiandolari. Ho eseguito su richiesta una colposcopia, un nuovo Pap-test e una biopsia, e non è risultato nulla di anomalo. Mi hanno consigliato di ripetere il Pap-test dopo 6 mesi. A distanza di 1 mese mi chiamano dall'ospedale chiedendomi di portare il vetrino del primo Pap-test. Non è possibile che le cellule anomale fossero dovute al rapporto sessuale traumatico? Non vorrei, per aver fatto il Pap test in un giorno sbagliato, mettermi in una trafila infinita di esami, pesanti anche economicamente.
Il Pap-test è uno strumento di screening e serve per evidenziare alterazioni cellulari in modo precoce, onde poter attivare metodi di trattamento atti a evitare l’evolversi di queste alterazioni cellulari verso un tumore. Tali alterazioni cellulari non possono essere influenzate da un rapporto, per quanto laborioso e vicino al momento del prelievo. Il consiglio di evitare i rapporti nei giorni precedenti è legato al fatto che comunque il rapporto mette in moto cellularità superflua e germi che possono rendere più problematica la lettura del vetrino. Peraltro tali alterazioni cellulari sono quasi sempre conseguenza di infiammazioni, più spesso di tipo virale dovute ad HPV (Human Papilloma Virus), che possono anche risolversi spontaneamente, in particolare se la donna è giovane. Va infine considerato che se il Pap-test è una procedura di screening, è meglio correre il pericolo di una serie di esami di approfondimento, ritmati nel tempo come da linee guida, piuttosto che correre il pericolo opposto di sottovalutare la condizione.
Test per l'HPV senza aver fatto il Pap-test
Ho 18 anni e il mio ginecologo mi ha prescritto un HPV test senza prima fare un Pap-test. Vorrei sapere se esiste un motivo, dal momento che parlando con altre donne ho notato che tutte hanno fatto il Pap-test e, solo in caso di anomalie, successivamente l'HPV-test. Questo potrebbe significare che è gia sottinteso che il mio sia un caso anomalo o è una scelta del ginecologo indipendente da altri fattori?
Se si tratti di un caso in cui è stato osservato qualcosa di particolare o meno per giustificare la scelta di fare in prima istanza un HPV-test anziché il Pap-test va ovviamente chiesto al ginecologo in questione. In ogni caso nulla vieta che l’HPV-test venga utilizzato in prima istanza superando il Pap-test, cosa che in realtà viene giò fatta in varie parti del mondo, anche perché un HPV-test negativo garantisce una sicurezza diagnostica di più lungo periodo, individuando la presenza o meno di un qualche virus dell’HPV che è, di fatto, l’origine delle trasformazioni cellulari del collo uterino da normali verso il tumore. Le linee guida internazionali raccomandano comunque un Pap-test ogni 3 anni dai 21 anni in poi ed eventualmente un co-test Pap-test più HPV-test ogni 5 anni, fino almeno ai 65 anni.
Pap-test e altri controlli nelle donne vergini
Ho 35 anni e non ho mai avuto rapporti sessuali. Non potendo effettuare una visita ginecologica, in quale altro modo posso controllare la mia salute? Non ho mai avuto nessun tipo di problema, mia madre però è scampata da un tumore alla mammella grazie alla sua costante prevenzione insieme alla competenza medica. Io sono da considerare più a rischio tumore?
La donna che non ha avuto rapporti sessuali e voglia mantenere l’integrità del suo imene ha ovvie limitazioni alla esplorabilità dei suoi organi pelvici per via transvaginale, che talora può essere comunque eseguita introducendo un solo dito, se l’elasticità dell’imene lo permette. Può però sempre ricorrere a un controllo ecografico transaddominale per verificare gli organi pelvici. Peraltro esistono oggi anche sonde ecografiche molto sottili che potrebbero comunque essere utilizzate per una ecografia transvaginale. Un Pap test può essere eseguito alla cieca senza ricorrere alla applicazione di uno speculum. Esistono però speculum molto sottili per virgo che possono essere introdotti in vagina senza difficoltà. Per quanto riguarda il controllo del seno, ovviamente l’esecuzione di una mammografia non ha relazioni con l’avere o meno avuto rapporti. Naturalmente non desisterei dal fare una sistematica autopalpazione, che va eseguita sempre subito dopo la mestruazione.
Papilloma virus: con il Pap test non è possibile datare l'infezione
Eseguendo un Pap test che evidenzia un papilloma virus si ha anche la certezza di quando si sia contratto tale virus? Se è recente o lontano nel tempo?
Non esiste alcuna possibilità tecnica per determinare attraverso un Pap test quale sia il momento in cui si è contratto un papilloma virus. Va tenuto presente che gli Human papilloma virus (Hpv) sono almeno 150 diversi e che essi si trasmettono certamente attraverso i rapporti sessuali. Ciò significa che dopo un breve periodo di rapporti sessuali ognuno ha dei papilloma virus sui propri organi genitali. Da ciò la difficoltà di risposte certe.
Ricerca dell'HPV dopo asportazione di ca uterino
Sono stata operata a novembre per un carcinoma all'utero e ad aprile nella visita di controllo mi è stato rilevato un cin I. Dopo due mesi ho fatto di mia iniziativa hpv dna con esito negativo, l'ho fatto due giorni dopo il ciclo e mi chiedevo se questa può influenzare la cosa. Inoltre se il test è negativo vuol dire che non c'è più pericolo di carcinoma?
Per dare una risposta più precisa si dovrebbe ovviamente conoscere il tipo istologico del carcinoma operato ed il tipo di intervento effettuato. Occorrerebbe inoltre sapere come è stato diagnosticato il CIN 1 al controllo postoperatorio. Detto questo occorre chiedersi quali siano i ceppi di HPV che erano eventualmente implicati nell’insorgenza del carcinoma e quali sono eventualmente quelli che sono stati indagati nel successivo HPV test per averne un confronto. In ogni caso anche un HPV test negativo non può escludere la presenza o persistenza del virus in ambito vaginale, il che ovviamente non significa necessariamente possibilità di ricorrenza del carcinoma.
Esito del Pap test
Sono una ragazza di 26 anni; solo per controllo ho fatto il Pap test (gli ultimi risalgono a cinque e tre anni fa entrambi con esito negativo) ma l'ultimo riporta: presenza di batteri, cellule epiteliali anomale di significato indeterminato asc-us, sospetta lesione squamosa intraepiteliale sil a basso grado. Sono stata dal ginecologo e mi ha detto di stare tranquilla e di fare un dna test tra sei mesi poiché esiste una buona possibilità di guarigione spontanea, ma la mia perplessità è che se avessi contratto il virus anni fa, fra sei mesi non sarebbe troppo tardi, quindi non sarebbe meglio fare subito l'esame? Quanto tempo ci vuole prima che una sil di basso grado diventi di alto grado o comunque peggiori? Cosa sono le cellule asc-us?
Le cellule Ascus sono cellule squamose atipiche di significato indeterminato e interessano, grosso modo, il 5% dei Pap test. In queste condizioni si possono attivare tre diverse opzioni. La prima è quella di ripetere il Pap test e, se questo risulta ancora anormale, fare una colposcopia e poi un Pap test circa ogni sei mesi per uno o due anni fino alla normalizzazione definitiva nella citologia. In questo modo si può dare tempo alla risoluzione spontanea delle anomalie riscontrate, il che è un dato relativamente frequente nelle donne giovani. Una seconda opzione è quella di fare un Pap test con una tipizzazione virale. Se risulta presente un HPV virus (human Papilloma virus) a basso rischio, la donna viene seguita con regolarità; ma se risultasse un HPV ad alto rischio è corretto eseguire una colposcopia e una stretta osservazione successiva. Una terza possibilità è quella di fare subito una colposcopia che permetta di capire, attraverso la biopsia, la presenza o meno di una CIN (neoplasia cervicale intraepiteliale). Della CIN si riconoscono 3 gradi: una CIN 1 che corrisponde alla displasia lieve, una CIN 2 che corrisponde alla displasia lieve-moderata, e una CIN 3 che corrisponde alla displasia severa-carcinoma in situ. Gli studi prospettici dimostrano come il rischio di progressione dalla CIN a carcinoma invasivo implichi un numero di anni che possono andare da 10 a 15. Tale graduale evoluzione può essere ovviamente prevenuta con la diagnosi precoce e il trattamento delle forme pre invasive. In conclusione l’atteggiamento applicato dal ginecologo in questo caso può essere considerato pertinente.