Onicomicosi: ecco a cosa fare attenzione

Ci sono comportamenti che aumentano il rischio di contrarre una micosi delle unghie. Vediamoli uno per uno.

Possono interessare chiunque e in qualunque momento della vita, ma alcune categorie di persone hanno una maggiore probabilità di contrarre le micosi delle unghie a causa di una particolare predisposizione individuale e/o di abitudini e comportamenti che aumentano il rischio di contagio e la loro ricorrenza dopo la guarigione di un primo episodio.

Gli anni che passano aumentano il rischio

Il principale fattore di rischio per l’onicomicosi è l’età. In primo luogo perché con l’invecchiamento tutti i tessuti dell’organismo si rinnovano più lentamente, diventano più fragili e quindi facilmente attaccabili da microrganismi patogeni.

In secondo luogo perché a partire dai 60-65 anni compaiono patologie croniche che aumentano ulteriormente il rischio di colonizzazioni della cute e delle unghie di mani e piedi da parte di funghi dermatofiti e Candida albicans.

Malattie che agevolano i funghi

Per esempio le alterazioni della circolazione periferica, il diabete, la psoriasi e tutte le forme di immunosoppressione transitoria (com’è quella associata a brevi cicli di terapia antibiotica, con corticosteroidi, farmaci immunomodulanti o chemioterapici) o cronica (conseguente, per esempio, a immunodeficienza acquisita, patologie epatiche severe, terapie immunosoppressive dopo trapianto d’organo, malattie del sangue ecc.).

All’asciutto è meglio

Anche la tendenza a sudare molto o soffrire di iperidrosi, soprattutto a livello dei piedi, costituisce un importante fattore di rischio per lo sviluppo di onicomicosi.

La presenza di sudore, da un lato, indebolisce l’epidermide e le cuticole che circondano le unghie (rendendo più morbide e aggredibili anche le unghie stesse) e, dall’altro, facilita la creazione di un ambiente caldo-umido ideale per la proliferazione di funghi e lieviti.

A un analogo risultato si arriva se si indossano scarpe che non garantiscono una buona traspirazione del piede, o troppo strette, e calze in fibre sintetiche, incapaci di assorbire l’umidità in eccesso.

Questo è vero soprattutto se si indossano abitualmente scarpe da ginnastica o sneakers per molte ore al giorno, durante le comuni attività o praticando sport.

Stiamo attenti in piscina e in palestra

Un comportamento sbagliato, molto spesso all’origine di micosi dei piedi da funghi dermatofiti, riguarda ragazzi e adulti che frequentano piscine, palestre e centri termali: tutti ambienti a elevato rischio di contagio.

I microrganismi che determinano le onicomicosi possono sopravvivere per diverse ore sulle superfici umide dei corridoi, del bordo-vasca, degli spogliatoi e delle docce e camminare scalzi è il modo migliore per raccoglierne in abbondanza.

Discorso analogo vale per ciabatte e scarpe: per evitare contagi, mai utilizzare quelle di altre persone, anche se si tratta di familiari o amici.

Soprattutto l’igiene

Non curare adeguatamente l’igiene di mani e piedi significa implicitamente esporre le unghie (e, nel secondo caso, anche gli spazi tra le dita) all’aggressione da parte di microrganismi patogeni.

Ma il lavaggio regolare non basta: se non si procede anche a una perfetta e delicata asciugatura, l’umidità residua renderà particolarmente agevole la colonizzazione da parte di funghi e lieviti dell’epidermide e delle unghie già indebolite dalla permanenza nell’acqua e dall’uso di detergenti.

Comportamenti pericolosi

Altre pessime abitudini da dimenticare se ci si vuole tutelare da micosi (nonché da infezioni batteriche) delle unghie delle mani comprendono:

  • rosicchiare le unghie e/o torturare le cuticole che le circondano;
    procurarsi piccole ferite durante una manicure un po’ distratta o farla eseguire in centri estetici poco affidabili;
  • usare abitualmente lo smalto, anche per coprire macchie o piccoli danni alle unghie (che potrebbero essere il primo segno di un’onicomicosi e non vanno nascosti, ma posti all’attenzione del medico);
  • immergere le mani in liquidi contenti detersivi o sostanze aggressive senza guanti protettivi.

Leggi il dossier Onicomicosi.

Rosanna Feroldi
Rosanna Feroldi
Da adolescente le avevano detto di fare il liceo classico e ha scelto lo scientifico. Alla maturità, le hanno detto di iscriversi Lettere e Filosofia e ha puntato su Biologia. Dopo laurea e tirocinio, al dottorato in elettrofisiologia ha preferito un corso di comunicazione e giornalismo scientifico della Facoltà di Farmacia - Università Statale di Milano. Insomma, non è il tipo che si lascia convincere facilmente. Da lì, è iniziato, più per gioco che per scelta, un percorso professionale che continua con soddisfazione da quasi vent'anni, passando da attività di consulente per la comunicazione su salute e stili di vita sani per il Progetto Città sane - Comune di Milano alla proficua collaborazione con la Fondazione San Raffaele di Milano, dove per 13 anni si è occupata di realizzare il magazine dell'Ospedale San Raffaele destinato ai pazienti e materiale divulgativo distribuito nell'ambito di campagne di sensibilizzazione, nonché di supportare l'attività di ufficio stampa. Contemporaneamente, entusiasta, mai stanca ed esagerando anche un po', ha interagito con numerose realtà editoriali come giornalista scientifica e medical writer, realizzando contenuti per riviste dirette al pubblico, ai medici e ai farmacisti. Il sopravvento del web ha cambiato molte cose, ma non l'ha indotta a desistere. Così, eccola ora alle prese prevalentemente con progetti editoriali online e attività di comunicazione/reportistica medico-scientifica nelle aree cliniche più disparate. A volte, si chiede come abbia fatto, altre come continuerà. The show must go on.

Articoli correlati

Pubblicità

Gli articoli più letti

I servizi per te
Farmaci a domicilio
Prenota una visita