Mieloma: cause, sintomi e terapie

Una patologia del sangue dall'esordio insidioso e spesso asintomatica che colpisce alcune cellule del midollo osseo.

In Europa si contano 39.000 nuovi casi ogni anno, di cui oltre 5.000 solo in Italia. In genere si presenta dopo i 60 anni ed è più frequente negli uomini che nelle donne. Parliamo del mieloma, o plasmocitoma, un tumore raro del sangue che colpisce le plasmacellule, uno dei tipi cellulari presenti nel midollo osseo.

Diverse patologie, un solo bersaglio

Sono molte le malattie del sangue, e non tutte sono a carattere tumorale. Una delle patologie più "famose" è senza dubbio la leucemia, causata dall'eccessiva proliferazione delle cellule staminali che danno origine a tutti gli elementi cellulari presenti nel sangue.

Esistono poi il linfoma (neoplasia provocata dalla crescita incontrollata di un particolare tipo di globulo bianco, il linfocita), diversi tipi di anemia e altre patologie che si manifestano con la carenza di uno o più componenti del sangue.

Il mieloma, come detto, coinvolge invece la plasmacellule.

Mielomi e plasmacellule

Le plasmacellule rappresentano uno degli elementi cellulari che si trovano nel midollo osseo. Sono il risultato della maturazione dei globuli bianchi e in particolare dei linfociti B, una delle principali tipologie di cellule coinvolte nella risposta immunitaria.

Il loro ruolo è quello di produrre anticorpi, chiamati anche immunoglobuline, e il loro buon funzionamento è quindi indispensabile per proteggere l'organismo dall'attacco di virus, batteri o altri agenti patogeni.

In condizioni normali, ogni plasmacellula produce un tipo di anticorpo leggermente differente da quelli prodotti dalle altre cellule: questo garantisce al nostro sistema immunitario una risposta specifica contro una grande varietà di microrganismi pericolosi.

Il mieloma multiplo rappresenta l'evoluzione di una condizione nota come gammopatia monoclonale. Si tratta di una malattia caratterizzata dall'alterazione delle plasmacellule, che cominciano a crescere e proliferare in modo incontrollato, generando cloni di se stesse e producendo numerose copie dello stesso anticorpo.

Cosa accade?

In caso di mieloma, le cellule tumorali producono in grande quantità una proteina nota con il nome di componente M (componente monoclonale), un particolare tipo di anticorpo, che non possiede però le sue prerogative di difesa immunologica; tale proteina inoltre può causare aumento della viscosità del sangue e provocare danni ai reni.

Inoltre, la proliferazione anomala delle plasmacellule può provocare una riduzione della normale produzione di altre cellule del sangue come globuli bianchi, globuli rossi e piastrine. Le conseguenze sono:

  • un indebolimento delle normali difese immunitarie
  • problemi di coagulazione
  • anemia.

Inoltre, le cellule tumorali producono una sostanza che stimola gli osteoclasti, responsabili della distruzione del tessuto osseo. Si genera quindi uno squilibrio nel metabolismo osseo, con conseguente fragilità ossea. I pazienti affetti da mieloma sono infatti spesso soggetti a fratture patologiche, cedimenti vertebrali e dolori ossei.

Quali sono le cause?

Ad oggi non sono ancora chiare le cause di questa neoplasia: è possibile che esista un fattore ereditario, ovvero una predisposizione genetica che caratterizza membri di una stessa famiglia.

Tuttavia, anche elementi legati all'ambiente circostante possono aumentare il rischio di questa patologia, come l’esposizione diretta a:

  • radiazioni ionizzanti
  • sostanze chimiche come benzene e/o pesticidi.

Anche le infezioni di tipo cronico possono giocare un ruolo importante nella genesi di questo tipo di cancro.

Studi clinici hanno infine permesso di osservare che il mieloma multiplo rappresenta la progressione di una gammopatia monoclonale, inizialmente priva di sintomi. Ogni anno, infatti, 1 persona su 100 affetta da questa malattia va incontro a mieloma multiplo. Non esiste un modo di evitare questa evoluzione o di prevedere se e quando avverrà: l'unica strada è quella di sottoporsi a regolari controlli, per verificare lo stato della patologia e il suo livello di progressione.

Quali sono i sintomi?

I sintomi del mieloma possono variare e, nelle prime fasi di questa patologia, potrebbero non essere evidenti.

Il sintomo più comunemente osservato è quello legato al dolore osseo, in particolare a livello della colonna vertebrale o del costato. Possono inoltre verificarsi:

  • fratture ossee
  • nausea
  • costipazione
  • perdita di appetito
  • stordimento e senso di confusione mentale
  • spossatezza
  • frequenti infezioni
  • perdita di peso
  • debolezza a livello delle gambe
  • sete eccessiva.

Come detto, la proliferazione delle cellule tumorali a livello del midollo osseo provoca diverse conseguenze, tra cui per esempio:

  • l'ipercalcemia, ovvero la presenza di grandi quantità di calcio nel sangue, generata a sua volta dalla distruzione delle ossa a opera degli osteoclasti
  • la compromissione dell'emopoiesi, ovvero del processo di produzione delle cellule presenti nel circolo sanguigno.

Può quindi verificarsi anemia, condizione che spiega perché molti pazienti affetti da mieloma accusano una forte stanchezza.

Altri sintomi possono essere di tipo neurologico, spesso a causa del cedimento vertebrale.

Diagnosticare il mieloma: quali esami fare?

Dal momento che nella gran parte dei casi i sintomi non compaiono immediatamente, è difficile individuare precocemente questa malattia.

Di solito, infatti, la diagnosi viene raggiunta in seguito a test di routine, come una comune analisi del sangue.

Per individuare con sicurezza il mieloma, sono necessari:

  • analisi del sangue, che, grazie a tecniche di laboratorio come l'elettroforesi, permettono di individuare la presenza di elevati livelli di immunoglobuline, prodotte dalle cellule tumorali. Mediante l'uso di questo test è inoltre possibile misurare i valori di emoglobina, piastrine e albumina nel siero, che sono bassi se il tumore è in fase avanzata. Anche alti livelli di beta-2 microglobulina e calcio indicano che il mieloma ha raggiunto uno stadio avanzato, e quindi una peggiore prognosi. L'analisi del sangue permette inoltre di verificare la funzionalità renale, la conta dei globuli rossi, i livelli di calcio in circolo, la quantità di acido urico
  • esame delle urine, che permette di mostrare la presenza di proteine anomale di derivazione plasmacellulare
  • biopsia del midollo osseo, uno strumento fondamentale per la diagnosi del mieloma. Il midollo viene aspirato con una siringa e analizzato per cercare eventuali cellule tumorali
  • esami strumentali, come radiografia, risonanza magnetica, tomografia a emissione di positroni (PET), tomografia assiale computerizzata (TAC), utilizzati per individuare anomalie al livello delle ossa, provocati dalla malattia, e confermare definitivamente la diagnosi.

Il mieloma multiplo viene definito sintomatico, o attivo, quando è causa di un danno d’organo, come:

Dopo aver eseguito questi esami e averne valutato i risultati, lo specialista può giungere a una diagnosi in base alla presenza di tre elementi:

  • componente monoclonale a livello sierico
  • plasmacellule localizzate nel midollo osseo
  • danno ad alcuni organi provocato dalla neoplasia.

Amiloidosi: quando il mieloma si complica

Esistono patologie che possono essere associate alla comparsa di mieloma multiplo: una di queste è l'amiloidosi. Si tratta di una malattia caratterizzata dalla formazione di ammassi di proteine aggregate tra loro, definite con il nome di amiloide, che si accumulano in diversi tessuti del corpo. Questi depositi sono formati da frammenti di anticorpi, le catene leggere, anch'essi prodotti dalle plasmacellule.

Con il passare del tempo gli aggregati si accumulano in diverse zone dell'organismo, causando gravi danni a diversi organi, in particolare reni, cuore e tratto gastrointestinale.** Unica eccezione è rappresentata dal sistema nervoso centrale dove, grazie alla barriera emato-encefalica, gli aggregati di amiloide non possono arrivare.

Curare il mieloma: armi diverse per combattere la stessa malattia

Una cura definitiva per il mieloma ancora non esiste. Tuttavia, sono disponibili terapie innovative che consentono un buon controllo della malattia e una migliore qualità di vita.

La terapia contro questa neoplasia comprende:

  • farmaci la cui azione è quella di distruggere le cellule tumorali o tenere sotto controllo la proliferazione del tumore, in caso di recidiva
  • agenti farmacologici o procedure medico-chirurgiche per la prevenzione e la cura dei disturbi causati dalla malattia, come dolore osseo, fratture e anemia, con lo scopo di migliorare la qualità delle vita dei pazienti.

Non è detto però che tutte le persone affette da mieloma debbano sottoporsi a una terapia. Nel caso in cui i sintomi non siano ancora comparsi, infatti, è possibile che gli specialisti in ematologia optino per l'osservazione e il monitoraggio costante, prima di procedere con un vero e proprio intervento terapeutico.

Il trapianto come prima scelta

È il trapianto autologo l'approccio di prima scelta per i pazienti con età e condizioni fisiche generali ottimali, e nei casi in cui il tumore provoca compressione delle vertebre, determinando paralisi o altri disturbi gravi.

Il procedimento prevede la raccolta di cellule staminali sane dal midollo osseo del paziente, che poi viene sottoposto a uno o più cicli di chemioterapia o radioterapia, che possono causare alcuni effetti collaterali.

A questo punto, verranno reinfuse nel paziente le cellule sane precedentemente prelevate, che potranno riformare un midollo sano.

È anche possibile prelevare cellule di midollo osseo da un donatore sano, ed eseguire la stessa procedura di reinfusione sul paziente malato. In questo caso si parla di trapianto allogenico.

Se dopo un trapianto autologo il rischio che la malattia si ripresenti, mettendo a rischio la sopravvivenza del paziente, è piuttosto elevato, nel caso dell'allotrapianto la possibilità di una recidiva diminuisce. Per contro, con quest'ultima tecnica la mortalità è più elevata, a causa dei fenomeni di rigetto che possono verificarsi.

Valentina Torchia
Valentina Torchia
Nata il giorno di S. Ambrogio, a Milano, il suo primo regalo è stata una copia de I promessi sposi gentilmente donata dal comune della città meneghina a tutti i nati nel 7 dicembre. Appassionata di scienza, dopo il liceo scientifico prende la laurea magistrale in Biotecnologie Mediche Molecolari e Cellulari, con una tesi su epigenetica e neuroscienze. Si rende conto di essere un topo da biblioteca e non da laboratorio, così unisce alla scienza la sua più grande passione: la scrittura. Dopo un master in Comunicazione e Salute, viene premiata dall'UNAMSI e vince una borsa di studio di un anno all'Assessorato alla Sanità di Regione Lombardia. Da qui in poi, ha approfondito la comunicazione della scienza sotto molteplici forme: dal copywriting al giornalismo scientifico, tra agenzie di comunicazione e riviste online e cartacee. Nel tempo libero, scrive narrativa per bambini e ragazzi. Ha collaborato per alcuni anni con Geronimo Stilton, il famoso gentiltopo giornalista. Ora sta terminando un corso di formazione per autori di produzioni multimediali, a Bologna, presso la scuola Bottega Finzioni. Adora i viaggi, il nomadismo digitale e tutto ciò che riguarda il Giappone.

Articoli correlati

Pubblicità

Gli articoli più letti

I servizi per te
Farmaci a domicilio
Prenota una visita