Linfomi: quando il tumore colpisce il sangue

Ogni anno solo in Italia i linfomi vengono diagnosticati a più di 16.000 persone e rispetto a qualche anno fa, le punte di guarigione possono essere anche dell’80% per alcune forme.

Sono una vasta famiglia di tumori del sangue, raggruppati essenzialmente in due forme:

  • linfomi di Hodgkin
  • linfomi non Hodgkin.

Colpiscono in particolare i linfonodi, cioè le ghiandole linfatiche. Sono piccoli organi concentrati in particolare su collo, ascelle, inguine e addome e rivestono un ruolo importante. All’interno racchiudono infatti i linfociti, cioè le cellule del sistema immunitario che più di tutte svolgono un ruolo di difesa dall’attacco di virus e batteri.

Il linfoma di Hodgkin è più frequente nella fascia d’età tra i 15 e i 35 anni, mentre il linfoma non Hodgkin colpisce di prevalenza la fascia over 60. Per entrambe le forme, il sesso più colpito è quello maschile.

Attenzione ai sintomi

Nelle fasi iniziali i sintomi possono essere così leggeri da passare inosservati. I principali sono:

  • ingrossamento dei linfonodi del collo, oppure delle ascelle, o dell’inguine senza che ci sia dolore, e talvolta febbre e sudorazione durante le ore notturne
  • spossatezza ingiustificata
  • perdita di peso
  • tosse persistente oppure difficoltà respiratorie.

«Il rigonfiamento dei linfonodi è piuttosto comune e può essere causato anche da un’infezione», spiega Carmelo Carlo-Stella, ematologo del Cancer Center dell’Istituto Humanitas di Milano e ricercatore AIRC, l’associazione italiana che si occupa di ricerca sul cancro

«Per questo è fondamentale prescrivere innanzitutto gli esami del sangue e delle urine, proprio per escludere che ci sia un processo infettivo in corso. Se si esclude che il rigonfiamento dei linfonodi sia dovuto a un’infezione, bisogna proseguire con gli accertamenti diagnostici ed eseguire la biopsia del linfonodo ingrossato. In alcune forme di linfoma non-Hodgkin la diagnosi viene completata con la biopsia osteomidollare. Consiste nel prelievo di un frammento di osso del bacino per individuare la presenza di cellule di linfoma. È un esame invasivo e per questo viene eseguito in anestesia locale».

A conclusione dell’iter diagnostico vengono prescritte due importanti indagini radiologiche: la tomografia computerizzata per identificare eventuali altri linfonodi coinvolti e la tomografia a emissione di positroni (Pet) per eseguire la mappa della malattia.

Le cure salvano la vita

Chemioterapici, radioterapia, immunoterapia. E quando è necessario, trapianto di cellule staminali. Queste le strategie a disposizione dello specialista.

«Oggi il trattamento è sempre più “su misura”, da decidere in base al tipo di linfoma, all’età del paziente e alle sue condizioni di salute generali – sottolinea Carlo-Stella. Non solo, quando la progressione del tumore è molto lenta, come può accadere in particolare per la forma chiamata “non Hodgkin”, è possibile tenere la malattia sotto stretto controllo senza eseguire nessuna terapia».

Cinzia Testa
Cinzia Testa
Nata e cresciuta a Milano, decide da bambina di voler fare la giornalista e caparbiamente non modifica questo suo desiderio nonostante le difficoltà iniziali.  Dopo un periodo quale collaboratrice per le pagine milanesi de L’Unità nella seconda metà degli anni ’80, viene coinvolta nel primo progetto di editoria “naturale”: comincia a scrivere di alimentazione, le viene affidata una rubrica di ricette e tiene dei corsi pratici di cucina vegetariana e teorici nell’ambito dell’alimentazione. Da lì a scrivere di salute il passo è breve e nell’arco di un paio di anni avviene il “salto” e il passaggio definitivo al lavoro come freelance e la collaborazione a diverse testate come il quotidiano La Voce, il mensile del Gruppo San Paolo Club 3, per poi approdare a Donna Moderna, testata che rimane a tutt’oggi la sua principale attività. A metà degli anni ’90 viene anche coinvolta insieme a una collega nella redazione giornalistica di Attualità in Senologia, l’unica in Italia dedicata alla senologia oncologica e scatta la passione per l’oncologia. Considera il giornalismo come un momento anche di contatto e di confronto con il pubblico e ha l’opportunità di partecipare in prima persona a campagne di prevenzione sul territorio nell’ambito dell’oftalmologia (glaucoma) e dell’oncologia (tumori femminili) e di condurre con le colleghe di Donna Moderna dirette facebook su tematiche di salute ad ampio respiro. Curiosa per natura, ama viaggiare e quando può, restaura mobili e li riporta a nuova vita. Ha una passione infinita per la cucina, inventa continuamente nuove ricette e le scrive sui fogli più disparati che immancabilmente perde. Per ovviare a questa incurabile forma di distrazione, ora posta le foto dei piatti con l’elenco degli ingredienti direttamente su Instagram. Adora la solitudine come momento di ricarica, ma non potrebbe mai vivere senza le persone che ama. 

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