Influenza: di chi è la colpa?

Un colpo di freddo? Tanto stress e poco riposo? L’inquinamento? A causare l’influenza è sempre un virus. Tutto il resto va considerato un fattore di rischio.

L’influenza è una malattia respiratoria molto contagiosa, che colpisce solitamente tra dicembre e marzo, anche se a volte comincia a farsi sentire già a partire da ottobre.

È causata da un’infezione delle vie aeree (naso, gola, trachea, bronchi, polmoni) da parte dei cosiddetti virus influenzali.

In genere dura dai tre ai cinque giorni, ma lo stato di affaticamento, che invariabilmente l’accompagna, può prolungarsi per due o tre settimane.

Tre virus i responsabili

L’influenza è dovuta a virus del genere Orthomixovirus; finora ne sono stati identificati tre tipi, chiamati A, B e C.

  • Il virus A è quello capace di causare la sintomatologia più grave ed è il responsabile di epidemie importanti delle quali siamo vittime ogni due o tre anni, oltre che di molte influenze “più miti”.

  • Il virus B è meno diffuso e, generalmente, induce sintomi più lievi. Tuttavia, può essere anch’esso alla base di rilevanti epidemie ogni tre o cinque anni.

  • Il virus C, invece, induce una forma di influenza molto lieve, con sintomi simili a quelli di un raffreddore e di scarsa rilevanza.

Tutti e tre i tipi di virus possono mutare, dando cioè origine a nuovi ceppi. Ciò significa che non è possibile sviluppare un'immunità permanente all’influenza.

Per questo ogni anno, quando arriva questa stagione, anche se il nostro organismo ha approntato gli anticorpi contro il virus influenzale dell’anno precedente, corre il rischio di contrarre una nuova infezione.

I fattori di rischio

Ci sono condizioni che possono favorire l’insorgenza della sindrome influenzale, pur non essendone la causa diretta, perché debilitano il nostro organismo, favorendo così l’infezione da parte dei virus dell’influenza. Eccole:

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