Il muco bronchiale: che cos’è e a che cosa serve

Ricerche condotte negli ultimi anni hanno permesso di identificare le sostanze che lo costituiscono, scoprendo anche a che cosa servono.

L’analisi biochimica del fluido bronchiale dell’uomo evidenzia che, in condizioni fisiologiche, il muco ha la seguente composizione:

Acqua 95%
Proteine 0,1-0,5%
Lipidi 0,3-0,5%
Glicoproteine 3%
Sali circa 1%

I costituenti del muco possono essere di provenienza secretiva, nel senso che sono elaborati da cellule o ghiandole della parete bronchiale, o plasmatica, cioè provenienti dal plasma.

Le componenti secretive del muco

Sono costituite soprattutto dalle mucine (mucoglicoproteine), proteine ad alto peso molecolare e a elevato contenuto di carboidrati (>80%).

Dal punto di vista chimico sono macromolecole costituite da un’asse centrale proteico a cui sono legate numerose catene laterali di polisaccaridi.

Altre componenti secretive del muco sono rappresentate dalle immunoglobuline A (IgA) secretorie, che servono a proteggere le superfici mucose esterne. Poi c’è la lattoferrina, che svolge un importante ruolo di protezione della mucosa bronchiale nei confronti dei germi.

Infine ci sono gli enzimi secretori (transferasi, glicosidasi e callidinogenasi) e una componente di origine alveolare, il surfattante.

Le funzioni del muco

La funzione principale del muco è quella di mantenere in condizioni ottimali le vie aeree. E lo fa in tanti modi: anzitutto agisce da ostacolo fisico e biologico, formando un film mucoso che rappresenta una efficiente barriera all’attraversamento delle sostanze inalate con la respirazione.

Poi è fondamentale per garantire l’umidificazione dell’aria che passa attraverso la trachea e i grossi bronchi.

Numerosi studi sperimentali hanno evidenziato che, in assenza di muco, le vie respiratorie si modificano profondamente, provocando, in alcune occasioni, consistenti danni alle strutture anatomiche del polmone.

È ben noto, per esempio, che l’assenza di muco nelle vie aeree può causare una reazione infiammatoria di tipo irritativo.

Inoltre svolge un importante compito di filtro e di diluizione: sono tanti i gas irritanti o tossici per le vie respiratorie sottoposti a un processo di filtrazione e diluizione attraverso la superficie mucosa delle vie aeree.

Serve anche a rimuovere particelle, pulviscolo e agenti biologici. Ogni giorno un individuo normale respira particelle di natura estremamente diversa come sostanze vegetali (spore e pollini), batteri e virus, fumi contenenti polveri di derivazione dalla combustione di carbone e tabacco, e altre ancora.

La quantità e la qualità delle particelle inalate varia moltissimo in relazione all’ambiente nel quale l’individuo respira e a molti altri fattori individuali.

La diffusione di tali particelle lungo le vie aeree dipende non soltanto dalle loro caratteristiche dimensionali, ma anche dalle condizioni della superficie delle vie respiratorie, in particolare dalla quantità di muco che si trova nelle vie aeree e che partecipa attivamente, attraverso il meccanismo della clearance muco-ciliare, alla depurazione delle vie respiratorie.

La clearance muco-ciliare

Con questo termine si intende il meccanismo di depurazione rapida del muco trocheo-bronchiale che si realizza attraverso il movimento coordinato delle ciglia vibratili e facilitato dalle secrezioni di muco.

L’apparato muco-ciliare costituisce uno dei più importanti mezzi di difesa dell’albero respiratorio perché intercetta e trasporta all’esterno non soltanto le particelle contaminanti, ma le stesse secrezioni fisiologiche o patologiche, rappresentando un elemento fondamentale per il mantenimento dell’integrità della mucosa dei bronchi.

La deposizione e l'eliminazione delle particelle inalate avviene in modi e tempi differenti nei diversi tratti dell’apparato respiratorio: per esempio, c’è una significativa differenza tra la regione nasale anteriore (che non presenta epitelio ciliato) e quella posteriore (che invece ne è provvista).

È stato dimostrato che la depurazione muco-ciliare avviene più rapidamente in quella posteriore che in quella anteriore e ciò spiega, anche se solo parzialmente, la maggiore incidenza di patologia nella parte anteriore del naso rispetto alla posteriore.

Macrofagi del muco

Nelle zone più periferiche del polmone la depurazione di particelle non si basa sul meccanismo della “clearance” muco-ciliare, ma richiede l’intervento di macrofagi che, attraverso la fagocitosi, possono incorporare sostanze estranee e allontanarle dalla superficie respiratoria.

La depurazione meccanica delle vie aeree dipende dall’attività ciliare, elemento motore del drenaggio. E dalle secrezioni bronchiali, che rappresentano il veicolo indispensabile al trasporto e alla eliminazione delle particelle e delle sostanze inquinanti inalate.

Si comprende perciò che le modificazioni qualitative e quantitative delle secrezioni bronchiali sono capaci di alterare il drenaggio muco-ciliare anche se l’attività ciliare resta funzionante.

Quando servono i mucolitici

Tosse produttiva e catarro: quando compaiono questi sintomi, tipici dei malanni invernali, oltre all’intervento terapeutico che punta a risolvere le cause (antibiotici) occorre quindi intervenire direttamente anche sul muco stesso al fine di rendere più facile la clearance e, di conseguenza, l’espettorazione.

A questo scopo servono i farmaci chiamati mucolitici. Alcuni agiscono direttamente sul muco, rompendo i legami molecolari delle mucoproteine e quindi spezzando la struttura polimerica del muco, altri cambiano le caratteristiche del muco modificandone in vario modo l’adesività, l’idratazione, variando la biochimica e la secrezione del muco.

Tra i mucolitici un posto di spicco spetta al sobrerolo che, dalla sua commercializzazione (1970) a oggi, ha rappresentato e rappresenta uno dei capisaldi della classe dei farmaci mucoattivi per la sua provata efficacia e per l’ottima tollerabilità anche in una fascia di età più delicata quale è quella pediatrica.

Questa molecola, per le sue caratteristiche farmacocinetiche (rapido assorbimento, mucotropismo, eliminazione rapida attraverso il filtro renale), per le sue proprietà farmacologiche (modificazioni delle caratteristiche reologiche del muco, fluidificazione dell’escreato, incremento della clearance muco-ciliare) e per la sicurezza supportata da circa 30 anni di largo impiego clinico (nessuna reazione avversa seria si è verificata negli studi clinici, a oggi), occupa un posto di grande rilievo nel trattamento della patologia ipersecretiva delle alte e basse vie respiratorie.

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