HPV
Trasmissione dell'HPV
Salve, ho 21 anni e sono affetta da hpv ceppo56. L'ho scoperto pochi giorni fa, e mi è stato sicuramente passato dal mio attuale ragazzo perché non ho avuto altri partner prima di lui. Prendo la pillola da quasi un anno: posso continuare ad avere rapporti non protetti? come mi comporto con il sesso orale? la ringrazio anticipatamente.
L'essere affetta da HPV 56 è cosa frequente e di nessun reale pericolo immediato, perché la probabilità che questo ceppo di HPV induca lesioni cancerose è decisamente remota. Usare particolari precauzioni nei rapporti, inclusi quelli orali, se è sivìcuro che il partner ne sia già affetto, può risultare superfluo rispetto a questo aspetto specifico, anche se l'HPV 56 è comunque inserito nel gruppo ad alto rischio (i più temibili sono il 16 ed il 18). Resta inteso che è corretto fare controlli regolari, come per esempio il PAP-test e, nel caso che questo sia alterato, procedere a ulteriori indagini come indicato dalle linee guida della Società Italiana di Colposcopia.
Trasmissione dell'HPV da condilomi anali
È possibile la trasmissione del virus HPV attraversoo rapporti anali protetti con soggetti che presentano condilomi anali, se questi vengono però a contatto con le mani o con la lingua? Quali sono le modalità di contagio più frequenti del virus?
Gli HPV sono un gruppo molto numeroso di virus spesso normali abitatori dell'ambito vaginale e, comunque, delle zone ove avvengono contatti di tipo sessuale (in particolare vulva e ano). Alcuni ceppi di HPV sono in grado di dare condilomi. Avere rapporti anali protetti con persone portatrici di condilomi anali non dovrebbe dare nessun problema purché la protezione sia completa (il preservativo maschile o femminile non coprono il pube ad esempio). Infatti la trasmissione è sempre per via diretta, cioè per contatto diretto pene-ano pene-vagina pene-altro sito, e questo vale anche per la bocca e la lingua o per altri siti, ove pure la trasmissione è meno frequente.
HPV e possibilità di trasmissione non sessuale
Circa un mese fa mi hanno bruciato un condiloma acuminato che avevo sull'asta del pene. Il dermatologo mi ha detto che potevo averlo contratto, oltre che per via sessuale, in palestra, piscina, sauna o bagni pubblici. La mia ragazza ha fatto tutti i controlli necessari. La ginecologa una volta appurato che la mia compagna non ha contratto l'HPV ha detto che io ho preso per forza questo virus da un'altra ragazza. Io non ho avuto altre ragazze oltre a lei con la quale sto da molti anni. C'è una spiegazione a tutto ciò? Documentandomi ho saputo che la probabilità di trasmissione non sessuale è molto bassa e per questo motivo la mia ragazza fatica a credermi. Inoltre come devo comportarmi in casa? Rischio di infettare i miei famigliari pur non avendo più condilomi?
In effetti la probabilità di trasmissione non sessuale dei condilomi è bassa, ma esiste, anche se si tratta di una infezione poco infettiva. La possibilità di trasmettere a famigliari o conviventi il virus è pressoché nulla, per cui non vanno attivate precauzioni particolari. L’unica precauzione è un controllo accurato della situazione locale perché, talvolta, i condilomi recidivano. Quanto al fatto che la sua ragazza non abbia HPV (ve ne sono almeno 150 tipi) è tutto da discutere: potrebbe essere vero, ma anche potrebbe essere semplicemente che gli esami fatti non l’hanno evidenziato o che gli esami oggi disponibili non sono in grado di svelarlo. Resta il fatto, però, che almeno qualche contatto con il pene portatore di condiloma dovrebbe averlo avuto. È pur vero che le capacità di difesa attivano molto spesso lo shedding delle cellule infettate dal virus, fino a quando il sistema immunitario è capace di farlo. Ricordo inoltre che i dati della letteratura affermano che dopo alcuni mesi di rapporti è pressoché impossibile che pene e vagina non abbiamo qualche tipo di HPV.
Contagiosità e trasmissione dell'HPV
Ho 27 anni e circa un mese fa ho scoperto di essere affetta da HPV. Il dubbio che ho è sul contagio di questo virus. Il mio compagno ha avuto un condiloma qualche anno fa, si è curato ed è andato via. Adesso, a distanza di qualche anno, gli è tornato nello stesso punto. Non se ne è accorto e l'ha trasmesso a me. Dato che a lui si è ripresentato è forse il caso di toglierlo con il laser invece che trattarlo con la crema come ha fatto precedentemente? Se abbiamo avuto condilomi entrambi e siamo stati curati a dovere possiamo di nuovo passarceli? In sostanza: l'HPV è contagioso solo se ci sono le lesioni o anche se è latente? Le preciso anche che non possiamo usare il preservativo perchè a me viene un forte bruciore e molto prurito seguito da un evidente gonfiore di tutta l'area vaginale.
La biologia dei vari tipi di HPV è molto complessa e ve ne sono di nient’affatto infettivi e di infettivi potenti, con tutte le vie di mezzo. Quelli che determinano i condilomi non sono di solito a grande capacità infettiva, per cui ne può conseguire che la reinfezione, se avviene, avvenga con lunghi tempi di latenza. Ma non è sempre così. Il risultato dipende da molti fattori biologici personali dei partner, dal numero dei rapporti alla quantità virale inoculata a ogni rapporto, alle capacità di difesa del singolo organismo, al rapporto tra i vari ceppi di HPV e altro ancora. Ne consegue che è difficile fare delle considerazioni precise sulle prospettive, anche se viene da dire che se il partner è sempre lo stesso e il ritmo della reinfezione è stato quello descritto, probabilmente basta solo un controllo sistematico dei genitali (incluso l’autocontrollo). In quanto ai dubbi sulla terapia primariamente effettuata, va detto che comunque con il laser o altro si può distruggere ciò che è visibile dell’effetto del virus, ma non si può escludere mai che il virus non sia comunque presente in vagina o sul pene anche se nessuno dei due partner ha lesioni evidenti. Si tratta, come accennato, di un sottile gioco di rapporti tra i virus e le capacità di difesa dell’organismo, tenuto conto che comunque all’inizio della propria vita sessuale dopo alcuni mesi di rapporti pressoché ogni uomo o donna ha una serie di HPV a livello dei propri genitali. Riguardo ai problemi d’uso del preservativo, potrebbe trattarsi di allergia al lattice, che si può evitare usando un preservativo femminile di poliuretano (materiale plastico) o maschile, pure di poliuretano.
HPV, trasmissione tra partner
Sono affetta dal virus HPV e tra poco subirò una conizzazione. Se dovessi guarire dovrò comunque avere sempre e solo rapporti protetti considerando che ho il ragazzo fisso e sicuramente avrà l'HPV anche lui anche se non ha sintomi evidenti? Lui può essere per me sempre un portatore sano e quindi riattaccarmelo all'infinito?
La risposta va ponderata in base al tipo di lesione in atto, che è evidentemente proporzionata al tipo di HPV virus presente (basso, medio od alto rischio), alla sua carica virale, alla età della donna, alla durata dell'infezione, e così via. In linea di principio una volta eliminata totalmente la lesione la donna non dovrebbe più essere infettante. Ma la presenza del virus in vagina è possibile, anche senza dare segni di sè; così può essere anche nel partner maschile. Va peraltro considerato che la gran parte delle lesioni, specie in donne e uomini relativamente giovani, regredisce spontaneamente. In ogni caso la tecnologia diagnostica oggi disponibile (HPV DNA test) permette di dare risposte più precise a ogni singolo caso, per cui ogni donna o coppia deve consultarsi con un centro di buon livello in questo ambito per ottenere risposte personalizzate.
Infezione da HPV, che fare
Pochi giorni fa ho saputo di essere positiva all'HPV. Mi hanno detto che non esiste cura per questo tipo di virus e che devo soltanto sottopormi a un ulteriore controllo tra sei mesi. Vorrei però sapere se, nel frattempo, sarebbe opportuno rinforzare le difese immunitarie. Sto vivendo un periodo abbastanza stressante e temo che questo non mi aiuti.
L’infezione da HPV è certamente l’infezione sessualmente trasmessa più diffusa al mondo, tanto che si stima che almeno il 50% delle persone sessualmente attive la abbiano. Ve ne sono almeno 150 diversi tipi, alcuni più infettivi di altri e definiti “ad alto rischio”. Questi ultimi sono quelli che in propettiva potrebbero anche portare a tumori degli organi infettati (collo dell’utero, vulva, vagina, ano, bocca). L’infezione da HPV, o meglio quella da alcuni ceppi di HPV, è oggi prevenibile attraverso la vaccinazione che viene comunemente offerta alle ragazze nel corso del loro dodicesimo anno di età. L’altro modo per prevenire l’infezione sarebbe quello di evitare i rapporti sessuali, comunque attuati (vaginali, anali, orali). Una volta acquisita, l’infezione solitamente persiste, anche se molte volte può essere eliminata per intervento delle difese immunitarie dell’organismo. Quindi infezione non vuole sempre dire malattia, ma indica la necessità di monitorizzare sistematicamente la condizione per cercare di comprenderne l’evoluzione e, nel caso, intervenire al momento opportuno. In base ai dati della letteratura sappiamo che di 10 milioni di casi di infezione sub-clinica solo 15 mila diventano carcinoma, ma dopo molti anni. In relazione con il tipo di HPV individuato potrebbe essere utile per un certo tempo anche l’utilizzo del preservativo maschile o femminile.
Esame per svelare l'HPV apparentemente non attivo
Mi hanno parlato di un esame a cui sottoporsi per capire se il virus HPV è in incubazione, vorrei sapere se effettivamente esiste. Non si tratta né del Pap-test né della colposcopia, che hanno già dato esito negativo, ma questo esame dovrebbe essere specifico per l'incubazione del papilloma virus: mi sa indicare di cosa si tratta?
Esistono esami che possono essere fatti sulle cellule raccolte con una metodica analoga a quella del Pap-test e che possono individuare la presenza del virus HPV, anche se apparentemente non attivo. L’esame si basa sulla ricerca e individuazione del DNA e di proteine specifiche virali presenti in queste cellule, permettendo così di individuare anche il tipo di virus presente, poiché vi sono virus più cancerogeni (l’HPV 16 e 18) e altri che lo sono meno o non lo sono affatto. Alla luce del risultato dell’esame si potrà individuare una strategia di integrazione con le altre metodiche attualmente disponibili (Pap-test e colposcopia). Va anche tenuto presente che la positività al test HPV può variare nel tempo fino a scomparire, in particolare se la donna è giovane.
Lesione Cin 2 e presenza di HPV
Ho 26 anni e mi è stata diagnosticata una lesione Cin 2 e sono in attesa di fare una conizzazione. Vorrei capire: ho il papilloma virus? Se ho rapporti con un nuovo partner posso contagiarlo?
La lesione cervicale comunemente indicata come Cin 2 è solitamente conseguente a una infezione persistente da HPV, la cui tipizzazione può anche essere eseguita con appositi test. La sua terapia è solitamente una conizzazione, che può essere eseguita sia con un bisturi (a lama fredda), sia con altre tecniche, come il laser o l’ansa diatermica. Quest’ultima procedura è oggi quella più comunemente utilizzata, poiché semplice, poco costosa e risparmiatrice di tessuto del collo dell’utero. È altamente possibile che il virus HPV persista nell’ambito cervico-vaginale anche dopo l’intervento di conizzazione, per cui una trasmissione tra i partner è possibile. Usare la parola contagio forse è altisonante, se si considera comunque che dopo una manciata di rapporti sessuali la grande maggioranza delle donne e degli uomini diventano portatori di un qualche virus HPV (ve ne sono più di un centinaio, e non tutti pericolosi), tenuto presente che la molteplicità dei partner ne facilita la diffusione.
HPV: trasmissione e sviluppo o meno dell'infeione nella coppia
La mia ragazza ha dovuto fare una conizzazione a causa di un cin2 dovuto alla presenza dell'HPV ceppo 31, e quindi ad alto rischio. Io ho fatto un tampone uretrale per la ricerca specifica dell’HPV risultato negativo. Come è possibile che la mia ragazza abbia l’HPV e io no pur avendo avuto sempre rapporti non protetti (stiamo insieme da dieci anni)?
Ciò è possibile, anche se la meraviglia. È abbastanza facile immaginare che i virus ve li siate scambiati durante i rapporti, ma, al di là di evidenti differenze anatomiche tra maschio e femmina, che possono o meno facilitare l’impianto e la moltiplicazione del virus, vi sono o vi possono essere anche differenze di capacità immunitaria da organismo a organismo tali da respingere l’infezione. Questo può avvenire anche per molto tempo (anche per molti anni), fino a quando un assetto immunitario diverso potrebbe essere meno capace di difendere da questo tipo di HPV, o da altri tipi, e l’infezione potrebbe risultare evidente. Infatti i tipi di HPV sono molto numerosi, oltre un centinaio, e risulta difficile immaginare che dopo rapporti ripetuti non ve ne possano essere anche altri in ambito genitale, attivi o respinti in relazione con le variabili condizioni biologiche del nostro organismo. Vorrei ricordare infatti che l’HPV può determinare anche il tumore del pene o quello dell’ano, pur se molto più rari (per le suddette differenze anatomo-biologiche) del tumore del collo dell’utero.
Positività all'Hpv e parto naturale
Salve ho 34 anni e sono alla 33esima settimana di gravidanza, sono risultata positiva al test Hpv e il mio dottore dice di voler fare il cesareo per non infettare il bimbo. Volevo sapere se ci sono possibilità di partorire in maniera naturale è se è possibile fare una cura per la positività.
La papillomatosi respiratoria, conseguenza della trasmissione di un virus HPV (più spesso sono i ceppi 6 ed 11) al neonato durante un parto per via vaginale, è fenomeno molto raro. In generale il rischio di trasmissione dell’HPV dalla madre al feto è molto basso, dell’ordine di 0,04%, cioè di 4 casi su 10 mila. Il taglio cesareo è indicato solo in situazioni particolari, nella fattispecie quando una condilomatosi sia ostruente il canale del parto.
Opportunità di un intervento in caso di HPV
Circa 2 anni fa a mia sorella è stata diagnosticata un'infezione da HPV con alcuni ceppi; è stata seguita in questi 2 anni dalla stessa équipe ginecologica per monitorare se l'infezione potesse regredire, ma invece non è né regredita né peggiorata, motivo per il quale hanno deciso di intervenire chirurgicamente. Le faranno una asportazione delle lesioni. Lei ha letto che un intervento non sempre è risolutivo, può presentare recidive e, ancor più, potrebbe provocare danni in merito alla fertilità. È vero tutto questo? Non vi sono altri metodi di cura?
Una valutazione sulla terapia da eseguire in caso di lesioni da HPV va fatta alla luce dei ceppi virali presenti, che si individuano con una successione logica di indagini (PAP-test, colposcopia, eventuale biopsia, tipizzazione virale) e dai loro risultati. Quando si decide che un intervento demolitivo di minima è necessario (nelle situazioni di CIN 2-3 persistente) la modalità preferita dipende dal centro di riferimento e dalla esperienza dell’operatore. Solitamente per mantenere una buona funzionalità del collo uterino si preferisce utilizzare l’ansa diatermica, che permette l’asportazione di modesta quantità di tessuto che risulta ottimale anche per la valutazione istologica. Talvolta viene usato il laser, che permette meno facilmente di avere tessuto adeguato per l’esame istologico. Qualche volta si procede alla conizzazione con lama fredda (bisturi), in particolare quando la lesione sia avanzata (tumore in situ o sospetto invasivo) e in funzione di una sua stadiazione per un successivo eventuale intervento demolitivo molto più complesso.
Positivitrà all'HPV 33: che cosa fare
Oggi ho ritirato il Pap-test: sono positiva all'HPV 33. Che conseguenze porta questo? È curabile?
Il gruppo degli HPV (human papilloma virus) è molto consistente e supera il centinaio. Tra di essi ve ne sono una quarantina definiti a rischio e, tra questi, un sottogrppo ad alto rischio, che comprende il 33. Alto rischio significa che questi tipi di virus sono potenzialmente in grado di dare luogo a un cancro a livello ano-genitale. Tale potenzialità è però solitamente controllabile con il Pap-test e, se del caso, con piccoli gesti chirurgici che asportino parte del collo dell’utero interessato dall'infezione nel caso che questa tenda a evolversi in senso maligno (CIN 2-3), tenendo presente che questa evoluzione, se avviene, necessita di anni per esprimersi per cui la donna ha tutto il tempo di essere controllata e adeguatamente trattata. Non esiste al momento spazio per una cura definitiva, mentre per alcuni tipi di HPV (16-18 e 6-11) esiste la possibilità di una vaccinazione preventiva solitamente proposta, in Italia, alle adolescenti nel corso del loro dodicesimo anno di vita, ma fattibile anche in età più avanzata.
HPV 31 e 51, quale possibile evoluzione
Quando avevo 17 anni (ora ne ho 19) ho fatto la colposcopia: c'erano delle piaghette, e il pap-test rilevò HPV ceppo 31. A 18 anni dopo colposcopia il mio ginecologo mi ha dato un gel vaginale di argento e carbossimetilbetaglucano e dopo 10 mesi di terapia il pap-test rileva HPV 51 e una lesione che viene tolta con il laser. Mi riprescrivono la terapia con il gel e un controllo dopo 3 mesi. Ora sono sposata, e vorrei avere figli: succederà qualcosa a loro? Avendo fatto la terapia con il laser, l'hpv ritorna? Farò controllare anche mio marito, ma è sicuro che mi verrà il cancro?
L’infezione da HPV è talmente diffusa da interessare almeno il 75-80 % delle donne sessualmente attive. I ceppi di HPV sono moltissimi, oltre un centinaio, e una settantina di essi possono infettare l’uomo e/o la donna. Tra questi ceppi ve ne sono alcuni che sono più facilmente correlabili a lesioni maligne, e sono l’HPV 16 e 18 (sono quelli per cui è stato allestito anche un vaccino in commercio da alcuni anni), e molti che lo sono meno facilmente, tra questi anche i citati 31 e 51. Il trattamento delle lesioni presenti sul collo uterino può essere talora complesso, talora abbastanza semplice, e può andare dalla attesa, nella speranza che il sistema immunitario attivato si liberi del virus, alla terapia locale, anche con farmaci come quello citato, alla diatermocoagulazione, alla laserterapia, alla conizzazione con ansa diatermica, alla conizzazione con bisturi a lama fredda, a seconda della condizione clinica, della evoluzione della lesione e delle valutazioni complessive del medico e della donna. Molto importante è il sistema immunitario, che collabora spesso alla eliminazione del virus, talora anche in modo definitivo. Che con delle terapie il virus scompaia o meno è difficile da dimostrare se con particolari esami, ciò che è importante è però eliminare le lesioni che il virus determina onde impedire una loro evoluzione verso il tumore. Tale evoluzione tumorale è ovviamente rara, e avviene in particolare nelle donne che non si sottopongano ai controlli prescritti in relazione alla loro condizione.
In tema di HPV
In tema di HPV vorrei chiedere cortesemente la risposta a questi miei quesiti. 1) È possibile contrarre il virus mediante masturbazione o inserendo il pene senza preservativo tra i seni di una donna? 2) È possibile contrarre il virus mediante un rapporto orale passivo con il preservativo? 3) In caso di rapporto stabile in cui sia comparso l'HPV con lesioni reciproche, dopo la guarigione è necessario avere rapporti esclusivamente con il preservativo o si può tornare ad averli senza?
Quando parliamo di Human papilloma virus (HPV) parliamo di un gruppo molto numeroso di virus, oltre 150 diversi ceppi, di cui certamente alcuni possono essere pericolosi (HPV ad alto rischio), nel senso che possono dare delle trasformazioni cellulari precancerose e poi cancerose sul collo dell’utero, o in altre aree del corpo, ad esempio l’ano, e più raramente la cavità orale, l’esofago, la laringe. Altri virus di questo gruppo sono invece in grado di dare condilomi, più spesso presenti a livello genitale o anale. Infine altri HPV non danno nessun segno reale della loro presenza, vivono come commensali, ma potrebbero avere un ruolo biologico a noi oggi non ancora chiaro. L’impostazione della domanda fa presumere che si voglia parlare delle lesioni condilomatose da HPV. In realtà è molto difficile che questi ceppi di virus possano diffondersi attraverso le pratiche masturbatorie, mentre è più possibile, anche se abbastanza raro, diffondere il virus con rapporti orali pur protetti da preservativo. Una volta che le lesioni condilomatose siano state eliminate, sia nell’uomo sia nella donna, con apposite tecniche distruttive (diatermocoagulazione, laser, farmaci), purtroppo non è affatto dimostrato che il virus o i virus siano completamente guariti perché possono sopravvivere nelle mucose e iniziare una lotta con il sistema immunitario il quale da solo potrebbe essere in grado di eliminare totalmente il virus. Ciò nella pratica avviene più facilmente tanto più l’organismo è giovane e quindi dotato di più potente attività immunitaria. Nella realtà comunque si osserva che almeno il 70% delle donne nel corso della loro vita sessuale acquisiscono una qualche infezione dagli HPV e di questa si liberano con dei meccanismi spontanei e ripetuti di eliminazione delle cellule infettate (cosiddetto shedding). Va infine osservato che sono oggi in commercio vaccini contro quattro ceppi di HPV, due dei quali sarebbero oncogeni, il 16 e 18, e gli altri due, il 6 e l’11, sarebbero in grado di determinare condilomi. È già stato approvato in Usa e ha ricevuto anche il parere positivo dal Comitato Europeo per i Medicinali ad Uso Umano dell’EMA (CHMP), un vaccino nonavalente, cioè capace di combattere eventuali infezioni provenienti da nove diversi ceppi di HPV.