Gotta: dai sintomi alle terapie

Una forma di artrite dovuta all’accumulo di cristalli di acido urico nelle articolazioni.

Un tempo veniva chiamata “la malattia dei re” perché a soffrirne erano soprattutto coloro che si potevano permettere un’alimentazione ricca di carne, formaggi, dolci e alcol.
Oggi la gotta viene invece considerata una malattia prettamente maschile: nelle donne si manifesta raramente, e quasi sempre dopo l’inizio della menopausa.

Sintomi non solo articolari

La gotta è una patologia reumatica causata dall’iperuricemia, ovvero da un’alta concentrazione nel sangue di acido urico, una sostanza normalmente presente nell’organismo, derivante dal metabolismo delle purine.

Se l’organismo ne produce in eccesso, o fatica a eliminarlo attraverso i reni, l’acido urico tende ad accumularsi a livello delle articolazioni sotto forma di cristalli, causando uno stato infiammatorio acuto.

I sintomi tipici sono dolore, gonfiore e arrossamento delle articolazioni. La prima a essere colpita è di solito quella alla base dell’alluce, ma possono essere interessati anche i polsi, le mani, le caviglie, i gomiti, ecc.

Questa patologia può manifestarsi anche a livello extra-articolare: se la malattia dura da più di 10 anni i cristalli di acido urico possono infatti accumularsi a livello sottocutaneo formando delle piccole masse nodulari denominate “tofi”, che si sviluppano di solito all’orecchio o alle dita delle mani. Se invece i cristalli si depositano a livello renale, allora possono portare alla formazione di calcoli.

Il dolore: quando arriva e quanto dura

Il dolore acuto compare nella maggior parte dei casi di notte: durante il sonno si instaura infatti una delle condizioni che favorisce la precipitazione in cristalli dell’acido urico, ovvero il raffreddamento delle estremità.

Il primo episodio coinvolge di solito un’unica articolazione e si risolve in pochi giorni; quelli successivi, che tendono a essere sempre più ravvicinati nel tempo, colpisco invece più articolazioni e possono durare anche alcune settimane.

A favorire un attacco acuto di gotta possono essere diversi fattori, da un’assunzione eccessiva di alcol, a traumi articolari, interventi chirurgici e alcune malattie.

Curarsi con i farmaci

Per risolvere la fase acuta e prevenire ulteriori attacchi ed eventuali complicazioni, è possibile far ricorso alla terapia farmacologica.

Per alleviare i sintomi infiammatori la prima scelta ricade nella maggior parte dei casi su un farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS), che il vostro medico o il farmacista di fiducia vi aiuterà a scegliere.

In caso il paziente non ne tragga beneficio, o presenti patologie che ne controindichino l’assunzione, di solito viene prescritta la colchicina o, come ultima spiaggia, farmaci corticosteroidei, da somministrare anche per via intra-articolare.

Per cercare invece di ridurre l’iperuricemia è possibile che il medico prescriva per esempio l'allopurinolo, che limita la produzione di acido urico, oppure farmaci che agiscono invece a livello renale favorendo l’escrezione dell’acido urico attraverso le urine.

L’importanza della dieta

Nonostante oggi sia assodato che la predisposizione genetica e alcune patologie, come per esempio l’insufficienza renale, giochino un ruolo fondamentale nello sviluppo della gotta, l’alimentazione non è comunque un fattore da trascurare: esiste infatti una lunga serie di cibi ricchi di purine che, se assunti per lunghi periodi in quantità smodate, possono favorire l’accumulo di acido urico.

Da evitare in primo luogo l’abuso di alcol, in particolare della birra, e dei dolcificanti, mentre per quanto riguarda i cibi, quelli che possono facilitare l’aumento della concentrazione di acido urico sono le carni rosse, le frattaglie, la cacciagione, oltre a pesci come acciughe, aringhe, sardine, sgombri e ai frutti di mare.

Scagionati invece le proteine vegetali, come quelle dei legumi, le verdure e il latte, che oltre a non facilitare la produzione di acido urico, sembra abbiano addirittura un effetto protettivo nei confronti di questa patologia.

È importante anche idratarsi a sufficienza e mantenere il proprio peso forma con uno stile di vita sano che preveda, oltre a un regime dietetico equilibrato, anche la pratica regolare di attività fisica.

Lisa Trisciuoglio
Lisa Trisciuoglio
Milanese di nascita, cresce alle porte della metropoli, dove ritorna per frequentare la Facoltà di Scienze biologiche all’Università statale di Milano. Fin dalla tesi di laurea decide di dedicarsi alla ricerca scientifica, prima all’Istituto europeo di oncologia, poi in un laboratorio del Dibit, all’Ospedale San Raffaele di Milano, dove consegue un PhD in biologia cellulare e molecolare. In quegli anni, accanto alla passione per la ricerca, matura anche l’interesse per la divulgazione scientifica. Al termine del PhD, decide infatti lasciare il camice e le provette per entrare nel mondo dell’editoria medico-scientifica. Durante lo svolgimento del Master in “Comunicazione e salute: dall’informazione alla formazione”, presso la Facoltà di Farmacia dell’Università di Milano, fa la sua prima esperienza in un’agenzia di comunicazione scientifica, e da quel momento intraprende diverse collaborazioni nell’ambito della medicina e della salute, sia verso il grande pubblico sia nei confronti del medico e del farmacista. Nel frattempo, inizia anche la sua avventura di mamma, prima di Anna e dopo qualche anno del piccolo Giacomo. Da quel momento in poi la sua vita si divide fra la famiglia e il lavoro, che continua a svolgere come freelance per diverse agenzie di comunicazione ed editoria scientifica.

Articoli correlati

Pubblicità

Gli articoli più letti

I servizi per te
Farmaci a domicilio
Prenota una visita