Ernia cervicale, come combatterla

Il mal di schiena può diventare una patologia invalidante. Ecco come affrontare una delle sue cause, l’ernia cervicale.

Descritto come il disastro medico del ventesimo secolo, rappresenta la più comune patologia neuromuscolare, che colpisce fino all'84% della popolazione mondiale, almeno una volta nella vita.

Stiamo parlando del mal di schiena, una patologia che, se non affrontata nel modo corretto, può diventare un grosso problema, impedendoci di svolgere con serenità anche le più semplici attività quotidiane.

Nella maggior parte dei casi il mal di schiena si risolve spontaneamente dopo qualche giorno e in alcuni casi si presenta come un fastidio passeggero. In altri, invece, può durare diverse settimane.

Un tipo particolare di mal di schiena è causato dall'ernia che, se localizzata a livello delle vertebre alla base del collo, prende il nome di ernia cervicale.

Che cos'è l'ernia cervicale?

L'ernia è una patologia a carico del rachide, la struttura costituita da colonna vertebrale, muscoli e legamenti, che hanno il compito di sostenere la testa, il tronco e di proteggere il midollo spinale.

Quello che permette alla nostra schiena di piegarsi e flettersi sono le strutture poste tra le vertebre della colonna, i cuscini o dischi intervertebrali. Si tratta di veri e propri piccoli ammortizzatori, costituiti da una parte fibrosa esterna, che racchiude una sostanza gelatinosa, nota con il nome di nucleo polposo.

Si parla di ernia quando i dischi subiscono dei danni che provocano la fuoriuscita del materiale gelatinoso dalla sua sede naturale. A sua volta, questo determina un'infiammazione delle radici nervose e, quindi, dolore.

L'ernia può colpire diverse zone della colonna:

- cervicale, quando interessa le vertebre nella parte superiore, vicino a testa e collo

- dorsale, se si localizza nella zona centrale della colonna

- lombare, quando colpisce la parte inferiore della schiena.

Quali sono le cause dell'ernia cervicale?

L'erniazione, ovvero la fuoriuscita del nucleo polposo al di fuori della sua sede fisiologica, avviene a causa della rottura della parte più esterna e fibrosa del disco intervertebrale.

Nella maggior parte dei casi, le cause che determinano questa spaccatura sono:

- usura, dovuta per esempio allo svolgimento di lavori pesanti o di attività sportive, come il sollevamento pesi

- invecchiamento, che determina una graduale perdita di elasticità dei dischi

- traumi, tra cui il colpo di frusta o cadute sulla schiena

- movimento anomalo, come scatti o torsioni eccessive.

Come individuare l'ernia cervicale

I sintomi di questa patologia possono variare a seconda dell'età. Per lo più, si tratta di:

- dolore localizzato alla spalla o al braccio, spesso molto forte, tanto da provocare un deficit nel movimento

- intorpidimento e formicolio

- debolezza, anche quando si cerca di afferrare oggetti.

Per fugare qualsiasi dubbio e individuare con certezza questo disturbo, senza confonderlo con altri problemi patologici della colonna vertebrale, la cosa migliore è sempre affidarsi a uno specialista, in questo caso l'ortopedico. Per la diagnosi di ernia, infatti, spesso è sufficiente un'accurata visita ortopedica.

Durante la valutazione clinica, il medico controllerà lo stato della vostra schiena e potrebbe inoltre chiedervi di svolgere alcuni movimenti con le braccia, allo scopo di verificare la mobilità dei vostri arti e comprendere così la fonte del vostro dolore.

Potrebbe inoltre valutare:

Esami e test di laboratorio

In alcuni casi, il medico potrebbe decidere di prescrivere alcuni ulteriori esami, con lo scopo di escludere altre patologie di questo distretto anatomico, tra cui per esempio l'artrosi.

Tra questi, la TAC (tomografia assiale computerizzata) permette di ottenere immagini del rachide da diverse angolazioni e di avere quindi una visuale completa dell'intera struttura.

La risonanza magnetica invece consente di valutare la posizione dell'ernia e di visualizzare dove avviene il contatto con il nervo che provoca dolore.

Un altro esame che può essere necessario è l'elettromiografia, o test della conduzione nervosa, che valuta il passaggio dell'impulso elettrico attraverso la fibra nervosa, permettendo in tal modo di valutare se e dove è presente un danno ai nervi.

Approccio conservativo

Una delle prime scelte nella cura dell'ernia è la strategia conservativa: si utilizzano farmaci per ridurre il dolore e l'infiammazione.

Tra questi, vi sono:

- antidolorifici

- farmaci miorilassanti o che riducono il dolore dovuto al danno ai nervi

- corticosteroidi.

Nel caso in cui questo approccio non funzioni, il medico può consigliare:

- fisioterapia, che agisce con esercizi mirati e ripetuti nel tempo per ridurre l'origine del dolore e per stabilizzare l'ernia

- ultrasuoni o elettrostimolazione, per combattere il dolore.

L'intervento chirurgico

Si tratta di una possibilità che viene consigliata solo in rari casi, se tutti gli approcci conservativi falliscono e se il paziente continua ad avere dolore. Oppure, in caso di disturbi neurologici causati proprio dall'ernia.

Lo scopo è quello di ristabilire la giusta distanza tra i dischi vertebrali, anche attraverso l'utilizzo di materiale appositamente studiato, che viene inserito attraverso una sorta di canale, all'interno dei dischi. In questo modo, è possibile mettere fine al conflitto con le strutture nervose, evitando quindi la compressione delle radici nervose o del midollo spinale.

Il risultato finale è la cessazione del dolore.

Nuove tecnologie contro l'ernia

Recentemente, hanno fatto la loro comparsa nelle strutture ospedaliere italiane tecniche chirurgiche innovative come:

- la chirurgia endoscopica della colonna (full endoscopy spine surgery)

- la chirurgia microchirurgica mini-invasiva.

Quest'ultima interviene su tutte le patologie della colonna vertebrale, sia del tratto cervicale, sia di quello dorsale o lombosacrale. I vantaggi per il paziente sono diversi:

L'ozono contro l'ernia

Nella cura dell'ernia le novità sono molte. Tra queste, l'ozonoterapia, che consiste nell'iniezione di ossigeno e ozono nel disco intervertebrale, determinando quella che viene definita discolisi.

In poche parole, l'ozono iniettato agisce da una parte riducendo il volume del disco e dall'altra favorendo la formazione di nuovi vasi sanguigni, che permettono una sorta di "rinnovamento" del tessuto intervertebrale.

Rischio di ernia se...

Esistono fattori che possono mettere a rischio la salute della nostra schiena.

Alcune persone, a causa di uno stile di vita o abitudini poco sane, possono avere una probabilità superiore di sviluppare questo disturbo, tra cui i soggetti che:

  • sono in sovrappeso o affetti da obesità, perché l'eccessivo peso corporeo sottopone la colonna, e quindi i dischi intervertebrali, a stress eccessivo

  • svolgono lavori usuranti dal punto di vista fisico, che comportano l'assunzione di una posizione non naturale o movimenti ripetitivi come sollevare, tirare, spingere, piegarsi, che alla lunga possono determinare l'usura precoce dei dischi

  • sono predisposti geneticamente.

Prevenzione e stile di vita sano

Così come esistono comportamenti potenzialmente dannosi che possono minare la buona salute del nostro rachide, ecco alcuni accorgimenti che invece possono aiutarci nella prevenzione di questi disturbi:

Esercizio fisico Rafforza l'apparato muscolare, stabilizzando e supportando la colonna vertebrale
Postura corretta Riduce la pressione discale (tenere la schiena dritta quando si rimane
seduti per lungo tempo o sollevare oggetti pesanti in modo che siano gli
arti inferiori e non la schiena a fare la maggior parte dello sforzo)
Tenere sotto controllo il peso Evita la compressione dei dischi intervertebrali, sia attraverso una
vita attiva, sia scegliendo un'alimentazione povera di grassi e ricca di
frutta e verdura
Non eccedere con il riposo a letto Può provocare l'indebolimento dei muscoli e complicare così la
guarigione. Meglio limitare il riposo durante il giorno a 30 minuti in
una posizione confortevole e alternarlo con brevi camminate
Impacchi freddi Nelle fasi iniziali possono dare sollievo dal dolore e ridurre l'infiammazione acuta
Impacchi leggermente caldi Da provare qualche giorno dopo la comparsa dei sintomi, per dare sollievo e conforto

Agopuntura e altri rimedi

Per il dolore cronico, è possibile rivolgersi anche alla cosiddetta medicina complementare, sempre però dietro consiglio dello specialista. In questi casi, infatti, è più che mai importante evitare il fai da te.

Questo tipo di trattamento spesso viene consigliato al paziente come un supporto alla terapia tradizionale.

Tra gli approcci alternativi, ci sono tecniche come:

- la chiropratica, che si basa su manipolazioni della colonna per dare sollievo, più efficace però nel caso di dolore alla base della schiena, piuttosto che alla cervicale

- l'agopuntura, da qualche tempo accettata anche dalla medicina tradizionale, può dare un modesto senso di sollievo dal dolore cronico

- i massaggi

- lo yoga, da praticare con prudenza, per evitare strappi muscolari che potrebbero peggiorare la situazione.

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