Il cibo ĆØ al contempo veicolo di benessere e tramite con il mondo che ci circonda: lo sappiamo da secoli, anche se negli ultimi anni lo abbiamo un poā dimenticato.
Anche dalla scienza medica ufficiale, da alcuni anni, considera le scelte alimentari uno dei fattori che possono incidere in modo sostanziale sulla salute, favorendo lāinsorgere di alcune malattie o, al contrario, proteggendoci.
Sotto la spinta dei dati sempre piĆ¹ preoccupanti sulla diffusione di obesitĆ , diabete, malattie cardiovascolari e tumori, si sono moltiplicati gli studi che hanno preso in esame la dieta mediterranea, mettendola in relazione con il rischio di sviluppare tali patologie.
PerchĆ© tanto interesse la dieta dei nostri nonni? Il motivo principale ĆØ che in questo regime alimentare sono ben rappresentati tutti i cibi ritenuti piĆ¹ āprotettiviā e sono poco presenti, invece, quelli possibilmente āpericolosiā.
Frutta, ortaggi, legumi e cereali in discrete quantitĆ , frutta secca e semi oleosi, condimenti a basso contenuto di grassi saturi (olio di oliva), ridotte quantitĆ di proteine di origine animale e un consumo moderato di alcolici (un poā di vino durante i pasti).
Sono questi gli āingredientiā essenziali della dieta mediterranea. Nel 2008 un gruppo di ricercatori italiani dellāUniversitĆ di Firenze ha passato in rassegna tutti i lavori scientifici che nei quarantāanni precedenti avevano studiato il rapporto tra alimentazione, mortalitĆ e incidenza di malattie.
Hanno cosƬ potuto scoprire che i soggetti piĆ¹ assidui nel seguire una dieta di tipo mediterraneo erano i piĆ¹ longevi, avevano un rischio ridotto di morire per disturbi cardiovascolari o per tumore, nonchĆ© di sviluppare malattie degenerative del cervello quali il Parkinson e Alzheimer.
Negli anni successivi altre ricerche hanno fornito ulteriori conferme. In particolare uno studio che ha seguito le storie cliniche di oltre 120.000 donne statunitensi per piĆ¹ di ventāanni (Nursesā Health Study), raccogliendo al contempo informazioni sugli stili di vita, nel quale si sono riscontrati in associazione con abitudini alimentari piĆ¹ vicine a quelle mediterranee, meno casi di infarto del miocardio e di ictus cerebrale.
A conclusioni simili sono giunti per quanto riguarda la mortalitĆ in generale, le malattie cardiovascolari, il diabete e il cancro, diversi altri studi condotti su soggetti di entrambi i sessi e anche in popolazioni europee.
Mantiene giovane il DNA
Uno studio pubblicato di recente ha indagato quali possono essere i meccanismi fisiologici alla base degli effetti positivi della dieta mediterranea.
Sempre nellāambito del Nursesā Health Study ĆØ stato isolato un gruppo di 4.676 donne alle quali ĆØ stato prelevato un campione di sangue: nei globuli bianchi sono stati analizzati le sequenze di Dna situate alle estremitĆ dei cromosomi, i telomeri, le cui caratteristiche sono da tempo state messe in relazione con i processi di invecchiamento delle cellule.
Con lāavanzare dellāetĆ i telomeri subiscono normalmente un graduale accorciamento, che puĆ² essere accelerato quando nellāorganismo vi sono alte concentrazioni di molecole ossidanti (i radicali liberi).
PiĆ¹ ĆØ rapido lāaccorciamento dei telomeri minore risulta lāaspettativa di vita e maggiore ĆØ il rischio di sviluppare malattie croniche.
Si ĆØ visto anche che in alcuni individui lāaccorciamento dei telomeri avviene a ritmo piĆ¹ lento indipendentemente dallāetĆ cronologica, e ciĆ² ha fatto supporre che vi sia una variabilitĆ individuale nel ritmo di invecchiamento delle cellule, probabilmente legata in parte a differenze genetiche e a condizioni di minore stress ossidativo.
Dallo studio americano ĆØ emerso infine che le cellule delle donne piĆ¹ scrupolose nel seguire unāalimentazione mediterranea avevano telomeri piĆ¹ lunghi.
Lāipotesi che i ricercatori hanno avanzato per spiegare tale risultato ĆØ che a āmantenere giovaniā i telomeri possa contribuire lāalta concentrazione di sostanze antiossidanti presente proprio nei cibi mediterranei.