Dal bagnetto alla nanna: 10 consigli per la pelle atopica del bambino

Bagnetto breve e acqua tiepida

Sapone non sapone, in piccole quantità

Emollienti e acque termali

Contro il prurito

Tenere d’occhio le unghie

L’abbigliamento è importante

In estate il sole è ok, ma…

Una bella doccia dopo il mare o la piscina

In casa serve tanta igiene

Animali domestici, meglio di no

Vestitini, tessuti, detergenti per il bagnetto, creme idratanti per la protezione quotidiana della pelle e pulizia dell'ambiente domestico: tutti i “trucchi” per alleviare i sintomi della dermatite atopica nei neonati e in età pediatrica e ridurre la frequenza delle manifestazioni.

La dermatite atopica può interessare anche gli adulti, dal momento che si tratta di una malattia infiammatoria cronica con base autoimmune, legata a una predisposizione genetica, che persiste per tutta la vita. Tuttavia, a doverne sopportare i sintomi sono soprattutto i neonati e i bambini con meno di 10-12 anni.

In tutti i casi, la dermatite atopica (detta anche eczema atopico) si riconosce per la comparsa di chiazze arrossate, ispessite e desquamanti sulla superficie cutanea, generalmente associate a bruciore, fastidio e a una sensazione pruriginosa più o meno intensa. L’aspetto e la localizzazione delle reazioni cutanee cambiano, però, a seconda dell'età e dell'attività della malattia.

Nei neonati con dermatite atopica, uno dei primi segni potrebbe essere la comparsa della "crosta lattea": un eczema seborroico di breve durata, caratterizzato da squame giallastre e prurito, localizzato sul cuoio capelluto. A seguire, si possono sviluppare lesioni cutanee arrossate e "umide", che si concentrano sul viso (soprattutto a livello di guance, occhi, bocca e fronte) e sulle orecchie, distribuendosi in modo variabile sul resto del corpo.

Questo quadro persiste fino ai due anni circa. Nei bambini con dermatite atopica più grandi, le macchie si presentano sempre arrossate, ma caratterizzate da una maggiore secchezza e desquamazione (che gli conferisce un aspetto "polveroso" o a scaglie), e si localizzano soprattutto a livello delle pieghe dei gomiti e delle ginocchia, nella zona dei polsi e delle caviglie.

Prima infanzia (fino ai due anni di età) Lesioni cutanee rosse e umide, che iniziano di solito sul viso e, solo in un secondo tempo, si estendono a tronco, gomiti e ginocchia
Seconda infanzia Maggior lichenificazione ed estensione delle lesioni cutanee a collo, pieghe degli arti, polsi, dorso delle mani
Adulti Chiazze desquamate e ispessite principalmente su collo, nuca, torace, spalle, pieghe ed estremità degli arti, con un aspetto prevalentemente lichenificato

Benché sempre presente, la dermatite atopica si manifesta in modo oscillante, con fasi acute in cui sono presenti le lesioni cutanee alternate a fasi di remissione sostanzialmente prive di sintomi. Le riacutizzazioni possono svilupparsi per cause molto diverse, ma la principale riguarda l'esposizione a fattori scatenanti ambientali che sollecitano la pelle atopica in modo improprio. Tra queste:

  • l'uso detergenti inadeguati/aggressivi che danneggiano la barriera cutanea
  • utilizzare tessuti irritanti a diretto contatto con la pelle (per esempio, la lana)
  • la mancata idratazione dell'epidermide dopo il bagno con una crema specifica per il bambino con dermatite atopica, priva di sostanze irritanti o sensibilizzanti.

Nei bambini con dermatite atopica, sia per diminuire il rischio di scatenare una fase acuta, sia per alleviare gli eventuali sintomi già presenti e garantire il massimo benessere, è importante agire sui fattori ambientali che possono sommarsi ai fattori genetici all'origine della malattia. In particolare, è necessario rispettare alcuni accorgimenti igienici e pratici che aiutano la pelle a recuperare il giusto equilibrio ed evitare le situazioni che, al contrario, possono destabilizzarlo.

Bagnetto breve e acqua tiepida

La cute atopica è molto delicata e ipersensibile. Per evitare di favorire l'insorgenza di secchezza e lesioni cutanee, l’igiene quotidiana deve sollecitarla il meno possibile.

Il tempo di immersione nell'acqua e di detersione deve essere minimo. Il bagnetto del bambino con dermatite atopica non deve durare più di 10-15 minuti e va utilizzata acqua tiepida (temperatura 32-34°C), poiché il contatto prolungato con l’acqua e il calore danneggiano la barriera cutanea protettiva e disidratano la pelle, facilitando lo sviluppo di irritazione e prurito.

Se l'acqua è molto calcarea, l’aggiunta di un prodotto emolliente (o di semplice amido) ne riduce la durezza, mitigando l’azione disidratante del calcare sulla cute.

Sapone non sapone, in piccole quantità

La scelta dei detergenti da usare durante il bagnetto è fondamentale. L’ideale è optare per prodotti senza sapone (fluidi, gel o pane dermatologico), con pH leggermente acido (5,5-6,0) simile a quello della cute, ipoallergenici o specifici per la pelle atopica.

A prescindere dal particolare detergente scelto, ne vanno usate piccole quantità (in caso di dermatite atopica nei neonati, si possono anche alternare lavaggi con sola acqua), ricordando di massaggiare dolcemente la pelle del bambino con le mani ed evitando di usare spugne che, anche se apparentemente morbide, sfregano comunque la pelle.

Un'altra avvertenza importante è risciacquare molto bene tutta l'epidermide alla fine del bagnetto, perché anche il migliore dei detergenti può risultante irritante se ne restano residui a contatto con la pelle per un tempo prolungato.

Emollienti e acque termali

Dopo averla asciugata bene, tamponando leggermente con teli in cotone morbido, la pelle del bambino con dermatite atopica va sempre "nutrita". Per farlo, è sufficiente applicare piccole quantità di un prodotto emolliente di buona qualità, eventualmente dopo aver spruzzato anche un po’ di acqua termale che contribuisce a promuovere l’idratazione, ad attenuare il prurito e a facilitare la successiva applicazione di creme o gel.

Quando sono presenti lesioni cutanee tipiche della fase acuta, al posto di una comune crema idratante ed emolliente, è preferibile optare per preparati topici più specifici, contenenti composti in grado di proteggere e ripristinare attivamente la barriera cutanea.

A questo scopo, si sono dimostrate utili formulazioni a base di lipidi molto simili a quelli naturalmente presenti nell'epidermide (glicerina, ceramidi ecc.) e pantenolo (pro-vitamina B5). Il pantenolo, oltre a umettare e reidratare lo strato corneo della pelle, una volta penetrato in profondità, si trasforma in vitamina B5 e contribuisce a supportare la moltiplicazione delle cellule (cheratinociti) che andranno a ricostituire la barriera cutanea fisiologica.

Una crema di questo tipo può essere utilizzata in tutta serenità sulle lesioni cutanee, anche nei bambini più piccoli ancora in allattamento, in quanto estremamente ben tollerata e del tutto priva di corticosteroidi. Bisogna però avere l’accortezza di non applicare questi preparati su pelle ferita.

Contro il prurito

Prevenire lo sfregamento delle lesioni cutanee tipiche della dermatite atopica nei neonati e nei bambini è molto importante per evitare serie complicanze della malattia, comprese ferite sanguinanti, formazione di croste e infezioni.

Se, nonostante una corretta igiene/idratazione, la sensazione pruriginosa è intensa e il bambino tende a grattarsi, è utile ripetere l’applicazione di acqua termale ed emollienti sulle zone interessate più volte al giorno e prima del riposo notturno.

Inoltre, si può sfruttare l’azione anti-prurito del freddo, utilizzando pack-gel (mai a diretto contatto con la cute), impacchi con garze impregnate di acqua termale fresca o spruzzando acqua termale tenuta in frigorifero.

Tenere d’occhio le unghie

Inutile chiedere ripetutamente al bambino con dermatite atopica di non grattarsi: soprattutto se è piccolo, è un istinto che non può controllare e continuare a sottolineare il problema non fa che generare una frustrazione aggiuntiva, del tutto controproducente.

Importante, invece, curare regolarmente le unghie, tenendole corte e prive di spigoli taglienti. Levigarle e arrotondarne i margini con una limetta può essere sufficiente per limitare i danni involontari all'epidermide. Ai neonati con dermatite atopica più agitati si possono anche far indossare guantini in cotone leggero e morbido, ma soltanto se non creano un ulteriore disagio al bambino.

L’abbigliamento è importante

Il sudore sensibilizza la pelle e promuove irritazioni, arrossamenti e prurito. Il bambino, quindi, non va coperto troppo e, nella stagione calda, va vestito con indumenti in fibre naturali, morbidi e traspiranti, cambiandolo spesso (il cotone e la seta in colori chiari sono ideali).

Un consiglio aggiuntivo è controllare la temperatura corporea e l'umidità della pelle del bambino mentre dorme o gioca (per esempio, infilando una mano sotto la maglietta per pochi secondi) e variare l'abbigliamento e il livello di copertura in modo corrispondente. L'epidermide del bambino deve essere fresca e morbida, ma sempre perfettamente asciutta.

In estate il sole è ok, ma…

Nonostante il caldo e l’aumento della sudorazione, in genere, l’estate è la stagione migliore per i bambini che soffrono di atopia.

La pelle meno coperta dagli indumenti ed esposta al sole (con moderazione, nelle ore meno calde della giornata e dopo aver applicato una protezione solare adeguata) recupera un miglior equilibrio, diventando più tollerante alle sollecitazioni esterne.

Una bella doccia dopo il mare o la piscina

Nuotate e giochi in piscina o al mare non sono controindicati al bambino con dermatite atopica, a patto di risciacquare bene la cute con acqua dolce subito dopo il bagno per evitare che il cloro o il sale la disidratino eccessivamente. Se la pelle è estremamente sensibile, può essere protetta con una crema-barriera.

Se sono presenti lesioni cutanee essudanti, invece, va ricordato che il contatto con l’acqua di mare può causare bruciore.

In casa serve tanta igiene

La casa è un crogiuolo di allergeni e sostanze sensibilizzanti che possono peggiorare notevolmente i sintomi della dermatite atopica nei neonati e nei bambini.

  • Per ridurne la concentrazione è necessario:
  • assicurare una buona igiene domestica, rimuovendo regolarmente polvere (e relativi acari) e muffe
  • aerare tutte le stanze almeno due volte al giorno (mattino e sera, anche in inverno)
  • non fumare in casa
  • rimuovere ogni giorno il pelo di eventuali animali domestici da divani, tappeti, coperte, cuscini ecc.
  • per le pulizie domestiche usare detersivi efficaci, ma nella minima quantità necessaria, risciacquando bene alla fine e tenendo le finestre aperte mentre di svolgono le faccende domestiche.

Animali domestici, meglio di no

Il pelo di cani e gatti è di per sé un potente allergizzante, nonché una fonte di sostanze irritanti e sensibilizzanti raccolte all’aperto in parchi e giardini durante le passeggiate quotidiane, che vengono poi diffuse negli ambienti domestici frequentati dagli animali.
Se in casa c’è un bambino con dermatite atopica, è buona regola evitare di ospitare animali con pelo all'interno dell'abitazione, optando (ove possibile) per una cuccia coperta e confortevole in giardino o in un altro spazio esterno adeguato. Questa indicazione non vale soltanto per cani e gatti, ma per tutti gli animali con pelo, compresi conigli, criceti, cavie, scoiattoli ecc.

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Rosanna Feroldi
Rosanna Feroldi
Da adolescente le avevano detto di fare il liceo classico e ha scelto lo scientifico. Alla maturità, le hanno detto di iscriversi Lettere e Filosofia e ha puntato su Biologia. Dopo laurea e tirocinio, al dottorato in elettrofisiologia ha preferito un corso di comunicazione e giornalismo scientifico della Facoltà di Farmacia - Università Statale di Milano. Insomma, non è il tipo che si lascia convincere facilmente. Da lì, è iniziato, più per gioco che per scelta, un percorso professionale che continua con soddisfazione da quasi vent'anni, passando da attività di consulente per la comunicazione su salute e stili di vita sani per il Progetto Città sane - Comune di Milano alla proficua collaborazione con la Fondazione San Raffaele di Milano, dove per 13 anni si è occupata di realizzare il magazine dell'Ospedale San Raffaele destinato ai pazienti e materiale divulgativo distribuito nell'ambito di campagne di sensibilizzazione, nonché di supportare l'attività di ufficio stampa. Contemporaneamente, entusiasta, mai stanca ed esagerando anche un po', ha interagito con numerose realtà editoriali come giornalista scientifica e medical writer, realizzando contenuti per riviste dirette al pubblico, ai medici e ai farmacisti. Il sopravvento del web ha cambiato molte cose, ma non l'ha indotta a desistere. Così, eccola ora alle prese prevalentemente con progetti editoriali online e attività di comunicazione/reportistica medico-scientifica nelle aree cliniche più disparate. A volte, si chiede come abbia fatto, altre come continuerà. The show must go on.

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