Attacchi di panico: guarire si può

Un trattamento adeguato favorisce una regressione dei sintomi in gran parte dei casi e permette di ricominciare a vivere la propria vita con serenità.

Il primo attacco di panico non si scorda mai e spesso di verifica in giovane età. Chi ne ha sofferto riesce, anche a distanza di decine di anni, a descrivere le sensazioni provate come se l’evento fosse appena accaduto. I sintomi sono infatti così intensi che si fissano nella memoria. La buona notizia è che esistono trattamenti efficaci che possono tenere alla larga le spiacevoli sensazioni.

Come si presenta

L’attacco di panico è come un fulmine a ciel sereno. All’improvviso compare un’ansia elevatissima, accompagnata da sintomi fisici e psicologici.

Sintomi fisici Sintomi psicologici

Tachicardia

Difficoltà respiratorie

Sudorazione intensa

Tremore

Vertigini

Paura intensa di morire in tempi brevi

Timore di perdere il controllo

Angoscia profonda

Di solito un attacco di panico dura pochi minuti, per poi risolversi in modo spontaneo. A volte chi ne soffre si sente talmente male da pensare di essere in pericolo di vita.

Sono numerosi i fattori che possono “dare il là all’uragano di sensazioni che lo caratterizzano: luoghi affollati, angusti, chiusi, da cui è difficile scappare (ascensore, aereo, galleria ecc.), oppure situazioni di tensione o di improvviso relax.

Insomma l’attacco di panico è un’esperienza tremenda, che fa stare malissimo e che, quando tende a ripetersi, suscita una pericolosa ansia anticipatoria per la paura di avere nuovi attacchi. In pratica il paziente per evitare di soffrire mette in atto strategie di evitamento, cercando appunto di evitare tutte le situazioni che possono, a suo parere, aumentare il rischio di un nuovo episodio. E così si può arrivare a rinunciare a tantissime cose (cinema, mezzi pubblici, ristoranti ecc.) con pesanti ricadute sulla qualità di vita.

Le cause del disturbo da panico non sono chiare, ma alcuni studi suggeriscono che l’attacco possa essere espressione dell’innesco di un fisiologico meccanismo di reazione all’annegamento o al soffocamento, presente nei mammiferi, che si verifica quando i livelli di ossigeno nel sangue diminuiscono e salgono quelli dell’anidride carbonica. Si è infatti visto che l’uso di sostanze in grado di aumentare l’anidride carbonica nel sangue può scatenare attacchi di panico in persone che ne soffrono.

I rimedi anti-panico

I principali strumenti per combattere gli attacchi di panico sono:

  • la terapia farmacologica
  • la psicoterapia
  • le tecniche di rilassamento.

I farmaci d’elezione sono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina che aiutano alcune aree del cervello a utilizzare meglio la serotonina, un neurotrasmettitore fondamentale per il tono dell’umore e per la gestione delle emozioni.

La psicoterapia, in particolare gli interventi tipo cognitivo comportamentale, aiuta il paziente a prendere contatto con le proprie a paure e a modificarle. 

Tecniche respiratorie, lo yoga, la meditazione, il biofeedback e via dicendo sono tutte metodiche che possono aiutare chi soffre di attacchi di panico a non accelerare troppo la respirazione che, associata a stati d’ansia, può favorire l’insorgere degli attacchi.

In un’ottica preventiva, un consiglio valido per tutti è quello di praticare una regolare attività fisica e avere un’adeguata igiene del sonno.

Antonella Sparvoli
Antonella Sparvoli
Nata e cresciuta a Milano, dopo il Liceo scientifico, decide di iscriversi alla Facoltà di Scienze biologiche all’Università Statale di Milano. Le materie di studio la appassionano molto e si laurea a pieni voti nel 1995, dopo un periodo di studio come studente Erasmus al Trinity College di Dublino e l’internato per la tesi di laurea nel Laboratorio di immunologia molecolare del Dibit, all’Ospedale San Raffaele di Milano. Si dedica per un breve periodo alla ricerca, ma poi capisce che il suo posto non è tra le provette di un laboratorio, ma tra le pagine di un giornale. Frequenta il Corso post-Laurea in Comunicazione scientifica, organizzato dalla Facoltà di Farmacia dell’Università degli Studi di Milano, e inizia a scrivere per riviste specializzate e divulgative. Dal 1998 collabora in modo continuativo con il Corriere Salute, nel 2010 inizia a collaborare con Io Donna, il femminile del Corriere della sera, e nel 2016 inizia a scrivere per Sapere Salute. Ha scritto alcuni testi di Biologia per le scuole superiori, il volume “Mi spieghi dottore”, ma il suo sogno è scrivere un romanzo. Scherzosamente si definisce «giornalinga», un po’ giornalista… un po’ casalinga. Tra un articolo e l’altro, si dedica al marito Davide e ai figli Andrea e Sofia. Nel tempo libero ama fare sport, andare in bicicletta e, quando possibile, viaggiare. 

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