Se a tre anni il bimbo si rifiuta di fare la cacca

DOMANDA

Sono il papĂ  di un bimbo di 3 anni che da 3 settimane si rifiuta di fare la cacca da solo. Lo stiamo aiutando con una bustina al giorno di un lassativo a base di macrogol, ma nulla da fare: dopo 5 giorni mi tocca fargli la peretta. Come posso comportarmi? Ho paura che si abitui a questo trattamento.

RISPOSTA DELL'ESPERTO

Risponde: Marina Battaglioli, Pediatra e neonatologa

Una delle principali cause di stipsi funzionale nel bambino è proprio il trattenere volontariamente le feci, magari perché è più importante giocare o fare altro; poi le feci trattenute si induriscono e l’evacuazione diventa dolorosa e difficile; da qui al rifiutarsi di evacuare il passo è brevissimo: l’emissione di feci diventa un tormento. La terapia corretta deve proprio interrompere questo meccanismo. Evacuare deve diventare un fatto naturale e positivo, come mangiare o dormire. Per questo i primi passi sono volti a eliminare la sensazione dolorosa e sgradevole che, nella mente del bambino stitico, si associa a questo gesto. Bisogna espellere eventuali fecalomi (masse di feci dure trattenute in addome) con clismi evacuativi eseguiti con regolarità per un certo periodo, associati alla somministrazione per bocca di oli o soluzioni osmotiche che ammorbidiscano le feci. Il tutto sotto controllo del proprio pediatra. Contemporaneamente si procede a una corretta “educazione al vasino”, senza pressioni o coercizioni: il bambino si deve sentire tranquillo e a suo agio, seduto comodamente sul vasino o sul water con opportuno riduttore, deve avere riservatezza se lo desidera, viceversa fargli compagnia se lo richiede, parlare con lui, raccontare o leggere qualcosa insieme. Ogni seduta non deve durare più di 15-20 minuti, poi, se “non ha fatto niente”, evitare i rimproveri e la delusione, mentre va lodato e gratificato se “ha prodotto”. Programmare la seduta dopo i pasti principali è utile perché sfrutta il fisiologico riflesso gastrocolico, cioè lo svuotamento del colon dopo il riempimento dello stomaco. Dopo la colazione del mattino sarebbe ancora meglio, perchè offre il vantaggio di non avere il problema di dover trattenere le feci durante la giornata, all’asilo o durante il gioco. Risolto il problema acuto, si deve intervenire anche sulle abitudini alimentari e sullo stile di vita: cibi ricchi di fibre, cereali integrali, legumi, frutta e verdura, sono da preferire, mentre limitare la quantità di tè e di cioccolata. Praticare attività fisica e ludica all’aperto, per favorire la motilità intestinale, e ridurre il tempo trascorso davanti a televisione e videogiochi sono norme altrettanto utili.

Marina Battaglioli
Pediatra e neonatologa
Dirigente medico di 1° livello c/o Patologia Neonatale – Nido P.O. Buzzi.
Laureata in Medicina e Chirurgia a Milano nel 1990, opera fino al 1994 come studente interna prima e poi come specializzanda presso la Clinica De Marchi e la Clinica Mangiagalli dell’Università degli Studi di Milano dove consegue la specializzazione in Pediatria Generale nel 1994 e in Neonatologia nel 1996.
Tra il 1994 e il 1996 è titolare di una borsa di studio per il Trasporto Neonatale d’Emergenza presso il reparto di Patologia Neonatale della Clinica Mangiagalli, dove opera fino al 1998. Tra il 1998 e il 2000 presta la propria opera al Nido dell’Ospedale S.Giuseppe di Milano prima e poi alla Divisione di Pediatria e Patologia Neonatale dell’Ospedale “Valduce” di Como.
Dal 2000 assume l’incarico a tempo indeterminato presso il reparto di Patologia Neonatale e Nido dell’Ospedale Buzzi, attualmente è Dirigente medico di 1° livello.

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