Vaccino anti HPV a 22 anni

DOMANDA

Sono una ragazza di 22 anni, sessualmente attiva da qualche anno. Non so se fare il vaccino contro l'HPV: ho chiesto a vari medici e ho ricevuto opinioni discordanti, vorrei quindi avere la sua opinione anche rispetto a quali precauzioni vanno prese prima e dopo la vaccinazione (ho sentito parlare di astenzione da rapporti per diversi mesi).

RISPOSTA DELL'ESPERTO

Risponde: Emilio Arisi, Ginecologo

Il cancro del collo dell’utero è il secondo tumore al mondo per prevalenza nel sesso femminile dopo il tumore del seno. La causa fondamentale di questo tumore è un'infezione sessualmente trasmissibile collegata con alcuni tipi oncogeni di HPV (Human Papilloma Virus). In questi ultimi anni sono stati messi a punto due vaccini contro alcuni tipi di HPV: un vaccino bivalente, che agisce immunizzando contro il tipo 16 e il 18, responsabili del 70% dei cancri cervicali nel mondo, e un vaccino quadrivalente, che oltre ad agire nei confronti dei tipi 16 e 18 come il precedente agisce contro il tipo 6 ed il tipo 11, responsabili dell'insorgenza di condilomi genitali o anali. La vaccinazione, che si effettua con metodologia identica per ambedue i vaccini, consiste in tre separate iniezioni da completarsi entro sei mesi e viene solitamente garantita gratuitamente dai centri vaccinali delle singole Aziende Sanitarie alle ragazze che nell’anno in corso compiono i 12 anni. Molte Aziende Sanitarie garantiscono il vaccino anche ad altre classi di età fornendolo a un prezzo di costo. Ciò fino al 26esimo anno di età, oltre al quale il vaccino non è registrato e, quindi, teoricamente non è somministrabile. Il razionale dei 12 anni è che a questa età la risposta immunitaria è molto elevata così da garantire una buona protezione. Inoltre è altamente presumibile che a 12 anni la ragazza non abbia ancora avuto rapporti sessuali, che sono la causa dell'infezione da HPV. Se già ci sono stati rapporti sessuali ovviamente ci si pone il problema se abbia senso cercare di immunizzare verso un nemico virale che potrebbe già essere presente. La risposta potrebbe essere legata al fatto che non è obbligatorio che la donna sia già stata infettata sia con il tipo 16 sia con il 18 e, eventualmente, con i tipi 6 e 11, ma potrebbe essere già stata infettata con uno solo di questi tipi, per cui fa ancora in tempo a immunizzarsi contro gli altri. Inoltre noi sappiamo che l’infezione nella grande maggioranza di casi regredisce spontaneamente ma può essere ripresa. Anche se di circa 10 milioni di donne che acquisiscono un'infezione da HPV oncogeno solo 3 mila circa svilupperanno una lesione che progredisce a cancro invasivo, mentre le altre o saranno guarite per la naturale eliminazione delle cellule del collo uterino infettate, oppure presenteranno lesion che si fermano a stadi precancerosi. Per queste ragioni la risposta a una donna che ha rapporti sessuali da alcuni anni, ma non ha ancora 26 anni, e si vuole vaccinare contro l’HPV può essere positiva. Ovviamente se ci si vaccina può essere razionale non cambiare partner per un periodo di alcuni mesi onde non introdurre in vagina tipi di HPV che già non siano presenti.

Emilio Arisi
Ginecologo
Dal 1993 al 2010 è stato Direttore della U.O. di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Regionale “S. Chiara” di Trento dove, dall’inizio del 2002 è stato coordinatore del Dipartimento Materno-Infantile della Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia di Trento. Attualmente esercita la sua attività ambulatoriale come libero-professionista a Carpi (Modena) e Trento. Laureatosi in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Parma, si è specializzato in Ostetricia e Ginecologia nella stessa Università. Tra il 1969 ed il 1993 ha lavorato in vari ospedali (Carpi MO, Correggio RE, Policlinico Universitario di Modena, Suzzara MN, Guastalla RE). Ha effettuato migliaia di interventi chirurgici, in ambito sia ostetrico sia ginecologico. Negli ultimi anni ha posto principalmente la propria attenzione sulla chirurgia oncologica-ginecologica. Ha al suo attivo circa 500 pubblicazioni, dedicate soprattutto ai problemi della contraccezione, dell’aborto volontario e della oncologia ginecologica, ma anche della gravidanza e della menopausa, inclusi articoli su riviste nazionali e internazionali, relazioni a congressi nazionali e internazionali, e alcuni volumi. È stato Direttore Scientifico della edizione italiana della rivista specialistica “Current Obstetrics & Gynecology” dal 1992 al dicembre 2006. Per molti anni è stato Presidente nazionale dell’UICEMP (www.uicemp.org), una associazione di consultori privati (CEMP), che è federata alla IPPF (International Planned Parenthood Federation) (www.ippf.org), la più grande organizzazione non governativa mondiale dedicata ai problemi della salute riproduttiva. Per molti anni è stato nel Consiglio mondiale e in quello europeo della IPPF. È membro del Consiglio nazionale dell’AOGOI (Associazione Ginecologi Ospedalieri Italiani), di cui è segretario regionale per il Trentino-Alto Adige. È stato per il triennio 2005-2007 consigliere nel Direttivo nazionale della SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) ed è stato eletto tesoriere della SIGO per il triennio 2008-2010. È Presidente della SMIC (Società Medica Italiana per la Contraccezione), che è stata fondata nel luglio 2006. È Direttore scientifico della rivista “Contraccezione Sessualità Salute Riproduttiva”, organo ufficiale della SMIC. È membro di varie organizzazioni scientifiche nazionali e internazionali. Per il periodo 2012-2016 è stato eletto nel Board of Directors della ESC (European Society of Contraception). Nel giugno 2012 è socio fondatore dell’ECEC (European Consortium for Emergency Contraception), ed è nominato nel ECEC Board.

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