Tic in bambina di 6 anni

DOMANDA

Mia figlia ha sei anni ed è da un anno e mezzo che ha dei tic che interessano entrambi gli occhi. A volte smette, per poi riprendere. Vorrei sapere se è il caso di fare una visita neurologica.

RISPOSTA DELL'ESPERTO

Risponde: Marina Battaglioli, Pediatra e neonatologa

I tic sono piuttosto frequenti, si stima che circa il 20% delle persone, almeno in qualche momento della vita, ne soffra. Iniziano in genere durante l'infanzia, persistono per anni, spesso scompaiono e a volte si ripresentano più avanti nel tempo. Sono dei movimenti involontari, improvvisi, ripetitivi e stereotipati, che coinvolgono di solito la mimica del volto, soprattutto occhi e bocca. A volte coinvolgono le spalle, meno frequentemente gli arti e il tronco. Possono sentirsi anche dei suoni, dei fischi o degli schiocchi con la lingua, a volte parole ben distinte. Talvolta sono buffi da vedere, a volte suscitano nervosismo. La comparsa nel periodo della crescita, nella prima e seconda infanzia (cioè asilo e inizio dell'età scolare) coincide con un periodo di alta maturazione delle strutture cerebrali e di elevata stimolazione delle stesse, come se qualcosa sfuggisse al controllo in un momento di iperattività. Se ci sono momenti di disagio o di tensione, il tic aumenta, sia per intensità del singolo episodio, sia per frequenza degli episodi. Tendono comunque a scomparire con la crescita, o almeno ad attenuarsi. Non sono un problema in sé, solo se eccessivamente ripetuti possono provocare dolore muscolare o crampi, come accade nel caso di prolungata attività fisica. Non serve cercare di reprimerli o sgridare il bambino o farlo sentire in colpa. Può addirittura essere controproducente, perché aumenta il disagio e lo stress. È  come sgridare uno che tossisce: non si può reprimere il tic, il movimento è del tutto involontario e non si preannuncia. Può essere utile parlarne con il pediatra o con gli insegnanti a scuola, per capire se e come questo interferisca con le attività di apprendimento e di relazione con i compagni. Solo in questo caso è opportuno fare approfondimenti neurologici o psicologici.

Marina Battaglioli
Pediatra e neonatologa
Dirigente medico di 1° livello c/o Patologia Neonatale – Nido P.O. Buzzi.
Laureata in Medicina e Chirurgia a Milano nel 1990, opera fino al 1994 come studente interna prima e poi come specializzanda presso la Clinica De Marchi e la Clinica Mangiagalli dell’Università degli Studi di Milano dove consegue la specializzazione in Pediatria Generale nel 1994 e in Neonatologia nel 1996.
Tra il 1994 e il 1996 è titolare di una borsa di studio per il Trasporto Neonatale d’Emergenza presso il reparto di Patologia Neonatale della Clinica Mangiagalli, dove opera fino al 1998. Tra il 1998 e il 2000 presta la propria opera al Nido dell’Ospedale S.Giuseppe di Milano prima e poi alla Divisione di Pediatria e Patologia Neonatale dell’Ospedale “Valduce” di Como.
Dal 2000 assume l’incarico a tempo indeterminato presso il reparto di Patologia Neonatale e Nido dell’Ospedale Buzzi, attualmente è Dirigente medico di 1° livello.

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