Sport da combattimento e apparato genitale femminile

DOMANDA

Praticando uno sport da combattimento in cui è previsto l'uso di calci diretti agli organi genitali (con conchiglia protettiva femminile), vorrei sapere quali sono i rischi più gravi per l'apparato genitale femminile qualora ricevessi un calcio forte e la protezione non fosse sufficiente ad attutire il colpo: dovrei preoccuparmi di eventuali traumi per il contraccolpo dei calci forti (finora non è capitato, ma il rischio esiste).

RISPOSTA DELL'ESPERTO

Risponde: Emilio Arisi, Ginecologo

Più che a un ginecologo, questo tipo di domanda andrebbe posta a un medico dello sport che segua squisitamente gli sport da combattimento. In linea di principio piccoli traumi, anche se ripetuti, non dovrebbero portare alcuna conseguenza sugli organi pelvici. E sono certamente i piccoli traumi quelli che si possono più frequentemente presentare in questo tipo di sport. Ovviamente nella consapevolezza che i calci vengano portati in modo sportivamente responsabile, e non con il preciso intento di creare un danno all’avversario. Penso invece che non siano da immaginare traumi maggiori, con possibili danni agli organi pelvici, anche se ciò non va mai escluso nonostante la buona preparazione addominale dei muscoli del cingolo addomino-pelvico.

Emilio Arisi
Ginecologo
Dal 1993 al 2010 è stato Direttore della U.O. di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Regionale “S. Chiara” di Trento dove, dall’inizio del 2002 è stato coordinatore del Dipartimento Materno-Infantile della Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia di Trento. Attualmente esercita la sua attività ambulatoriale come libero-professionista a Carpi (Modena) e Trento. Laureatosi in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Parma, si è specializzato in Ostetricia e Ginecologia nella stessa Università. Tra il 1969 ed il 1993 ha lavorato in vari ospedali (Carpi MO, Correggio RE, Policlinico Universitario di Modena, Suzzara MN, Guastalla RE). Ha effettuato migliaia di interventi chirurgici, in ambito sia ostetrico sia ginecologico. Negli ultimi anni ha posto principalmente la propria attenzione sulla chirurgia oncologica-ginecologica. Ha al suo attivo circa 500 pubblicazioni, dedicate soprattutto ai problemi della contraccezione, dell’aborto volontario e della oncologia ginecologica, ma anche della gravidanza e della menopausa, inclusi articoli su riviste nazionali e internazionali, relazioni a congressi nazionali e internazionali, e alcuni volumi. È stato Direttore Scientifico della edizione italiana della rivista specialistica “Current Obstetrics & Gynecology” dal 1992 al dicembre 2006. Per molti anni è stato Presidente nazionale dell’UICEMP (www.uicemp.org), una associazione di consultori privati (CEMP), che è federata alla IPPF (International Planned Parenthood Federation) (www.ippf.org), la più grande organizzazione non governativa mondiale dedicata ai problemi della salute riproduttiva. Per molti anni è stato nel Consiglio mondiale e in quello europeo della IPPF. È membro del Consiglio nazionale dell’AOGOI (Associazione Ginecologi Ospedalieri Italiani), di cui è segretario regionale per il Trentino-Alto Adige. È stato per il triennio 2005-2007 consigliere nel Direttivo nazionale della SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) ed è stato eletto tesoriere della SIGO per il triennio 2008-2010. È Presidente della SMIC (Società Medica Italiana per la Contraccezione), che è stata fondata nel luglio 2006. È Direttore scientifico della rivista “Contraccezione Sessualità Salute Riproduttiva”, organo ufficiale della SMIC. È membro di varie organizzazioni scientifiche nazionali e internazionali. Per il periodo 2012-2016 è stato eletto nel Board of Directors della ESC (European Society of Contraception). Nel giugno 2012 è socio fondatore dell’ECEC (European Consortium for Emergency Contraception), ed è nominato nel ECEC Board.

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